A elena bernardi


VERONA Alla Nobile Signora La Signora Giuseppa Dè Rosmini Serbati Nel Convento dell'Addolorata TRENTO A DOMENICA FACCIOLI



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VERONA

Alla Nobile Signora

La Signora Giuseppa Dè Rosmini Serbati

Nel Convento dell'Addolorata

TRENTO

A DOMENICA FACCIOLI

2134(Verona#1830.05.12)



Poiché a Bergamo, partita la Canossa, si sono alternate quasi tutte in un periodo di malattia, ella esprime il proprio rammarico e dà insieme notizie delle Veronesi, pure sofferenti fisicamente. Per la Luca, direttrice e insegnante delle maestre di campagna, anch'essa in corso di malattia, chieda a Don Zanetti come decidere.
V.G. e M Carissima Figlia
Molto mi dispiace mia Cara Figlia, che appena partita io abbiate pensato di ammalarvi una dopo l'altra almeno aveste avuto il giudizio di ammalarvi sino che c'era io, che almeno vi governava. Insomma sia fatta la volontà del Signore. Quest'anno gli piace visitare l'Istituto colle malattie. Sia egli di tutto benedetto. Sapiate, che qui pure ho le Metilde1 quella che fù superiora a letto sempre. La trovai così quando giunsi da Bergamo per una piaga in una gamba. Essa spera di guarire. Vedremo col caldo.

In questi ultimi giorni dovetti fare due consulti per due giovani, che non conoscete, e per una essendo novizia si dovette stabilire di mandarla a casa per l'altra mi danno delle speranze, ma io ci vedo poco chiaro, e per una terza per la quale fecero pur consulto che neppur questa voi conoscete mi diedero la cosa quasi spedita, e tutte tre giovani. Intanto non mi fu possibile partire per Venezia e capisco, che converra contentarmi a partire lunedì.

La mia salute per altro va bene fuori di debole ma prenderò anche forze. Rapporto a ciò che dovette fare se il Signore tiene ammalata la Checchina2 per le maestre io direi non si può far altro, che così. Domandate al Signor Don Giovanni3 il quale, essendo finito lo straordinariato, vi farà la carità di venire come fa sempre avendo egli dal Padre spirituale la facoltà se Checchina non guarisce domandategli il permesso di tenere le maestre dieci, o quindici giorni di più tanto cioè ch'abbiano solo passati gli esami.

Niente mi dite della Lazzaroni4 . La Muterlini5 se la passa benino ma non è guarita. Adesso vi scriverò qui innanzi una qualche lettera famigliare che darete a Checchina per risparmiarle la fatica. Vi abbraccio tutte di vero cuore, e vi lascio nel Cuor Santissimo di Maria. Tanti rispetti al Signor Don Zanetti.


Di Voi Carissima Figlia
Verona li 12 maggio 1830 Vostra Aff.ma Madre

Maddalena Figlia della Carità6

(NB. Seguono tre facsimili di lettere che potrebbero essere falserighe per le candidate maestre, ma che non si pubblicano.)

Se queste non bastassero scrivettemelo che ve ne manderò dell’altre. Dirigete la vostra lettera in Venezia.


Alla Signora

La signora Domenica Faccioli

Figlia della Carità

In Rocchetta Convento Santa Croce

BERGAMO

A DOMENICA FACCIOLI

2135(Verona#1830.05.15)


Francesca Luca è guarita, risolvendo così una situazione davvero complicata. A Verona invece le ammalate non diminuiscono. Il resto, notizie interne.
V.G. e M.

Carissima Figlia


Due sole righe mia Cara Figlia tanto per dirvi, che lunedì a Dio piacendo ho intenzione di partire per Venezia. Vi assicuro che provai una vera allegrezza di sentire dalla cara vostra, che Maria Santissima si sia degnata di guarire la nostra Checchina7. Ringraziamola di cuore, e vi prego di continuarmi le notizie di Checchina. Vi dirò poi, che sono obbligata alle povere nostre ragazze per le orazioni che hanno fatto. Ringraziatele per me, e dite loro, che preghino anche secondo la mia intenzione.

Ho piacere, che tanto voi, che la Cara Maddalena8 vi troviate in buono stato cioè quasi ristabilite. Abbiate però cura per non ricadere.

Rapporto alla casa vi prego di scrivermi con due righette un po più chiaro, per che bene non posso intendere quello, che volete dire. Sentirò volentieri l'esito della giovane di Milano. Dirigette pure le vostre lettere a Venezia.

Vi occludo qualche quesito di creanza per le maestre. Lo feci per risparmiare la fatica a Checchina.

Rapporto allo straordinario sento, che da questo vi siete gia confessata, onde non occorre altro.

Ho piacere, che il bordo sia piaciuto al Signor Don Ambrogio9,e farete bene a dirgli l'importo perche sia registrato sul libro. La salute delle compagne di qui continua sullo stesso piede onde le raccomando alle vostre orazioni.

Addio mia Cara Figlia in somma fretta vi abbraccio, e lascio nel Cuor Santissimo di Maria unitamente a tutte.

Di Voi Carissima Figlia

Verona li 15 maggio 1830

Alla Signora

La signora Domenica Faccioli

Figlia della Carità

In Rocchetta Convento Santa Croce

BERGAMO

_________________


NB. Manca la firma della Canossa, che è stata ritagliata sull'originale della lettera.

A MARGHERITA ROSMINI

2136(Verona#1830.05.16)


L'aveva suggerito la stessa Canossa che accettasse, o meno, Maria Dottori che le aveva mandato perché, non solo l'età, ma anche l'esperienza di tante attività, le dava molto affidamento per la sostituzione della Carminati. Quindi, non si preoccupi se ha credu­to meglio farne a meno. Per il caso della sorella del Prefetto, prima di decidere, è me­glio sentire quanto pensa di fare la Campostrini.
V.G. e M. Carissima Figlia

Comincierò col dirle mia cara Figlia che ricevetti due care sue una per la posta l'altra dalla Rosa1 la quale cordialmente l'ab­braccia unita alla Cara Cattina2. Queste grazie al Signore hanno fatto un felicissimo viaggio ed arrivarono qui, a Verona alle ore set­te, e mezza. Spero ch'Ella pure avrà incontrato un viaggio felicissi­mo, e che saranno anche loro ritornate in buona salute.


Mia cara Figlia già come sai ti aveva scritto di liberamente pren­dere, o rimandare la Compagna, che ti mandava. Sappi che quantun­que la Maria3 non abbia certa abilità essendo però di una età giu­sta perche avrà circa trenta otto anni da più di un'anno sta bene, é pel Reclusorio, dottrina fuori, pei uomini, e cose simili, mi pareva poteva ajutarti, ma quando hai potuto accomodarti hai fatto bene rimandarla.

Riguardo alle due Novizie che mi parli io mi rimetto pienamen­te a tutto quello farà Monsignore4. Riguardo alla sorella del Si­gnor Prefetto5 stia pure attaccata le ripeto a quello giudicherà Monsignore e rapporto alla Campostrini6 mi pare che meglio sa­rebbe di andare con semplicità facendole Ella conoscere come incli­nerebbero che questa figliuola restasse in Trento e siccome conviene che la Campostrini faccia per riceverla un sacrificio non piccolo e che d'altronde si possono verificare le condizioni che desidera ma potrebbero anche non verificarsi perciò che se non le dispiace la­ prenderebbe non avendo bisogno di tutte quelle qualità che occor­rono alla Campostrini. Per altro che di questo passo mi rimetto a Monsignore.

Se non vuoi scrivere alla Teodora7 nel caso Monsignore giudi­casse affermativamente scrivi alla Superiora di qui che questa po­trà parlarle.

Termino subito trovandomi sopracarica d'imbrogli, contando domani se piacerà al Signore partire per Venezia colla Cattina la quale se la passa benino avendole giovato la scossa.

Per i voti della Mincolina8 non ho difficoltà che faccia la sua Professione formale in mano di Lei sempre intesi coi dovuti esami esercizj ed istruzioni ma in questo momento sinche non é terminato l'affare di Annetta9 non sarebbe carità far funzioni. Per Annetta poi risolvi con Monsignore.

In somma fretta vi abbraccio tutte, e vi lascio nel Cuor Santissi­mo di Maria


Di Lei Carissima Figlia

La Tua Aff.ma Madre

Maddalena Figlia della Carità10


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