A elena bernardi



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Carissima Figlia


Due sole righe mia Cara Figlia in risposta alla vostra lettera, che ricevetti col mezzo del corriere. Ricevetti col mezzo del medesimo le veste. Sino al martedì, come dalla mia che avrete ricevuto colla posta non potrò venire ma faccio di tutto di venire lunedì.

Rapporto al vasetto d'olio alla mia venuta ve lo porterò. La Cara Antonietta1 vi darà le notizie, che desiderate delle opere di carità.

Non mancherò di dare i vostri saluti alle compagne che mi dite.

La mia salute continua ad essere buona, mi trovo solamente un po' stanca, ma quest'anno ho veramente la consolazione di vederne un gran frutto.

Presentate i miei rispetti al Signor Don Giovanni2.

Alla mia venuta parleremo di tutto. Sento che la Signora Salvi3 ha soddisfatto a tutto. Vi abbraccio in somma fretta, e vi lascio nel Cuor Santissimo di Maria.

Di Voi Carissima Figlia

Milano li 27 marzo 1828


Oggi è l'ultimo giorno degli Esercizj, e domani la conclusione. Potete figurarvi come siamo occupate. Riceverete un po' d'olio per il lunedì.
Vostra Aff.ma Madre

Maddalena Figlia della Carità 1


Alla Signora


La Signora Domenica Faccioli

Figlia della Carità

BERGAMO

AD ANGELA BRAGATO

1894(Verona#1828.04.01)

[Verona , 1° aprile 1828]
La Canossa è a Bergamo e presto andrà a verona, madeve ancora decidere se partire con il vetturale bergamasco o farsi mandare a Prendere. Nell’uno o nell’altro caso, le indica quanto deve provvedere a mandarle. A coriano pare che le cose si stiano sistemando.
V.G. e M Carissima Figlia
Eccomi ritornata a Bergamo, mia carissima Angiolina dopo un ottimo viaggio. Ci siamo giunte lunedì non essendomi stato possibile partire sabato da Milano come voleva.

La mia salute eccetto un po di stanchezza va bene solo credo, che prima di Andare a Venezia avrò bisogno di farmi cavar sangue. Trovai qui le compagne tutte in buona salute, e piene di occupazioni. Sappi, che ricevetti una lettera della cara Isabella1, che molto mi consolò. La signora Agnese2 non era però ancora andata, ma si sperava bene.

Non sono ancora sicura di poterti dire il giorno in cui devi mandarmi a prender avendo un trattato con una Bergamasca. Già si trema a ricevere figliuole di questo paese nondimeno si potrebbe anche falare a rifiutarle tutte. Cio che a me pare si è che potrà Michele3 se può favorirmi partire la terza festa prendendo Catinari4 e butarsi avanti un pezzo di strada per essere poi qui il mercoledì, ed il giovedì partir io per essere a Verona il venerdì se piacerà al Signore per essere sabato festa di S. Zeno nostro Protettore5.

Per altro ti scriverò sabato e senza un'altra mia lettera non mandare nessuno a prendermi.

Se mi troverò imbrogliata, ed incerta quando sarò in libertà forse prenderò un legno qui, e verro io. Se mi manderai a Prendere consegnerai a Michele i quattro gigli il denaro della tela della cara Ravelli6, e quello dei giornali.

Se nerrò io daremo tutto a Valsecchi7 pel suo ritorno. Ti prego dire alla cara Rosmini8 che ho prontii Processi verbali, che meco li porterò, ed insieme le porterò ottime notizie di suo fratello9 della di lui salute, ed anche dei quadri.

Che sono tutta consolata perché avremo nella chiesa di Trento anche il mio caro San Gioachino10. Termino subito, perché già il resto te lo dirò in voce.

Ti lascio con tutte nel Cuor santissimo di Maria alla quale tutte vi prego di caldamente raccomandarmi.

Tua affezionatissima Madre Maddalena

Figlia della Carità11

(Timbro Partenza) VERONA
(Timbro arrivo) BERGAMO

3 APR(ile)


Alla Signora

La Signora Agela Bragato

Figlia della Carità

Ricapito dal signor Verdari alla

Porta dei Borsari

V E R O N A



A GIUSEPPA TERRAGNOLI

1895(Bergamo#1828.04.01)


Maddalena, dopo averle presentato il suo prossimo itinerario, che la porterà presto anche a Vene­zia, prega la Terragnoli di risolvere gli ultimi grovigli per l'eredità Guizzetti.
Carissima Figlia
Riscontro sub(i)to da Bergamo la Cara vostra lettera del giorno 29 marzo mia Cara Figlia, e comincierò per dirvi, che dopo un felicis­simo viaggio solo jeri potei quì giungere da Milano, e nella prossi­ma entrante settimana a Dio piacendo passerò a Verona per venir poi a Venezia colla sollecitudine che potrò maggiore affine di stare un po’ con voi altre prima degli Esercizj delle Dame giacche non po­trò fermarmi dopo.

Un qualche giorno però mi converrà stare a Verona perché mi pare d'aver bisogno di farmi cavar sangue, siccome dopo Venezia, mi resta da lavorare, come sapete per Trento, e che sono due anni, che quando ritorno da Venezia mi viene la tosse, così voglio far quanto posso per prevvenirla.

Riguardo alla sentenza liquidatoria di cui voi mi parlate non solo non l'ho presso di me, ne quì ne a Verona, ma non l'ho mai ve­duta ne ho mai saputo neppur che vi fosse. Se non l'avete voi altre nelle carte di casa, quì non l'ho. Questa carta forse l'avrà ricevuta il Signor avocato Gazzaniga, che fu quello che insinuò il credito per commissione appunto del Signor Alessandri12 di cui è amico non conoscendolo io personalmente.

Riceverete dunque dal Signor Giuseppe, e fatte ch'egli vi cerchi la carta a questo avvocato il quale ha nelle mani anche il testamen­to della povera Signora Teresina13. Se poi non trovasse d'averla cercate se si potesse ripiegare, o colla sentenza medesima che sarà stata intimata parimenti come a me al Padre Biasiuti14, o veramen­te cercando se si potesse avere in qualche altro modo.

La mia salute non abbiate pena che in sostanza va bene solo ho il petto un pò imbrogliato appunto perché credo d'aver bisogno di sangue. Sono contentissima di sentire che il nostro Superiore15 continua ad andar meglio nella sua malattia. Fate bene però a conti­nuare l'orazione, ed io pure continuerò a pregare.

Termino subito vi abbraccio tutte di vero cuore lasciandovi tut­te nel Cuor Santissimo di Marita.

Di Voi Carissima Figlia
Bergamo li 1 aprile 1828
Mi viene curiosità di sapere quanti anni sono che siete Superiora. Leggete l'occlusa, e sigillatela poi datela al Signor Giuseppe.
Vostra Aff.ma Madre

Maddalena Figlia della Carità16


A GIUSEPPA TERRAGNOLI

1896(Bergamo#1828.04.05)


Finalmente l'affare dell'eredità Guizzetti é ultimato e la Canossa é grata a tutti i suoi collaboratori e in particolare alla Terragnoli che ha dato un aiuto veramente valido: «Una volta all'anno penso potervi lodare». Per la dote di Rosa Della Croce le dica di stare tranquilla perché tutto si risolverà per il meglio. Maddalena comunica che deve tornare a Verona con solleci­tudine, perché la superiora, la Bragato, non sta affatto bene.

Carissima Figlia


Con molto piacere rillevai dalla cara vostra lettera del giorno 2 come per grazia del Signore, e della Santissima nostra Madre l'affa­re Guizzetti17 sia felicemente terminato. Capisco anch'io, che siamo molto obbligate al degnissimo Padre Biasiuti18 ed al Signor Giacometto Gasperi19, e voglio anche dirvi essendo le feste di Pasqua, che avete il vostro merito anche voi, avendo avuto tanta diligenza. Per una volta all'anno penso potervi lodare. Sino alla mia venuta trattenete il denaro che lo manderò al Signor Verdari20 da compire il pagamento del fondo di Marano21 per avere la piccola somma investita fruttanti secondo le leggi della Chiesa. Vi prego di dire alla cara Rosa Della Croce che stia quieta, che suo fratello, e ultimamente sua madre mi favorì ma essendo… morto il …tutore … non possono adesso dare … le tre mille lire però assegnarono la dote, e … unire allo sforzo, che sapendo in questo modo il certo, e scadendo in pari tempo il pagamento della dote della Donà22, se la Della Croce23 potrà fermarsi in Venezia come già vi dissi parlerò col Superiore24 per cercar difendere questi capitali certi. Intanto già passeranno il frutto. Quando sarò a Venezia dite alla Rosa che porterò meco necessariamente tutte le carte, e faremo tutto in regola desiderando, che ogni cosa vada in buon ordine… facile da fare avere il danaro a dirittura a Venezia.

Vi raccomando assai di continuare a ritraciare delle carte, che rispediranno da Verona dirette all’avvocato Gasperi, perché sarebbe un imbarazzo se andassero perdute.

Non so se passerò a Verona entro l’ottava, o la seguente settimana avendo qui una giovane, che mi fece molto pregare, e mi pregò per entrare nell’Istituto, già provveduta di tutto s’intende. Questa potrebbe farmi ritardare un qualche giorno sapendo anche voi quanto bisogno abbiamo di compagne. Per altro con vivo dispiacere vi dissi che potrebbe essere, che non potessi neppure aspettare la novizia…

La Cara Angiolina Superiora di Verona25, è ammalata, per quanto dalla lettera posso comprendere piuttosto seriamente di modo che se al primo ordinario dovessi avere cattive nuove, non aspetto neppure che mi mandino a prendere, e passo a Verona subito giacchè so bene che tutto quella numerosa comunità che tanto ama e stima questa Cara Figlia sarà nella maggior afflizione.

Sono certa che pregherete voi altre pure per essa e pregate anche per me che già prima di tutto non voglio che la Volontà di Dio, e poi mi lusingo molto… Soltanto per cose d’impegno scrivete sul dubbio qui e anche, a Verona brevemente per non secarvi a scriver tanto. Se non avete cosa di particolar premura dirigete la lettera a Verona da dove vi scriverò appena giunta, e se ritardo pensate che va bene, e che termino gli affari qui prima di partire.

Da questo poi particolarmente dipenderà la mia venuta. Non vi affliggete mia Cara Figlia, che forse non sarà altro, e presto si vedremo.

Vi abbraccio tutte di vero cuore da parte anche di Cristina26, che molto si raccomanda alle vostre orazioni.

Sono molto consolata dal miglioramento dell’ottimo nostro Superiore.

Vi lascio tutte nel Cuor Santissimo di Maria
Di Voi Carissima Figlia
Bergamo li 5 aprile 1828


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