A elena bernardi



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Venezia li 3 maggio 1828

Quantunque le abbia scritto coll'ultimo ordinario lungamente mia cara Figlia, e di tale mia lettera aspetti un prontissimo riscon­tro per poter rispondere a Monsignore di Trento 1, gli affari di cui ella mi parla nella cara sua lettera del 30 aprile parmi richiedere oggi risposta.

Rapporto alla carta della Pollini 2 io vorrei che la cara Cristi­na 3 scrivesse a suo padre una lettera copiando l'obbligazione in carta fina, ed occludendola nella lettera. Questa lettera poi diretta per Brescia, ed Iseo 4, la consegnino alla cara Durini, che mercoledì conta essere a Verona, e la pregherò di farla mettere in posta a Brescia, e così gliela mandino.

Dell'affare dell'Ospitale 5, il quale spero molto abbia da co­minciare sollecitamente non posso dirle niente di preciso, perché la Dama Micheli 6, é in campagna, e niente posso fare se non ritorna. Rapporto alla partenza della cara Rosmini 7, questo è l'oggetto principale per cui oggi le scrivo.

Mia cara Figlia considerando spiritualmente la cosa, a me non sembra bene, che quattro compagne si fermino tre settimane fuori di convento, in una casa santa sì, ma secolare.

Quando la mia Amica e Figlia Rosmini , ha quattro o cinque giorni, anche una settimana intiera da attendere ai proprj affari, mi pare che sia abbastanza.

Ella vede che sino la settimana delle feste della Pentecoste io non posso venire a Verona per conseguenza io solleciterò il possibile per passare a Rovereto 8, ma la settimana che giungo costì, è impossibile che possa prosseguire, non potendo per quanto solleciti arrivare prima del giovedì sera, e per respirare un momento, per dar passo agli affari di Verona non potrò partire altro che i primi della settimana susseguente. Ed in questo modo passiamo le tre settimane che queste care figlie debbano stare in ca­sa de' secolari.

Oltre di che tanto per la cara Rosmini, che per la mia Cristina, è da rifflettersi che vi sono in queste tre settimane tante feste, e che Cristina non è in istato per la sua salute di sortire per la Messa, sin­golarmente andando nella stagione in cui ha bisogno di riposo, e se si ammala restano poi angustiate, ed imbarazzate l'una, e l'altra.

Per altro mia cara Figlia, siccome vi possono essere delle circo­stanze che io non conosco, legga, e faccia riflettere tutto questo alla cara Rosmini, e sottopongano tutto al degnissimo nostro Superio­re 9, a cui mi rimetto pienamente. A me pare comprendere che la mia Giuseppina conti andare a Trento in convento, ma se ciò fosse vero come ripeto parve a me comprendere, sarebbe necessario che prima scrivesse la medesima a Monsignore per assicurarsi d'aver la Messa in convento.

Se per ciò facesse per avere seco Michele 10, per parte mia verrei con qualunque, e per combinare per la Rosa penserò, quando sa­prò se ha da venire la Buranella 11, o no, e se avrò o non avrò com­pagne oltre la Teodora 12, essendo ancora incerta di tutto.

Se poi non è per Michele mi pare che la cara Rosmini potrebbe farsi venire a prendere da Rovereto con quell'ottimo legno, e buoni cavalli, e piuttosto o prendere una compagna di meno per avere il quarto posto in libertà, o far venire un suo uomo di casa a stare a cassetto. Torno a dire colla lettera anche di Monsignore di Trento che l'altra volta le ho trascritto non so quali determinazioni avrà fatto il Superiore e su queste pure facciano i loro rifflessi che rif­flettuto ogni cosa mi rimetto pienamente a quanto il Superiore giu­dicherà.

Riguardo a mettere la Beppina 13 in noviziato ella sa mia cara Figlia che siamo restate intese di metterla a dirittura in cucina onde rni dica per quali motivi crederebbe adesso fare differentemente, e quando me li scriverà le risponderò per la Fioria14.

Metta pure intanto la buona Prudenza nella classe della Rosmi­ni ch'io spero che farà benissimo anche questa.

Scrissi alla cara Cristina nell'atto che mandai a lei delle carte che giovedì spero riceverà dalla Durini per affrettare occludo a lei una lettera per Loreto 15 ove scrissi dopo aver ricevuto la seconda lettera della Cristina se siamo in tempo la mandi subito al Signor Don Tommaso16 e se non ce più tempo trattenga la lettera presso di lei.

Niente ella mi dice dell'ultima novizia che pure mi sta molto a cuore. Penseremo poi ancheper la Bernardina. Termino pregando­la de miei rispetti al nostro Superiore se ha occasione di vederlo, al signor Don Francesco 17, al signor Don Battistino18.

La ringrazio delle buone notizie che mi da della mia famiglia, ma se il bambino19 vuol andare in Paradiso vadi pure che invidio la sua sorte, ma mi rincresce per la mia buona cognata20. Vorrei se le fosse possibile facesse pregare il mio fratello 21 di venire da lei, o dalla Cristina e me lo salutassero cordialmente, e gli dicessero da mia parte che il Tribunale di Bergamo mandò la citazione alla Domenica Fazzioli 22 per la eredità di suo padre, cioè se accetta l'eredità paterna giusta il testamento. la medesima mi scrive che aveva fatto domandare una proroga alla sua risposta, che mi scrive­rà poi la risposta del Tribunale, ma che gli avevano detto non accor­darsi simili proroghe per tempo più lungo di un mese.

Cosa in se­guito avrebbe da rispondere sinchè egli tratta. Gli dica, che gli fac­cio domandare addesso in prevenzione sapendo che deve andare in campagna, e gli dica anche che mi scusi se non gli scrivo diretta­mente, non permettendomelo il tempo.

Le abbraccio tutte di vero cuore, e tutte le lascio nel Cuor San­tissimo di Maria


Di Lei Carissima Figlia
Sua Aff.ma Madre Maddalena23

Figlia della Carità



(Timbro partenza) VENEZIA
(Timbro arrivo) VERONA

4 MAG(gio)


Alla Signora

La Signora Angelina Bragato

Superiora delle Figlie della Carità

San Giuseppe

VERONA


A DOMENICA FACCIOLI

1910(Venezia#1828.05.07)


Il fratello della Canossa, marchese Bonifacio non ha potuto ancora occuparsi dell'eredità per cui ella è stata citata in Tribunale, ma lo farà quanto prima. In quanto alle visite che ha iniziato all'ospedale, la marchesa non ne è convinta. Per il momento sospenda e poi se ne riparlerà. La Carminati Domenica non pare davvero abbia i requisiti necessari per una vera vocazione, anche se molto docile e intelligente. Sta rinascendo la prospettiva di una fondazione a Burano.
V.G. e M. Carissima Figlia
Rispondo alle care vostre lettere mia carissima Figlia, che di due vi sono debitrice. Comincerò per dirvi... Per iscrivervi questa lettera vedrete dal carattere essere la terza secretaria quella che adopero, da questo capirete che sono imbrogliatissima. Intanto per vostra quiete vi dirò che la mia salute grazie al Signore và bene, ed attribuisco alle orazioni di tutte le mie care compagne la forza che il Signore mi dà.

Rapporto alla citazione che avette ricevuto dal Tribunale, mi scriverete poi per mia regola quanto tempo di proroga vi abbia questo accordato. Mio fratello24 non aveva potuto far niente perché essendo morto il degnissmo Arciprete di Grezzano25, l' Arciprete di Santo Zenone26 lo assisté, e restò tanto amareggiato da tal morte che stava poco bene anche lui. Mi disse mio fratello che adesso andando egli in campagna avrebbe fatto tutto. Io però per guadagnar tempo, dopo che mi avete scritto della citazione scrissi alI'Angelina27 di domandare al mio fratello cosa dobbiamo rispondere al Tribunale terminata la proroga, e quando avrò avuta la risposta ve lo scriverò. Non crediate però abbia da essere di tanta spesa quello che fà l'avvocato, con una bavara28 o due, è terminato tutto.

Mi rallegro che le buone compagne che stavan male ora stian meglio, e voi pure governatevi. Per riguardo all'Ospitale avete fatto benissimo ad andarvi quella volta, ma per continuare ad andarvi, mi dispiace non potere soddisfare al vostro desiderio, ma non sono niente affatto persuasa, né che andiate dalla vecchia Serafina29, né che andiate dalle altre. Se poi andando avanti il Signore mi darà un altro lume, ve lo scriverò. Se mai accadesse qualche caso straordinario, e raro, simile a quello per cui ci siete stata, domandate pure al Signor Don Giovanni30, e regolatevi com'egli vi dirà. Presentate al medesimo i miei rispetti, e ditegli che della giovine Carminati31 dacché qui mi trovo niente mi scrivono. Che per quanto viddi i pochi giorni che con essa mi trovai, la ragazza è docilissima, di un'apertura d'intelletto per imparare che non mi ricordo d'aver trovata una simile, ma che per addattarsi con vero spirito alla vita religiosa, io giudico che ci vorrà un miracolo di prima classe. Essa però diceva di essere contentissima, ma il pettine a cavarlo dalla testa, ed il dover restare la festa alla Dottrina di Santo Zenone32 così lunga, furono oggetti di molte lagrime. Peraltro vedremo. Ciò che pare abbia ad esser vero che sia contenta si è, che non si perde né di cibo, né di sonno, e la lasciai in migliore stato di quando entrò.

Supplicate il Signor Don Giovanni di tenermi raccomandata al Signore, avendone molto bisogno in questi momenti.

Sono sempre nella speranza di veder cominciato prima di partire l'Ospitale delle Convalescenti33.

Venerdì, o sabbato se il tempo sarà buono vado a Burano34 rinascendo più che mai il trattato della fondazione. Venerdì poi diecisette corrente comincieranno gli Esercizj delle Dame dopo i quali subito ritorno a Verona per Trento, e raccomandatemi voi altre pure al Signore, ed a Maria Santissima. Assicuratevi anche ch'io mi ho tutta la cura, che mi riposo, che mi risparmio, insomma che a nominare tutte le cose una dietro all'altra pare che abbia da essere sotto un gran peso; ma che facendo una cosa dopo l'altra, con i suoi riposi non è niente.

Prima degli Esercizj risponderò alla Lazaroni35 ed alla cara Maddalena36. La lettera del Signor Antonio Spadacini cavatene la sopra coperta se si può e poi mandatela.

Tutte vi abbraccio, e vi lascio nel Cuor Santissimo di Maria


Di Voi Carissima Figlia
Venezia li 7 maggio Santa Lucia 1828

Vostra Aff.ma Madre

Maddalena Figlia della Carità37

Alla Signora

La Signora Domenica Faccioli

Figlia della Carità

In Rocchetta Convento S. Croce

BERGAMO


A DOMENICA FACCIOLI

1911(Venezia#1828.05.10)


Preoccupata della affezione asmatica di Mons. Celio Passi, la Canossa scrive a lei, per­ché gliela trasmetta, la descrizione di un rimedio, forse popolare, ma che a qualche suo conoscente ha fatto molto bene. Le annuncia che la fondazione di Burano, per quanto a lunga scadenza, potrà forse essere realizzabile e le spiega anche lo strano comportamento di una novizia che celava un malanno che le procurava forte soffe­renza.
V.G. e M. Carissima Figlia
Vi scrivo anche oggi mia carissima Figlia per dirvi che ho ricevuto colla vostra letterina la carta riguardante la vostra eredità. Già sa­pere che vi dissi che il testamento del vostro povero padre in qual­che articolo non è valido. Avrete ricevuto io spero la mia lettera nella quale vi significava aver io scritto a Verona e vedrò di scrivere a mio fratello38 e mandargli la vostra carta perché al caso ch'egli potesse domandare occorrendo un'altra proroga a Villafranca39 Voi intanto fate dire al Signor Avvocato che non faccia atto nessuno desiderando voi di accomodarvi amichevolmente. Sentite mia cara Figlia oggi dovrei scrivere ai Signori Conti Passi40, ma il tempo manca scrivo quì a voi un paragrafo che copierete e che farete avere al Signor conte Enrico41, e a Monsignor Vicario42 come avrete più comodo.

Mia cara Figlia voi sapete quanta sia la mia venerazione per Monsignor Vicario e per la degnissima di lui famiglia. Già capisco che diranno che sono rimedj di Monte Baldo43 ma sappiate che per una combinazione venne da me un Canonico fratello d'una mia compagna. Questo naturalmente mi raccontò che soffriva l'asma e che il predicatore Marini, che soffriva la stessa malattia gli suggerì un rimedio da lui fatto, con grandissimo giovamento. Soggiungen­domi esser egli coll'uso del medesimo affatto liberato da tale inco­modo.

Il rimedio è tanto semplice, e di poco imbarazzo che subito pen­sai a cotesto degnissimo Mons. Vicario. Ve lo scrivo perché cerchia­te di farglielo sapere. Il Canonico che è guarito ogni sera fuma due pippe ma invece di mettere sulla bragia accesa del tabacco, vi met­te degli steccheti di salsa pariglia44, così come è in natura, e niente altro. Mi dimenticava di aggiungere che cerchi d'inghiottire la sali­va con quel suco che può sortirne, che già io poi di pippe non me ne intendo.

Questo paragrafo copiatelo su d'un mezzo foglio di carta. Se viene il Signor conte Marco45, o il Signor conte Luca46 da un gior­no all'altro dopo che avete ricevuta questa mia bene, altrimenti col mezzo della Signora Cattina Carminati47 madre della nostra Catti­na 48, cercate come voi, di far avere questo paragrafo a Monsigno­re con un bel complimento da parte vostra, ma cercate solo che lo abbia presto per vedere se mai potesse giovargli, essendo cosa tan­to da niente e semplice.

Termino questa lettera ritornata già da Burano49, perciò un po' stanca. Feci grazie al Signore un ottimo viaggio. Impegnate Ma­ria Santissima delle Grazie50 alla quale è dedicata quella Chiesa, e quel convento se è piacer del Signore, che ci prestiamo secondo la nostra debolezza per quel caro popolo e perché compisca le sue mi­sericordie. Già per quanto le cose vadino bene un anno, e mezzo, o due ci vorranno prima che si possa cominciare, perché prima non si sà di poter avere il convento, e se lo vedeste, è cadente da tutte le parti. Per circa 6000 persone vi sono tre sacerdoti, per assisterli. Il povero Patriarca51 desidera assai tal fondazione insomma pre­ghiamo Maria Santissima e tutto mettiamo nel materno suo cuore.

Tanti rispetti al Signor Don Giovanni al quale vorrei scrive­re ma non posso trovare momenti, e quando li ho mi trovo stanca, e non posso, ma assicuratevi che stò bene.

Dite al medesimo che jeri ebbi da Verona buone notizie della novizia Carminati52, pare che il miracolo di prima classe si vada disponendo. Dite a lui solo, e che la cosa resti con lui che questa buona figlia dopo aver sempre taciuto forzata dal male dovette ma­nifestare che aveva una piaga in un piede, che aveva anche a casa, ma che non disse che l'era infiammata la gamba per cui la fecero stare a letto, ed in tre giorni col riposo la piaga si chiuse, ma la gam­ba è ancora infiammata.

Glie lo dico anticipatamente per ogni evento , quantunque non dovrebbe essere altro, ma a me fanno più pena le piaghe nelle gam­be in una giovane, che in una vecchia. Pregatelo di raccomandarmi molto al Signore che ne ho bisogno.

L'Ospitale delle Convalescenti53.si va sempre più disponendo in bene, e sono nella lusinga che nella prossima entrante settimana abbia il suo principio. Forse starò qualche ordinario senza scrivervi quando non vi sia qualche bisogno particolare perché venerdì 16 corrente si darà principio agli Esercizj delle Dame, onde tra una co­sa e l'altra resta troppo poco tempo.

Mi raccomando di nuovo alle vostre orazioni, e tutte vi lascio nel Cuor Santissimo di Maria abbracciandovi con vero attaccamento.

Vostra Aff.ma Madre

Maddalena Figlia della Carità54


Venezia Santa Lucia li 10 maggio 1828

AD ANGELA BRAGATO

1912(Venezia#1828.05.14)


Molte le notizie, alcune su novizie già entrate o che hanno chiesto di entrare, altre su acquisti per provvigioni invernali o di necessità immediata, altre infine di ragione economica, ma nessuna di rilievo.

V .G. e M. Carissima figlia

In conseguenza di quanto mi ha scritto col mezzo della cara Rosmini55 che abbraccio, ed alla quale presenterà i complimenti del nostro futuro Vescovo il quale avendo avuto la bontà di mandarmi a salutare mi fece dire di farlo per lui all'amica; io ho scritto a Monsignor Sardagna56, e chi di noi due sarà la prima a sapere cosa risolve se lo scriverà.

Per i Messali le dica che ben volentieri la servirò. Rapporto a quella giovane di Montecia57 come ella sa non posso diminuire la spesa, ed ha detto benissimo a dire che nel caso sarà l'anno venturo, ma non già per anni, ma pel tempo solito consueto. Ha fatto benissimo provedere il carbone. Se realmente il signor Verdari58 viene a Venezia parleremo della legna grossa che a me piacciono molto le stelle.

Eccomi adesso a rispondere su varj articoli. Riguardo al mio ritorno non so se tu ti ricordi, che ho meco la Teodora59, in conseguenza una sola altra donna può venire al caso colla sotto superiora60. La Buranella61 non già perchè il suo Piovano che fa l'impossibile per avere una nostra fondazione, non è persuaso che venga. Perciò se il nostro degnissimo Superiore62 lo permette, ho proposto la moglie di Michele63 perchè nel ritorno diveniamo quattro donne nel legno, e dovendo Michele stare in serpa col vetturino, essendovi sua moglie giacchè me l'ha domandato, vi starà più volentieri.

Per altro vi sono ancora quindici giorni oggi che scrivo in anticipazione, lunedì 12 maggio, ho un trattato con una novizia, e jeri me ne proposero un'altra perciò ti scriverò più decisamente il mercoledì 21 maggio.

Sento che anche la Masi64 vuoI venire, chi sà che non possiamo accomodare le cose, però continua a tenermi informata. Ho piacere che tutte stiate contente che sia entrata la Beppina65. Sono contentissima di quanto hai pensato relativamente alla medesima di metterla in noviziato quelle mezze ore che le potessero sopravanzare della cucina.

Sento pur con compiacenza che la novizia di Bergamo sia disposta a venire sotto di te, procura di riceverla subito.

Già mi fai compassione per la tua salute, ma questa ragazza ha bisogno di una coltivazione giornaliera, e più anche di giornaliera perchè ha bisogno di una coltivazione quasi di ogni ora. Mi dispiace la piaga del piede e perciò conviene stare attente, ed in un caso farla visitare dal chirurgo essendo indizj poco buoni. Vedremo cosa di questa farà il Signore. Intanto preghiamo anche per quelle che vogliono venire, anzi prima fà che tutta la comunità applichi tre Comunioni secondo la mia intenzione, e poi tratta pure per ricevere la Luigia Fioria66 ma prima le Comunioni. Vidi il signor Verdari67 in ottima salute. Questa sera egli contava partire per Trieste ed essere di ritorno sabato. Al di lui ritorno ti manderò una carta da me ricevuta da Bergamo relativa alla Faccioli68.

Oggi dalla posta ricevetti una cara tua lettera contenente un plicco proveniente da Milano del padre delle Caccia69. Non potei capire perchè me l'hai mandato quì essendo le figlie a Verona, e dovendosi l 'affare trattare dov'è la figlia. Che vuoi che ti dica quando ritornerà il signor Battista ti rimanderò le carte, ed un'altra volta in simili casi scrivimi prima per non ispendere tanto superfluamente.

Per l'affitto della casa della Ravelli70 fa il piacere di trattenerlo sino alla mia venuta avendo anch'io piacere di fare la mobiglia, ma prima voglio che restiamo intese.

Per fare esaminare quel testamento tu puoi aspettare sino al ritorno del signor Batttista, ed ancor'io gli parlerò in proposito quando verrà da me al suo ritorno.

Ti ringrazio anche della lettera del signor Arciprete. Sperava che la Rosa me I'avesse copiata, e messa in netto perchè ti assicuro mia cara figlia che io avrei bisogno di poter lavorare anche una parte della notte per tutto quello che mi resta da fare in queste angustie di tempo. Basta ci vuole pazienza.

Rapporto alla ragazza Solina71 mi dispiace a dare una negativa al signor Don Battistino72, però ti lascio in libertà con avvertenza che dall'Annunziata73 questa poi sia l'ultima perchè ben sai tutti i motivi, mettila dunque dove ti pare, essendo questa ragazza una testa benedetta.

Mandami subito la fede della Saltarini74 per la pensione.

Ho comesso a Michele di farmi avere una libbra di conserva di ginepro da regalare a questo confessore ma ti prego d'ordinargliene due libbre anco di agro di cedro che mi porterà tutto unitamente alla cioccolata che mi farà il piacere di comperarne 6 o 4 libbre insomma quello che vi vuole al compimento delle dodici libbre ma quella che comperi mi raccomando sia buona essendo per regalo.

Se l'amica Metilde75 avesse di quella che qualche volta regalano i Biadego76 che credo ottima potresti mandarmela che per noi se non è tanto rara non importa.

Ti abbraccio di vero cuore, e ti lascio in somma fretta nel Cuor santissimo di Maria

Governati quanto puoi e ti raccomando la Cristina77. Venerdì cominciano gli Esercizj le Dame.


Venezia li 14 maggio 1828

Tua affezionatissima Madre Maddalena78

Figlia della Carità




AD ANGELA BRAGATO

1913(Venezia#1828.05.18)


Cambiato il predicatore degli Esercizi delle Dame per la morte di quello abituale, le partecipanti sono in numero minore e quasi tutte non così entusiaste come gli scorsi anni, anche se chi le segue è assai valido. In settimana inizierà finalmente l'Ospedale delle Convalescenti. Non vi manca niente, nè in campo sanitario,nè in quello direttivo e assistenziale, ma la Francesconi, anche se è molto contenta della evidente benedizione del Signore, soffre molto per dover lasciare il suo Istituto e le sue consorelle. Alla Canossa sta a cuore anche un altro problema: la salute della Mezzaroli, che vorrebbe fosse accolta a Verona per un periodo di ripresa, anche se neppure il Superiore per- mette che possa allontanarsi per più di due mesi.
V .G. e M. Carissima figlia
Tra le molte mie occupazioni, colgo carissima figlia questo momento in cui le Dame dicono l'Offizio, ed io ascolto Messa per farle scrivere queste due righe, essendo arrivato in questo punto anche il signor Verdari79 il quale sarà il portatore della presente con le carte delle Caccia80 che quì le unirò.

Circa gli Esercizj poco posso dirle perchè siamo solamente al principio del terzo giorno, ed il predicatore essendo nuovo, a chi piace, ed a chi no, come il più delle volte succede nei principj, ma parlando in massima spero che sia per cavarne frutto perchè molte di esse, partono dalla predica assai compunte. Quello poi che sarà in apresso non lo so. Il predicatore è eccellente, ed è un certo Padre Giuseppe Demassari ex frate Bernardinato81, parente della nostra cara Floriana82.

Le Dame che vengono non sono molte, ma diverse anzi più degli altri anni sono quelle che si fermano tutto il giorno.

Entro la presente settimana si darà principio a quell'opera sì santa83, la quale comincierà con due convalescenti. Già il Signore ci ha proviste di tutto, di confessore, di medico, etc. insomma il tutto è all'ordine, e vi sono anche i custodi. E la cara Marianna ha già anche la sua compagna, la quale è di suo piacimento. La buona Marianna84 è framischiata d'allegrezza, e di dolore. D'allegrezza nel vedere come il Signore si compiacque piovere ivi le sue copiose benedizioni, per effettuare quello che debbe apportargli tanta gloria, e gran vantaggio a prossimi, i quali all'Ospitale già ne tripudiano per allegrezza. Di dolore per doverci abbandonare, per cui sporge molte lagrime.

La medesima si raccomanda tanto, e poi tanto all'orazione di tutte, ed io pure glielo inculco che preghino assai, sì per la cara compagna, come anche per l'Ospitale.

L 'avverto che quando mi manderà a prendere di sapermi dire in iscritto quanto costa, ad un dipresso una sopracoperta delle nostre secondo il sistema dell'Istituto, per potere spedire il conto alla madre della Rosa Della Croce85, perchè trovo nelle note, e ne' conti che le fecero fare anche due corpetti di bambace, ma quì nella sua mobiglia non vi sono, per conseguenza forse per isbaglio saranno quì restati... Sin quì ha scritto la Rosa sola adesso comincio a dettare io. Senti mia cara figlia nelle note della Rosa Della Croce vi sono due tovaglie, e due camisolini di bombace notati che furono incontrati di sua madre ma che non furono consegnati perciò se si trova questa robba in guardaroba ti prego di mandarmela tutta o parte come vi è.

Adesso mia cara figlia secretamente (voglio) raccomandarle una cosa alla quale col primo ordinario a posta corrente mi risponderà. Non ho difficoltà che tu mi faccia rispondere dalla sotto superiora86 perchè già una cosa conviene che gliela domandi. Sappi dunque che al mio arrivo quì trovai la cara Betta87 in uno stato di degrado che mi fece pena. Già levarla da Venezia non occorre neppur di pensarvi ed ancor io ne avrei uno scrupolo grande se lo facessi. Dall'altra parte mi sarebbe un'altra gran pena e rimorso insieme , se venisse a mancare colla idea che il cambiarle l'aria avesse potuto conservarla.

Consultai dunque secretamente il professore, ed egli mi disse che con due o tre mesi di villeggiatura da noi a Verona egli giudica che starebbe bene per lungo tempo. Esposi la cosa al Superiore88 il quale per due mesi sarebbe persuaso che venisse a Verona ma niente più e se adesso non posso combinare la cosa dice che posso farlo nell'autunno. In casa non ho ancora parlato fuori che questa mattina colla superiora Beppa89, e non so cosa farò in questi momenti scrivimi dunque a posta corrente queste due cose, che io mi regolerò.

La prima se lasciassi quì la Teodora90 la quale da qualche giorno sta meglio ma è molto triste se pel noviziato t'incomoda che già per la sua salute non vedo certi vantaggi neppur quì.

La Beppa se conduco con me la Betta le sarebbe cara la Teodora per consigliarsi in qualche cosa.

L'altra domanda si è che tu domandi secretamente a mio nome alla sotto superiora se a lei farebbe lo stesso invece di venire questa volta venire invece a ricondurre la Betta e prendere la Teodora. Rispondetemi l'una e l'altra con tutta semplicità, e colla sollecitudine che vi è possibile. La carta occlusa ti prego consegnarla al signor Verdari91 il quale te ne consegnerà delle altre. Una in carta bollata di Bergamo riguardante la Domenica Faccioli92 la riterrai presso di te fin che ti mando una lettera per mio fratello93 aperta nella quale la occluderai.

Tutte vi abbraccio, e tutte vi lascio nel Cuor santissimo di Maria, e bisogna che con somma fretta che termini perchè a momenti ho la lezione alle Dame che mi fulminano se manco.


Di te carissima figlia
Venezia 18 maggio 1828

Tua affezionatissima Madre Maddalena94

Figlia della Carità
Sta quieta che stò bene.

Alla Signora ,

La signora Angela Bragato

Figlia della Cari tà

San Giuseppe

V E R O N A



AD ANGELA BRAGATO

1914(Venezia#1828.05.21)


Poiché la Canossa la sa turbata per mancanza di sue notizie, la rassicura, ma le dimostra tutte le ragioni per cui in certi periodi non può proprio scrivere. La prego anche di mandarla a prendere e le dà indicazioni sul come stabilire chi debba andare per tornare con lei.


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