Di Lei Carissima Figlia
Verona li 24 gennajo 1828
Vostra Aff.ma Madre
Maddalena Figlia della Carità131
(Timbro partenza) VERONA
(Timbro arrivo) BERGAMO 25
Alla Signora
La signora Domenica Faccioli
Figlia della Carità
Rocchetta Santa Croce BERGAMO
A GIUSEPPA TERRAGNOLI
1863(Verona#1828.01.27)
Francesco Padenghe, il benefattore e l'organizzatore dell'Ospedale delle Convalescenti, ha chiesto il parere della Canossa sull'allestimento dei letti e della relativa biancheria. La Canossa risponde, pregando la Terragnoli che si faccia intermediaria, anche perché esperta in proposito. Maddalena avverte che non scriverà per una settimana, perché deve seguire gli Esercizi delle maestre di campagna e quelli delle ragazze dell'Unione.
V .G. e M. Carissima Figlia
Ho il contento di darvi buone nuove della nostra Metilde132 mia Cara Figlia. La medesima vi ringrazia delle orazioni che per essa avete fatto. Oggi giornata decimaquinta della sua malattia è senza febbre. Io pure me la passo benino e tutte pure si diffendono.
Eccomi a risponderle rapporto ai letti delle Convalescenti133 di cui vi comise ricercarmi la carità del buon Signor Francesco Padenghe134. Sentite dunque mia Cara Figlia. Rapporto ai fondi da letto io mi rimetto pienamente a quanto giudica il Signor Francesco.
Rapporto alla grandezza dei letti a me sembrerebbe che fossero un pochetto, come sarebbe quattro dita più larghi dei nostri trattandosi di persone che sortono quasi inferme, e la lunghezza a proporzione. I lenzuoli a me sembrerebbe di canape ed i lenzuoli di sopra di una larghezza sufficiente perché se si rivolgono nel letto non mi restino senza lenzuolo.
Io direi che il lenzuolo di sopra ci vorra due braccia e mezzo di larghezza e lunghi a proporzione, che già in tali casi è meglio consumare un qualche bracio di più ma fare la cosa compita di quello che sia per risparmiare un quarto per telo, e rovinar tutto, e già voi avete cognizione di tali cose e saprete spiegar bene. Per la coperta sopra per andare alla minore spesa, e fare una cosa pulita e che duri netta, io dirrei di farle di stopetta135 di lino e bombace, e colorate bianche e turchine come sono le nostre, ma avvertite essere necessario che la stoppa sia di lino, e non di canape altrimenti la stoppa di canape taglierebbe il bombace. Anzi la coperta di sotto se si deve comprarla, e che nessuno la doni sarebbe da farsi mi pare di bombace per ispendere poco, perché questo adesso qui non vale niente, ma io dico così alla buona, ma mi rimetto pienamente alli lumi ed alle cognizioni del Signor Francesco.
Questa settimana continuando ad andare come non dubitiamo le cose bene per la salute della Metilde se non mi avrete da scrivere affari, che forse nelle lettere che riceverò questa sera vene sarà se non ho affari dunque non vi scriverò perché abbiamo gli Esercizj delle nostre ragazze dell'Unione.
Pregate perché facciano frutto, e mi raccomando di pregare Maria Santissima per tanti affari, che mi premono.
Tutte vi lascio nel Cuor Santissimo di Maria
Di Voi Carissima Figlia
Verona li 27 gennajo 1828
Vostra Aff.ma Madre Maddalena136
Figlia della Carità
(Timbro partenza) VERONA
(Timbro arrivo) 29 GEN(najo)
Alla Signora
La Signora Giuseppa Terragnoli
Figlia della Carità
Santa Lucia
V E N E Z I A
A GIUSEPPA TERRAGNOLI
1864(Verona#1828.01.31)
Breve cenno a quanto ha mandato, alla salute della Bunioli, che sta meglio, e agli Esercizi delle giovani della parrocchia.
V .G. e M. Mia cara Figlia
M'immagino che avrete ricevuto, e se no, riceverete da Nanne137 un sacco con entro del trezol138, quella di sopra è del nostro, gli stampi poi e quel sotto mel ha dato vostra madre. Avrete ricevuto altresì dal medesimo una camicia che abbiam portato in fallo l'anno scorso da Venezia quando fui costì per li santi Esercizj, ed insieme quattro veli con una lettera pel Padre Stefani139 che riverirete distintamente da parte mia.
Quando capitò qui Nanne fu così in fretta che non potei in quella ristrettezza di tempo accompagnare la roba con una lettera.
La cara Metilde140 grazie al Signore sta meglio, ed è anzi senza febbre, e comincia ad alzarsi per qualche ora da letto, essendo però avanzata negli anni stenta un po' ad acquistare le forze, ed ha ancora bisogno che la teniamo raccomandata al Signore, il che vi prego di fare, e voglio sperare in Dio che il tutto andrà bene.
Abbiamo dato per la prima volta gli Esercizi alle giovani della nostra parrocchia, ed oggi è il penultimo giorno di questi. Essendo dunque affollata più del solito d'affari, questa volta mi conviene far fine.
Le compagne tutte se la passano, ed io pure al solito sufficientemente bene. Tutte vi salutano, ed io cordialmente abbracciandovi tutte, vi lascio nel Cuore Addolorato della mia Madonna.
Di Voi mia Carissima Figlia
Verona 31 gennajo 1828
Vostra Aff.ma Madre Maddalena141
Figlia della Carità
(Timbro partenza) VERONA
(Timbro arrivo) VENEZIA
2 FEB(braio)
Alla Signora
La Signora Gioseffa Terragnoli
Figlia della Carità
Santa Lucia a VENEZIA
A GIUSEPPA TERRAGNOLI
1865(Verona#1828.02.01)
La Canossa andrà presto a Venezia, anche perché desidera vedere iniziato l'Ospedale delle Convalescenti. Prima però deve andare a Bergamo, poi a Milano per gli Esercizi delle Dame, quindi a Verona e infine a Venezia dove, prima dell'inaugurazione dell'Ospedale, dovrà seguire, anche là, gli Esercizi delle Dame. La Bunioli sta migliorando assai.
V.G. e M. Carissima Figlia
Ricevetti la Carissima vostra scritta dalla Cara Rosina142. Con tutto il piacere ricevo le lettere della Rosina ma avrei più piacere che me le scriveste voi perché non facendolo, è manifesto segno che state male, e questo a me molto dispiace.
Intesi con gran rincrescimento della malattia della buona Dama Bernardi143. Non ho mancato e non manco di tenerla raccomandata al Signore. Desidero vivamente di sentir di nuovo le notizie di cotesta povera ammalata, onde vi prego di darmele con tutta premura perché mi stà molto a cuore.
Rapporto al degnissimo nostro Superiore intesi tutto ed alla mia venuta combineremo. Devo tra pochi giorni partire alla volta di Bergamo per poi passare a Milano per dare gli Esercizj alle Dame. Non dubitate però che questa mia lontananza abbia da portar un ritardo alla mia venuta costì, perché sappiate, che già sono anche ormai prevenute quelle di Milano, che il giorno dietro che sarà terminati li santi Esercizj partirò subito per ritornare a Bergamo, e da li con tutta sollecitudine venire a Verona per poi venire a Venezia anticipando di tempo per poter definire varj affaretti, ma più di tutto vorrei veder se a Dio piacesse, inviato il mio caro Ospitale144 prima della mia partenza da costì, che questa dovrà seguire anche costì appena che saranno compiti li Santi Esercizj.
Riguardo alla carta per la pensione della Salterini145 se mi sarà possibile di averla per domenica ve la spedirò se al caso non potesse averla ve la manderò con un altro ordinario.
Presto mi scade un pagamento, onde vi farò tenere col mezzo del Signor Ponzeta146, duecento lire d’Italia, le quali unirete alle duecentocinquanta venete che avete della Buranella147 e poi quando sarò con voi vi dirò quello che dovremo fare.
Desidero sapere le vostre notizie ma che sieno esate, intanto mia Cara Figlia, proccurate di governarvi quanto potete. La nostra Cara Metilde148, va ogni giorno stando meglio. Io l’altro jeri mi feci levare un poco di sangue perché ne aveva bisogno, ma fuori che un poco di debolezza me la passo proprio benino. Tutte le altre debolmente si difendono.
Tutte vi abbraccio lasciandovi nel Cuor Santissimo di Maria
Di Voi Carissima Figlia
Verona li 1 febbrajo 1828
Vostra Aff.ma Madre Maddalena149
Figlia della Carità
(Timbro partenza) VERONA
(Timbro arrivo) VENEZIA
3 FEB(brajo)
Alla Signora
La Signora Giuseppa Terragnoli
Figlia della Carità
Santa Lucia
V E N E Z I A
A DOMENICA FACCIOLI
1866(Verona#1828.02.03)
C'è disparere tra il consulente Legrenzi e il legale di Verona per la sua procura. La Canossa le spiega che essa è stata fatta da un competente e che non è che una richiesta di attesa. Le dichiara anche che non potrà andare presto a Bergamo perché Bunioli e Bragato, per la loro salute, non sono atte ad affrontare le fatiche del carnevale, come non lo è la Dabalà ancora no sufficientemente pratica.
V.G.M. e G. Mia cara Figlia
Riscontro la carissima vostra lettera dalla quale rilevai con piacere che la cara Rosina150 stia meglio. Stimo superfluo il raccomandarvi che facciate che si governi, poiché già son certa il fate; piuttosto a voi raccomando di aver cura della vostra salute e di trattarvi come conviensi, per questo se a Dio piace siccome spero, ristabilirvi in essa. Riguardo alla procura per la cittasione, per quanto rispetti il Signor Legrenzi151, non posso però a meno di non farvi osservare, ch'essa è stata fatta qui da un bravissimo legale, e che poi finalmente non si tratta di altro se non che di sospendere per ora l'accettazione dell'eredità, affinché io abbia campo di poter combinare alla meglio la cosa.
Rapporto poi alla mia venuta costì non posso ancora precisarla, a motivo che la mia cara Metilde152 va ristabilendosi assai lentamente, talché un giorno è in piè, e l'altro a letto; e perciò questa dipende in parte da detta buona Figlia, ed anche poi il venerdì de' gnochi è per me un altro pensiere che debbo aver di mira, essendocché la salute della mia Angelina153 Superiora è assai meschina, e la buona Rosa154 sottosuperiora, che cordialmente vi abbraccia, non ha ancora pratica bastantemente per poter acudire essa sola a detta funzione. Perciò pregate il Signore, ad illuminarmi a far quello che sarà il meglio.
Sento che bramereste l'ajuto di due compagne, ed io ben di cuore potete credere come volentieri le darei; ma già sapete quanto v'ho detto; e perciò non posso aggiungervi altro anche su ciò se non che facciate orazione, perché il Signore illumini a seguire quel che sarà la sua santissima volontà. Tutte vi salutano, ed io abbraccio voi e tutte, lasciandovi nel Cuore addolorato di Maria Santissima nostra carissima Madre
Di Voi Carissima Figlia
Vostra Aff.ma Madre
Maddalena Figlia della Carità155
Verona 3 febbraio 1828
Intendetemi per la procura. La formula che vi mandai fatta da un bravo legale è per domandar tempo ad accettare l'eredità, sinché io tratti amichevolmente. Se viene la citazione fate ciò capire al Signor Legrenzi. I miei rispetti al Signor Don Giovanni156.
Alla Signora
La Signora Domenica Faccioli
Figlia della Carità
In Rocchetta nel Convento di Santa Croce
BERGAMO
A DOMENICA FACCIOLI
1867(Verona#1828.02.07)
Rapido annuncio del suo prossimo arrivo a Bergamo perchè anche la Bunioli sta molto meglio.
V.G. e M. Carissima figlia
Ho il contento di continuarle le buone notizie della nostra cara Metilde157. Va ogni giorno grazie al Signore migliorando, anche la Cristina158 si diffende. Io ho bisogno di un poco di sangue, cioè il farmelo levare, e lo farò questa sera in prevenzione, per potermi poi mettere in viaggio più franca, che sarà forse se niente succede la settimana ventura.
Non può figurarsi mia cara figlia con quanto contento abbia inteso il miglioramento della buona signora Valeria. Si deve essere contente delle disposizioni del Signore, perchè tutto quello ch'Egli fà va sempre bene, ma non posso negare di aver un gran piacere, che la suddetta signora si vada ricuperando, perchè mi faceva un gran compassione quelle povere creaturine senza la propria madre. Ringraziamo il Signore.
Mi consola anche il sentire che la cara Visconti159 stia meglio, la cara Durini160 quando è in caso di andare in campagna vuol dire che anche questa starà bene.
Rapporto alle lettere, ho piacere che mi abbia detta la cosa come era, per mia quiete!, come per quella di Oleggio161 non fà niente ma in quella di Francesco162 vi era una cosa di rimarco perche mi significava la malattia d'una persona che molto qui ad una compagna stava a cuore, ma adesso grazie al Signore sta molto meglio.
Del resto stia quietissima se si è dimenticata, perchè tante le volte succede, ed anch'io tante volte ne ho anche perduto come le dissi nell'altra mia onde di nuovo le dico di star quieta.
Anticipatamente la ringrazio delli Crocefissi che mi spedirà perchè mi saranno molto cari. Abbiamo qui otto giovani da educare per maestre, credo di averne di tutte le vallate di Bergamo. Perchè tre sono di Valcamonica163, una di Valcavallina164, un'altra della Valbrembana165, una di Desanzano 166, una di San Zenone167 ed una del mio caro Burano168.
Sono tutte molto buone speriamo che anche queste ci saranno di gran consolazione come lo furono tutte quelle che abbiamo avuto negli anni scorsi. Intanto la prego di volerle raccomandare al Signore, accio se le formi secondo il di Lui Cuore, ed abbiano da essere di maggior sua Gloria.
La secretaria Rosa169 fa tanto li suoi doveri, colla cara sua Elena170, pregandola di riverirle la cara Checchina 171, e tutte le altre care compagne, che non si ricorda il nome.
La supplica anche, di voler farle la carità di averla presente nelle sante di lei orazioni.
Tutte vi lascio nel Cuor santissimo di Maria
Di lei carissima Figlia
Sua affezionatissima Madre
Maddalena Figlia della Carità172
Verona 7 febbraro [1828]
A DOMENICA FACCIOLI
1868(Verona#1828.02.07)
A Verona e a Milano, le consorelle che preoccupavano, perchè malate, si stanno rimettendo e la Canossa ne è felice. E' felice anche perchè, a Verona, sta iniziando di nuovo il corso di preparazione delle maestre di campagna e le prospettive sono buone.
V .G. e M. Carissima Figlia
Grazie al Signore ho il piacere mia carissima Figlia di poter darvi buone notizie della salute della mia buona Metilde173. Spero per ciò che presto avrò il contento d'abbracciarvi.
Per acquistar più forza mi feci cavar sangue. Penso dunque che o i primi della settimana di quaresima o di quella seconda ci vedremo e chi sa che forse anche non parta di qui negli ultimi due giorni di carnevale.
Pregate il Signore a darmi lume e possibilità per condurvi dell'ajuto. Tutte vi salutano, ed io cordialmente abbracciandovi vi lascio nel solito sacro Cuore della nostra cara Madre Maria
Di Voi Carissima Figlia
I miei rispetti al Signor Don Giovanni174. Scrivete alla Signora Teresa175 di Milano affinchè vi mandi dodici gramatichine
Verona 7 febbrajo 1828
Vostra Aff.ma Madre
Maddalena Figlia della Carità176
(Timbro partenza) VERONA
(Timbro arrivo) BERGAMO 8
Alla Signora
La Signora Domenica Faccioli
Figlia della Carità
In Rocchetta
Nel Convento di Santa Croce
BERGAMO
A DON CASTELLANI GIUSEPPE
1869(Verona#1828.02.08)
La Canossa ha già avvicinato sua sorella e non oppone un rifiuto alla sua presunta vocazione, ma pensa sarebbe assai meglio rendersene conto esatto, annoverandola tra le giovani candidate a maestre di campagna. Se il risultato dimostrasse che Bernardina non è chiamata alla vita religiosa, rientrerebbe in famiglia più capace di affrontare la vita comune con un patrimonio culturale ed esecutivo decisamente valido.
V.G. e M. Molto Illustre e Reverendissimo signor Arciprete177
La di lei bontà vorrà perdonare se trattante sue cure ed occupazioni vengo ad incomodarla. La venerazione che sento verso la S.V.M.to Ill.re e Rev.ma ed il desiderio di pienamente unirmi alle saggie e prudentissime di lei viste relativamente all’elezione da farsi dell’ottima signora Bernardina178 e di lei sorella mi determina ad incomodarla con questa mia.
Parlai varie volte con questa buonissima figliuola nella quale mi pare di scorgere delle traccie di vocazione divina alla religione. Ella però che per ogni rapposto di me conosce quantdo vada bene accertarsi in ciò singolarmente del divino volere, credo penserà meco doversi simili risoluzioni con sicurezza maturare.
Anzi dirò meglio, e per le cognizioni che ho della rispettabile di lei persona e per quanto jeri mi disse da sua parte il degnissimo signor Don Bajetta179 che mi portò anche i gentili suoi saluti di cui vivamente la ringrazio certa sono uniformarsi pienamente su di ciò il nostro modo di pensare. Ciò posto sottopongo ai di lei riflessi un desiderio della signora Bernardina che a me pare possa essere il partito migliore per accertarne la cosa non solo ma anche perché nel caso opposto ritornando la sorella alla propria casa vi ritorni sempre più addestratta ad eseguire le caritevoli viste della S.V.M.to Ill.re e Rev.ma a vantaggio del suo popolo.
Sappia ella dunque come il minimo nostro Istituto tra i varj Rami di carità in cui per la Divina Misericordia si esercita uno si è quello dell’ammaestramento delle maestre dei paesi di campagna. Queste vengono da noi istruite in un po di scrivere giusta il metodo normale, s’insegna loro le quattro operazioni dell’aritmetica altre piccole cosette relative allo studio ed ogni sorta di lavoro, e ciò che più importa anzi questo si è il fine unico per cui l’Istituto si esercita formando loro il cuore, di fondamentare nello spirito di carità per cui abbiano ad accompagnare l’opera utile con quelle viste che richiede una educazione veramente cristiana.
Degnossi il Signore di benedire sin qui le piccole nostre fatiche e sono già alcuni anni che teniamo un corso d’educazione il quale consuetamente è di sette mesi per ogni anno. Il corso dell’anno corrente è già incominciato da un mese circa ed abbiamo varie buonissime giovani le quali si vanno a ciò addestrando e queste sono state da me ricevute ad istanza de’ loro Parochi previe come può figurarsi le più strette ed esattissime informazioni sulla saviezza e sul sempre stato illibato loro costume come sull’idoneità e pietà delle medesime. La signora Bernardina bramerebbe dunque quando ella lo permettesse di entrare sotto questo titolo e qui fermarsi in qualità di maestra sino alla Pasqua. Intanto avrebbe luogo da conoscere sempre meglio le cose. Vedrei di appoggiarla a qualche ottimo direttore il quale esaminare potesse la vocazione più a fondo, noi sempre più l’averressimo conoscendo e dopo il tempo svolto, o il Signore veramente la chiama ed allora concluderemo con lei e con essa la massima ed il modo da eseguirla, o il Signore fa conoscere che non la vuole e scorso questo po di tempo la sorella tranquillapoi sempre ed un pò più addestrata ritorni a casa e si esercita nella scuola come ella desidera. Attendo su di ciò un pregìato di lei riscontro sul quale essa ed io ci regoleremo, bramando ambidue tutte combinare colla di lei cordiale adesione e colla benedizione altresì della di lei signora madre alla quale la prego dei miei complimenti. Frattanto ella accetti le proteste del mio rispetto e mi creda quale mi onoro di protestarmi
Di Vostra Signoria Molto Illustre e Reverendissima
[Verona] San Giuseppe li 8 febbrajo 1828
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NB. Minuta senza alcuna parola e firma autografe della Canossa
A DOMENICA FACCIOLI
1870(Verona#1828.02.10)
La Canossa é un po'' stanca per i salassi, ma sta rimettendosi come sta avvenendo della Bunioli. Avrebbe voluto partire per Bergamo, ma la sopraggiunta neve glielo sta impedendo.
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