A elena bernardi


Verona San Giuseppe li 19 agosto 1829



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Verona San Giuseppe li 19 agosto 1829


Tua Aff.ma Madre

Maddalena Figlia della Carità1



A DOMENICA FACCIOLI

2040(Verona#1829.08.22)


La Canossa non sa ormai più enumerare le settimane in cui ogni giorno parte per Trento e poi deve rimandare. Non si tratta di un affare dell'Istituto, ma tale per cui il Superiore non la lascia partire fino a che non sia ultimato. C'è poi da risolvere il problema degli Esercizi spirituali per le giovani, che ella vorrebbe far tenere in autunno ma, che per la Canossa, cadrebbero in un'epoca non consigliabile; ne indica le ragioni.
V .G. e M. Carissima Figlia
Devo farvi ridere mia Cara Figlia sono non so quante settimane che ogni dì parto per Trento, ed ogni martedì sono di ritorno a Verona.

Sappiate che ho un affare grave per le mani non dell'Istituto, ma il nostro Superiore2 vuole che lo termini prima di partire. Fattemi la carità d'applicarmi tre Comunioni in onore de Cuori Santissimi di Gesù Giuseppe, e Maria perché benedicano tutto.

Dite alle care compagne che di cuore abbraccio, che ho piacere che abbiano ricevuto le mie lettere, ma che se hanno creanza dovrebbero rispondere una alla volta perche allora non hanno creanza colla mia borsa; ma rispondono anche i contadini.

Voi poi mia Cara Figlia vi siete dimenticata di mandarmi la tela della Ravelli3, ve la metto in memoria perché non manchiate di creanza in altra occasione, nella quale potete mandarmi le altre cosettine che le sorelle della Girardi4 vi portarono, subito che le avrà ricevute le spedirà la ricevuta di tutto. E io pure con tutta la creanza vi ringrazierò. Rapporto poi agli Esercizj delle giovani, desidero che vi consigliate col Signor Don Giovanni5, e nello stesso tempo gli sottoponiate varj miei riflessi quali sono: primieramente il fare gli Esercizj in tempo di Fiera6, non mi pare opportuno, neppure farli, in tempo del Giubileo, primo perche i Religiosi saranno tutti impegnati, chi a fare Missioni, chi a dare gli Esercizj, e dificilmente potressimo noi aver un buon soggeto, per le nostre giovani.

Secondariamente gli Esercizj delle giovani portano seco un'impegno maggiore di quelli delle signore, ed una assidua coltivazione, per poterne cavar quel frutto, che si desidera per la gloria di Dio, e per la santificazione dell 'anime.

Finalmente il dare gli Esercizj prima dell'autunno, io dubito molto, che coteste giovani dovendo andare in campagna abbiano da perdere tutto, o quasi tutto quel poco che avessero acquistato nei Santi Esercizj, come successe altra volta.

Ditegli tutti questi miei obbietti al confessore, domandandogli se gli paresse me(glio) di trasportarli dopo l'autunno per poter cavarne maggior frutto.

State attenta a quello egli giudica, e sappiatemelo dire esattamente. E poi pensate anche voi altre se potete prendervi questo impegno, per essere in poche, e pel peso grande che vi è, dovendo continuamente starvi dietro coll'assistenza.

Riguardo al mandarci la robba della Ghelardi7, coll'occasione della Fiera ne vi mancheran varj mezzi da spedircela se non ve fosse altri, verrà certamente il Signor Piva, e collo stesso incontro mandateci anche la tela della Ravelli.

Vi abbraccio tutte di vero cuore, e vi lascio nel Cuor Santissimo di Maria


Di Voi Carissima Figlia
Verona li 22 agosto 1829

Vostra Aff.ma Madre

Maddalena Figlia della Carità8

A MARGHERITA ROSMINI

2041(Verona#1829.08.30)


La Canossa non può ancora definire quando andrà a Trento, per la solita ragione. Pe­rò si assicuri che il Superiore vuole solo che termini quell'affare, non che non vada a Trento. Ancora da Bergamo le é stato scritto che Mons. Sardagna é loro Vescovo, ma è solo un loro desiderio.
V.G. e M. Carissima Figlia
Una sola riga mia Cara Figlia per dirle unicamente che ricevetti due care sue lettere contenenti altre mie dirette da chi mi scrisse a Trento. Vivamente la ringrazio.

Il Superiore9 non mi ha mai detto di non venire a Trento, ma solo di terminar prima un'affare importante.

Mi vado lusingando questa settimana di aver il contento di ve­nire ad abbracciarle, ma mi sono burlata tante volte, che più non me ne assicuro, onde stiamo alla Volontà di Dio. Da Bergamo mi scrivono che Monsignor Sardagna10 sia stato eletto loro Vescovo, ma vedendo ch'ella niente me ne dice, credo che sarà il loro deside­rio. Tutte la riveriscono, ed in somma fretta tutte le lascio nel Cuor Santissimo di Maria.
Di Lei Carissima Figlia
PS. I miei soliti doveri a Monsignore, ed al Signor Arciprete11. come al Signor Natale12. Don Leonardo13 è quasi insanie14 pel mio ritardo.
Verona li 30 agosto 1829

Sua Aff.ma Madre

Maddalena Figlia della Carità15

A DOMENICA FACCIOLI

2042(Verona#1829.09.02)


Questa volta la causa del suo nuovo ritardo a partire per Trento, da dove manca da un anno, è la sopraggiunta tosse. In quanto a Bergamo, supposta sede vescovile di Mons. Sardagna, non ha proprio nessuna conferma. Appena saprà con certezza, scriverà.
V.G. e M. Carissima Figlia
Ancora mi trovo a Verona. Grazie al Signore ho terminato quell'affare che mi trattenne tanto tempo qui. Aveva stabilito di partire venerdì per Trento, ma essendomi venuta la mia tosse, non so se mi lascierà per tal giorno, acciò possa mettermi in viaggio. Per vostra quiete vi dico, che non è mica di quelle così forti.

Rapporto a quello vi dissero il Signor Don Cataneo16, ed il Signor Don Zanetti17, io non vi scrissi niente, perche sappiate che anche adesso ho ricevuto due lettere da Trento, e non mi parlano niente, anche il Signor Don Leonardo tanto intrisico18 amico di Monsignor Sardagna neppur lui mi disse niente.

Si vede che a Milano forse sapranno la cosa, e a Trento ancora non saranno pervenute tali nuove. Quando sarò arrivata colà se saprò qualche cosa ve la scriverò anche voi continuatemi le notizie di coteste parti.

Riguardo agli Esercizj quando avranno stabilito qualche cosa me la scriverete per mia regola.

Sappiate che l 'altro giorno ricevetti una lettera della vostra mamma la quale mi scrive che quest'anno non può darvi niente di quanto fu convenuto neppure il frutto, o dirò meglio rendita perche a San Zenone19 non piovette neppure quest'anno, e mi prega di dirvelo onde rispondetemi qualche cosa da poterli scrivere.

Mia Cara Figlia siamo nella novena della Santa Bambina desidero vivamente che tutte rinnasciamo ad una vita perfetta per immitare quella ch'era santa appena apparsa sul mondo. Fatemi la carità di ajutarmi coll'orazione. Io da miserabile non mancherò di pregare per voi altre.

Salutatemi tanto le care compagne e state tutte quiete ch'io sono persuasa tra due o tre giorni non non aver più tosse. Dirigete per altro le lettere qui sembrandomi questa volta che non già la tosse, e gli affari ma il Signore non voglia che parta per qual suo dissegno precisamente io non la sò. Per me è lo stesso, mi fanno soltanto pena le compagne di Trento da dove è più di un anno che sono partita. I miei distinti rispetti al Signor Don Giovanni 20. Qui tutte se la passano, e vi riveriscono.

Abbracciandovi di cuore vi lascio tutte nel Cuor Santissimo di Maria. La scrivente vi prega di consegnare la qui occlusa a chi è diretta.

Di Voi Carissima Figlia
PS. Ditemi positivamente quando da voi altre comincia il Giubileo.
Verona li 2 settembre 1829 Vostra Aff.ma Madre

Maddalena Figlia della Carità21




A DOMENICA FACCIOLI

2043(Verona#1829.09.07)


La Canossa avrebbe dovuto intervenire presso le autorità militari per chiedere, sotto la pressione angosciosa di un padre, il rilascio del figlio dal servizio militare, ma dimostra di aver fatto quanto ha potuto, pur con esito negativo. Per Mons. Sardagna, presunto Vescovo di Bergamo, anche a Trento non se ne parla più. Le scriva come intende organizzare gli Esercizi per le giovani.
V.G. e M. Carissima Figlia
Ancora mi trovo a Verona, da dove ricevetti la cara vostra lessi quella della Superiora22, e quella che il Signor Valsecchi23 mandò alla Metilde24 per mezzo di quel buon uomo.

Rapporto a questo pover uomo io ho proccurato di dargli tutti quei lumi che potei benche sapesse che sarebbe stato tutto innutile, perche sappiate che sarà circa due settimane che per l’istessa ragione è venuto il fratello del Preposto di Civitate appunto per vedere se si poteva liberare il nipote di questo ultimo, e figlio dell'altro; ma non mi è stato possibile essendo anche questo soldato di un'anno e si ritrova nel medesimo Reggimento ove si trova il figlio di questo pover uomo dipendente dei Signori Camozzi25.

Potete immaginarvi quanto grande sia il mio rincrescimento per non aver potuto liberare il povero giovane, e nello stesso tempo servire i Signori Camozzi, che mi sarebbe stata una gran compiacenza se avesse riuscita bene la cosa.

Dite pure al Signor Valsecchi che lo avrei raccomandato anche a mio nipote Orti26, essendo questo sopra la Coscrizione, ma niente sarebbe giovato anzi peggio, come non potei far niente coll'altro con tutti i miei lumi, e raccomandazioni. Il suddetto buon uomo è stato a parlare al sergente. Quando ritornerà costì le racconterà tutto, come andò l'affare, e ditegli pure anche questo che ne lui, ne io potevamo fare di più di quello che abbiamo fatto.

Per non saper in qual altro modo poter prestarmi e per servire l suddetti Signori, ho proccurato almeno di dargli il suo bisogno a quest'uomo, sì nel mangiare, che nel dormire.

Rapporto al Vescovo di Bergamo sappiate che scrissi a Trento per saper la cosa, e mi risposero, che da molto tempo colà non se ne parla più che Sardagna27 abbia da essere Vescovo di costì.

Mi sono molto consolata sentendo dalla cara vostra il fervore con cui avete cominciata la novena della Santa Bambina, anch'io voglio sperare che cosi facendo rinascerà spiritualmente nei vostri cuori.

Vi ricordo che presto s'avvicina la novena dell'Addolorata essendo questa veramente la nostra mi figuro che la farete con egual fervore, e più perche tanto fatte per la nascita più farete per poter consolare la nostra afflitta Madre nei suoi dolori. Vi raccomando in questa prossima novena di ricordarvi di me in particolare, e di tutto l'Istituto.

Riguardo agli Esercizj, va benissimo come ha giudicato il Signor Don Giovanni28 tanto più avendo stabilito altro tempo anche pel santo Giubileo, combineremo tutto al momento.

Vorrei sapere da voi giacche, desiderate che vi dia il permesso di ricevere cinque contadine,

vorrei dico, che mi scriveste il metodo che vi avete prefisso di tenere, e quali compagne giudicate atte a tal opera, ma ditemi tutto specificatamente, veduto tutto, vi dirò quello che il Signore mi avrà illuminato che facciate.

La lettera per vostra madre la farò io. Non abbiamo ancora veduto il Signor Piva, fra un giorno, o l'altro verrà, e ricevuto che avrà la Cattina29 tutta la robba che le sue sorelle dissero di averle mandato subito la stessa vi farà la ricevuta da consegnarle alle stesse.

Vi ringrazio dell'orazione che fatte per me, continuate pure. I miei più distinti rispetti al Veneratissimo Signor Don Giovanni, tanti complimenti alla nobil Famiglia Camozzi, ed abbracciandovi di cuore vi lascio tutte nel Cuor Santissimo di Maria.

Mercoledì conto a Dio piacendo di andare a Trento se altro non succede. Di salute grazie al Signore me la passo benino, la Superiora vi saluta, e già vedete che ho risposto io anche per essa.


Di Voi Carissima Figlia
Verona li 7 settembre 1829

PS. Ringraziate tanto il Valsecchi per la premura ch'ebbe nello spedirmi il Decreto pei Cappuccini, riveritemelo tanto. Addio.


Vostra Aff.ma Madre

Maddalena Figlia della Carità30



A GIUSEPPA TERRAGNOLI

2044(Verona#1829.09.09)


Alternanza di ammalate: a Verona la Biadego é in convalescenza; a Venezia la Demassari non sta bene. Sono le visite del Signore che ama le sue creature. La Canossa é molto spiacente per la morte del medico Castelli. Per la sua sostituzione consiglia la Terragnoli a chiedere consiglio al Superiore, Mons. Traversi. Le manda del danaro per la provvi­sta del vino.
V.G. e M. Mia Carissima Figlia
Incomincio dal darvi le mie nuove mia Cara Figlia le quali grazie al Signore sono molto migliori dell'ultima volta, che vi scrissi, e mercoledì a Dio piacendo conto di partire per Trento. Pregate che abbia un buon viaggio. La Prudenza31 ha già superata la sua malat­tia della fersa32 perché è stata di ottima qualità, ed ora si può dire che è in convalescenza.

Mi scrive la Durini33, che vi farà tenere quanto prima la nota somma di danaro, ed io tengo qui in pronto i due napoleoni d'oro(4) che mi portò la vostra buona mamma ai quali ne aggiungerò altri otto quali formano in tutto talleri 4 con cui potrete provvedere il vi­no, e spero anche, che vi rimarrà qualche cosa per supplire a qual­che spesetta.

Mi dispiace sentire che la cara Floriana34 sia stata alquanto in­comodata di salute, voglio sperare però che a quest'ora si sarà già rimessa.

Il Signore mia cara Figlia tratto tratto ci fa qualche visitina que­sto è segno che ci ama, e questo ci deve anzi consolare.

Tutte le care Compagne di questa casa si vanno diffendendo. Isabella35, che cordialmente vi riverisce se la passa benino. Vi pre­ga di salutarle tanto la buona Chiaretta a cui subito, che potrà darà risposta alla sua letterina, che porti pazienza un altro poco.

Non vi so dire mia Cara Figlia quanto dispiacere abbia provato in sentire la morte del nostro povero medico Castelli36, e non man­cheremo di suffragare la di lui anima. Rapporto poi allo sceglierne un altro consigliatevi col degnissimo nostro Superiore quale ne avrà più cognizione di quello ne possiamo aver noi. Fra tutti quelli da voi nominatemi io sarei inclinata per il Trais. Se a questo poi si fossero moltiplicate le occupazioni, e che non potesse allora bisognerà rivolgersi a qualche altro.

Vi ripeto già sentite il Superiore37 e prendete quello che lui crederà più adatto. Parlando colla cara Annetta38 questa mi ha detto che Locateli non è niente bravo, non so poi quanto questa ne sappia. Vi occludo due lettere della medesima una per voi, e l’altra per sua sorella.

Oggi è mercoledì, e sono ancora Verona quantunque avessi tutto disposto per partire questa mattina ma il cattivo tempo non me lo ha permesso. Se sarà buono partirò domattina.

Ho piacere che la Signora Cattina39 sia ritornata ed abbia avuto un felice viaggio, e godo che sia rimasta contenta della raccomandazione fattale dalla Durini40.

Saluto ed abbraccio insieme con voi tutte le Care Compagne e tutte vi lascio nel Cuor Santissimo di Maria

Di Voi mia Cara Figlia


Verona 9 Septembre 1829

PS. Questa sera ho spedito alla buona mia Fanzago41 i sette napoleoni d’oro per voi dei quali 2 della vostra mamma. Dite cinque dell’affitto dell’Angioletta42 che già non saranno neppur quattro dovendo oltre il prediale43 far accomodare la casa. Il di piu ve lo mando io.


Vostra Aff.ma Madre

Maddalena Figlia della Carità44


Credo che sarà più di dieci napoleoni d’oro quello che riceverete avendone mandati alla Fanzago 12 perche si paghino della condotta della robba a Verona, e poi vi mandi il resto.

VERONA

Alla Signora

La Signora Giuseppa Terragnoli

Figlia della Carità

Santa Lucia

V E N E Z I A



A MARIANNA FRANCESCONI

2045(Verona#1829.09.16)



E’ morta Teresa Maria, la prima collaboratrice della Francesoni, la direttrice dell’Ospedale delle Convalescenti. La Canossa condivide la sua pena e s ‘informa della conversa che abitava con la defunta. Gliela raccomanda caldamente e l’assicura che ha fatto benissimo a ricevere un’ altra ragazzina tignosa, perchè presentata dal Padenghe.

V.G. e M. Carissima figlia

Non puoi credere mia cara figlia di quanta amara sorpresa mi sia stata la morte della cara Teresa Maria 45, in mezzo però all’amarezza mi sono molto consolata sentendo che è morta assistita da te mia cara figlia. E’ ben vero che il Signore dipone delle sue serve come a Lui piace. Desidero sapere cosa sarà di Suor Maria46, e che disposizioni di questa sua buona conversa fece la stessa. So bene che per la tua carità è superfluo, ma se mai Suor Maria fosse ancora con te, te la raccomando assai.

Rapporto alle nostre povere tegnosette47 da una parte è da ridere, anche noi altre lo sapessimo che erano ben governate senza che l’ospitale cioè i Professori ce lo dicessero. Cosa sia questa commedia io non lo sò. Non è già che a me non le me sia care, ma essendo una cosa affatto oposta alla nostra opera, umanamente curiosa. Mi basterebbe che avessimo la consolazione di guarirle. L’unico mio dispiacere, è pel timore che questa non guarisca, ma se si può riuscirne, a me sono carissime.

Rapporto a quella ultima che ti mandò il signor Francesco Padenghe48 sta quieta perche se fossi stata anch’io a Venezia, e che avesse ricevuto quel biglietto scritto in quel modo l’avrei ricevuta anch’io perche si sa chi è il signor Padenghe quanto prudente, e quante carità, e favori noi abbiamo ricevuto, onde perciò sta quieta, e vedremo dopo il mese cosa poi farà. Sta dunque quieta che hai fatto tutto bene, e che ti sei regolata bene in tutto.

Avrete pur voi Veneziani terminato il santo Giubileo, e da noi altri è otto giorni che è compito. Con questa occasione abbiamo fatto fare i santi Esercizj alle Sanzenate49 donne e ragazze e speriamo nella misericordia del Signore che sia stato cavato un gran frutto. Ti puoi immaginare quanto grande sia stato il nostro d’affare. Dopo che fu compito tutto, dalla stanchezza mi è venuto la mia solita tosse ma generosissima, per questo mi diedero un salasso il giorno dell’Immacolata, ma per essere questa volta così insistente anche questa sera il signor medico mi fece levare altre quattro oncie di sangue. Sta però tranquilla che già sai che ogni volta che mi viene la tosse mi seguita un gran tempo, onde anche questa volta quando sarà stuffa se ne anderà.

Raccomandami al Signore ed abbracciandoti di cuore ti lascio nel cuor santissimo di Maria.

Di te mia cara figlia

Verona li 16 settembre 1829 Tua affezionatissima Madre

Maddalena Figlia della Carità50

Alla cara

Marianna Francesconi

Figlia della Carità

A GIUSEPPA TERRAGNOLI

2046(Trento#1829.09.26)


Finalmente la Canossa é a Trento e, da là, ringrazia la Terragnoli delle commissioni eseguite. Le spiace e, insieme, é contenta che la Fanzago le abbia mandato tutto il danaro che le aveva affidato per trasmetterglielo, senza ripagarsi del proprio credito. Maddalena é pure contenta del nuovo medico, segnalato dal Superiore, Mons. Traversi. Avverte Giuseppa che le arriverà del danaro maggiorato per una nuova offerta della Durini.
V.G. e M. Carissima Figlia
Vi ringrazio mia cara figlia delle commissioni che avete per me eseguite, e vi raccomando la nota persona51, per la quale al primo incontro vi manderò, come vi dissi un napoleone d'oro52. Mi fece ridere l'amica Fanzago53, sentendo che vi ha mandato tutti i dodici napoleoni. Sentite se è curiosa, vuole tenere un credito con me per forza. Non mi volle mai dire cosa abbia speso, pel trasporto dei bauli. Le mandai dodici napoleoni perche si pagasse e vi mandasse il rimanente ben sapendo che la spesa a mio giudizio d'un napoleone d'oro. Per restare sempre in credito non volle pagarsi e ve li mandò tutti. O' per altro piacere per voi altre, che siete più accomodate.

La cara Durini54 mi ha scritto d'avervi fatto tenere il danaro, ed anzi mi disse d'avervi mandato anche cento e trenta lire di Milano di più perché abbiate memoria di essa e preghiate secondo la sua intenzione. Jeri le scrissi e la ringraziai.

Dite alla cara Betta55 che non é opportuno che scriviate al mio fratello, né che gli domandiate del riso, sapendo io avere tanti impegni che in somma non è opportuno.

Rapporto al medico io sono contentissima che abbiamo il Dottor Castagna. Voi vi siete regolata benissimo in tutto. A quelli che vi parlarono dite che voi non avete mancato di tutto scrivermi, ma che io aveva delle viste preventive, e che perciò sono restata col dispiacere di non poter servire chi vi parlò, e che abbiamo il medico Ca­stagna.

Vorrei anzi che mi faceste il piacere di far fare alla vedova Ca­stelli i miei complimenti... Penso che meglio sarà che le scriva io senza imbrogliar voi, che in due righe termino tutto.

Sono obbligatissima anche per questo al degnissimo nostro Su­periore56 come pure del disturbo della cassettina. Vi confesso per altro che mi dispiace molto di non rivederlo, ma se si tratta della sua salute ci vuol pazienza. Per altro mi pare ancora impossibile che il nostro Vescovo57 non lo faccia risolvere di venire con lui a Verona.

Non sapevo la morte di Grimani. Si vede che Dio vuol santa la Dama Donà58 perche le fa delle gran visite.

Dite alle compagne che risponderò loro ma che portino pazien­za non avendo adesso un momento.

Tanti complimenti al Signor Padenghe59, ed al buon Signor Al­lesandri60. Abbraccio di cuore la cara Marianna61 alla quale pu­re scriverò quanto prima.
La buona Rosmini62 mi commette dirvi tante cose, accettate tutte i saluti di tutte queste care compagne, vi lascio tutte nel Cuor Santissimo di Maria
Di Voi Carissima Figlia

PS. Nella lettera che mi scrisse la vedova Castelli non vi era il nu­mero della casa, sicché io gliela diressi per Santi Apostoli, ma vi prego voi d'indagare destramente se l'ha ricevuta.

Trento li 26 settembre 1829

Dal convento dell'Addolorata

Vostra Aff.ma Madre

Maddalena Figlia della Carità63



A ELENA BERNARDI

2047(Trento#1829.09.29)


Non tema della sua salute, le scrive la Canossa, perché cerca di difenderla meglio che può. Piuttosto pensi a star bene lei e le consorelle per servire meglio il Signore, perché se tutte si ammalassero vorrebbe dire che Egli vuole l'ospedale.
V.G. e M. Carissima Figlia
Bisogna che ti disturbi coll'occluderti un all'altra lettera per Donna Marietta64, e non ti posso scrivere in lungo come questa vol­ta voleva. T'assicuro che sono tanto imbrogliata che non so come trovar tempo da sbrigar tutto.

Non aver timore che non mi governi che appunto perche sono una poltrona mi restano sempre cose da fare. Credi che la mattina poche volte mi alzo di buon ora e quando mi sento proprio stanca ho leggo, o vado a far orazione e cosi mi riposo perche per parte mia cerco di durare più che posso per poter servire il Signore quantun­que lo faccia si male.

Per lo stesso motivo tu devi governarti per lo stesso motivo, e non devi aver dispiacere di star bene, perche se vi ammalate tutte, faremo certo la volonta di Dio, e questo sarà il più, ma vorrebbe di­re che piacerebbe al Signore che facessimo l'Ospitale.

Ti assicuro ch'io pure ho molto sul cuore l'Antonietta65, e la Togna66. Mi dispiace tanto non avere la santita di Sant' Antonio67 che vorei essere a Trento, ed a Milano.

Non mi ricordo se ti abbia scritto che di quel ragazzino, ho nel­le mani 22 lire di Milano, cioè ventidue svanzigher68, che ti mande­rò al primo incontro.

Se tu potessi metterlo in qualche luogo pio, sarebbe una gran bella cosa. Se il Signor Caccia ti portasse una carta in istampa riguardante la cassa di risparmio69 ti prego di riceverla, custodir­mela, e scrivermelo subito.

Ti abbraccio di vero cuore unitamente a tutte le care compagne e tutte vi lascio nel Cuor Santissimo di Maria salutandovi dalla par­te di tutte queste. Stò proprio benino.
Trento li 29 settembre 1829

Dal convento dell'Addolorata



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