A elena bernardi


Vostra Aff.ma Madre Maddalena1



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Vostra Aff.ma Madre Maddalena1


Figlia della Carità

A GIUSEPPA TERRAGNOLI

1781(Milano#1827.03.28)


La Canossa scrive ancora alla Terragnoli perché, durante gli Esercizi delle Dame, non riuscirà certo a farlo. Da' però notizie d'occasione, di cui nessuna di particolare rilievo.
V.G. e M. Carissima Figlia
Venerdì debbono qui cominciare come mi pare avervi scritto, i Santi Esercizj di queste Dame, perciò prevedendo che sino che durano non potrò scrivervi lo faccio oggi mia Cara Figlia per darvi le mie notizie, che grazie a Dio eccetto che la stanchezza del petto sono buone. Sento che voi altre pure vi andate difendendo, ditemi quando avrete occasione di scrivermi quale fondamento abbia, cioè per qual motivo la Floriana2 si senta la malinconia che mi dite, se per la salute, o per qual altro motivo.

Marianna3 mi scrisse ed intesi dalla medesima il motivo per cui si trovava dalle Campanare4. Se oggi mi è possibile le scrivo due righe, sapendo esser tale il vostro genio, altrimenti portate pazienza, per questa volta darò a voi la risposta da dare a Marianna. Per i veli sarete servita.

Vi ringrazio tanto delle notizie che mi daste della nota persona5, e di quanto continuate a fare per essa.

In questa novena di Maria Santissima Addolorata, pregate tutte molto per l'Istituto affinché il Signore si degni di santificarlo, ed illumini e provveda, per accomodare bene le cose, e per i soggetti da ricevere, e per me, e per le novelle fondazioni.

Sabbato di Passione, conto di partire per Bergamo, dunque se mi scrivete dirigete colà le vostre lettere.

Vi abbraccio tutte. Alla Cara Margherita6 scriverò quando potrò, ed al mio ritorno a Verona cercherò da lavorare alla sua vecchia. Vi lascio nel Cuor Santissimo di Maria


Di Voi Carissima Figlia.
Milano 28 marzo 1827

Vostra Aff.ma Madre Maddalena7


Figlia della Carità
(Timbro partenza) MILANO
(Timbro arrivo) VENEZIA

30 MAR(zo)



Alla Signora


La Signora Giuseppa Terragnoli

Figlia della Carità

Santa Lucia

V E N E Z I A



AD ANGELA BRAGATO

1782(Bergamo#1827.04.11)


Debiti e crediti. I primi li paghi, i secondi cerchi di riscuoterli per avere i mezzi di sistemare i necessari acquisti di stagione.

V.G. e M. Carissima Figlia

Ella mia Cara Figlia pensava di volermi scrivere anche questo ordinario, ed io con tutto il piacere ricevo le di lei lettere e gliene scrivo, peraltro io voleva aspettare a scriverle sabbato per poterle precisamente indicare il giorno in cui dovrà mandarmi a prendere, ma lo faccio oggi per riscontrar la Cara di lei lettera.

Cominciando dunque dai nostri debiti le dirò esser io contentis­sima che dettrati dalle 900 svanzicher i dieci taleri 1 da mandar a Venezia paghi pure la legna, e paghi un piccolo acconto al Signor Verdari 2, temendo che poco ne avvanzerà. Vorrei peraltro che il Signor Battista mi facesse un favore di far dire al Laorente di Mara­no, per qual motivo non porta il danaro dell'uva, essendo noi a Pa­squa, ed avendomelo egli promesso al principio di Quaresima, mol­to più che come disse il Signor suddetto ha venduto il vino.

Se mai avesse occasione di vedere mio fratello 3, vorrei che si facesse coraggio, e gli dicesse ch'ella sà che dovrò incomodarlo alla mia venuta avendo dei pagamenti da fare, che glielo dice solo lusingandosi che il saperlo abbia da fargli riuscire di minore disturbo la cosa.

Già non dubito che il Signore, e Maria Santissima non siano per provederci, ma l’assicuro che pare una cosa comica, che quelli che debbono darci non pagano.

Mi fece ridere la Cara Rosmini, che pensa di essere a Trento 4 fra quattro mesi.

Rapporto a Riva 5, ho piacere qualunque per noi venga a riu­scire la cosa, che Sua Maestà abbia fatto il Decreto che mi dice. A me pure sembra che questa volta sarà innutile, anzi non addattata la gita a Riva. Quello che a me sembrerebbe bene che la Cara Beatri­ce 6 scrivesse come lei al Padre Marchiori 7, o al Padre Alessio 8 se crede dicendo loro, che sà che appena riposata tre, o quattro giorni a Verona sono per fare una gita a Trento, e se trovassero ne­cessario di meco comunicare una qualche cosa che non mancherà d’indicar loro quando lo saprà positivamente il giorno preciso che sarò a Roveredo. A dirla tra noi a me pare che dovrebbero doman­dare in via di consiglio al loro proprio Vescovo 9 come si hanno da regolare in questa trattativa così verrebbero a sapere se è, vero che le località demaniali siano a disposizione dei Vescovi e potrebbero saputo questo prendere delle direzioni accertate per proseguire i passi ma questo non avrei mai coraggio che la Beatrice lo suggeris­se ad essi senza prima consultare su questa mia idea il Superiore. Se mai questo dovesse venire come fa alle volte consultino con esso questo mio pensiere.

Rapporto al legato che vorrebbero fare in nostro favore di cui ne parlò mia sorella Orti 10 mi pare che il modo più semplice sa­rebbe che lasciasse a due o tre di noi la sornma che vuole dicendo che la lascia alle tali nominandole ambidue. o tutte tre, se tre fosse­ro la tal somma o a chi di queste fosse superstite al tempo della sua morte da spendere in opere buone in pieno arbitrio delle persone a cui lascia.

Rapporto alla Cara Isabella11 fuori del tarrassasco non le da­rei altri rimedi altro che farla riposare la mattina di frequente e far­le prendere a letto la prima collazione all'ora della sua sveglia man­darla a passeggiare e procurare che mangi.

Per la Signora Teresina che la prego riverirmi tutto intesi e per parte mia non avrei difficoltà che cominciasse com'ella pensava a far leggere in filanda a venire a Dottrina, e simili ma vorrei che sen­tisse prima su di ciò il Superiore.

Mi lusingo che la ventura settimana l’abbraccierò ma ancora non posso assicurarmene alla più lunga peraltro verrò i primi della settimana dopo le feste sabato già le scriverò.

Dica alla Cara Margì 12 che sono state le Signore Volpi a do­mandare le sue notizie, e comisero di farle sapere la morte del Si­gnor Carlo zio Volpi perchè lo suffraghi. Le accludo une lettera per la Teresa di Massa 13.

Viddi il padre, e la madre della Cattina d'Urgnano 14 che stan­no benissimo ed ho un fagottino che colle loro notizie le porterò. Di­ca alla Cara Cristina 15 che della tela dei poveri non ne rimane nep­pur un filo perche l’ha mangiata tutta, e che l’abbraccio con tutte le altre come anche mia sorella. Alla mia venuta delle loro comissioni le porterò tutto quello che potrò.

Le abbraccio tutte di vero cuore lasciandole nel Cuor Santissi­mo di Maria.



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