A elena bernardi


Venezia Santa Lucia 2 giugno 1827



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Venezia Santa Lucia 2 giugno 1827


Tua Madre

Aff.ma Maddalena Figlia della Carità1


(Timbro arrivo) VENEZIA
(Timbro partenza) VERONA

4 GIU(gno)


Alla Signora

La Signora Angelina Bragato

Figlia della Carità

Ricapito dal Signor Verdari

Speziale alla Porta de Borsari

VERONA


A ELENA BERNARDI

1797(Venezia#1827.06.07)



Si alternano vari annunci funebri per cui la Canossa ne sente il peso, anche se le è faci­le l'immediata adesione alla Divina Volontà. Ciò che però la preoccupa molto è lo sta­to di salute della Olivieri, le cui notizie non sono lusinghiere.
V.G. e M. Carissima Figlia
A dire il vero mia cara figlia questa volta sembro negligente, ma si assicuri che il tempo degli Esercizj fù per me un tempo da non aver mai respiro, e l'aver lasciato le solite secretarie a Verona mi rende ancor più difficile supplire a tutto.

Comincierò per dirle mia cara figlia che grazie al Signore la mia salute và bene, ed anche queste care compagne se la passano bene. Io mi trovava alquanto stanca dopo gli Esercizj, ma adesso mi sono riposata.

Desidero sentire se abbia terminato la sua costipazione. Si ri­cordi di aversi riguardo, e di cercare di rimettersi essendo stagione facile da guarire dalle costipazioni con un pò di pazienza. Quante morti mia cara figlia. Ella mi scrive quella del piissimo Padre Ner­vi, ed io le racconterò quella del Santo Curato del Borgo di Santa Catterina di Bergamo1, penso che questi due santi Religiosi si saranno trovati in paradiso tutti due, ma non resta, che per noi non sia un gran dispiacere di perdere anime di questa sorte.

Le nuove della cara Beatrice2 non sono tanto felici, e io le con­fesso che stò con grande timore.

Mi tengo certa che pregherà per la medesima, e per me ancora. I giudizj di Dio sono assai differenti dai nostri, e talvolta Egli si af­fretta a dare la corona alle sue anime predilette, non badando a quello che noi creature limitate giudicheressimo opportuno.

Mi assista però coll'orazioni ben prevedendo, che non mi sarà un piccolo sacrifizio se il Signore vorrà questa virtuosissima figliuola. Quando mi scrive mi dia nuove del Signor Cogliati3.

La prima secretaria mi sta scrivendo una d’impegno, e la se­cretaria più bassa ha scritto la presente, e fa degli spropositi per farsi scala collo scrivere sempre meglio alle cariche del Regno le più sublimi.

Le abbraccio tutte di vero cuore. Accetti i più cordiali saluti di tutte le care compagne che la conoscono, e mi creda quale con sin­cero attaccamento le lascio nel Cuor Santissimo di Maria.



Di Lei Carissima Figlia

Venezia Santa Lucia li 7 giugno 1827


Sua Aff.ma Madre


Maddalena Figlia della Carità4
AD ANGELA BRAGATO

1798(Venezia#1827.06.09)



Le tre giovani di Verona, cagionevoli di salute, lasciano sempre perplesse perché un po’ migliorano, un po’ peggiorano. C’é anche da decidere come affrettare l’uscita dal convento della novizia affetta da rogna, e se risolvere, positivamente o meno, l’acquisto di una locanda per le convalescenti, di cui sarebbe in parola la Pilotti. La Canossa espone i problemi senza però soluzioni decise.
V.G. e M. Carissima Figlia
Non si prenda pena mia cara Figlia se nulla le scrissi della mia salute. Me lo sarò dimenticato, o non avrò avuto tempo di scrivere più allungo, peraltro mi sono riposata dalla stanchezza che m'era un pò restata degli Esercizj, e fuori di un pochetta, ma poca tosse, che pare abbia da finire da un giorno all'altro in niente, sto bene ma proprio.

La Rosa5, e la Cecilia6 si sono fatte onore sin qui, ma jeri hanno avuto ambedue poco giudizio, e la Rosa per la prima volta fece compagnia al letto tutto jeri, motivo per cui sarò più breve di quello che vorressimo, restandomi poco tempo per la partenza della posta.

Cecilia si fece sentire ch'era viva co' suoi soliti s(t)rilli, ma oggi stanno meglio ambedue, anzi la prima è la mia secrettaria.

Mi consolai molto che la buona Rosmini7 stia Meglio, ma mi stanno sul cuore le altre due. L’Isabella8 sperava continuasse ad istar meglio, non vorrei che avesse fatto alcuna delle sue bravure, o per far la santa Comunione, o cose simili. Per la cara Beatrice sinché il caldo non si stabilisce invariabile, risentirà sempre i cambiamenti della stagione.

Mi dispiace della Roncoli9. Se mai vedesse il medico, ed il cerusico che andasse bene per rimetterla l’aria aperta, trattandosi diun solo mese e non trattandosi più di rogna, in tal caso scrivano alla Superiora di Bergamo che mandi a chiamar suo padre, e gli raccon­ti l’avvenuto, perchè possa poi venire a prendersela, e che non vor­rei avesse da rovinarsi essendo ragazza sana. Se poi è cosa da nien­te, e che il medico, ed il cerusico non temano che il convento non gli pregiudichi, tiriamo avanti che passerà anche questa, solo mi pare abbia da aver bisogno di rinfrescanti.

Le carte che mi ha spedito della mia amica Durini.10 non le ho ricevute, ma stia pur quieta, che mi ha scritto la Fanzago11, che me le spedirà. La lettera scrittami dalle Capucine12 vorrei che la faces­se copiare su un mezzo foglio, e dall'altra parte facesse copiare la mia risposta, e me l’accludesse nella prima lettera che mi scriverà.

Rapporto alla locanda famosa che resta da comperare, più non rni disse la risposta del Signor Campostrini. Sentirò volentieri cosa risponde il Signor Trevisani dopo la stima.

Mia cara Figlia, dica anche alla cara Cristina che di cuore ab­braccio con lei, che io non ho nessuna difficoltà, anzi tutto il piace­re che comprino la locanda, ma desidero che vi sia prirna da pagar­la, altrimenti prima ci faranno delle belle parole, e poi resteremo imbrogliate noi. Ecco quello che io le scrissi, ma se il Signore pro­vede la comperino pure.

Per la Reggina Gajardi13 senta come la Giuseppina,14 la lascia poi in libertà, nuovamente. Io

adesso non intendo di decidere, ma se la Teodora Campostrini 15 la mette da una buona donna sicura, e la tiene in iscuola facendola imparar bene, mi pare che sarebbe più sicura di quel che sia metterla in un luogo, o nell'altro sempre così vagante, e se mai Cristina si determinasse a questo, preghi la Teo­dora a farle insegnare a ricamare in sete, e più ancora a fare i fiori avendo essa una compagna che lavora per quanto mi dissero fiori credo di galetta e bene.

Rapporto alla nostra Signora Teresina altro non dico per la lo­canda per le convalescenti avendo loro parlato al Superiore di costì al quale se lo vedono favorisca de'miei rispetti. Mi scriva come stà Nane 16 vetturino, se è poi vivo, o morto.

Sappia mia cara Figlia che il diavolo fa tutto quello che può, e che sà per impedire l’Ospitale delle Convalescenti, e come già vede il caso fallito, almeno di ritardare, effettivamente non sò questa vol­ta se potrò avere la consolazione di vederlo cominciare, se questo non avrà luogo ci rivedremo più presto.

Vivo certa delle loro orazioni, di cui ho un sommo bisogno. Di­ca alla cara Cristina che non ho ancor veduto il santo vecchietto17, che per altro sò che stà bene, fuori che deboletto per la sua età. An­drò a vederlo uno di questi giorni se il vento sarà persuaso.

Le carte della mia Orti18 le ho ricevute. Tanti complimenti al Signor Don Francesco19. Mi scriva per mia regola se la Beatrice20 abbia scritto a suo padre in risposta di quella lettera si fatta, e cosa le abbia risposto. Se gli abbia detto di averla ricevuta dopo la mia partenza se gli abbia scritto come io nulla sapessi di quanto scrisse ad essa, o se veramente non gli ha scritto niente.

In quest'ultimo caso senza che la buona Beatrice si angusti ba­sta che gli dia le notizie della sua salute senza dir nulla del quando abbia ricevuta la lettera rapporto alla mia partenza, e senza entrare in argomento.

Di nuovo sono nel Cuor Santissimo di Maria. Rosa la riverisce di cuore.


[Venezia] 9 giugno 1827

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