A elena bernardi


La Signora Giuseppa Terragnoli



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La Signora Giuseppa Terragnoli


Figlia della Carità

Santa Lucia

V E N E Z I A
A GIUSEPPA TERRAGNOLI

2119(Bergamo#1830.04.12)


Semplice presentazione della contessa Bettina Zineroni, che andrà a Venezia con il marito, conte Fermo Passi di Bergamo. Maddalena la giudica veramente degna di ogni cordialità.
V.G. e M. Carissima Figlia
Mi lusingo che avrete ricevuto un altra mia scrittavi da Berga­mo mia Cara Figlia, nella quale vi diceva che aveva dovuto interom­pere il mio viaggio per Trento, e qui fermarmi a cagione d'una delle mie tossi forti.

Vi assicuro con sincerità che sto meglio, non solo essendo sen­za febbre ma anche la tosse non è più così violente, onde vedrete, che in pochi giorni ne sarò libera. L'ottima Dama, che vi porterà questa lettera, è la Signora Contessa Bettina Passi, nata Zineroni moglie del Signor Conte Fermo di Bergamo. Sappiate, che tanto questi due Signori quanto tutta la ri­spettabile loro famiglia, hanno per noi una bontà indicibile, e vi as­sicuro, che se tutte le famiglie dei Signori fossero come questa, sa­rebbero famiglie sante.


L'anno scorso la sulodata Contessa Bettina fu quì da noi, e si fermò giorno, e notte a fare i santi Esercizj. Ve lo dico, perche com­prendiate quanta sia la sua bontà.

In qualunque cosa poteste mai avere la sorte di servirla, vi rac­comando di farlo con tutto l'impegno. Se non foste fortunata di farlo in qualche cosa, almeno sono certa, che voi, e le Compagne avrete per essa quella sincera, e cordiale premura ch'avrei io stessa se mi trovassi a Venezia.

Addio mia Cara Figlia, stò aspettando la risposta all'anteceden­te mia scrittavi colla posta di mercoledì.

Vi abbraccio tutte e tutte vi lascio nel Cuor Santissimo di Maria.

Di Voi Carissima Figlia

Bergamo Santa Croce li 12 aprile 1830

Tutte le Compagne di quì vi salutano cordialmente
Vostra Aff.ma Madre

Maddalena di Canossa Figlia della Carità1


Alla Signora

La Signora Giuseppa Terragnoli

Figlia della Carità

Santa Lucia

V E N E Z I A

AD ANGELA BRAGATO

2120(Bergamo#1830.04.14)


Dopo tutti «quei processi» che la Canossa aveva scritto perchè gli Esercizi delle Dame di Trento sì svolgessero con la massima tranquillità, ora sorride di tutte le sue appren­sioni, perchè le partecipanti erano in numero esiguo: ventiquattro in tutto. Sta me­glio, ma è decisa di non lasciare Bergamo, finchè non sia completamente guarita. Pre­ga intanto di interessare la Bunioli perchè, con l'abituale tatto, s'informi sull'entità delle doti delle sorelle Pompei, che vorrebbero far parte dell'Istituto.

Carissima Figlia

Non posso dirti quanto ti sia obbligata mia Cara Figlia e quanto lo sia a tutte voi altre per la vostra carità, e premura, e per la vostra disposizione di assistermi, come già avete fatto.

Ti confesso mia Cara Figlia che quando intesi dalla tua cara lettera che le signore erano in tutto 24 mi venne da ridere a considera­re tutto quello che fecero e che dissero per quattro gatti ma questo resti tra noi due sole.

Son curiosa di sentire il finale della buona Teodora1. Non ti ripeto niente altro ne sul ritorno delle compagne avendoti già scrit­to processi sull'argomento, ed avendo già scritto una lettera di cin­que pagine alla Cara Rosmini 2 per darle tutti què lumi che seppi mai imaginare.

La mia salute continua ad andar sempre di bene in meglio ma non sono ancora affatto libera dalla tosse ed io stò dura a governar­mi questa volta proprio sino che non è affatto finita. La mia Cara Isabella 3 ha bisogno del castiga matti, ed ha fatto troppo la brava il giovedì santo. Ti prego di salutarmela tanto, e di dirle che Raven­na 4 è risuscitata da morte a vita. Ti prego per questa città senza dire il motivo far pregare ma privatamente da una o l'altra delle compagne essendo l'affare molto riflessibile.

La novena del Patrocinio di San Giuseppe prega le compagne dì farla secondo la mia intenzione così abbiamo orazione comune sen­za parlare e senza aggravarle di più. Ti prego di dirmi più diffusamente della Mariettina Rossetta 5. Mi fà pena tra le ammalate la Luigia 6.

Credo che da Milano avrai ricevuto alcune lettere. Ti prego d'aprirle e ne troverai una della Superiora di Milano, e quella puoì trattenerla. Ne troverai poi credo della Valcamonica 7 ed a queste leverai la sopra coperta e me le occluderai mi manderai anche la lettera di Venezia.

Vi abbraccio tutte di vero cuore, e tutte vi lascio nel Cuor San­tissimo di Maria


Di Te Carissima Figlia

Bergamo li 14 aprile 1830


PS. Ti prego di dire alla cara Metilde 8 che se mai venisse qualcheduno dei due Religiosi Pompei 9 in via di discorso cercas­se di rilevare le doti di sue sorelle in quel modo si verifiche­rebbero essendo queste fondate sopra effetti preziosi e so­pra d'una casa, e questa casa appartiene oltre i due Reli­giosi e le due sorelle, che desiderano venire da noi al fra­tello e sorella secolare ma il discorso sia semplice senza nessun impegno così come informandosi la Metilde come lei.
La Tua Aff.ma Madre

Maddalena Canossa Figlia della Carità10


BERGAMO


VERONA

20 APR(ile)


Alla Signora

La signora Angela Bragato

Figlia della Carità Ricapito

dal Signor Verdari alla porta dei Borsari


VERONA

A GIUSEPPA TERRAGNOLI

2121(Bergamo#1830.04.17)


Poiché la Terragnoli ha risposto positivamente a proposito della richiesta di affrontare anche da sole la fatica degli Esercizi delle Dame, la Canossa le é molto grata e l’ assicura che, se le sarà possibile, andrà senz'altro a Venezia in quel periodo. Le altre sono comuni­cazioni di rilievo secondario.
V.G. e M. Carissima Figlia
Riscontro la Carissima vostra del giorno 14 corrente, e prima di tutto vi daro le mie nuove sapendo la vostra bonta. Vi dirò dunque che in pieno mi sento meglio ed i giorni scorsi anche la tosse mi si era quasi del tutto cessata. Oggi poi ha piacere di godere alquanto la mia compagnia già non sarà altro che un accidente perche in so­stanza mi sento meglio.

Rapporto agli Esercizj ho piacere di sentire la vostra buona di­sposizione. Pel rimanente state certe che faro per parte mia quanto potro per venire potendo.

Non so per altro se potro riuscirvi dipendendo dalla mia salute in primo luogo, e d'alcuni importanti affari consolanti per altro dell'Istituto che mi circondano.

Rapporto alla buona Rosa della Croce11 vi prego di dire alla medesima, che solo oggi giorno 17 ricevetti circa al mezzo giorno le Carissime sue lettere unite ad un altro fascio, che in tutte erano 12. Che dunque oggi mi è impossibile riscontrarla. Che lo farò al più presto che mi sarà possibile. Cerchero di parlare col signor conte Marco12 il quale al mio ritorno da Milano intesi ch'era ritornato a casa dalla sua predicazione di Breno13 per motivo di salute.

Fu quì un giorno per un momento ma come allora pransava an­cora in camera non gli parlai. Da un giorno all'altro mi lusingo di vederlo e subito dopo rispondero alla cara Rosa che intanto abbrac­cio di cuore unitamente a tutte le altre.

Vi prego di dire alla Cara Betta14 che la Cara Durini15 conse­gnò effettivamente una monetta che sara anche una mezza doppia16. Che questa qualunque sia la tengo custodita per essa ma che sul punto non so da chi fargliela tenere. Che per altro un'altra volta, che voglia domandare una qualche cosa alla Durini me lo scriva, che in voce le dirò poi il motivo.

In questa novena di San Giuseppe vi prego mia Cara Figlia di pregare, e far pregare molto per me, e per gli affari dell'Istituto.

Raccomandate anche a San Giuseppe la mia Cristina17 che vi ricambia i più cordiali saluti trovandosi la medesima più del solito mal disposta di salute.

Non sò ancora se appena alquanto rimessa partirò per Milano, o per Verona. Vi scriverò poi.

Addio, mia Cara Figlia, vi abbraccio in somma fretta, e vi lascio con tutte nel Cuor Santissimo di Maria


Di Voi Carissima Figlia
Bergamo li 17 aprile 1830

Vostra Aff.ma Madre

Maddalena Figlia della Carità18


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