A elena bernardi



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Verona 27 luglio 1829


Sua Aff.ma Madre

Maddalena Figlia della Carità1



A GIUSEPPA TERRAGNOLI

2033(Verona#1829.08.02)


Poiché il rinnovarsi della responsabilità del superiorato pesa assai alla Terragnoli, la Canossa la sollecita a fidarsi di Dio, a compatire le debolezze delle figlie proprio come una buona madre e a mostrare anche all'esterno, la pace che ha nel cuore. La prega poi d'interes­sarsi del nipote della Bunioli.
V.G. e M. Carissima Figlia
Eccomi a continuarvi le mie notizie le quali grazie al Signore sono buonissime. Mi è rincresciuto di aver inteso dalla cara vostra, che siete stata incomodata, e che per tre giorni avete sopportato dei dolori, ma mi sono poi consolata sentendo che vi siete ricuperata e che grazie... state meglio.

Mia Cara Figlia questi già saranno stati prodotti dall'eccessivo calore e dal ... delle mattine ... siamo sortite insieme ma quello che vi prego si è di darvi ma davvero tutto il coraggio di non aggravarvi la vostra croce. Fidatevi di Dio mia cara Beppa cercate di stare alle­gra col mostrare anche all'esterno quella allegrezza che voi avete nel cuore.

Procurate di tenere sollevate il cuore delle Compagne dando lo­ro coraggio anche nei difetti eccitandole sempre all'emendazione gia s'intende.

Il Signore per ora vuole che siate come una buona madre ed avrete veduto che le buone madri mai si stancano ed angustiano dei mali dei loro figliuoli.

Noi siamo madri spirituali conviene fare ancor più per le ani­me delle nostre Care Compagne, e compatire le debbolezze di tutte per condurre tutte pacificamente al Paradiso.

Vi dico tutto ciò mia Cara Figlia sapendo che lo aggradirete e lu­singandomi di sollevarvi.

Isabella2 in totale sta meglio che a Venezia ma del suo inco­modo non vi è miglioramento per quanto essa mi disse. Avendo io dovuto parlare al nostro medico questo vorrebbe che voi faceste il piacere di domandare al Signor Giacometto3 nostro chirurgo se sarebbe persuaso che l'Isabella prendesse il muriato di calce4 e scrivetemi più presto che potete la di lui opinione.

Così pure conviene che vi dia un'altro imbroglio per la nostra povera Metilde5. Mi pare d'avervi detto che trovandosi adesso la sua famiglia in grande biso(gno) Luigi suo nipote non potendo vive­re colla piccola bottega che ha vorrebbe essere impiegato presso certo Signor Angelo Ruggieri di Venezia il quale deve venire a met­tere negozio di cristalli, e bottega qui a Verona.

Mi sono raccomandata al Signor Alessandri6 il quale mi pro­mise d'informarsi della qualità della persona... non ne ho notizia al­cuna onde mi raccomando a voi che cercate di raccomandarle la co­sa e cerchi prima se la persona sia addatata perchè il giovane non si rovina e poi per fare il rimanente pel temporale.

La nostra Annetta7 sta bene ma ancora si trova in un mondo nuovo ed il nostro gran ritiro come già mi aspettava le pareva ... quasi pesante.

Ma già la novità e per ora non si può dire una cosa precisa ma promette una grande riuscita. Riveritele tanto la sua mamma.

Vi occlude due righe della stessa per la Chiaretta.

La pettorina quando potrete me la spedirete cioè ve lo scriverò io. Mi raccomando le carte della Madonna delle Grazie che destra­mente, ed a buona occasione il Signor Alessandri le ricordi al Mons. Vicario8.

I cussini li riceverò da Padova, e state quiete. Se la Signora Pa­denghe9 vi domanda se vi ho scritto niente da dirle fatele tanto i miei complimenti e ditele che finora non ho potuto trovar il filo per quella persona ma che continuerò a cercare.

Dite alla Cara Betta10 che per la signora mi vado lusingando di poterle scrivere oggi otto.

Vi abbraccio tutte di cuore lasciandovi nel Cuor Santissimo di Marita


Di Voi mia Cara Figlia
Verona li 2 agosto 1829

Aff.ma Madre

Maddalena Figlia della Carità11

VERONA


VENEZIA

3 AGO(sto)

Alla Signora

La Signora Giuseppa Terragnoli

Figlia della Carità

Convento Santa Lucia

V E N E Z I A

A MARGHERITA ROSMINI

2034(Verona#1829.08.03)


Ormai non le indica più la data del suo arrivo a Trento, perché deve continuamente ri­mandare. Questa volta la causa è stata un rialzo febbrile con tosse per lei. Biadego Prudenza e la Pilotti stanno esse pure poco bene. L'episcopato a Bergamo per Mons. Sardagna doveva essere solo un desiderio dei bergamaschi.
V.G. e M. Mia Carissima Figlia
Sono propriamente stanca mia Carissima Figlia di dirle il gior­no in cui partirò, perché vedo di non poterlo mai fare. Pare una co­sa fatta aposta, ma conviene adorare le disposizioni del Signore, che così permette. Avea disposto di partire venerdì, ma domenica senza sapere il perché mi venne un gran freddo, con una febbre al­quanto risentita la quale mi durò tutta la notte, ed il lunedì. Sono però potuta stare sempre in piedi, e fare le mie cose solite. Le dico ciò mia cara Figlia, perché non si metta in pena. Ora però ho della tosse, e parmi voglia essere delle mie solite. Se questa si consuma presto non istaremo tanto a vederci, perché vorrei dirle, che la mia intenzione sarebbe di partire subito dopo la festa di Maria Santissi­ma12, ma non le posso dire una cosa certa, perché vedo, che si sono sempre frapposti degl'intoppi. Quello, che le dico mia Cara Figlia si è che molto mi sta a cuore di venire costì, e però sia certa, che se non ho finora effettuato, questo mio desiderio è stata vera impoten­za.

Ho la Prudenza13 in letto colla fersa14 ma spero, che sarà cosa mite, tutte le altre stanno come il solito, cioè con delle garelette15. Raccomando alle loro orazioni singolarmente Cristina16 la quale da molto tempo si trova più incomodata del solito, che alle volte mi da veramente pena. Jeri sera ho ricevuto la lettera della Teresina17 e spero di risponderle a voce. Tanti rispetti a Monsignor Sar­dagna18. Si vede, che le voci del Vescovado di Bergamo sono i desi­derj dei Bergamaschi, la prego di non farne parola né con lui né con gli altri.

Le abbraccio tutte di vero cuore mi raccomandino a Maria San­tissima, nel Cuore amoroso della quale tutte le lascio.
Di Lei mia Cara Figlia
Verona 3 agosto 1829
La sua affezionatissima Madre

Maddalena Figlia della Carità19


PS. Ho riaperto la lettera, e l'ho lacerata come vedrà, per dirle che oggi giorno quattro mi sento assai meglio, e mi pare proprio, che la tosse non sarà delle mie solite, ma che in tre, o quattro giorni sarà andata.

Al Nobil Signora

La Signora Giuseppa de Rosmini

Figlia della Carità

Convento dell’Addolorata

TRENTO


A MARGHERITA ROSMINI

2035(Verona#1829.08.04)


Ancora un rimando del viaggio della Canossa a Trento. Non ha neppure per il momen­to notizie del ragazzino che, a nome suo, ha fatto accompagnare a Milano.
V.G. e M. Carissima Figlia
Gran viaggio di Trento quest'anno contrastato. Neppure questa settimana posso avere il contento di abbracciarla. Vorrei sperare indubbiamente che ciò sarà nella prossima ventura in voce le rac­conterò poi tutto. Già non le ripetto quanto le ho gia scritto intorno al ragazzino resto solo sorpresa di non avere ancora avuto notizia alcuna da Milano. Suppongo questo sia perche la Compagna alla quale l'abbiamo accompagnato abbia consegnato la lettera di rispo­sta al vetturale che lo condusse, ed io già non lo pagai d'accordo di farlo solo quando avrò la notizia della consegna. Volle tre talleri ossia 18 lire austriache spesato fino a Milano. Si assicuri che ho usato tutta l'attenzione, e diligenza che ho saputo come fosse stato un fi­glio di mio fratello.

Speriamo che il Signore avrà benedetto, ma per noi che siamo chiuse sono affari imbrogliati, e che bisogna infine quando si ha ben fatto andare alla sorte.

Il mio dissegno sarebbe di partire lunedì. Vedremo.

Angelina20 è sempre nello stesso stato. la Saibante21 sta me­glio. Cercherò di portarle tutto quello che desidera ma che si potrà trovare. Termino subito per non perdere la posta d'oggi dubitando ch'Ella stia con pena se non mi vedde. Le abbraccio tutte di vero cuore, e tutte le lascio nel Cuor Santissimo di Maria.


Di Lei Carissima Figlia
Verona San Giuseppe li 4 agosto 1829

Sua Aff.ma Madre

Maddalena Figlia della Carità22
Alla Nobile Signora

La Signora Margherita Gioseffa

De Rosmini Serbati Figlia della Carità

Nel Convento dell’Addolorata

TRENTO

ALLA CONTESSA ROSMINI SERBATI

2036(Verona#1829.08.08)


Poichè accetta l'invito ad essere sua ospite nel passaggio da Rovereto, diretta a Tren­to, la Canossa l'avverte che potrà partire solo nell'entrante settimana.
V.G. e M. Pregiatissima Signora Contessa
Avendo inteso dalla buona sua figlia, e mia cara compagna Gio­seffa23 ch'ella secondo il suo solito vuole avere la bontà di favorir­mi quando passerò per costì nellandare a Trento, nell'atto che viva­mente la ringrazio, mi faccio un dovere di avisarla, che sperava di avere l'onore di riverirla lunedì, ma poi per un affare sopraggiunto­mi unito anche ad un poco di raffreddore, per cui il medico giudica, che mi debba far levar sangue, non potrò più partire sino a quest'al­tra settimana.

Pregandola dei miei complimenti al signor suo figlio24, ed al si­gnor maestro, in somma fretta passo a confermarmi colla più di­stinta stima


Di lei pregiatissima signora Contessa
Verona 8 agosto 1829
Devotissima Obbligatissima serva

Maddalena Canossa Figlia della Carità25


Alla Nobile Signora

La Signora Contessa Giovanna de' Rosmini

Serbati nata Formenti

R O V E R E D O



A GIUSEPPA TERRAGNOLI

2037(Verona#1829.08.09)



La Canossa inizia la lettera annunciando la sua partenza per Trento, la termina dando la ragione di un nuovo rimando. Dà poi notizia di alcune ammalate, particolarmente di due sue nipoti gravissime. Infine tratta della “galetta”, che la Terragnoli vorrebbe e come ella intende agire a riguardo di essa.
V.G. e M. Carissima Figlia
Prima di partire per Trento vengo a darvi un altro abbraccio mia Cara Figlia per occludervi finalmente la quetanza della Salterini26 ricordandovi quando riscuoterete il danaro di far cellebrare tre Messe.

Niente mi dite della vostra salute che tanto desidero sapere. Già mi dite in totale che state tutte discretamente bene, ma avendo voi avuto i dolori sentirei volentieri in particolare come state. Vi ringrazio della risposta che mi avete data del chierurgo. Isabella27 è sempre lo stesso. Già in piedi ma attesa la somma delicatezza del suo temperamento non potendo prendere più d’una mezza libbra di acqua, e neppure la continua onde poco può giovare.

Raccomando assai alla vostra carità due mie nipoti che secondo pare vanno ambidue a morire. A me preme più di tutto una santa morte, che già tutto è fumo.

La Zaibante28 alla quale il medico volle fosse fatto un consulto secondo la loro definizione non sarà niente di grave ma secondo la mia (veduta) vedo cosa assai lunga ma poco chiara.

In somma lasciamo in tutto fare a Dio tanto che lo serviamo. L’altro giorno fu qui la vostra mamma. Vi assicuro che mostra d’essere divenuta 10 anni più giovane. Mi ha consegnato 8 talari cioè due napoleoni d’oro29 da farvi avere.

Le Compagne mi dicono che vorreste della galetta... Aspetto a terminarvi questo periodo quando avrò parlato colla Superio­ra30. Sappiate che ho trovato nella carta dei spoloncini31. Il conto che vi occludo dal quale io non posso capir niente quanto abbiamo speso dei spoloncini vedrete voi e forse vi ricorderete quanto abbia­mo dato per questi alla Benvenuti non solo ad essa, ma anche dei spoloni32. Il conto che avete fatto colla Isabella non solo non lo capivo ma trovavo che era sbagliato perche metteva in tutto, o 28, o 37 svanzicher33 cosa impossibile ricordandomi solo che mi avete det­to che abbiamo risparmiato due lire da una parte e non so quanto dall'altra. Vi ricordo che i spoloni sono 35 fini, e ventisei parte più larghetti di lama, e parte meno ma più larghi dei fini.

Rapporto alla robba mi disse la sottosuperiora34 che parte per essere la vostra galetta marcia, e parte per essere poca non pote far niente. Ditemi se vi accomoda con gli otto talari ch'hanno che vi comprino della galetta da filare e ve la mandino un poco alla volta oppure se volete il danaro. Se volete i due cottoli35 coloriti, ed il resto in danaro, o in galetta. In somma fatte come vi accomoda.

Fa­temi il piacere di mandare a domandare al Padre Vettore36 presentandogli i miei rispetti se ha avuto nessuna risposta di Ravenna37.

Dite alla Cara mia Betta38, che mi riuscì finalmente di trovare il zelante Parroco d'Albisini Capellaro. Andò egli stesso al negozio a ricercare Marco Pomi ma seppe che non e più nel negozio, ed è an­dato a Milano a cercarsi da lavorare colà. La moglie l'ha lasciata a Santo Stefano, e questa è appoggiata a Don Marchi, e dissero al par­roco che appena avrà trovato padrone viene sul momento a prender sua moglie. Questa l'ebbi jeri vedro se mi riuscirà di saperne qual­che cosa della moglie da Don Marchi.

Un affare m'impedisce partir domani, ed anche il medico ades­so vuole che mi faccia cavar sangue, onde partiro la ventura setti­mana. Giovedi vi mandero una letterina per la Signora Teresa Padenghe39. Ditelo ad essa sola che suo marito non vi sia.

Vi lascio nel Cuor Santissimo di Maria
Di Voi Carissima Figlia

Verona San Giuseppe li 9 agosto 1829

Vostra Aff.ma Madre


Maddalena Figlia della Carità40
Alla Signora

La Signora Giuseppa Terragnoli

Figlia della Carità

Santa Lucia


V E N E Z 1 A

A ELENA BERNARDI

2038(Verona#1829.08.12)


Anche a lei la notizia di un ripetuto rimando del viaggio della Canossa a Trento, es­sendo veramente pressata da troppi affari. La ringrazia anche della sua premura per il ragazzino di cui aveva parlato alla Rosmini nella lettera del 4 agosto.
V.G. e M. Mia Carissima Figlia
La ringrazio mia Cara Figlia delle nuove che mi ha date. Neppu­re in questa settimana mi è stato possibile di partire per Trento co­me avea fissato, da questo può comprendere quanto io sia mai cir­condata da affari. Mi sono di più dovuto far levar sangue perché m'incominciava la tosse, ora mi trovo alquanto debole, ed anche a dire il vero stanca, perché i tanti affari non mi hanno permesso di governarmi un poco dopo il salasso.

Preghi il Signore e Maria Santissima mia Cara Figlia acciò mi as­sistano in mezzo a tanti imbrogli, che mi circondano, che ne ho ve­ramente bisogno.

Spero a Dio piacendo di partire per Trento ai primi della ventu­ra settimana.

Ti ringrazio pure mia Cara Figlia di quanto hai operato riguardo al ragazzetto41, che ti raccomandai, quando anderò a Trento riferi­rò il tutto, e spero che anche Mons. Sardagna42 ne rimarrà conten­to. Rapporto alle perline non ti prender pena, perché quand'anche la Cara Durini43 non le volesse avendole avute di prima compra non mi costano poi tanto.

Ti prego salutarmi tutte le Care Compagne, ed abbracciandovi tutte, tutte vi lascio nel Cuor Santissimo di Maria.
Di Te mia Cara Figlia
Verona San Giuseppe 12 agosto 1829
Tua Madre Maddalena

Figlia della Carità44

Alla Pregiatissima Signora

La Signora Elena Bernardi

Figlia della Carità

Parrocchia Santo Stefano

Contrada della Signora

MILANO

A MARGHERITA ROSMINI

2039(Verona#1829.08.19)


Per non lasciarla in pena, la Canossa le comunica il nuovo intralcio a partire per Tren­to.
V.G. e M. Carissima Figlia
In somma mia Carissima Figlia più non le voglio scrivere quando sarà la mia venuta vedendo sempre intralciato, e ritardato questo mio viaggio. Un grave affare riguardante la Gloria di Dio, è quello che mi trattiene. Molte volte ho creduto di poter essere in libertà, e ba­sta che gli dica, che jeri tutto conclusi col vetturale per partir oggi o al più tardi domani, ma poi jer sera tutto consultato col Superiore45 dovetti concludere che conviene, che ancora mi fermi. Facciamo insieme il piccolo sacrificio di differire lo scambievole, contento di rivederci. Ti scrivo queste due righe temendo che tu stia in pena di non vedermi. La mia salute va bene al mio solito.

Vi abbraccio tutte di vero cuore e tutte vi lascio nel Cuor San­tissimo di Maria.


Di Lei Carissima Figlia


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