A elena bernardi



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Verona li 16 maggio 1830


AD ANGELA BRAGATO

2137(Venezia#1830.05.21)


Tante le complicanze insorte, per cui la Canossa chiede aiuto a. lei che é sempre dispo­nibile: il nuovo Generale de Teatini, Padre Ventura, aveva preso accordi per una pre­dicazione a Verona su San Gaetano. La sua recente elezione glielo impedisce, quindi vorrebbe sapere cone risolvere. Per gli altri problemi, li accenna e chiarisce, ma vor­rebbe che le due postulanti, Luigia e Barberina, fossero, già rimandate a casa loro pri­ma che lei arrivasse. Infine per il muro di cinta da costruire a Rovato, secondo le di­rettive della fondatrice Caprini, dica a lei di scrivere in proposito al signor Antonio Angelini.

V.G. e M. Carissima Figlia


Quantunque, già sia superfluo che ti dia le nuove del mio viag­gio perche te le darà Michele1... come vedrai questa lettera è stata incominciata perche te la portasse Michele, ma è stato tanto il con­corso di gente che non è stato fattibile che possa scrivere se non che le prime righe. Ricevo questa mattina una cara tua lettera. Per la nostra Isabella2 cerca che mangi, e procura di farle avere in anti­cipazione le solite cosette.

Per rapporto alla lettera di Rosa3 trovandomi io quì e tanto ri­stretta di tempo essendomi oggi cominciati gli Eserpizj delle Dame ho bisogno che tu mi ajuti non potendo io scrivere se non quelle in­dispensabili che pure difficilmente potrò fare per le occupazioni e per quelle delle due secretarie che vanno ambedue soggette al male di testa.

Prima per altro ti dirò che mercoledì poco dopo il mezzo giorno siamo giunte felicemente in Venezia. La mia salute è buonina vale a dire che sono deboletta come sai; ma ti dirò che mangio più che a Verona in conseguenza se posso continuar così mi fortificherò.

Ti assicuro che cerco di avermi tutte la cura che posso, tutti al solito mi predicano; ma già si sa che la predica si è che non mi stanchi cogli altri, ma col predicatore poi s'intende che abbia da fare quanto questo abbisogna.

Veniamo adesso alla lettera di Roma per andare alla breve fa così. Manda il nostra Carlo gastaldo 4 dal Signor Arciprete Don Carlo Ferrari 5, e gli farai domandare a mio nome, o dirò meglio gli farai dire che una persona divota di San Gaetano 6 ha sentito a dire ch'egli ha la cura che sia fatta quella novena ed il panegirico chi ha per oratore. Se rispondesse che non è vero, e che non sa nien­te, con lui non trattar altro di questo. Allora manda subito a chia­inar Michele il quale è amico grande del Calderar Marchesini detto il Brentegan di San Gaetano7. Farai che Michele faccia la ricerca medesima di Don Carlo Ferrari. Se sono provisti melo scriverai sol­lecitamente.



Se uno o l'altro rispondesse che doveva venire il Padre Ventu­ra 8da Roma, ma che non può, farai dire a quello che ciò disse, che il detto Padre Ventura essendo conoscente del Signor Don Da­valos 9 quando io ero a Roma mi conobbe e che mi scrisse ultima­mente come egli era impegnato di venire a fare a Verona la novena del Santo che fù impegnato da un Conte di cui non si ricorda il no­me, e questo Conte lo invitò in persona. Che non potendo egli venire perchè inaspettatamente fù fatto Generale del suo Ordine mi pregò di rintracciare chi potesse averlo impegnato, e che se volessero in­contrare la spesa del viaggio manderebbe due dei suoi Teatini a su­plire per lui, e di questo pure mi darai la risposta del sì e del nò.

Per la Chiesa dei Colombini 10 ho inteso, pel Conte Venier aspetta pure e lascia che venghi lui.

Ti prego di farmi fare dal mio solito calzolajo un pajo di scarpe fodrate di lana che già ha la mia forma che non sieno tanto alte sopra la tomera 11 cioè bassette di taglio verso la punta, voglio dire un pò più basse delle ultime.

Ti ricordo e raccomando lo straordinario, combina per i giorni col Superiore 12, e cerca se può fargli la carità che cominci presto che forse anche facendo gli Esercizj alle ragazze potrebbe essergli di minor incomodo andare ascoltando qualche compagna ed un po­che al giorno, potrebbe ascoltare tutte, e così passata la prima settimana.

Ouando avrai le scarpe fatte, se hai qualche occasione, ti prego mandarmele, non avendo badato di non aver altro che quelle che ho in piedi, e queste rotte.

Per la Luigia13 non vedo l'ora che sia a casa, perchè se seguita così sortirà quando non vi sarà più tempo di poterla rimettere.

Cattina 14 se la passa sufficientemente, Maria 15 lavora oggi a rotta di collo, vi abbraccio tutte di vero cuore, e tutte vi lascio nel Cuor Santissimo di Maria.
PS. Prima di partire dirai alla Cara Cristina16 che ho detto alla Margherita Caprina 17 di scrivere al Signor Antonio Ange­lini18, come essa e dissi a questa pure, come aveva di rego­larsi nondimeno se mai questa non si ricordasse ecco in suc­cinto cosa deve dire. Dirà che da me intese i progetti fatti per condurre a termine la fabbrica, ma che essa mi fece riflettere il suo desiderio che trovai giustificatissimo di alzare il muro dell'orto di alcuni piedi che perciò la prega di fare riconoscere da una muratore quale sarebbe la spesa fa­cendo quella muraglia maestra in continuazione della scuola nuova sino alla chiesa per avere l'ingresso in questa chiu­so, e coperto, come essa propose a me.

Con quella muralietta poi dall'altra parte che deve durare semplicemente finchè potremo fabbricare, ma che per altro anche questa è necessaria, e ringraziando il Signor Antonio di tutto ecc. Cristina può scrivere essa questa lettera, essendo già al fatto di quanto il Signor Antonio mi propose, e dalla Marghe­rita poi sentirà il riflesso che fece per la muraglia dell'orto, cosa che anch'io trovo necessario. Di nuovo ti abbraccio.

Adesso ho bisogno di pregarti d'un altra cosa da me dimenti­cata. Tu sai che ho la mia balia moribomda. Ti prego dunque di mandare a mio nome due lettere al Signor Don Michiel Angelo Suini19 pregandolo con una riga di farle avere col mezzo del Signor Arciprete delle Stelle a Domenica Cobella. Ti prego farlo subito perchè non muora prima. Dirai alla cara Metilde20 che pure abbraccio che le raccomando colla sua destrezza di procurare che la Bernardina 21 concluda quello che vuol fare sino che io sono quà, affinchè al mio ritorno, quando non andasse adesso in qualche convento possiamo concludere.
Venezia 21 maggio 1830

Tua Aff.ma Madre Maddalena 22

Figlia della Carità


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