A elena bernardi


Venezia Santa Lucia 7 luglio 1829



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Venezia Santa Lucia 7 luglio 1829


PS. Scrivetemi subito quante braccia di galone d'oro1 ci vuole per quella pianeta, e con un filo per meno imbroglio mandatemi l’altezza, che se tornerà il conto lo comprerò. Pel convento de’ Capuccini fate subito con fede una novena a San Pasquale2, e dite al Signor Valsecchi3, che mi riverirete, che non si avvilisca così presto ma che preghi quel Santo ancor lui.


A DOMENICA FACCIOLI

2026(Venezia#1829.07.10)


Se le mancherà del danaro, la Canossa glielo farà avere quanto prima. Consegni la lettera acclusa al Conte Marco Passi e controlli che l'arredamento delle camere delle Dame sia in ordine, ma non di lusso come a Milano.

Carissima Figlia


Ricevetti unitamente due vostre care lettere mia Cara Figlia. Vi ringrazio del conto del Baldoli. Avrete ricevuto quel pò di danaro. Se il Signore non vi farà rascuotere quando sarò a Verona cercherò il mezzo di mandarvene ancora. Per un caso straordinario di un bisogno eventuale che abbiate a mancare del bisognevole domandate pure in prestito un pò di danaro alla Roncali. Ma spero che il Signore vi provvederà Lui.

Favorite di far avere con quella sicurezza, e sollecitudine che potete l'occlusa al Conte Marco4. Pure quando potete mandatemi la ricetta della semata di carape5 che giovò all' Annunziata6.

Dite alla stessa che le scriverò. Che adesso provi Don Cataneo7 e poi risolveremo.

Mi raccomando i tavolini e robba delle Dame siano puliti ma non con lusso come a Milano.

Io stò benino.

Vi lascio nel Cuor di Maria

Vostra Aff.ma Madre

Maddalena Figlia della Carità8


10 luglio [1829]

(Timbro partenza) VENEZIA

11 LUG(lio)

Alla Signora

La Signora Domenica Faccioli

Figlia della Carità

In Rocchetta Convento Santa Croce

BERGAMO


AD ANGELA BRAGATO

2027(Venezia#1829.07.15)


La Canossa deve tornare a Verona e dà direttive sul come e sul quando mandarla a prendere. Intanto si prepari la camera per una nuova novizia, che condurrà con sé e, anche per lei, dà le necessarie disposizioni.
V.G. e M. Mia Carissima Figlia
Incomincio mia Cara Figlia dal confermarle ciò, che scrissi nel­lo scorso ordinario a Cristina 9, cioè, che starò attendendo di senti­re in che giorno potranno venirmi a prendere. Avendo con me come già scrissi una novizzia bisogna che mi mandi il baulle più grande, che manderò poi a Padova, per barca, ed unitamente ai baulli dell'eredità lo farò trasportare a Verona insieme al letto della no­vizzia, giacchè sento, che un altro non nè avete. Ti avverto, che la Buranella torna meco, onde su quella camera, e su quel letto non si può far conto.

Altro non vedo se non che tu metta una, o due a dormire nel ca­merone oppure puoi metterle una delle tre, che dormono nella ca­mera del confessore insieme a quella professa, che credi nel came­rone, e tenere una camera del novizziato, per quella, che condurrò. Intanto vedi d'ingegnarti pel letto, che farò poi trasportare quello, che la novizzia porterà unitamente alle sue coperte, ed al rimanen­te. Ti prego di mandarmi anche le tabelle mandateci dalla Regia De­legazione che io già le riporterò, ma mi preme vederle per norma anche di quì.

Dirai alla Cara Cristina, che pure mi mandi quelle carte delle scuole di Bergamo quelle dei ragazzi in città di Bergamo, che già ­Cristina capirà.

Se ci fosse tempo direi, che le faceste copiare ma se Michele 10 parte venerdì giorno 17 non avrete tempo, ed allora le farò copiare io quì. Già vi dissi nell'altra mia, che mandaste a prendermi venerdì se non vi è maggiore spesa pel veturino a riposare la domenica, e se ciò non disturba Michele, che in questi caldi sembrerebbe dovesse essere loro comodo. Se mai poi loro non accomodasse scrissi l'altra volta che colle dovute licenze potrebbero venire domenica a Vicen­za, e lunedì a Venezia.

Dissi anche se neppur questo loro comodasse, che partino lunedì, e arriveranno il martedì, e intanto spero, che colla prima vo­stra lettera sentirò di preciso quando verranno a prendermi, per mia norma.

Non ti ripeto le altre cose, che hai da mandarmi, perchè già le sai, ti prego di rilegger le lettere, per ricordarti tutto. Queste com­pagne vorrebbero anche un poco di magnesia, e due mazzi di penne fine cioè sotili di canna, e un poco d'Acqua della Madonna.

Pregherai Michele passando per Vicenza se si ferma di andare ai Filippini dal Padre Mighani 11 a vedere se vuol far saper niente a sua nipote Tonina a Coriano 12 sul dubbio, che non ci possiamo fer­mare al nostro passaggio, e gli dica, che abbiamo avuto la continua­zione delle buone nuove della stessa.

A Padova poi che vada a riverire la Fanzago 13, e le dica il gior­no, che colà saremo da li.


Di Te mia Cara Figlia
Venezia Santa Lucia 15 luglio 1829
PS. Quante cose ho mai da raccontarti mia Cara Angelina. Spero che sarai molto contenuta della

novizzia, che ti conduco. Già non ve lo dico, perchè mi tengo certa che farete orazio­ne, perchè abbiamo un buon viaggio. Isabella14 che ti fa tanti doveri, e si va consolando dal pensiero di averti da rivede­re, ti prega a volere consegnare a Michele quella cosetta fatta da essa in forma di reliquiario, che è nella camera ove sta in quel scattolone fatto dall'Annunziata15, e essa poi te ne farà degli altri.


Tua Aff.ma Madre Maddalena16

Figlia della Carità

VENEZIA
VERONA

16 LUG(lio)


Alla Pregiatissima Signora

La Signora Angela Bragato

Figlia della Carità

Recapito dal Signor Verdari

Droghiere alla Porta dè Borsari

VERONA
A DOMENICA FACCIOLI
2028(Venezia#1829.07.15)
Solo quando sarà a Verona, vedrà le varie disponibilità e manderà una risposta decisiva sul tenere o meno il corso di educazione delle maestre di campagna a Bergamo, anche se in altra lettera l'aveva decisamente dissuaso.
V .G. e M. Carissima Figlia
Vi occludo mia Cara Figlia una lettera per Cedegolo17, la quale ve la mando aperta, e la consegnerete al Reverendissimo Conte Don Marco Passi18, dicendogli che la legga, e poi favorisca egli mandarla alla Signora Erminia19. Ditegli anche che non ho difficoltà di ricevere quella signora a lui nota, e giacché ne ricevo una, riceverò anche l'altra.

Rapporto poi il ricevere voi altre adesso le maestre di campagna da educare, il vostra scarso numero non mi pare bastevole per effettuare presentemente questo Ramo: però su questo articolo mi riservo rispondervi a Verona, che tra pochi giorni spero di giungervi, facendo conto di partire per colà lunedì, o martedì dell'entrante settimana.

Il galon20 farò di tutto per ricercarvelo, ma sento che anche quì in Venezia, è molto caro.

Mi consolai molto nel sentire le vostre buone notizie, e dite alle care compagne che mi raccomandino al Signore e che stiano allegre, che da Verona risponderò alle loro lettere, avendo già scritto anche alla Rosa21, e così farò colle altre.

Riveritemi distintamente il su nominato Conte Don Marco, con tutta la di lui nobil famiglia, abbracciandovi tutte nel Cuor Santissimo di Maria sono.

Direte mia Carissima Figlia che vi scrivo troppo poco, ma le mie continue occupazioni non mi permettano questa volta che vi scriva di più.

Fate tanti i miei doveri al Reverendissimo Don Giovanni22 e nuovamente sono
Venezia li 15 luglio 1829

Vostra Aff.ma Madre

Maddalena Figlia della Carità23
{Timbro partenza) VENEZIA
{Timbro arrivo) BERGAMO 17
Alla Signora

La Signora Domenica Faccioli

Figlia della Carità

In Rocchetta Convento Santa Croce

BERGAMO

A DOMENICA FACCIOLI

2029(Verona#1829.07.16)


Consenso positivo per il corso di educazione delle maestre di campagna a Bergamo, per il quale la Canossa invia un organico in cui stabilisce chi deve averne la direzione, chi l'insegnamento, come debba essere l'orario, quale il numero delle iscritte e come si debba supplire alle Regole. Per quest'ultimo punto però chi può decidere è Don Zanetti, padre spirituale.
V.G. e M. Carissima Figlia
Vi accludo l'orario pel mettodo, che dovrete tenere per le Maestre. La Chechina24 metetela pure quest'anno alla testa di questo Ramo dell'Istituto, ma impiegate anche le altre due le ore che nell'orario troverete notate cioè la Lazaroni25 e la Maddalena26.

Avvertite mia cara figlia di non far cambiamenti di alcuna cosa senza scrivermi desiderando io che le cose vadino con buon ordine. Vi accludo anche una cartina nella quale vedrete la distribuzione delle ore, che le compagne impegnate per le Maestre dovranno supplire alle regole.

Fatte vedere questa cartina a Don Giovanni Zanetti27 perchè come padre spirituale benedica il cambiamento delle ore non potendo senza il di lui permesso io arbitrare.

Quello che più di tutto mi preme mie care figlie si è che in questa santa opera vi uniate tutte con vero spirito di carità e di unione se volete che il Signore vi benedica, e vi doni la consolazione di vederne il frutto.

L 'opera in se stessa, è di fatica, e richiede molta attenzione. Ricordatevi che tutto è niente rispetto a Dio che merita tutto. Vi raccomando orazione, e unione col Signore. Cercate di contentarlo tenendovi alla di Lui presenza ed Egli contenterà voi collo spargere abbondanti misericordie nelle opere di carità che avrete nelle mani.

La mia salute va benino. Raccomandatemi al Signore perche ho tante cose per cui ho bisogno di lume e fortezza. Il numero delle Maestre che vi dò il permesso di prendere saranno di cinque e sono quella di quel santo Religioso di Trescore28, quella della Moscona, le due di Valcamonica, e la quinta la lascio in libertà a voi di prendere quella, che credete più opportuna.

Il Canonico Tommini29 so che ne aveva una qualche che voleva col pretesto dell'educazione venire per osservare l'Istituto per abbracciarlo. Don Ghedini30 ne aveva un altra. Il Conte Marco31 ne aveva un altra ancora.

Sappiate che andava pensando se fosse meglio che le due di Valcamonica le ricevessimo qui per lasciare a voi altre due luoghi di più tenendo quest'anno qui pure un poche di maestre cinque an- che quì ma non posso risolvere di preciso finchè non sento cosa concludono le Veronesi essendomi stato parlato di varie. Tra otto giorni vi dirò una cosa precisa. Intanto scrivetemi anche voi come vi trovate pressata.

Avrei un po di genio, che qui venissero quelle di Valcamonica perchè entrando poi nel noviziato se mai si risolvessero la meta delle difficoltà e supperata.

Già in ogni modo entrino o qui o a Bergamo e necessario che ci sia il patto fatto di ritornare alla loro casa dopo i sette mesi perche restino libere esse e libero l'Istituto di fare cio che giudica secondo si scopriranno.

Conviene che chiaramente si spieghi quanto di sopra vi dissi intorno al cambiamento delle ore della Regola. Secondo dunque le Regole approvate ne voi ne io abbiamo facoltà di fare cambiamenti lunghi, come questo che dura sette mesi. Per ciò avendo tal facoltà il Padre spirituale pregate il signor Don Giovanni Zanetti, presentandogli i miei rispetti, di domandare la benedizione a Monsignor Vicario32 come Padre spirituale, umiliandogli i miei ossequj.

Spero la ventura settimana potergli scrivere un sì, o un nò intorno a Monsignor Sardagna33 di preciso.

Vorrei poi che mi faceste un mestieretto con giudizio; che mandaste a pregare la signora Betta Zanetti34 di venire da voi. Riveritemela tanto, e pregatela d 'informarsi col suo confessore, se a San Benedetto hanno vita comune perfetta, e se accetterebbero una giovane di 26 anni benestante di campagna, la quale un suo fratello sacerdote si prenderebbe l'impegno di farla patentare prima.

Avrebbe mille e tre cento svanzicher circa di dote; se la prenderebbero corrista. Se non ci fosse il caso sentite come conversa senza impegno gia s'intende ne per una cosa, ne per l'altra.

Lasciate alla Checchina anche la presidenza della scuola, restandole ore da fare uno, e l'altro.

Dite alla cara Maddalena che jeri fu a trovarmi sua nipote Teodora, la quale mi piace tanto, che se avessi soldi la prenderei domani. Vi lascio tutte nel Cuor santissimo di Maria


Vostra affezionatissima Madre

Maddalena Figlia della Carità35


Don Giovanni Serafini36 non venne a Trento sinchè io vi era onde nulla ricevetti del libro del Conte Luca37.

Vi confido ma secretamente che il Superiore38 di qui è d'opinione che scriva le Costituzioni. Per ciò mi raccomando alle vostre orazioni

[16 luglio 1829]
(Timbro partenza) VERONA
(Timbro arrivo) BERGAMO 16
Alla Signora

La signora Domenica Faccioli

Figlia della Carità In Rocchetta

Convento Santa Croce

BERGAMO
ALLA NAUDET

2030(Verona#1829.07.25)



Se le sarà possibile, la Canossa andrà presto a trovarla, ma intanto risponde alla nuova richiesta fattale sui rapporti con le autorità religiose e civili per la erezione canonica.

V.G. e M. Carissima e pregiatissima amica

Non so se l’angustia del tempo mi permetterà di soddisfare pienamente a tutto ciò ch’ella vorrebbe sapere mia carissima amica essendo come ella sa arrivata solo la sera di giovedì da Venezia in conseguenza sopracarica d’imbrogli. Spero però che se anche oggi non potrò dirle tutto ella non vorrà attribuirlo a mancanza di premura o di amicizia ma alla sola impossibilità e nel caso supplirò un’altro giorno.

1°: Quando presentai col mezzo dei Prelati al Governo il piano dell’Istituto sopra quella carta bollata ch’ella vide non presentai che quello solo. Venuta da Vienna la risposta favorevole ai Vescovi che Sua Maestà ammetteva in Venezia ed in Verona l’Istituto Monsignor Patriarca mi domandò le Regole e le passò al Governo.

2°: Monsignor Patriarca non firmò le Regole se non dopo che allo stesso furono restituite dal Governo il quale dichiarò al Prelato che nulla aveva da opporre sulle stesse.

3°: Sua Maestà ne mi domandò ne accettò la somma da me proposta nel piano.

4°: Avendo io messo nel Piano che le Figlie della Carità vivono del proprio e nelle Regole che debbono seco portare un fondo alimentario da venir loro restituito nel caso che sortono non mi fu domandato in qual modo cautelo le doti che non ho essendo ben chiaro che chi porta il fondo che può esserle restituito o deve cautelarsi da se o deve cautelare chi l’amministra.

Eccole tutto mia cara amica. In somma fretta di cuore l’abbraccio, e lo stesso faccio colle nipoti 39 raccomandandomi caldamente all’orazioni di tutte.

Se posso riuscirvi prima di andare a Trento vorrei venirle a trovare, ho il piacere di segnarmi piena di amicizia, e di stima.

Di lei carissima e pregiatissima amica

[Verona] San Giuseppe li 25 luglio 1829

Obbligatissima Affezionatissima

amica Maddalena Figlia della Carità40

A GIUSEPPA TERRAGNOLI

2031(Verona#1829.07.26)


Il viaggio da Venezia a Verona é stato ottimo, ma la Canossa ha dimenticato di pren­dersi certe cose che ora le necessitano e indica alla Terragnoli come debba mandargliele. La informa che An­na Rizzi, la postulante, che ha condotto con sé sta bene, ma il nuovo ambiente la diso­rienta non poco. La consiglia a portare con pace la croce di superiora che il Signore le ha rinnova­to.

V.G. e M. Carissima Figlia


Eccovi a darvi le buone nostre notizie mia Cara Figlia. Il nostro viaggio non poteva essere più felice. Siamo arrivate a Padova poco dopo le ore dieci, ed a Verona giovedi prima dell'Ave Maria.

L'Annetta41 ha sofferto pochissimo nel viaggio, e meno ancora il secondo giorno del primo. Già come è il solito si trova in un mon­do nuovo, e siccome sapete quanto sia buona le sembrano le altre novizzie tutte sante, e si trova angustiata sembrandole impossibile di poterle raggiungere. Il fatto si è che sta bene, ed anche mangia sufficientemente bene, ma si trova confusa come già è naturale.

Vi prego di presentare i miei rispetti al degnissimo nostro Supe­riore ed a dargli le nostre notizie.

Mia cara Figlia questa volta vi siete scordata le promesse ed an­cor io ero tanto incantata che vi ho fatto buona compagnia. Resta­rono a Venezia i miei cuscini, la copia della patente del Padre spiri­tuale, e questa potete mandarmela in una lettera essendo un solo mezzo foglio di carta, e la pettorina della Madonna.

Per questa ultima converrà che facciate fare una scatoletta di legno, e che con del bombace sotto, e sopra la incassiate in modo, che non abbia da patire e poi vi scriverò come avete da mandarme­la.

Trovai qui le Compagne in sufficiente salute eccettuata la Zai­bante42, la quale continua col suo male di gola. A vederla pare un fiore cosa poi succederà io non lo sò.

Mia Cara Figlia mi pare, che avrei altre cose da dirvi, ma mi trovo talmente incantata in questi primi giorni per i tanti affari, che non mi ricordo di altro. Mi quieterò, ed allora vi scriverò.

Jeri venne da me Mezzari43 a cui ho fatto vedere le carte della Bettina44, e della Rosa45 le quali vanno benone, non potei fargli ve­dere la vostra, perché sopraggiunse il Superiore46. Conviene però, che teniate a conto le note delle stime fatte della robba della Betti­na.

Vi prego di salutare cordialmente tutte le Care Compagne, e tut­te state allegramente, ma voi mia cara Figlia particolarmente procu­rando di portare con tranquillità e pace quella croce, che al Signore è piaciuto darvi.

Tutto é poco per l'acquisto del Paradiso.

L'Isabella47 vi fa tanti saluti, come pure a tutte le altre Care Compagne, e vi prega di salutarle ancora la Chiaretta della quale de­sidera con vostro comodo di avere detagliate notizie, e particolarmente poi se continua a portarsi bene.

Vi prega di salutarle anche la Lugrezia raccontandole ciò che le ha detto.

Al primo ordinario vi manderò la carta della Salterini48, men­tre questa volta non si è più in tempo.

Addio mia Cara Figlia vi abbraccio, e lascio nel Cuor Santissimo di Maria

Di Voi mia Cara Figlia
Verona 26 luglio 1829

Vostra Aff.ma Madre

Maddalena Figlia della Carità49

VERONA

Alla Signora


La Signora Giuseppa Terragnoli

Figlia della carità

Santa Lucia

V E N E Z I A

2032(Verona#1829.07.27)
Fra pochi giorni, la Canossa andrà a Trento e potrà riabbracciare tutte. Non ha chie­sto a Roma il Decreto del Perdono d'Assisi per non essere indiscreta con il Santo Pa­dre. E' d'accordo però che suo fratello, Don Antonio, lo chiederà. Ormai lo potrà avere solo per l'anno seguente.
V.G. e M. Carissima Figlia
Finalmente eccomi ad iscriverle mia Carissima Figlia da Verona ove sono giunta felicemente giovedì sera. Non può credere quanti impedimenti abbia avuto per partire da Venezia. Insomma sono qui, e siamo più vicine. Già come può credere sono affollata d'im­brogli e faccio il possibile per isbrigarmene, perché vorrei per giovedì della ventura settimana essere ad abbracciarla. Non so per altro se vi riuscirò intanto se mai Ella volesse qualche cosa me lo scriva che io già l'avertirò di quanto precisamente potrò stabilire.

Rapporto al Perdono d'Assisi50 siccome aveva ricevuto tante grazie dal S. Padre51, per non parere indiscreta non volli doman­dargli altro, e restai d'accordo col Signor Don Antonio52, che avreb­be egli domandato tal grazia per lei conseguentemente sino l'anno venturo non l'avranno, giacché come sento da Lei egli non ritorna, che verso l'autunno mentre quando io mi trovava a Roma egli con­tava al più tardi partirne dopo San Pietro53. Per i quadri feci tutto, e stia quieta.

Monsignor Traversi54 le fa tanti complimenti, e mi pare inten­zionato di venirla a trovare quest'autunno.

Mi consolo molto che la cara Cattina55 stia meglio, a momenti avrò la consolazione di rivederle tutte.

Quanto prima l'Angelina56 le scriverà quanto ci vuole per mettere una figlia dalla Sagramoso57. Veramente dell'Angelina non posso darle le notizie, che umanamente parlando voressimo, perché si trova in poco buono stato, e se non fosse il suo gran coraggio, che la sostiene credo, che starebbe sempre a letto. Ho anche la Saiban­te58 imbrogliata da un male di gola, che minaccia di formarsi cosa seria. Basta anderemo in Paradiso, e staremo bene tutti. Io poi me la passo di salute meglio degli altri anni, essendo necessario, che per vivere sino al giorno del Giudizio come mi sono impegnata colle Compagne mi vada fortificando.

Tanti rispetti a Monsignor Sardagna59, ed al Signor Arci­prete60.

Tutte la riveriscono e salutano le altre care Compagne in parti­colare Isabella61 segretaria le dice tante cose. Io le abbraccio tut­te, ed implorando loro la benedizione di Maria Santissima le lascio nell'amoroso suo cuore.


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