A elena bernardi



Yüklə 3,77 Mb.
səhifə24/108
tarix09.03.2018
ölçüsü3,77 Mb.
#45281
1   ...   20   21   22   23   24   25   26   27   ...   108

Figlia della Carità


Santa Lucia

V E N E Z I A



A GIUSEPPA TERRAGNOLI

1849(Verona#1827.12.03)


La Canossa scrive a distanza di un giorno alla Terragnoli perché chiarisca, con molta deferenza, a Mons, Traversi, la esatta dimensione di un superiore spirituale per l’Istituto delle Figlie della Carità. Ciò, senz'altro, non procura a Mons. alcuna noia, an­che perché Ella non manifesta ad alcuno, neppure alle sue figlie, da chi é diret­ta.
V.G. e M. Carissima Figlia
Azzardo due righe collo straordinario mia Cara Figlia in rispo­sta della Carissima vostra lettera ricevuta jeri sera. Voi avete riflettuto prudentissimamente intorno al novello nostro Superiore1. Si vede che essendo egli padre spirituale delle Salesiane2 crederà che sia la stessa sa cosa da noi e che la nostra Regola lo richieda.

Perciò se questa mia lettera vi giunge in tempo prima ch'egli sia stato a favorirvi destramente cercate di fargli comprendere non essere sistema d'Istituto ne aver noi Superiori in ogni Casa ma solo se lo sapete raccontategli come fu la cosa. In ogni modo ditegli che di questo non vi mancherà modo da introdurvi divenendo una gentilezza, ditegli che ricoreremo avendone bisogno alla carità dei di lui lumi e consigli, e ditegli che io ho per costume affinché le poche persone a cui mi appoggio e consiglio restino in libertà di guidarmi come credono sen­za essere mai esposte con nessuno di non dir mai a chi sono appog­giata ne da chi dipenda neppure per l’anima mia di modo che non vi è nessuna neppure di voi altre mie Care Compagne ed in nessuna Ca­sa vedete neppure Cristina3 che sta sempre con me che sappia da chi sono diretta.

Che ciò gli apporterà voi pensate più quiete nel peso che la di lui carità gli fece accettare e che non sapendosi da nessuno la cosa non sarà neppure molestato da nessuna persona esterna che volesse qualche cosa da noi, e cose simili.

Se la mia lettera non vi giunge in tempo e ch'egIi sia stato già da voi scrivetemi prima per istraordinario, e poi col ordinario ed allo­ra penserò ad un pretesto per scrivergli io.Di tutta fretta vi abbraccio e vi lascio tutte nel Cuor Santissimo di Maria


Di Voi Carissima Figlia
Verona li 3 dicembre 1827

La vostra Aff.ma


Madre Maddalena Figlia della Carità4



(Timbro partenza) VERONA

(Timbro arrivo) VENEZIA

6 DEC(embre)


Alla Signora

La Signora Giuseppa Terragnoli

Figlia della Carità

Convento Santa Lucia

V E N E Z I A

A ELENA BERNARDI

1850(Verona#1827.12.04)



Prima la Canossa le espone le richieste di suo fratello per sistemare gli affari, poi ri­torna, con stupore e ammirazione, sui nuovi prodigi che la vergine Santa ha compiu­to, quasi istantaneamente, per altre due consorelle, per cui manda anche a lei un po' di cenere dei fiori del piccolo altare perchè, con alcune preghiere, la faccia prendere alla Caffù e propaghi insieme tanta devozione alla Madonna.

V.G. e M. Carissima Figlia

Verona li 4 dicembre 1827
Per quanto abbia fatto per iscriverle coll'ordinario di domenica mi riuscì affatto impossibile. Lo faccio dunque oggi riscontrando la carissima di lei lettera del 1 dicembre.

Prima di tutto le dirò che oggi la buona sua nipotina che come le dissi viene solo adesso l'ora dell'istruzione mi disse di salutarla avendo questa bambina amicizia con me. Suo fratello5 fù a trovar­mi varie volte dopo il suo ritorno, ed una volta venne anche sua co­gnata la quale trovai molto migliorata, e di buonissimo umore. Compresi però che si affatica molto attese le circostanze ristrette della famiglia. Sono però di buona armonia, e pace.

In una delle volte che venne suo fratello solo, mi raccontò in parte i trattati fatti con Lei e se non ho sbagliato a intendere egli vorrebbe pagarle 40 crocioni6 cioè trecento lire di Milano annue come in acconto senza pregiudizio degli arettrati. Mi disse che lei scriverà a me, ed a mio fratello7 avendole proposto tale progetto. A me pare che senza pregiudizio del passato anche se fosse un crocione all'anno sarà sempre meglio di niente.

Del calcolo approssimativo niente mi parlò ed io pure non mo­strai ch'Ella me lo avesse scritto. Ciò glielo dico per sua regola.

Adesso diciamo una parola prima di tutto della di Lei salute mia Cara Figlia mi creda, che se non andrà con riguardo, e quelle certe cosette, che ci intendiamo lasciarle da una parte altrimenti credi mia Cara Figlia che tu ritorni ad aver bisogno di tutta la cura di pri­ma. Chi sa quanti spropositi mi farrai quest'Avento. Dabrava senza scrupolo prova a dire schiettamente le cose, ed i tuoi bisogni al Si­gnor Preposto8 o al confessore. Se hai difficoltà puoi dir loro che sono stata io che te l'ho scritto, e quando ti dicono quello che hai da fare non ribattere per angustie ma governati.

Mi dispiace sentire come la Cara Beppina9 abbia nuovamente perduto la voce. Ti occludo una cartina di quella polvere dei fiori che furono innanzi alla nostra miracolosa immagine di Maria San­tissima Addolorata di quella polvere che presero anche le nostre compagne. E segnatamente la Teodora10 alla quale ringraziando la protezione di Maria, continua sempre la voce, quasi direi più chiara di prima, che la prendesse.

Di questa polverina ne faccia tre parti e faccia che prima di tut­te venga pregata Maria Santissima ringraziando prima con tre Glo­ria la Santissima Trinità dè privilegj concessi a Maria Santissima, e poi recitino sette Ave ai sette Dolori, ed il Magnificat, e faccia poi prendere la polverina alla Beppina in un po d'acqua, e confidiamo in Maria.

Santa mia Cara Figlia cosa qui di nuovo jeri successe. Giorni so­no a ricreazione la Pierina11 parlando io credo, perchè io non c'era presente delle grazie che si ottengono con questi fiori disse, che se fosse venuto male anche ad un dito, addittando il dito grosso cioè il pollice, si sarebbe applicati i fiori per poter lavorare. Una compa­gna rispose, che per un dito non avrebbe incomodato essa la Vergi­ne Santa. Ma lo disse come mi raccontò con ogni semplicità, e divo­zione.

Il fatto si è che la stessa notte le venne male a quel dito pollice della mano destra. Venne a mostrarmelo la mattina, le suggerji quel rimedio che credetti, perché non sapeva nulla.

Intanto il dito andò supporando con pochissimi dolori per al­tro, e non poteva più ne scrivere, nè lavorare.

Domenica sera a ricreazione parlando di detta cosa ed io vi era, essendo che alla sera stò colle Professe, ed il dopo pranzo stò in ri­creazione colle Novizie.

Intesa da me la cosa, dissi alla Compagna che guardasse bene di non pagarla. Questa alle mie parole si persuase, cavò i rimedj, ed applicò questa cenere, e la mattina del lunedì si trovò perfettamen­te guarita, che poté senza benda alcuna lavorare, e fare tutte le cose sue, non essendole restato che una macchia dove pare si trovasse la matteria12. Nella stessa notte, la Felicita13 da lei ben conosciuta, ricevette essa pure un'altra grazia. Questa stà facendo i Santi Esercizj dovendole dare il tablò la vigilia di Maria Santissima Immacola­ta. Sabbato notte o venerdì, che bene non mi ricordo, le venne un male in bocca per cui a poco a poco si gonfiò a segno, che domenica mattina eravammo in dubbio se poterla far venire ad ascoltare la Santa Messa, quantunque in casa.

Passò male tutta la giornata ed il dopo pranzo alle ore cinque andò a letto. Passò tutta la notte con dolori eccessivi, che mi diceva, che tali erano i dolori, che aveva nella testa, che temeva d'impazzi­re. La mattina si raccomandò a Maria Santissima e le promise che se la faceva star bene, e continuare i santi Esercizj avrebbe visita­to in quel giorno dodici volte la nostra santa immagine del coretto. Si adormentò, dormi mezz'ora, e si svegliò guarita, di modo che non solo continua i santi Esercizj, ma senza il minimo riguardo dell'aria ha sempre seguito in tutto la comunità.

Mia Cara Figlia le sarà facile comprendere quale impressione facciano queste misericordie nell'animo di queste buone Compa­gne. Non respirano più che Maria. La mia superbia poi, arriva alle stelle, e se l'amorosissima nostra Madre seguita in questo modo io suppero il sole per l'ambizione.

Quanti scrupoli avrà la mia Cara Durini14 per me. Freschi stiamo quando verrò a Milano. L'abbracci colla cara Visconti15. Il bene, è che non entrando io in tutto ciò, se non che per testimonio, non mi posso insuperbire d'altro che della grandezza, e misericor­dia di Maria.

Tutte le abbraccio e lascio nel Cuor Santissimo di questa ama­tissima nostra Madre.



Yüklə 3,77 Mb.

Dostları ilə paylaş:
1   ...   20   21   22   23   24   25   26   27   ...   108




Verilənlər bazası müəlliflik hüququ ilə müdafiə olunur ©muhaz.org 2024
rəhbərliyinə müraciət

gir | qeydiyyatdan keç
    Ana səhifə


yükləyin