A elena bernardi


Maddalena Figlia della Carità27



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Maddalena Figlia della Carità27

I miei più distinti ossequj a Monsignor Sardagna uniti a quelli di Cristina, la quale cordialmente l'abbraccia.

Tanti doveri al Signor Arciprete.

Non mi fido d'occluderle la lettera.


Alla Nobile Signora

La Signora Margherita De Rosmini

Serbati Figlia della Carità

Nel Convento dell’Addolorata

ROVERETO

A GIUSEPPA TERRAGNOLI

2012(Verona#1829.05.17)


La Canossa fa sapere alla Terragnoli che l'affare della Francesconi, di cui però non fa alcun cenno, sia trattato a voce quando ella arriverà a Venezia, dove probabilmente condur­rà le due convalescenti: Roggia e Ferrari.

V.G. e M. Carissima Sorella e Figlia


Due sole righe mia Cara Figlia tanto per dirvi, che lunedì giorno 25 conto a Dio piacendo di partire da quì per venire a Venezia.

Sappiate che jeri voleva scrivervi intorno all'affare della Ma­rianna28 col Signor Giovan Battista Albrizzi29, ma non mi fu possi­bile trovare la vostra lettera nella quale era descritto lo stesso affa­re. Vedendo però dunque così prossima la mia venuta costi penso giacche ho dovuto per impossibilità tardar tanto a dare questa ri­sposta di aspettare anche questi pochi giorni del mio arrivo, che così in voce potremo meglio combinare ogni cosa.

La mia salute non è molto ferma avendo da qualche giorno un poco della mia tosse, ma spero, che con un salasso,che mi farò fare prima di partire di consumarla.

Già io credo sia prodotta anche, da un eccessiva stanchezza, non avendo un momento di quiete, come potete figurarvi.

Pregate il Signore dunque, perche faccia un buon viaggio, e perche anche se gli piace mi doni forza da potervi alla mia venuta ajutare per stabilire tutte le cose.

Condurrò meco facilmente la Damina Ferrari30, e forse anche la Teodora31, per vedere di rimetterla un poco in salute, avendo sofferto quest'anno più del suo solito ne' suoi incomodi, ma di que­sta sono ancora incerta di farlo. Già prima di partire vi scriverò.

I miei soliti rispetti al Superiore32 se avete occasione di vederlo come anche al Padre Stefani33.

Mi riservo a dirvi il più a voce. In fretta vi lascio nel Cuor Santissimo di Maria.


Di Voi Carissima Figlia
Verona li 17 maggio 1829
Nel caso per un certo nostro affare non potessi partire il lunedi spero poterlo fare il martedì, tanto di poter essere a Venezia pel giorno dell'Assenzione34.

Gia l'avrete fatto ma se vi foste dimenticata ricordatevi di far domandare la benedizione pel predicatore a Sua Eccellenza nostro Patriarca35 a mio nome.

_________________
NB. Manca la firma della Canossa
Alla Signora

La Signora Giuseppa Terragnoli

Figlia della Carità

Santa Lucia

V E N E Z I A

A DOMENICA FACCIOLI

2013(Verona#1829.05.17)



La Canossa le invia copia dell'indulgenza plenaria dell'Ora di Maria Santissima Ad­dolorata perché la trasmetta anche a Don Marco Passi e ne avverta chi fa l'Ora.
V.G. e M. Carissima Figlia
Vi occludo la copia dell'indulgenza plenaria dell'ora di Maria Santissima Addolorata, che potete copiare e farla avere anche al Si­gnor Conte Don Marco Passi1, e potrete dirlo anche a quelle, che darete a fare l'Ora.

La Cristina vi occlude una carta delle ore che trovo la Nina di Borgo che per isbaglio prese seco, e portò qui a Verona. La medesi­ma Cristina vi prega poi di guardare se a caso avesse lasciato costì la nota delle ore della casa Camozzi2 perche non può trovarla, e si trova in pena perche le dispiacerebbe di dover incomodare questa rispettabile Famiglia a dover fare la nota un altra volta.

Dal Signor Giuseppe Angelini3 riceverete una doppia di geno­va4 tenetela qustodita5, che poi vi dirò cosa ne avrete da fare.

Intanto mia Cara Figlia vi prego da far guardare dalla Checchi­na sul libro del registro delle Maestre di Educazione l'anno che en­trò le due sorelle di Vezza Barbera e Marianna quanti mesi sono state in educazione, cioè il giorno, e mese che entrarono, ed il gior­no che sono partite, e vi prego di scrivermelo subito perche molto mi preme.

La mia salute è sufficiente ma ho un po' di tosse e mi trovo piut­tosto stanca, ed indebolita perche non ho un momento di libertà. Raccomandatemi al Signore perche lunedì giorno 25 ho intenzione di partire per Venezia onde il Signore mi conceda la grazia di fare un buon viaggio.

Ho piacere di sentire che di salute ve la passate benino . Gover­natevi. State allegre. Amate il Signore. La Rosa sotto sotto6 supe­riora vi saluta di cuore, e vi prega di tanti complimenti alla Fami­glia Camozzi avendo l'occasione di vederli e di tanti saluti alla buo­na Innocente ed a quest'ultima inteso anche per me scrivera subito, che potrà avere un momento di libertà.

Vi lascio tutte nel Cuor Santissimo di Maria

Di Voi Carissima Figlia

Verona li 17 maggio 1829

Vostra Aff.ma Madre

Maddalena Figlia della Carità7



A DOMENICA FACCIOLI

2014(Verona#1829.05.20)


La Canossa deve partir presto per Venezia, quindi le anticipa le sue notizie, rivolgen­dole insieme un materno rimprovero perché ha dimostrato qualche insofferenza alla sua carica di Superiora, che la distrae troppo. E non è la sola, perché le responsabili delle altre Case sono tutte in ansiosa attesa che termini il loro ufficio. Che dovrebbe allora dire lei che non ha un momento di respiro tra affari e viaggi?
V.G. e M. Carissima Figlia
Anticipo a scrivervi, perche dovendo partir lunedì prevedo che domenica non potrei scrivervi certamente, vi continuo dunque le mie notizie. Jer sera mi feci levare un po di sangue perche mi era ri­tornata un poco di tosse, ma toltone un poca di debbolezza, e stan­chezza del resto me la passo grazie al Signore benino. Veniamo a noi.

Voi mia Cara Figlia mi dite, che per trovarsi nell'uffizio di Supe­riora vi porta allo spirito un gran svagamento, e distrazione. Cosa avrei da dir io che non finisco di sbrigare gli affari d'una Casa, che mi conviene continuamente passare in un'altra, e di nuovi imbrogli. Convien dunque mia Cara Figlia star più che si può alla divina presenza, e cercar di far tutte le cose per piacer al Signore.

Dovendo dunque mettermi in viaggio, mi raccomando tanto al­la vostra carità pregandovi di farmi, ed anche farmele fare partico­larmente dalle puttele piccoline una piccola novena di soli tre Glo­ria a San Giuseppe, ed a San Gioachino, ed un Sub tuum presi­dium8 a Maria Santissima acciò mi assistano e pel viaggio per tan­ti imbrogli che troverò, ma particolarme(nte) anche perche il Signo­re mi dia lume essendo adesso il momento, che devo cambiar la Su­periora.

A proposito di Superiora. Voi non vedete l'ora, mi scrivete, che passino l'anno e mezzo del vostro superiorato, quella di Venezia mi scrive, che si trova tanto contenta, per essere terminato il suo tem­po, queste non vorrebbero essere superiore, io vorrei essere solo delle galline, onde cosa s'avrebbe da fare? Di nuovo dunque vi pre­go di far molta orazione perche ne tengo molto bisogno.

E' stato a trovarmi il Signor Pesenti prima di partire per costì, mandai a vedere anche questa mattina come se la passava sua mo­glie, ed ebbi buonissime notizie. Dite al Valsecchi9 che quel Padre Cappuccino fu a trovarmi, mandai poi all'albergo cioè ai Filip­pini10 per farle consegnare la sua lettera ma era partito perciò do­vetti spedirgliela a Padova, me li riverirete tutti due.

Dite al Padre Curato11 che quando sarò a Venezia volentieri lo servirò, intanto voi tenete custodito il danaro quando ve lo conse­gnerà, che vi scriverò poi in cosa doverete spenderlo per conto della mia Ravelli 12. Vi abbraccio tutte di vero cuore, e vi lascio nel Cuor Santissimo di Maria.


Di voi carissima figlia

Vostra Aff.ma Madre

Maddalena Figlia della Carità13
Verona li 20 maggio 1829

ALLA NAUDET

2015(Verona#1829.05.22)



La Canossa avrebbe preferito rispondere di persona alle sue richieste, ma poichè sta per partire da Venezia, le spiega la procedura seguita sia a Verona sia a Venezia per ottenere dall’autorità civile e, col consenso di essa, dall’autorità religiosa, la sovrana adesione alla erezione canonica.

V.G. e M. Carissima amica

Ella sa bene mia cara amica, che con tutto il piacere la servo male, ma pur di cuore. Se non mi trovassi al momento di dover partire per Venezia più volentieri verrei a darle la risposta in persona, non solo per aver il contento di rivederla, e quello di abbracciar le nipoti14, ma anche perchè in voce meglio le cose s’intendono, o dirò piuttosto si spiegano. Essendomi dunque impossibile il venire, eccole come andò il nostro affare.

Io mi trovavo allora a Venezia, ed ivi trattai della cosa semplicemente in voce col piissimo Patriarca Milesi 15, il quale desiderò semplicemente il piano dell’Istituto. Egli si compiacque senza altro scrivere al Governo Generale col massimo impegno, dando al medesimo in separato allegato un’idea dell’Istituto ricavata dal piano, interessando il Governo generale ad appoggiare la cosa presso la Superiorità.

A Verona invece il povero Maestro Trevisani 16 fece che le cornpagne stendessero una supplica alla Regia Delegazione, nella quale chiedevano, che volesse questa compiacersi di unire gli efficaci suoi uffizj al voto di Monsignor Vescovo presso l’Eccelso General Governo, onde ottenere il pubblico nostro permanente stabilimento.

Monsignor Vescovo fu supplicato poi in voce. Nella supplica alla Regia Delegazione misero colla mia firma anche quella di tutte le compagne. Il Governo Generale innoltrò le suppliche dei due Prelati a Sua Maestà e dopo otto mesi circa tra tutto, fu dal Governo Generale comunicato a questi la sovrana adesione, unendovi alcune massime, e discipline dal Governo giudicate opportune al governo, o sistema dell’Istituto. Degnaronsi i Prelati comunicarmi ogni cosa in iscritto, e concertato tutto, passarono alla pubblica canonica erezione.

Eccole tutto mia cara amica. Già ella sà che fu tutta opera di Maria santissima. Ella se la intende tanto con San Giuseppe, per ciò non dubito che non abbia da fare anch’esso per loro, quanto la Madre delle Misericordie si è degnata di fare per noi.

La ringrazio vivamente delle orazioni che per me fece, e la prego di non istancarsi avendone un gran bisogno.

Accetti i doveri delle mie compagne, e favorisca dei miei alle sue, come d’un cordiale abbraccio alle nipoti.

Colla maggior estimazione, ed amicizia me le confermo per sempre


Di lei stimatissima e carissima amica
San Giuseppe li 22 maggio 1829
Obbligatissima Devotissima Affezionatisjamica amica

Maddalena Canossa Figlia della Carità17

A Madame

Madame Leopoldine Naudet

S.te Thèrèse

A DOMENICA FACCIOLI

2016(Venezia#1829.05.27)


La Canossa è a Venezia, dove presto inizieranno gli Esercizj spirituali delle Dame. Chiede preghiere e intanto l'incarica di avvertire il signor Valsecchi che aveva sì spe­dita la lettera ai Padri Cappuccini, ma ignorava che essi, non godendo il privilegio del­la esenzione e non avendo mezzi per pagare, rifiutavano quelle non affrancate.
V.G. e M. Carissima Figlia
Avendomi scritto coll'ordinario di domenica, non era così pre­sto intenzionata di occuparvi colla replica de' miei caratteri. Prima di tutto mia Cara Figlia vi dirò, che la mia salute và sufficientemente bene, e questa mattina sono arrivata felicemente a Venezia, ove ri­trovai tutte le compagne in buono stato di salute. Venerdì primo giorno della novena dello Spirito Santo si comincieranno gli Eser­cizj spirituali di queste pie Dame, e Monsignor Patriarca18 si com­piace di venire, a far loro la prima introduzione: hanno di più in quest'anno un'eccellente predicatore assai rinomato in santità e dottrina. Pregate dunque assai per esse, onde il Signore ne cavi da ciacheduna, quel frutto ch'Egli vede più opportuno.

Riveritemi il Signor Valsecchi19, e ditegli che al mio passaggio da Padova, seppi per mezzo di Michele20, che quella lettera da lui scritta a quel Padre Cappuccino, cui esso mi mandò da spedirgli, di­ce che non l'ha ricevuta; avete da sapere che scrivendo a' Padri Cappuccini, dai paesi dove non vi è convento della loro Religione, biso­gna affrancarle, altrimenti non le ricevono perche loro non hanno danaro da pagarle.

Bramerei sapere se la cara signora Chiarina Camozzi, vuole ca­voli di Verona, o broccoli di Chioggia. Avendole provvedute altre volte, ora d'una sorte ed ora d'un'altra, e alle volte mi pare d'ambe­due.

Non so se mi sia bene spiegata intorno alla lettera del padre Fi­lippo Capuccino, io gliela spedii, ma egli non la ricevette, e ciò sen­to che fù perché io non l'affrancai perché non sapeva ciò fosse ne­cessario , molto più avendomi egli detto che le lettere che venivano dirette ai Padri Cappuccini venivano rimesse loro dalla posta per privilegio senza spesa: ma la cosa non è così, e conviene affrancarle ed allora le ricevono.

Fate il piacere di far tenere l'occlusa al Signor Don Giovanni21. Potete credere che non ho un momento di libertà essendo occupata.

Abbracciate per me le care compagne, e raccomandatemi al Si­gnore, lasciandovi nei Cuori Ssantissimi di Gesù, e Maria sono

Vostra Aff.ma Madre

Maddalena Figlia della Carità22

Venezia Santa Lucia li 27 maggio 1829

AD ANGELA BRAGATO

2017(Venezia#1829.06.04)


Gli Esercizi delle Dame si svolgono in modo sorprendente, perchè non solo il predica­tore è molto valido, ma anche perchè furono aperti da Mons. Patriarca che ha «inna­morato tutte del Signore». Prega le dia notizia del ritorno di Masina, pechè non sa se sia vivo o morto e la ringrazia del conto che le ha mandato, e che doveva servire solo per le richieste del Governo.


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