A elena bernardi


Vostra Aff.ma Madre Maddalena1



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Vostra Aff.ma Madre Maddalena1


Figlia della Carità

(Timbro partenza) VERONA
(Timbro arrivo) VENEZIA

22 APR(ile)


Alla Signora

La Signora Giuseppa Terragnoli

Figlia della Carità

Santa Lucia

V E N E Z I A


A ELENA BERNARDI

1903(Verona#1828.04.20)


Ringraziamenti e notizie della propria salute, a cui la Canossa aggiunge la preghiera insistente perché si curi a maggior gloria di Dio. Vorrebbe andare a Venezia con la Durini, ma teme debba ritardare di qualche giorno.
V.G. e M. Carissima Figlia
Giovedì dopo un felicissimo viaggio arrivo l'Amica Durini2 a Verona in buona salute. Dalla medesima ricevetti la di lei lettera unitamente alle immagini del Santo Crocefisso delle quali la ringra­zio mia Cara Figlia distintamente essendomi doppiamente care per esservi anche la mia Cara Maddonna.

Mi dispiace che il pittore non l'abbia fatta un po più bella, ma si vede che non ha saputo fare di meglio.

Mi dispiace di sentire ch'Ella continua a sentire il dolore di sto­maco l'attribuisco io pure ad una eccessiva debolezza ed al dovere parlare continuamente per le ragazze della prima Comunione.

Le raccomando di governarsi mia Cara Figlia, e di cercare di ri­mettersi intieramente, ma da brava lo faccia veramente per poter servire il Signore maggiormente. Cerchi di mangiare poco, e di fre­quente, e vedrà che rinforzandosi il dolore di stomaco si consume­rà.

Ho piacere, che la buona Donna Angelica stia bene del suo dolo­re di capo. Maria Santissima le avrà intercesso la grazia perché vuo­le essere servita, ed onorata in particolare dalla medesima.

Me la riverisca distintamente e le dica che i miei miracoli, e quelli della mia Cristina3 sono di nuova classe.

La Durini giovedì conta partire per Venezia, ed io ho intenzione di partire lunedì. Anzi prevedo di non poterlo fare se non martedì, o mercoledì pei molti affari.

In somma fretta le lascio unitamente alle Care Compagne nel Cuor Santissimo di Maria. Abbracciandola di cuore.


Di Lei Carissima Figlia

Verona li 20 aprile 1828


Tua Madre Aff.ma


Maddalena Figlia della Carità4

A DOMENICA FACCIOLI

1904(Verona#1828.04.22)


Da Bergamo è stato descritto alla Canossa l'esito ottimo della ritintura di un abito, per cui prega se ne adoperi la stoffa per rifarlo alla Carminati. La stoffa nuova, donata tue da Milano, non solo durerebbe poco, ma è necessario la si adoperi per lei, perché altri menti le Dame donatrici non gliene offrirebbero più e l'Istituto è povero.

V.G. e M. Mia Cara Figlia

Sì egli è verissimo mia Cara figlia che grazie al Signore feci un felicissimo viaggio, e che mi trovo anche secondo il solito passabilmente bene. Domani a Dio piacendo partirò per Venezia. Le mie faccende veramente esigerebbero che più a lungo qui mi trattenessi, ma d'altronde poi quello pure che colà mi chiama, mi costringe a partire sollecitamente. Desidero sapere quanto di danaro Valsecchi5 vi consegnò, e se egli ha pagato la tassa, falla portare presso di te, che mi sarà comoda per altre volte.

Avendo inteso dalle compagne di qui che quell'abito ritinto che ti hanno mandato riuscì così bene che sembra nuovo, così ho pensato che potrà servire per la Cara Cattina6, e tanto più che già quello che mi fu donato da quelle di Milano, come tu già il vedesti, le farebbe poca durata, e poi anco per farmelo io allorché andrò a Milano, affinché non se ne abbiano a male quelle di colà, e non andasse loro via la voglia di donarmene altri.

Noi siamo povere, e ci accomodiamo come possiamo, ma esse qualche volta fanno anche qualche quattrino di più di noi, ed essendo signore non mi torna il conto disgustarle.

Le 9 lire e 8 soldi milanesi della Domenica Carminati7 li terrai a conto pe' giornali, che io qui poi glieli rimborserò.

A primo incontro farai cosa gratissima alla cara Rosa8 che ti abbraccia se le spedirai il bordetto, e ti raccomanda altresì tra gli altri capi che costì restaronono9, di non dimenticarti la pianetta della Rosmini10, che anche questa restò presso di te. Il fagottino che mi chiedi l'ho ricevuto.

Compra pure le legne siccome mi dici. Ti abbraccio a nome anco di tutte di qui, e mi raccomando alle tue orazioni ed a quelle di tutte le care compagne, insieme alle quali ti lascio nel Cuor Santissimo di Maria, e mi dico con tutto 1 'affetto


Vostra Aff.ma Madre

Maddalena Figlia della Carità11


Verona, 22 aprile 1828
AD ANGELA BRAGATO

1905(Venezia#1828.04.29)


La Canossa è a Venezia in attesa dell’inaugurazione dell'Ospedale delle Convalescen­ti, che sembre immediata. Ne è molto sodisfatta, come lo è del suo primo incontro col nuovo Patriarca, Mons. Monico, che l'ha veramente edificata. Quello che non capisce è il significato dello scritto della Pilotti alla Terragnoli e teme che nasconda qualche triste notizia. Preferisce sapere tutto.
V.G. e M. Carissima figlia

[29] Venezia aprile 1828


A quest'ora mia carissima Figlia avrà già ricevuto la mia lettera che le scrissi per mezzo del Signor Michele 12 contenente le carte che in essa le ho specificate: eccettuata quella della Pollini 13, la quale gliela occludo in questa mia, non essendo arrivata a tempo di spedirgliela jeri con le altre, quantunque abbia sempre scritto. Que­sta la farà leggere al Signor Mezzari e poi gliela consegnerà alla ca­ra Cristina 14, acciò la custodisca, e se mai arrivasse il Signor Polli­ni gliela darà al medesimo.

Le confermo che il nostro viaggio fu felicissimo, ed io grazie al Cielo me la passo sino ad ora discrettamente bene, solo mi sento un poco stanca per la moltiplicità delle mie occupazioni le quali non mi lasciano un momento di rispiro, per cui non posso questa matti­na ne pure dettare alla compagna a cui le faccio scrivere.

L'Ospitale delle Convalescenti 15 pare che adesso sia il momen­to in cui abbia d'avere il suo principio, ed il tutto è ormai all'ordine per effettuarlo: perciò la prego che faccia fare orazione, acciochè le cose vadino bene, ed abbiano un felice esito, perchè si tratta d'una cosa di somma importanza, e che debbe risultare a gloria di Dio, ed a vantaggio de’ prossimi. Da questo si può immaginare che le mie occupazioni sempre più si aumentano per cui le ripeto che ho biso­gno d'orazione.

Le raccomando assai la sua salute, e procuri di tenersi in buon governo, che già il tutto si fa per gloria di Dio. La cara Teodora 16 sta benino, ed anche le altre stanno sufficientemente bene, e tutte la riveriscono distintamente, in modo particolare la cara Teodora, e la Della Croce 17.

Termino io mia cara Figlia di ritorno dalle mie, visite fatte a Monsignor Patriarca18 . Non posso dirti quale accoglimento mi ab­bia fatto e più ancora quanto edificata sia restata della pietà, santi­tà, prudenza, e viste di questo degnissimo Prelato. Fortunata Vene­zia. Grazie al Signore sento che avremo il Vescovo di Treviso19 e che saremo noi pure fortunate.

Ti prego di riverire la cara Rosmini20 da parte del Signor Don Basilio21 quello che stava coll'altro Patriarca 22, ed ora sta con questo. Per quando mi manderai a prendere ti scriverò per la Bura­nella che se dovrà venire quella è superfluo che venga la Signora Or­sola 23.

Ti raccomando governarti, e ti raccomando Cristina. Vor­rei sapere se quel giorno che io sono partita hai patito per esserti al­zata di buon'ora. Ho veduto a Padova la nostra eredità e vi è una bella

caponara 24 nuova indegna di stare coi burò 25 vecchi il re­sto te lo dirò in voce.

Ti prego di dire al Signor Battista 26 che nella carta che farà col Signor Ruzzenenti 27 di cui mi

mostrò la copia il Signor Mezzari mi parve che vi potessero essere delle espressioni che potessero di­spiacere al Signor Ruzzenenti, lo dissi a Mezzari, ma mi raccoman­do anche a lui, e prega il Signor Battista anche di farsi dare il conto da Mezzari e di pagarlo.

Oggi abbiamo ricevuto una lettera che la cara Cristina dirige al­la Beppa 28 nella quale essendo Cristina amica del Monte Sorate 29 ha occluso un mezzo foglio di carta che non si sa cosa voglia dire e la lettera restò a Verona te lo dico per regola d'ambedue, e se avete anche delle cose amare non avete riguardo a scrivermele direttamente che già il Signore mi darà poi forza per la Sua miseri­cordia.
PS. Le carte che ti occludo prima di mandarle a Mezzari prega la cara Rosmini di copiarla in un foglio intiero perchè sono certa che non sarà esatta, e fa che sia copiata in colonna e mandala a Mezzari come già ti dissi dopo che la Cristina l'avrà letta.

Ebbi nuova lettera dalla Bellini da Firenze. Se mai la cara Isabella 30 ti scrive cerca di sostenerla a portare un po di pazienza sinchè vediamo il termine delle cose. Egli mi dice che spera entro maggio di vedere una conclusione e mi pare sia persuaso de'miei progetti.

Seguitiamo a pregare Maria Santissima singolarmente nel prossimo mese. Ti abbraccio e lascio con tutte nel Cuor San­tissimo di Maria. Se il Signore avesse permesso qualche croce per tutte o per me ti prego darti tutto il coraggio e governarti.
Tua Madre Maddalena31

Figlia della Carità




(Timbro partenza) VENEZIA
(Timbro arrivo) VERONA

APR(ile)



Alla Signora


La Signora Angela Bragato

Figlia della Carità

Ricapito al signor Verdari

Speziale alla Porta de' Borsari


VERONA

1906(Venezia#1828.04.30)


La Canossa non può scrivere a lungo perché è “ in un mare d’imbarazzi”, ma sappia che la ricorda con tanto affetto perché, se sta bene in tutte le Case, il suo pensiero è a quelle che ha lasciato. Ha goduto molto nell'incontro con il nuovo Patriarca.

V.G. e M. Venezia, 30 aprile 1828

Carissima Figlia
Da Verona avete ricevuto mie notizie, ora vi scrivo quelle di Venezia, ove giunsi felicemente giovedì circa mezzoggiorno, e ritrovai le care compagne in buona salute, io pure grazie al Signore, sin qui me la passo discretamente bene eccettuato che mi sento un poco stanca per la molteplicità delle solite occupazioni.

E' qualche ordinario che non ho notizie di voi altre, e quantunque stia volentieri in ognuna delle nostre Case, ho sempre nel cuore anche le altre che ho lasciate, e parmi già tanto che sia da voi lontana.

Per rimedio io trovo che nell'entrante maggio trovarsi tutte unite e strette ai piedi di Maria santissima e prego tutte di domandare alla stessa per me e per l'Istituto quelle grazie che anch'io le domanderò.

Mi convien terminare essendo (in) un mare d 'imbarazzi. Feci per l'affare dell'Ospitale delle Convalescenti32, ebbi la fortuna di stare quasi due ore con questo santo Patriarca33 che venne a visitare la casa. Pregate anche per questo, che entro il mese di Maria abbia da incominciare.

Oggi contentatevi delle notizie che vi ho date. I miei rispetti al Signor Don Giovanni34. Si trova qui per pochi giorni anche la Durini 35.

Vi abbraccio tutte di vero cuore, e vi lascio nel Cuor Santissimo di Maria.


Di Voi Carissima Figlia
Aff.ma Madre Maddalena36

Figlia della Carità


AD ANGELA BRAGATO

1907(Venezia#1828.04.30)


Lunga lettera d'affari con cui la Canossa coinvolge la sua destrezza nel risolverli.

Ragioni, che la Fondatrice espone, impedirebbero, secondo Mons. Sardagna, che si te­nesse la funzione dell'erezione canonica nella Casa di Trento, e consiglierebbe la si te­nesse in Duomo. Poichè ella non può chiedere consiglio al Superiore di Venezia, con­valescente da una grave malattia, lo domandi lei a Mons. Ruzzenenti. Tratta poi di un altro affare di cui dovrebbe essere protagonista la Pilotti, ma ne parla con troppo poca chiarezza.
V.G. e M. Carissima Figlia
Prima di tutto le dico che la mia salute va bene, ma le mie occu­pazioni mi circondano in modo, ch sono due giorni che non ho un momento di libertà. Jeri passai quasi due ore con questo Santo Pa­triarca 37 il quale venne a vedere la casa dell'Ospitale delle Convale­scenti38. Quì si conferma che il nostro Vescovo sarà quello di Tre­viso 39.

Adesso conviene che le scriva per molti affari e non avendo tempo di scrivere all'amica Rosmini 40 ed alla mia Cristina 41 per­chè la posta per mezzo giorno parte, avendo da scriverle per molti affari intanto le trascriverò un paragrafo d'una lettera che mi scris­se Monsignor Vicario di Trento42, e poi le dirò il rimanente.

«Il di lei convento di Trento è a momenti compiutamente ulti­mato, e si può con sicurezza stabilire per la fine del mese di maggio l'ingresso. La Signora de Rosmini mi mandò i due processi verbali di Verona, e di Milano. Sopra la solennità però dì tale funzione na­sce un forte ostacolo. Solo ora si fà il terrazzo della chiesa; e il ter­razziere mi avverte, che il praticarlo tosto, e segnatamente con gran concorso, potrebbe nuocere al medesimo; anzi consiglia a non usarlo se non dopo tre mesi. Ciò stante devo pregarla d’indicarmi se la funzione d’ingresso non potrebbe sospendersi, o se meglio non potrebbe forse farsi nella cattedrale , e da questa venir fatto l’accompagnamento delle Religiose al convento.

Fatta la funzione d’ingresso, la chiesa potrà benissimo servire per la Messa, mentre si potrà tener chiusa la porta, e ripararsi il contorno dell’altare. Nel caso che si volesse attendere, finchè sarà disposta la statua, e la palla dell’altare, la santa Messa potrebbe ce­lebrarsi in uno dei due vasti locali preparati per le educande, a cui senza passare pel convento il sacerdote avrebbe facile ingresso dal­la contigua porta che comincia coll'abitazione de guastaldo 43. La supplico di comunicarmi in proposito le sue idee onde io possa par­larne con Sua Altezza Reverendissima il Principe Vescovo 44.

Del resto avendole detto che a momenti il convento è pronto, non mi resta che pregarla di ordinare il rimanente onde possa final­mente aver luogo la tanto desiderata fondazione». Sin quì Monsi­gnor Vicario.

Tal lettera mia cara Figlia mi mette in molti pensieri e dubbietà. Quì non posso parlare a quest'ottimo Superiore 45 il quale ètutt'ora convalescente della grave sua malattia. Vado pensando che il differire la fondazione non è cosa da farsi tanto relativamente al totale degli affari dell'Istituto quanto in riflesso di Monsignor Vica­rio e poi anche perchè perduto il momento della primavera andia­mo ad incontrare se lo facciamo nell'autunno gli ostacoli quasi in­superabili dell'inverno.

Andare nella casa e differire tre mesi l'erezione formale lascia­mo luogo ai diavoli tirolesi duri come sassi di saltar fuori tutti e farci impazzire per rintanarli avendo io esperienza che fatte le ere­zioni formali tutto è tranquillo e vorrei dir anche superato. Fare la fondazione nella cattedrale oltre che vi sarà spesa maggiore la mia Amica Rosmini avrà dispiacere per la pubblicità e formalità del mo­mento.

Già io pure bramerei per mio genio che tutto fosse nascosto e ritirato ma per parte mia a forza di stare un poco in pubblico, ed un poco in privato mi pare d'essere divenuta istupidita, ed in con­clusione tanto che il Signor sia servito e glorificato vado anche nel Duomo di Vienna.


Ella mia cara Figlia mandi a supplicare il degnissimo nostro Superiore di fare la carità di venire da lei non permettendo a lei la sa­lute di andare da lui come sarebbe suo dovere. Racconti al medesi­mo quanto io le scrivo. Egli sa tutte le circostanze dell'Istituto in generale. Senta prima cosa ne dice la buona Rosinini la quale non dubito non sia per fare quanto il Superiore giudicherà ma la senta perchè potrebbe essa avere dei riflessi da sottoporre ch'io non po­tessi fare per mancanza di cognizioni e questi pure li assoggetti al Superiore senta cosa egli giudica e col primo ordinario me lo scriva che aspetto a rispondere a Monsignore di Trento sinchè non ho que­ste risposte.


Nello stesso tempo può domandare al medesimo ciò che sia da farsi rapporto a Cristina, sempre i riflessi di salute non le impedi­scano di andare. A me sembra che anche Cattina i46 potrebbe sup­plire avendo è vero de mali di testa ma trovando più serj e più imba­razzanti i mali di Cristina quando l'assaliscono. Per la salute trovo cosa riflessibile ma per l'Ospitale e le maestre mi rimetto al Supe­riore ma a me non sembrano obbietti da impedirele opere maggiori dell'Istituto.

Dica alla cara Cristina essermi impossibile attese le tante mie occupazioni di risponderle direttamente. Che dunque rapporto al progetto della Signora Giulia quando sua sorella ed il suo Direttore ne siano contenti e ch'essa possa combinare l'assistenza della me­desima senza un soverchio impegno suo personale il quale vede es­sere impossibile essendo noi un poco d'una parte ed un poco da un'altra io non ho nessuna difficoltà anzi se il Signore è vero che vo­glia il Suo Ospitale pare possa essere un principio ma se il nostro Superiore fa la carità di venire da lei ho piacere che domandi a lui.

Se il medesimo crederà che lo faccia consegnando la Signora Giulia li ducati 1500 che Cristina mi dice, è necessario che pure si consigli col nostro degnissimo Superiore perchè io non voglio nuo­ve angustie per danari e chi sa non avesse egli da suggerirti qualche persona da fare un censo romano 47 che per simili investiture nella varietà delle opinioni non sapendo come la pensi mia sorella non è che Cristina tratti con essa di ciò.

Tanti miei rispetti al nostro degnissimo Superiore ed al Signor Don Battistino 48 ed al nostro Signor Don Francesco 49.

Rapporto ai Messali, al Rituale ed all'Officio dica alla cara Ro­srnini che sarà servita, vorrei però sapere se i Messali li vuole legati o da legare. Se li vuole legati mi dica se li vuole in pelle o in carta. Scrivendo questa cosa feci un riflesso a proposito della spesa che vi vorrà maggiore se a Trento nella cattedrale, ed il mio riflesso si è che trattandosi di una chiesa nuova come la nostra ove manchiamo di tutto il dovere travar tutto in imprestito piantarvi il trono del Ve­scovo e preparare tutto costerà forse quanto potrebbe costare nel Duomo. Forse m'ingannerò e la Giuseppina meglio di me questa cosa può saperla.

Quelle carte che temevamo che la posta ci avesse smarrito sono nelle mani dell'avvocato Gaspari 50 lo dica anche alla cara Metil­de 51.

Circa alla Giacinta Peranzoni non pare il nostro caso per la no­stra scuola, essendo la medesima troppo grande, ed una signora.

Sabato sento che la Durini 52 parte da quì le manderò col suo mezzo quelle carte che mi restano da mettere in netto.

La copia della lettera del Signor Arciprete di Coriano 53 se non ha occasione particolare la faccia copiare in carta fina e me l'occlu­da in una sua. Dica alla buona Buranella 54 che la saluto di cuore e che Monsignor Patriarca fu domenica a Burano 55 e mi mostrò una gran premura per cotesta fondazione, ed il Piovano 56 di colà mi fa­vorira uno di questi giorni.

Frattanto raccomando a lei ed a tutte di ricordarsi di me, e dell'Istituto in questo mese di maggio.

Abbracciandole tutte nel Cuor Santissimo di Maria, nuovamen­te mi raccomando alle loro orazioni.
Di Lei mia carissima Figlia
Mi risponda subito che può perche possa rispondere a Monsignore

Sua Aff.ma Madre Maddalena

Figlia della Carità57

Venezia li 30 aprile 1828


(NB. Su un foglietto volante allegato alla lettera e quale didascalia della medesi­ma, quanto segue)
Mia cara Angelina ti ho scritto in modo che questa lettera la puoi mandare occlusa in un viglietto anche al nostro degnissimo Superiore in cui lo pregherai che ti faccia la carità di venire da te come già ti dissi. Ma ti dico che gli mandi la lettera perchè leggen­dola esso solleciterà a venire, e così te la tornerà a consegnare.

Puoi pregare la cara Rosmini che faccia a nome tuo queste due righe per il medesimo. Ti raccomando tanto, e poi tanto la tua salute, io già ti confermo che sin quì me la passo bene, e bene se cosí piace al Signore procura di passartela anche tu. Ho questa mattina la cara Teodora 58 un poco anebiata, le altre però tutte di dìffendo­no, e tutte ti riveriscono, ed in modo particolare ti riverisce la Rosa Della Croce 59, ma anche la sua cara Metilde, e la cara Rosa Dabba­là 60 ed io pure le abbraccio teco nel Cuor Santissimo della mia ca­ra Madonna, la Beppa 61 Superiora, e la Giuseppa tedesca 62 e la Bettina 63 di vero cuore esse pure ti salutano.





(Timbro partenza) VENEZIA
(Timbro arrivo) VERONA

1 MAG(gio)

Alla Signora

La Signora Angelina Bragato


Superiora delle Figlie della Carità

San Giuseppe

VERONA

AD ANGELA BRAGATO

1908(Venezia#1828.05.02)


Altri affari da sistemare: il testamento della Ravelli e una carta obbligatoria per il pa­dre dell'ultima novizia bergamasca. A Coriano c'è nuovo disagio.
V.G. e M.

Carissima Figlia


Approfitto del ritorno dellAmica Durini 64 per mandarle mia cara Figlia la copia del testamento che desiderava la cara Ravelli 65, ed io cercai di metterlo unito ed in chiaro meglio che seppi.

Mi parve bene inserirvi anche un legato divoto pel suo fratello 66 parendomi una cosa più dolce, il far vedere che si ricordava anche di lui. Siccome però in sostanza non me ne intendo di cose legali, così sarebbe necessario lo consultarsi secretamente con alcuno. Mezzari 67 non si può perchè dopo gli affari delle divisioni non è più opportuno per ciò. Pensava jeri col mezzo del Signor Don Strabui 68 grande amico dell'avvocato Venier avrebbesi potuto con­sultare questo, ma riflettei poi essere amico intrinseco ed avvocato del Signor Don Francesco fratello 69 . Direi dunque che la cara Ma­rianna 70 lo copiasse di suo carattere, facendovi tutti quei cambia­menti, aggiunte, e disposizioni che credesse opportune, avendolo io scritto a tenore di quanto essa mi disse prima della mia partenza, ma potrebbe avervi riflettuto, e poter cambiare.

Trascritto che lo abbia in una carta bianca in colonna spendia­mo pure una bavara71, trattandosi di cosa importante, e preghino il Signor Battista 72 di consultarlo col Signor avvocato Bevi­lacqua 73. In ordine che sia, avverta essere necessario un foglio di carta bollata da 60, e mettendovi la data di Verona il numero del giorno del mese che si scrive il testamento, bisogna farlo prima in parola, e poi mettervi il numero, come si scrive solitamente colle ci fre, e lo stesso dica del milesimo.

A bella posta io ho messo la data 17 maggio quantunque non sappia quando verrà scritto perchè comprendino come và fatto . Troverà pure un'altra carta obbligatoria che in somma fretta stesi se mai venisse a Verona il padre dell'ultima novizia che meco con­dussi da Bergamo essendo stata con lui intesa che me l'avrebbe fatta. Questa poi andrebbe bene che la facesse vedere a Mezzari per­chè sa le cose nostre. Se però non si trattasse di fare una spesa mag­giore dovendo far vedere il testamento a Bevilacqua, per curiosità sarebbe da mostrargli anche questa.

Ho nuovamente ricevuto lettera della cara Isabella 74 che ha bisogno d'orazione, perchè adesso Suor Agnese 75 andrebbe dalle Monache, e la cosa pare imbrogliata ad andarvi.

Io tra la molteplicità delle mie occupazioni continuo a passar­mela sufficientemente bene, e bene se la passano anche le care corn­pagne, eccettuata la cara Teodora 76, la quale quantunque sia in piedi, è ancora annebiata.

Desidererei pure ch'ella continuasse, a tenersi in buon gover­no, anzi glielo raccomando.

Di vero cuore l'abbraccio nel Cuor Santissimo di Maria, e la Della Croce 77 nuovamente la riverisce.



Di te mia carissima Figlia


Tua Madre che stà bene

Maddalena Figlia della Carità78


Venezia a' 2 maggio 1828


PS. Avverti di far copiare il testamento come ti dissi dalla cara Marianna, ma osserva che io per la mia bravura ho fallato, onde quando arriverà a quelle parole Dopo la mia morte pas­sare in Paradiso, prima di passare alle disposizioni parli dei funerali, e dei suffragj che già vi feci il segno, e poi finito tutto il paragrafo allora cominci ove dice Lascio all'amata e metta tutte le disposizioni come sono scritte l'una dopo l'altra, omettendo allora i funerali.

Consegna l'occlusa alla mia Cristina 79, di nuovo ti ab­braccio.

Alla mia cara Angelina, Illustrissima Superiora
AD ANGELA BRAGATO

1909(Venezia#1828.05.03)


Altro cumulo di affari: oltre alla carta necessaria per il padre della novizia Pollini, ve­da di risolvere il problema della Rosmini, la quale dovrebbe andare a Trento con la Pi­lotti e altre due consorelle, ma se non fosse sicura di avere la Santa Messa in casa, fini­rebbe col fermarsi tre settimane in casa propria a Rovereto. La Canossa non è convin­ta di lasciarne quattro in una casa, ottima, ma secolare, e per un tempo così lungo. Le chieda quindi quali sono le ragioni per cui vuole affrettare la sua partenza e le espon­ga le sue apprensioni.
V.G. e M.

Carissima Figlia



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