A elena bernardi


[Verona] San Giuseppe li 14 gennajo 1830



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[Verona] San Giuseppe li 14 gennajo 1830

Vostra Aff.ma Madre


Maddalena Figlia della Carità1
Alla Signora

La Signora Giuseppa Terragnoli

Figlia della Carità

Santa Lucia

VENEZIA

A GIUSEPPA TERRAGNOLI

2083(Verona#1830.01.20)


E’ morta la Dama Donà. La Canossa vorrebbe che potessero passare alcuni giorni sen­za doverlo comunicare alla figlia, così da non farla soffrire oltre misura, anche per il suo cattivo stato di salute. Dispiace molto anche a lei e la farà suffragare da tutte le case, implorando conforto per la famiglia, ma anche per la sorella, Dama Priùli.
V.G. e M. Carissima figlia
La vostra cara lettera del giorno 13 da me soltanto ricevuta il giorno 18 mi farebbe dire quello, che disse la Santa di Chantal2 in un incontro simigliante. Oh Dio quanti morti! e quanti guai. Non posso dirvi con qual dolore abbia inteso la morte della buona Dama Donà3, e la compassione anche, che mi faccia la mia buona amica Priùli4.

La mattina dopo avere ricevuta la cara vostra andava dalla cara Cecilia5, che sono andata disponendo questo tempo per dirglielo a poco, a poco, ma una circostanza di salute combinatasi quella mat­tina mi fece sospendere l'annunzio per timore di pregiudicarla seriamente. Ho la fortuna di potermi diffendere dalle sue ricerche colle strade pessime colle diligenze e poste, che non viaggiano ed in tanto ho passato jeri ed oggi, e passerò anche tutto domani, e vorrei poterlo cavare almeno un giorno o due ancora ma non so se vi riu­scirò.

Subito dopo che glielo avro detto vi scriverò subito. Di salute se la passa al suo solito, ma un po meglio. Voi continuatemi le notizie della buona Dama Priùli della Cattinetta Donà6 e di tutta quella afflittissima famiglia. Non abbiamo mancato di suffragarla. Ho scritto, e scriverò a tutte le Case perche da per tutto facciano i con­sueti suffragi.

La Metilde7 è un pò incomodata gia costipata a mio credere oltre il male della sua gamba. Sua nipote Teresa va bene, l'Orsoli­na8 ha migliorato e poi peggiorato ancora. la sotto superiora9 e guarita ma abbiamo molte ingarellate10 di modo che oggi ne aveva a letto sette otto, ma mali piccoli. Isabella11 sola ci da ancora pena quantunque sieno due giorni che va ritenendo alcuni cucchiaj di mi­nestrina, ed altre cosette ancora.

Vi occludo una letterina per Marianna12. Spero che la Cao13 sara guarita del suo dito. La mia salute va benino, ma la stagione e qualche cosa di grande. Basta che dica che mercoledì giorno 13 pas­savano l'Adige a piedi sul ghiaccio.

Tanti complimenti al buon signor Giuseppe14 che non manco di raccomandare al Signore da miserabile come sono. Di cuore vi abbraccio tutte. Dite alla cara Della Croce15, che senza nessun fal­lo la prima volta che vi scriverò risponderò alla sua lettera.

Vi lascio tutte nel Cuor santissimo di Maria

Di voi carissima figlia


Verona li 20 gennajo 1830

Vostra affezionatissima Madre

Maddalena Figlia della Carità16
VERONA

VENEZIA


22 GEN(naio)
Alla Signora

La signora Giuseppa Terragnoli

Figlia della Carità

Santa Lucia

V E N E Z I A

A DOMENICA FACCIOLI

2084(Verona#1830.01.**)

[Verona, gennaio 1830]
Poiché per il freddo, anche se pare stia un poco cedendo, la Canossa non pensa di poter essere presente per gli Esercizi delle Dame, faccia in modo che la signora che li organizza si accordi con Don Zanetti e, insieme stabiliscano chi debba essere il predicatore. Può anche darsi che, per quel periodo, tutto si sistemi ed ella possa arrivare fino a Bergamo, ma, anche in quel caso potrebbe fermarsi solo pochissimi giorni.
V.G.M. Carissima Figlia
Comincerò mia Cara Figlia, col darvi le mie notizie le quali, grazie al Signore, sono buone o per meglio dire, discrete perche a dirvi il vero, non sono totalmente ben rimessa, io do la colpa alla stagione rigidissima; cessato che sarà il freddo, mi ristabilirò bene.

Rapporto poi alla mia venuta costì io non vi penso per ora, ma perche sappiate che le strade sono tanto cattive che la diligenza volendo passare da Brescia a Desenzano vi vollero otto cavalli e otto buoi, e vi misero a farla quattordici ore, onde figuratevi se e possibile che io possa partire.

Riguardo ai due oratori io ne ho somma stima per tutti e due conoscendo la santità e capacità di ambedue perciò anch'io non saprei quale scegliere, e per poter noi star fuori, io stimerei bene che faceste così. Dite il tutto alla Signora Bartolomea Salvi17 e come impresaria degli Esercizj si unisca alle altre signore e loro facciano una scelta e decidano quale dei due desiderano, e così noi ripeto possiamo dire di non avervi entrato in niente.

Mi consola moltissimo il sentire come le nostre buone maestre18 stijno bene e siano così contente. Io spero che anche coteste ci daranno una grande consolazione facendo buona riuscita per la gloria del Signore, e pel bene dei prossimi.

Anche queste che abbiamo qui sono molto buone e fanno assai bene. Domenica otto scorsa passò a miglior vita la madre della nostra buona Cecilia Donato19, morì della morte del giusto poichè

visse da vera cristiana. Vi prego di suffragarla colla santa Via Crucis e coll'applicarle la santa Comunione.

Parimenti fate l'intenzione di suffragare l'anima d'una mia parente alla lontana essendo morta improvvisamente.

Sento con piacere che tutte voi ve le passate bene fuori della Checchina20 che è incomodata dal suo dolore, io giudico che sia cagionato dal gran freddo, cessato che sarà questo, vedrete che guarirà, intanto guardate che si governi e che non si affatichi troppo.

Qui abbiamo da due mesi circa la nostra buona Isabella21 obbligata a letto coi suoi soliti dolor di testa, e presentemente si ritrova a letto la nostra buona Metilde22 fu superiora, ed anche la Cecilia co' soliti suoi incomodetti, raccomandatele tutte al Signore, ed anche le altre garelle23.

La Cristina24 contraccambia i vostri saluti e la scrivente25 di cuore vi abbraccia con tutte queste care compagne e ragazze dell'Unione26 e si raccomanda alle orazioni di tutte.

Riflettendo meglio a quello che vi dissi di sopra, riguardo agli Esercizj sarà bene che per far meglio la cosa diciate alla signora Bartolomea che vada dal Signor Don Giovanni Zanetti27e tra loro

due scelgono quello che credono.

Il suddetto Don Giovanni desiderava che facessi io la scelta, ma prevedendo di non potermi trovare a Bergamo in tal tempo per motivo della stagione cattiva, perciò è meglio che decidano loro e che voi altre andiate avanti a fare il vostro dovere, cioè procurando di fare quanto potete perchè il Signore sia servito, e cominciate pure colla benedizione del Signore e di Maria santissima a farli fare come avete fatto l'anno scorso benchè io non mi ritrovavo costì.

Non vi assicurate però ch'io in tal tempo non ci possa essere a Bergamo, perchè sino allora può darsi che le strade siano accomodate e anche come spero nel Signore la mia salute rimessa totalmente e così mettermi anche in viaggio e potrebbe anche darsi che arrivassi costì, ma per il momento degli Esercizj fossi anche di già partita. Insomma stiamo disposte a quello che permetterà il Signore. Tanti doveri al veneratissimo Signor Don Giovanni, i miei complimenti alla nobile famiglia Camozzi28.

Vi abbraccio tutte di vero cuore e vi lascio nel Cuor Santissimo Maria.

Nella Novena della Purificazione pregherete in modo particolare per me e per l'Istituto.


Di Voi Carissima Figlia
PS. Dopo aver scritto fin qui ricevetti la vostra terza lettera. A dirvi il vero mi è venuto molto da ridere, considerando che io per scherzo vi dico che non posso venire e voi mi scrivete che dovrei fermarmi cinque mesi cosa tanto impossibile che un asino voli.

Mettiamo le burle da parte: sappiate che qui oltre le garelle ne abbiamo nove di ammalate, onde adesso non è tempo di condur via compagne.

Per vostra consolazione vi dico che qui la neve comincia a disfarsi. Quando partirò guarderò allora chi potrò condurvi, e arrivata che sarò posso dirvi che vengo per salutarvi, non potendomi fermare lungamente.

Molto mi consola il sentire il buon andamento delle maestre, e che la Checchina stia meglio del suo dolore.

Voi governatevi quanto potete e poi state quiete.
Di nuovo vi abbraccio.
Vostra Aff.ma Madre Maddalena

Figlia della Carità29


A GIUSEPPA TERRAGNOLI

2085(Verona#1830.01.24)


Perché la famiglia della defunta Dama Donà possa non turbarsi oltre misura, la Canosssa spiega con quanta prudenza abbia rivelato a Cecilia la morte della madre. La giovane ne ha provato forte dolore, ma è molto rassegnata alla Volontà Divina. Ora desidera notizie di ciascuno dei suoi cari e prega la Terragnoli di fargliele avere. La Marchesa poi rassicura la stessa a proposito dei danari: non ne é davvero molto provveduta, ma gliene manderà senz’altro. Soltanto vorrebbe sapere come mai ha dovuto fare nuovi e rilevanti debiti, se sei mesi prima tutto era stato pagato. Non mostra alcuna sfiducia, ma desidera la chiarezza.
V.G. e M. Carissima Figlia

[Verona] 24 gennajo 1830


A norma di quanto vi scrissi nell'ultima mia eccomi a raguagliarvi per quiete dell'ottima sua famiglia e della buona Dama Priùli30 come l'abbiamo passata colla Cara Cecilia31. Questa dunque dal mio silenzio e dal sentire che non vi erano lettere temeva già della disgrazia accaduta. Aspettai il primo momento, e come sapete l'aveva già disposta a poco a poco glielo dissi. Siccome aveva essa molto affetto per la sua mamma così sentì vivamente la perdita. Potete credere, che non l'abbiamo mai lasciata sola, essendo a letto per i soliti suoi incomodi nervali, ma si va alzando.

Rassegnatissima gia s'intende. In somma non ebbe voglia di pranzare, ma con delle cosette date tratto tratto si calmò e adesso se la passa benino. Desidera molto le notizie di tutta la sua famiglia nominatamente fratello per fratello e di sue sorelle non solo della buona Cattinetta32 ma anche delle maritate, così pure della Cara Dama Priùli, onde a voi si raccomanda, e vi ringrazia della premura che avete avuto, e delle notizie, che sin qui mi avete dato.

Non so comprendere mia Cara Figlia cosa sia, che non ebbi più vostre lettere dal giorno 13 a questa parte cioè che la vostra lettera del 13 la ricevetti il 18 come vi scrissi, e poi altro non seppi. Vorrei lusingarmi che non foste ammalata. Già suppongo che il freddo an­che a Venezia si farà molto onore.

Dopo avere scritto sin qui ricevo la cara vostra lettera nella quale trovo le notizie che vi domandava, e che per altro vi prego di continuare.

Sento come avete alcune ingarellate33. Noi qui ne abbiamo og­gi nove. Già credete che questi tempi così oridi infruiscono sulla sa­lute. La mia però va proprio sufficientemente.

Sentite mia Cara Figlia, che bella comedia. Jeri ricevetti la Cara vostra lettera la lessi con tutta l'attenzione e siccome mi trovava senza lettere fuori di Bergamo da tutte le altre Case ne ricevetti uni­ta alla vostra un fagottino. Questa mattina che rispondo non sono capace di trovare la vostra lettera.

Sentite dunque mia Cara Figlia fate male ad agitarvi in quel mo­do pel danaro di cui avete bisogno. Voi pensate che anch'io mi trovi ristretta ed e vero ma il Signore ci ha sempre provveduto sin qui e continuerà a farlo per la sua misericordia. Almeno io me ne tengo certa.

Senza angustiarvi ditemi come mai avete un debito di 600 lire col Signor Padenghe34 giacche quando io sono partita da Venezia saranno sei mesi avevamo pagato tutto. Dopo mi avete scritto la somma che avete dato al signor Giacomo Gasperi35 pel frumento per ciò tal debito mi sorprese.

Fate dunque così col danaro che vi mandai pagate quanto pote­te di debiti. Osservate quando scadono le pensioni e scrivetemelo ed in pari tempo ditemi cosa vi sarebbe ancora indispensabilmente necessario che vi manderò quello che potrò colla sollecitudine che mi sarà possibile, e voi altre pregate il Signore, che mi proveda, e non vi angustiate.

La povera Luigia36 certamente, che avrà molta pena per suo fratello. Gran cose e gran disgrazie da per tutto. Ho due cottoli37 da mandarvi coloriti, ma non vi sono incontri ed il Signor Verdari38 accettò con difficoltà i 60 talleri, che vi mandai.

Anche il Signor Don Angelo Rizzi39 mi pare non vi abbia portato niente perche, me lo avresti detto. Rapporto all'affittuale che non vi paga cessato il gran freddo se ancora ha l'impiego, ch'aveva licenziatelo perche poi è bella che non voglia pagare.

Con tutta la destrezza prudenza, e secretezza insieme se sape­ste qualche cosa delle disposizioni della Dama Donà40 scriveterne­lo.

Vi abbraccio tutte di vero cuore. State di buon animo che il Si­gnore ci ajuterà. Quello che per vivere ci vuole gia ci vuole. Non fat­te però spese che non siano d'indispensabile necessità per la casa. Vedrete che col porto franco41 molte cose le avrete a miglior prezzo.

Di cuore vi lascio tutte nel Cuor Santissimo di Maria. Datemi nuova della Marietta che il suo male mi dà pena.


Vostra Aff.ma Madre

Maddalena Figlia della Carità42


VERONA


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