A elena bernardi


Tua Aff.ma Madre Maddalena24



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Tua Aff.ma Madre Maddalena24


Figlia della Carità
Se nol sapete per regola vi dico che Monsignor Traversi è penitente del Piovano di S. Gerernia25.
(Timbro partenza) BERGAMO

(Timbro arrivo) VENEZIA

19 NOV(embre)


Alla Signora

La Signora Giuseppa Terragnoli

Figlia della Carità

Convento Santa Lucia

V E N E Z I A

A GIUSEPPA TERRAGNOLI

1845(Verona#1827.11.25)



Maddalena fa sapere che a Verona, la Madonna ha fatto guarire prodigiosamente la Roggia, la Bragato e la Prudenza Biadego. Desidera pure che nella novena dell'Immacolata si aggiunga qualche pre­ghiera di ringraziamento e si aumenti la fiducia nella Vergine Santa.
V.G. e M. Carissima Sorella
Ho ricevuto la gradita sua lettera, nella quale rilevai ch'Ella, e tutte codeste buone Compagne di salute se la passano bene, io pure, e tutte le mie Compagne grazie al Signore continuano a passarsela bene. Ricevei il canape, e le immagini stampate, che anzi di queste la ringrazio moltissimo. La prego poi di sapermi dire se le immagi­ne di seta sono tutte della Saibante26, così pure, se di quella robba di Chiesa, ch'Ella ha fatto stampare, è tutta di tela per non confon­dermi con quelle che appartengono alle ragazze, perché tutta quella robba che le avea mandato era appunto per le medesime.

Di più se Ella intende di donarmeli nulla le dico; se poi devo pagarli, la prego di sapermi dire quanto costano. Il trisol27 subito che sarà fatto, alla prima occasione che avrò, glielo farò, avere, così pu­re le cordelle. Mi raccomando alle sue orazioni, ch'io pure la tengo presente nelle mie.

Le voglio raccontare una grazia che la nostra carissima Madre, Maria Santissima si è degnata di farle alla Teodora28 ed eccomi in breve a raccontargliele. La medesima era due mesi circa, se le ave­va abbassata la voce in modo, che ultimamente appena si poteva in­tenderla quando parlava, ed inoltre aveva debolezza di stomaco grandissima fino che tratto tratto andava in affanno.

Io mercoledì le feci incominciare senza sua saputa una novena alla Gran Madre di Dio, e le ho fatto prende(re) un po della polveri­na composta dei fiori della Madonna della scuola grande, che porta­no le ragazze il mese di maggio. Senta il prodigio. La terza volta che la Teodora prese la detta polverina, unitamente alle orazioni delle buone mie Compagne, accompagnata da una fiducia ben grande, si sentì la medesima più fortificata, ed a poco, a poco, venire sù la vo­ce. Finalmente nel tempo delle solite commemorazioni del Terzo e Quarto Dolore, rispose ancor essa con voce chiara, e forte. Si può immaginare mia cara Sorella, la mia consolazione ed il giubilo di tutte le Compagne, e da quel tempo in poi, sempre le sono rimasta la voce. La supplico dunque di sempre più far dilatare la divozione a Maria Santissima e perciò le faccia fare dalle ragazze di scuola, ed a tutte quelle persone ch’Ella potrà, un triduo in ringraziamento de' doni e grazie concesse a Maria Santissima, ed inoltre pregare la Ma­dre del bel Amore acciò, che tanto la Teodora, come ciascheduna di noi, non mettiamo impedimento con le nostre ingratitudini, a quel­la perfezione che il Signore richiede da ciascheduna di noi., m'anzi­che corrispondiamo generosamente, e perseverantemente fino alla morte.

Sarà circa otto giorni che le ho spedito col mezzo del fratello della Signora Ellena Bernardi29 un sacco di sorgo turco30. Deside­rerei per mia quiete sapere, s'Ella, la ricevuto.
Carissima Figlia
Trovo questa lettera mezza scritta ed io vi aggiungo che sono arrivata felicemente da Bergamo giovedì sera. Vi occludo la fede della Salterini31, e starò in traccia da potervi mandare un po di danaro, e Panello. Mia Cara Figlia Maria Santissima oltre la Teodora ha guarito collo stesso mezzo ed in quei giorni l’Angelina32 che aveva male in bocca che con difficoltà parlava e mangiava, e la Prudenza Biadego33 che dopo i dolori articolari non poteva muoversi che con due Compagne ora cammina sola e quella pure come la Teodora in istantaneamente e tutto in un tempo.

Perciò in questa novena dell'Immacolata unitevi a tutte le Com­pagne di tutte l’altre Case a cui scrissi lo stesso, ed oltre le preghie­re solite e qualche esercizio particolare di virtù unite tre Gloria, ed il Si queris a Sant'Antonio di Padova34 secondo la mia intenzione.

Fatemi il piacere di mandare a quel Signore che vi mandò quel plico di carte perch'io impegnassi Sua Altezza Imperiale la Vice Re­gina perche tenesse a Cresima sua Figlia di mandarle indietro tutte le carte con quel mezzo che l’avete avute, ch'egli mi scrive di nuovo che è un Religioso dei Tolentini sulla qual parocchia egli abita per­ché non mi tempesta altro di lettere.

In somma fretta vi lascio nel Cuor Santissimo di Maria


Di Voi Carissima Figlia
[Verona] San Giuseppe li 25 novembre 1827

Vostra Madre Maddalena di Canossa35


Figlia della Carità.
(Timbro partenza) VERONA
(Timbro arrivo) VENEZIA

26 NOV(embre)


Alla Signora

La Signora Giuseppa Terragnoli

Figlia della Carità

Convento Santa Lucia

V E N E Z I A



A ELENA BERNARDI

1846(Bergamo#1827.11.25)


Anche a lei il felice annuncio della ricuperata salute di tre consorelle di Verona in se­guito all'ingestione di cenere, ricavata dalla combustione di fiori messi ai piedi della statua della Vergine. E «si governi... con un po' di giudizio».
Carissima Figlia
Riscontro la Cara di Lei lettera mia Cara Figlia, e prima di tutto le dirò, che la mia salute va bene, come quella di tutte le Compagne di questa nostra Casa.

Sappia mia Cara Figlia, che Maria Santissima nostra buona Ma­dre si è degnata miracolosamente guarire tre nostre compagne da un momento all'altro.

Nella novena della Presentazione, trovavassi la buona Angeli­na36 con un male serio sulla lingua, il quale le aveva gonfiata la lin­gua in modo, che non poteva quasi più prendere cibo. La Teodora37 continuava ad essere senza voce, a grado tale, che a stento poteva farsi intendere, e la Prudenza Biadego38 per la malattia sofferta dei dolori articolari trovavassi tutt'ora tanto in mal'essere, che non poteva reggersi in piedi, se non era sostenuta da due Compagne. La Pierina39 che come sai è divota di Maria Santissima, esortò l'Ange­lina a prendere un poco di cenere cosa affatto contraria per se stes­sa al male della lingua, cavata dai fiori, che il mese di maggio le ra­gazze di scuola mettono innanzi all'immagine di Maria Addolorata, e l'esortò ad aver fede.

L'Angelina prese dunque detta cenere, ed appena, che l'ebbe presa si sentì a stare subito meglio, e poco dopo si trovò perfetta­mente guarita.

Il giorno dopo la Teodora mentre era in coro a recitare la quar­ta commemorazione si sentì ricuperare la voce, ed infatti la ricupe­rò intieramente, con stupore del medico, il quale dice, che umana­mente non era possibile. A tali grazie ricevute dalla nostra cara Ma­dre intenerita la comunità tutta, andarono in iscuola tutte le com­pagne a ringraziare Maria Santissima Addolorata.

Mentre recitavano il Magnificat in ringraziamento l'infermiera a stento condusse anche la buona Biadego, la quale si appoggiò ad una sedia, e poi dopo un po' di tempo disse, che si sentiva, che le sue gambe stavano bene, e da se sola si gitò in ginocchio in terra. Poi si alzò, e fece tre volte da se sola la scala.

Le Compagne erano fuori di se, ed io stessa restai al mio arrivo quella sera, e tutto il giorno dopo sbalordita.

Ti prego mia Cara Figlia di fare ringraziare la Santissima Trini­tà dei doni e privilegi concessi a Maria Santissima con qualche pic­cola divozione, e poi mi raccomando, che tutte voi altre vi uniate a tutte noi, ed alle altre Case a cui scrivo lo stesso nell'entrante nove­na di Maria Santissima Immacolata, e che recitiate ogni giorno in­sieme colla Novena tre Gloria ed il Siqueris a Sant'Antonio, che in voce dirò poi il perché.

La suseguente mattina al mio arrivo a Verona, cioè jeri matti­na, tuo fratello40 venne per parlarmi di ritorno da Milano, che non era ancora stato a casa. Ma io sul punto non potei servirlo, e man­dai la Metilde41, e siccome egli aveva fretta, disse di ritornare il lunedì. Intesi, e ritengo quanto mi hai scritto del Signor Preposto. Sentirò cosa il medesimo ha dirmi, e poi ti scriverò tutto. Lessi poi mia Cara Figlia la lettera del santo sacerdote bergamasco.

Io non come santa, ma come tua Madre ti confermo di gover­narti, e di avere vorrei dire un po' di giudizio, ma dirò meglio, un po' di riguardo. Già ci intendiamo. Senti che anche quel santo te lo dice. Spero nei meriti di Gesù Cristo, e nell'intercessione di Maria Santissima, che tutto si adempirà, come di vero cuore ti desidero, scrisse a me pure che mi governi dovendo star al mondo.

Ti abbraccio di vero cuore abbracciandoti con tutte le Compagne e ti lascio nel Cuor Santissimo di Maria
Di Lei Carissima Figlia
Bergamo il 25 novembre 1827

Tua Aff.ma Madre

Maddalena Figlia della Carità42

(Timbro partenza) VERONA

27 NOV(embre)

Alla Signora

La Signora Elena Bernardi

Figlia della Carità

Parrocchia Santo Stefano

Contrada della Signora

MILANO

AD ANGELA BRAGATO

1847(Bergamo#1827.11.30)


Notizie di varia consistenza: lo stato di salute, sempre preoccupante di due consorelle, l’invio della farina di granoturco, la speranza di un prossimo ritorno a Verona, la stra­na richiesta di preghiere per la salute del Provinciale, già però ricordato defunto nella lettera del 17 novernbre.
V.G. e M. Carissima Figlia

La nostra ammalata di Milano 43 grazie al Signore continua nel suo miglioramento non avendo però ancora totalmente consumato l’infiamatorio comincia a farsi il letto, e la primiera malattia, ch'era la disintaria più non comparre, onde si lusingano molto, on­de sono tra il timore, e la speranza ma a Milano sperano molto. Se fosse piacer del Signore vorrei sentire migliori notizie della Cara Teodora 44 vorrei lusingarmi che sia una semplice convulsione, ma non posso a meno di non aver pena dopo l’esempio della cara Bea­trice.

Jeri ebbi nuova che la compagna di Milano alla quale mandai la ricetta che favoristi mandarmi ha ricuperato stabilmente la voce, e sta bene. Senti come la medicarono. Prima le misero le sanguisughe alla gola, e finito neppur di mangiare erale ritornata la voce dopo qualche giorno tornò a perderla chiamarono il chirurgo e lo giudicò male inflamattorio, ma non aveva febbre nondimeno il medico le fe­ce fare credo due salassi facendola stare a letto, che per questa gio­vane di temperamento vivacissimo, e convulsivo fù una gran peni­tenza, e dopo alcuni giorni ricuperò nuovamente la voce nell' aprire una finestra prese un colpo d'aria e la perdette nuovamente. Adesso di nuovo l’ha fortissima. Così a modo di discorso racconta al medi­co questo accidente, e niente più.

Mi dimenticava, che dopo le sanguisughe alla gola le misero un visigante mi scrissero alla nuca ma mi figuro, che sia al collo dopo i capelli non so poi come s'intendono.

Più di tutto preghiamo Maria Santissima di Loretto45 che la guarì l’altra volta.

Rapporto la polenta 46 che sento essere a San Michele 47 non sò se tu sappia che se la polenta è macinata ha già pagato il dazio. Ma­cina, e per ricondurla in Verona dovrà pagare un altro dazio per quanto io credo. Informati che già dubito di non fallare e se la cosa è così guarda se torni più il conto a venderla colà, che manderemo in vece della polenta i soldi a Venezia.

Se tu hai un occasione per Venezia ti prego di spedirvi dodici braccia di velo di quel che portai l’altra volta se rnai la cara Rosmi­ni 48 lo voleva per Trento. Il confessore di colà avendomelo fatto or­dinare colla lettera di jeri e dubito di non essere in tempo di farme­lo venire da Milano prima della mia partenza.

Ti confirmo la speranza in cui sono di poterti scrivere mercoledì il giorno preciso che mi dovrai mandar a prender(e). Ti raccomando di governarti.

Tutte vi abbraccio di vero cuore; vedrò con tutto il piacere la lettera del Signore Don Antonio 49. Abbraccio di cuore in particola­re la secretaria Rosmini, e la mia Metilde 50.

In fretta sono lasciandovi tutte nel Cuor Santissimo di Maria.

Mi raccomando in questa novena della Presentazione di prega­re tutte per I'Istituto


Di Te Carissima Figlia
Bergamo li 30 novembre 1827
Il santo vecchietto Provinciale 51 era agli estremi il giorno 7. Morto o vivo che sia te lo raccomando.
Tua Madre, aff.ma

Maddalena Figlia della Carità52



A GIUSEPPA TERRAGNOLI

1848(Verona#1827.12.02)


Maddalena dà notizie buone: le prodigiose guarigioni di Verona; la sostituzione tanto valida di Mons. Traversi al defunto P. Marino e notizie meno buone: l’attesa, non confermata dalla realtà, di una parte di eredità del Dott. Ravelli alla figlia Marianna consistente in un fondo ottimo per granoturco; l’incertezza nella scelta dei custodi per l’Ospedale delle Convalescenti.
V.G. e M. Carissima figlia
Avrete gia inteso mia Cara Figlia dall'ultima mia come mi trova a Verona da otto, o dieci giorni a questa parte, come avrete inteso la grandissima grazia fattaci da Maria Santissima per le Care Compagne le quali tutte continuano a goderne. Presto voi altre cominciarete la vostra solita novena alla nostra Santa Lucia53. Domandatele due grazie per me ch'io poi le domanderò, similmente mi raccomando alla vostra carità sabbato otto, e lunedì dieci corrente feste di Maria Santissima.

Vi ringrazio della vostra premura nel proccurarmi l’immagine che vi dissi per memoria del santo nostro Superiore deffonto54. Non vi prendete però pena, ma con vostro comodo proccuratemela.

Non mi meraviglio, che il degnissimo Padre Vettore55, e gli altri Religiosi sentano tanto la di lui perdita perche tanti meriti aveva. Per me state quieta, che non vi niegherò di non averla sentita, ma sono tranquilla nella volontà di Dio. Monsignor Traversi56 gentilmente mi scrisse una lettera piena di carità, e di umiltà insieme accettando di essergli successore.

Ringraziamo anche di questo la carità del Signore. Molto mi consola di sentire che il pazientissimo Arciprete Albrizzi57 possa dire qualche parola. Speriamo che a poco a poco a forza d'orazione si farà intendere tanto da sollevarsi per l’anima.

Riguardo alla polenta già avrete inteso mia Cara Figlia che quantunque sia a San Michele58 non hanno però voluto caricarla.

Per altro sappiate, che qui pure mi dissero tornare più il conto venderla chi ne avesse qui, e comprarla a Venezia. Sappiate però che siamo restate burlate quantunque continui a sperare una qualche risorsa.

Voi sappete la perdita dell'ottimo Dottor Ravelli59. Sua Figlia dunque credeva avesse a lei lasciato per parte un pochi di beni, che ha a Santa Lucia ove viene della polenta rara, ma il conto fù fatto senza l’osto. Io mandai della nostra polenta a Bergamo. Il fatto si è, che Santa Lucia da quanto sento resterà alla famiglia, e noi avremo a comperare la polenta anche per qui. Sentite dunque. Non potendo trovare un incontro per quanto l’abbia fatto cercare da tanti il Si­gnor Verdari60 mi fà il piacere di farmi pagare dal Signor Ponzet­ta61 quindici taleri62 che io qui gli consegno tanto che trà le pensioni, e questo pò di danaro possiate portarla fuori sino ai primi dell'anno novello. Avvertite, che quattro di questi tàlari li portò la vostra mamma. Per i primi dell'anno rascuotterete la pensione del­la

Luigia63, subito, ch'io avrò ricevuto quella della Rosa della Cro­ce64 pure ve la spedirò col rimanente del danaro per compirle la mobilia.

Mi hanno promesso di pagarmi l’uva per questo primo dell'an­no circa giorni più giorni meno. Allora quantunque mi resti qualche mese da rascuotere quel frutto, che mi resta dell'Angioletta65 vedrò di mandarvi anche quello intiero se potrò oltre il solito di Guar­nieri, così potrete essere invantaggio di tutto. Tengo poi preparato l’anello il paco del velo ed il trassollino, che vi manderò a primo in­contro.

Rapporto a quanto mi dite del caro nostro Ospitale66 molto mi dispiace che anche quella buona Margherita del Signor Pa­denghe67 non possa venire. Per la sorella della buona Rosa68certo che è una buona persona, ma mi fa obbietto non essere stata neppure nell’opera del Signor Don Pietro Ciliotto69, temendo che non sia vocata per opere povere tanto. Oltre di che insieme con essa converrebbe prendere la madre e col misero mantenimento che ab­biamo ci converrebbe mantenere tre persone oltre le ammalate. Di più queste due sono adesso persone appoggiate una volta che le ab­biamo restano necessariamente a peso dell’Ospitale.

Anche l’Abate Diego mi propose una Figlia povera colla madre ch'egli mi disse avere i requisiti necessarj ma sono due. Che volete è stata una gran cosa la perdita della Cao70 Dio provvederà. Faccia­rno orazione.

Rapporto al Piovano dei Tolentini71 sono contenta abbia ac­cettato la nostra volonta. Colla posta di domenica ventura ho inten­zione di scrivere alla Rosa della Croce ed alla buona Marianna72 in risposta della sua, ed anche per i suoi affari. Similmente scriverò potendo alla Cara Marianna per animarla un poco.

Vi abbraccio tutte di vero cuore e tutte vi lascio nel Cuor San­tissimo di Maria
Di Voi Carissima Figlia
Verona li 2 dicembre 1827
Tanti complimenti al Signor Padenghe73 ed al povero Signor Giuseppe74. Se saprete qualche cosa dei nostri affari me lo scrive­rete.

Vostra Aff.ma Madre

Maddalena Figlia della Carità75
Alla Signora

La Signora Giuseppa Terragnoli



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