Ancora la città-dormitorio


Come si cerca casa/quale casa si cerca



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Come si cerca casa/quale casa si cerca


Come sottolineano diversi autori, le dinamiche abitative delle persone immigrate sono molte e diverse, e si rivela sempre più schematica e inadeguata a descrivere la realtà l'idea – peraltro ancora diffusa – che ci sia una sorta di percorso ascensionale regolare: prima accoglienza  seconda accoglienza  ERP  abitazione propria. Fatta salva questa considerazione si possono comunque ricercare dei tratti comuni nelle esperienze molteplici delle persone.

Soprattutto in una prima fase, per l'insediamento sul territorio gli immigrati fanno riferimento prevalentemente ai consigli e alle indicazioni dati da altri immigrati (quasi sempre connazionali, in molti casi legati anche da rapporti di parentela). Questo vale anche per il reperimento di un alloggio: tra gli allievi della scuola comunale di italiano – che come si è visto in precedenza sono quasi tutti all’inizio della loro permanenza in Italia – quasi nessuno ha già avuto a che fare con le agenzie immobiliari, che acquistano un ruolo cruciale solo in un secondo tempo.

Coloro che cominciano un’esperienza migratoria sono in maggioranza adulti soli che solo successivamente si ricongiungono con la famiglia o ne creano una nuova; lo stesso vale per Cologno. Per questa ragione, e visto il livello dei canoni di locazione, quasi nessuno tra quelli che sono da poco arrivati può permettersi un appartamento in affitto, restando naturalmente del tutto esclusa la proprietà. In alcuni casi poi a questo stato di cose si aggiunge la scelta più o meno consapevole di chi, avendo un progetto migratorio di breve durata in Italia e avendo lasciato una famiglia in patria, è portato a contenere quanto più possibile le proprie spese per trasformare in rimesse il resto dei propri guadagni.

In Italia manca quasi ovunque una sufficiente offerta per fare fronte a questo tipo di domanda alloggiativa: gli investimenti sulla seconda accoglienza (pensionati, case-albergo per lavoratori, appartamenti di proprietà pubblica strutturati per la condivisione...) sono stati scarsissimi, e nell’attuale congiuntura politica un’inversione di tendenza sembra ancora più difficile: difficile ma comunque sempre più opportuna, e a questo scopo gli enti locali potrebbero esplorare le diverse possibilità di reperire finanziamenti (fondi europei, fondazioni bancarie, sponsorizzazioni, convenzioni con le organizzazioni datoriali...).

In ogni caso, allo stato attuale chi arriva a Cologno può quasi solo ricercare un posto-letto, affidandosi al passaparola; un altro canale è costituito dai centri di telefonia, che si stanno moltiplicando a un ritmo rapidissimo e che, oltre al loro ’core business’ svolgono di fatto una funzione di nodo per lo scambio di informazioni.
Come si fa a trovare un posto-letto?

Mettono degli annunci nei phone center, ci sono delle lavagne e infilano lì dei bigliettini.

(Cs 2)
È diffusa la voce secondo cui l’intervento dei gestori di questi negozi non si limiterebbe a permettere l’affissione di piccoli annunci: in cambio di qualche decina di euro, alcuni si impegnerebbero direttamente nel fare incontrare domanda e offerta. Secondo alcuni, si tratta del modo più rapido per trovare un posto-letto.
E adesso se devi cercare un’altra casa, come fai?

Chiedo a amici, Secondamano, bigliettini sui muri.

(Cs 5)
In effetti le inserzioni che offrono posti-letto sui giornali tipo Secondamano si indirizzano prevalentemente a un pubblico molto diverso da quello dei lavoratori stranieri: quello degli studenti universitari fuori sede. Per le sistemazioni pubblicizzate in questi annunci vengono infatti richiesti prezzi molto alti, fino a 300/400 euro, circa il doppio di quanto si può pagare per un letto a Cologno: dalla nostra indagine, il costo medio di un posto-letto sembra infatti attestarsi sui 150 euro, con punte fino ai 200. E d'altra parte, molti degli appartamenti in cui trovano un letto gli immigrati presentano livelli di sovraffollamento e di promiscuità che ben difficilmente uno studente italiano sarebbe disposto ad accettare.

Per queste due ragioni il mercato dei posti-letto è diviso in due segmenti che differiscono marcatamente, anche quanto ai metodi per cercare e ottenere l'alloggio.


A causa delle difficili condizioni in cui si vive quando si condivide con altri un appartamento, la prospettiva di un’alternativa, cioè di una casa propria, in affitto o in proprietà, alletta moltissimi. Per quasi tutti la ricerca di questa alternativa passa dalle agenzie immobiliari che, nel vuoto lasciato dalla debolezza delle politiche pubbliche in questo settore, svolgono un ruolo di primo piano.

A Cologno le agenzie sono particolarmente numerose: ne abbiamo infatti contate oltre 40. Come ricordano anche alcuni degli intervistati, nel passato una tale sovrabbondanza ha destato il sospetto che gli investimenti immobiliari, gestiti da agenzie poco scrupolose, potessero permettere il riciclaggio di denaro sporco.

In ogni caso i nuovi flussi migratori rappresentano per molti operatori un'ottima opportunità:
Secondo me questi stanno rimettendo in moto il mercato immobiliare.

Avete molti clienti non italiani?

Un bel 50 %, forse anche di più.

(Ai 4)
Oggi l’80 per cento di quelli che aprono quella porta [quella dell'agenzia] sono extracomunitari.

(Ai 1)
Altre risposte che abbiamo ottenuto alla domanda “più o meno quanti sono gli stranieri sul totale dei vostri clienti?” sono “quasi tutti” e “circa un terzo”. L'importanza della clientela straniera si rileva anche dalla comunicazione pubblicitaria: l'inserto di un'agenzia promette “mutui totali a stranieri e italiani”, in questo ordine. Altre agenzie invece hanno scelto settori del mercato che ne limitano di fatto la capacità attrattiva nei confronti di quasi tutta la popolazione immigrata:


Avete molti clienti stranieri?

In questo periodo pochi, perché i prezzi sono molto alti, e perché per scelta non trattiamo il genere di appartamenti che loro chiedono. I prezzi sono cresciuti moltissimo nell’ultimo paio d’anni.

E poi non trattiamo l’affitto.

(Ai 3)
Resta il fatto che nelle non molte agenzie che si occupano anche di affitto si registra un forte squilibrio tra il numero dei clienti stranieri potenziali e quello dei contratti di locazione effettivamente stipulati con essi. Si tratta di un problema che affligge tutto il territorio nazionale, e in particolare le aree metropolitane, come emerge da un’indagine realizzata nell’ambito del progetto “Il mondo a casa mia”15.

C’è quindi una domanda molto forte di abitazioni in affitto che resta inevasa. Le statistiche mostrano che tra gli stranieri residenti nel nostro paese la maggioranza si concentra ancora sull’affitto, mentre sempre più gli italiani abitano in case di loro proprietà. Ma soprattutto in contesti come quello milanese, dove l’offerta di affitti è molto limitata e dove il costo di un mutuo può essere analogo a quello di un canone, anche molti immigrati sono spinti a prendere in considerazione la possibilità di diventare proprietari.

Non è soltanto una valutazione di ordine economico:


Cercavi per affitto o per comprare?

No, per comprare, perché per affitto è difficilissimo, non si trova, devi proprio averlo tramite qualcuno che conosce molto bene, almeno che ha fiducia quando lascia la casa a una persona straniera.

(Cs 4)
Rispetto a questa questione il titolare di un’agenzia e un suo collaboratore, che abbiamo intervistato in momenti separati, ci hanno dato versioni divergenti:
L'affitto? Lo trattate?

Poco, e quando i proprietari sono italiani agli stranieri non vogliono affittare: è incredibile, siamo nel 2004 ma c'è ancora razzismo.

(Ai 5 collaboratore)
Dunque con clienti stranieri fate anche un po’ di affitto…

Sì, ma poi ci pentiamo, perché poi non pagano.



Mi scusi, ma qualche suo collega mi ha detto invece che spesso gli stranieri sono inquilini più affidabili e più puntuali degli italiani.

Non è vero, fanno gli gnorri, prendono tutte le norme che li possono favorire.

(Ai 5 titolare)
Un altro loro collega ha detto:
Ci sono anche italiani che conoscono bene la legge e pagano un mese d'affitto ogni tre, sapendo che tanto lo sfratto esecutivo non si può fare e nessuno gli può fare niente. Invece gli extracomunitari sono quelli che pagano regolarmente, pagano una settimana prima della scadenza.

(Ai 1)


Rispetto a ciò, si può ricordare ancora un’indagine condotta dall’Associazione piccoli proprietari di case, secondo cui il 57 % dei soci interpellati rifiuta di affittare a stranieri (con variazioni significative tra una città e l’altra)16. Altrove si fa rilevare che “da parte di molti agenti immobiliari i dinieghi e i vincoli posti dai proprietari, anche quando sono evidentemente discriminatori, in genere vengono accettati senza eccessive obiezioni, trovando quasi sempre alla fine delle giustificazioni, magari discutibili, ma in qualche modo ritenute plausibili”. E subito dopo: “non mancano quelli [tra i proprietari che non vogliono inquilini stranieri] che fanno capire che dinieghi e vincoli verrebbero tolti in caso di buone possibilità di speculazione”17.
Per quanto riguarda la scelta tra affitto e acquisto, gli agenti interpellati in genere hanno sostenuto di non svolgere un ruolo particolare nell’indirizzare i loro clienti.

È emblematica la risposta di uno di loro:


Ma quando entrano in agenzia sono già decisi, oppure siete voi che li orientate?

Vanno con il passaparola, sentono l’amico e quindi vengono con le idee già chiare: la frase tipica è “voglio comprare una casa perché lo ha fatto anche un mio amico”.

(Ai 4)
Anche se c'è chi sostiene l’opposto:
Difficilmente l’extracomunitario entra chiedendo di comprare, va bene tutto. È tutta gente che abita in appartamenti con 6/7 persone, quando non ce la fanno più, soprattutto quando arrivano le mogli, si pone il problema e vengono qui. Nessuno per ora mi ha chiesto di comprare, anche perché servono dei contanti per le spese. Quindi si concentrano sui pochissimi affitti, gli italiani passano direttamente all’acquisto.

(Ai 1)
Il passaparola probabilmente funziona anche nell’orientare i potenziali clienti verso le diverse agenzie, che hanno profili nettamente diversi: alcune puntano tutte sulla compravendita:



L’affitto è un settore che non fate?

Una volta sì, adesso no, ci sono solo problemi. Anche per gli italiani. Ne farò due o tre in un anno.

(AI 4)
Lei fa anche affitto?

No, niente, per principio: a Cologno ce n’è poco, le richieste dei proprietari sono fuori dal mondo e io ho detto che non mi interessa.

(Ai 2)
Per altre sembra molto più rilevante il mercato dell'affitto.

La decisione di comprare una casa a Cologno non necessariamente comporta una volontà di stabilità a lungo termine, almeno non più di quanto potrebbe essere vero per molti italiani: visto il livello dei prezzi, anche tra gli stranieri sta infatti lentamente diffondendosi l'idea dell’acquisto immobiliare come puro investimento, come ci hanno spiegato alcuni degli intervistati. Altri in modo consapevole acquistano una casa che pure non corrisponde a tutte le loro esigenze, sperando di riuscire presto a potersene permettere una più bella e soprattutto più ampia.


Come sei arrivato alla scelta di comprare? È stato difficile, oppure un passaggio veloce e naturale?

Prima di tutto per i consigli dei colleghi, italiani e no. Mi dicevano “invece di buttare i soldi in affitto, con il tempo avrai un capitale”. Visto che in Italia non c’è sicurezza sociale, magari arrivo a 40 o 50 anni e rimango senza lavoro, niente pensione, almeno se voglio tornare ho un piccolo capitale. E poi è stato molto importante per i miei due fratelli che adesso abitano con me.



Hai provato a cercare casa in modo diverso dalle agenzie?

No, non ci ho pensato, lavorando con una cooperativa non avevo scelta. L’agenzia pensa a tutto, al mutuo, al garante.

(Cs 3)
Quanto alla tipologia di appartamento ricercata, il limite sembra determinato dagli altissimi livelli raggiunti dalla quotazione per metro quadrato:
Cercano bilocali, in stabili di ringhiera, contesti un po’ così.

(Ai 3)
Cercano tutti il classico bilocale più servizi.

(Ai 1)
E in effetti la lamentela più frequente, nonché la ragione per cui molti vorrebbero cambiare sistemazione alloggiativa, è quella della dimensione troppo ristretta della propria casa18.
[...] il posto è stretto, è un po’ difficile, per gestire i figli, per ordinare, giro intorno a me stessa 3 o 4 ore per mettere lo stesso posto in ordine.

Quindi lo spazio per te è una cosa molto importante.

Sì sì.


[...] adesso sento molto il problema dello spazio. I miei figli sono più grandi… Per giocare mettono tutto sottosopra.

(Cs 4)
La popolazione straniera, in costante crescita, si sta sempre più differenziando al suo interno: per quanto ancora limitata, si consolida anche a Cologno la presenza di fasce di popolazione con livelli decisamente elevati di reddito e di consumi; e queste persone entrano nel mercato immobiliare con esigenze molto diverse da quelle della media:


Ci sono quelli che hanno una solidità economica. Già quando ho iniziato, 12 o 13 anni fa, c’erano ragazzi egiziani, ingegneri o laureati in economia che facevano gli imprenditori con vari dipendenti, e loro cercavano case di pregio. Non sono tutti nelle cooperative a fare le pulizie. C’è una domanda immobiliare più qualificata. Non sono casi rarissimi, adesso cominciano ad essere un po’ frequenti.

(Ai 2)
Una questione assai spinosa legata alla ricerca di un alloggio è quella della regolarità dei titoli di soggiorno in Italia. Da quanto siamo stati in grado di capire, per ciò che concerne il subaffitto una posizione di irregolarità non comporta difficoltà aggiuntive, a parte eccezioni piuttosto rare, visto che è proprio nell'informalità che questa fetta del mercato prospera.

Più complesso è il discorso relativo all’affitto e all’acquisto, per i quali la disponibilità di documenti in regola sembrerebbe una condizione imprescindibile. In effetti tutti gli agenti con cui siamo riusciti a interloquire hanno voluto sottolineare che, di fronte a un cliente non italiano, l’accertamento del possesso di un permesso di soggiorno è una delle loro prime preoccupazioni.

A Cologno si dice frequentemente che vi sarebbero agenzie meno rigorose, pronte, in cambio di una consistente remunerazione, a trovare delle scappatoie per ovviare a questo tipo di problemi. Si tratta di voci, che tuttavia vengono confermate da qualche agente.

Con un po’ di reticenza, alcuni denunciano altre forme di concorrenza sleale da parte di loro colleghi, che sarebbero disposti ad aggirare le norme vigenti non solo per i problemi derivanti dallo stato di irregolarità dei clienti, ma anche – per riportare l’esempio che maggiormente ricorre nei racconti degli stranieri – per ottenere dalle banche o dalle agenzie finanziarie la stipula di mutui per valori superiori a quelli reali degli appartamenti acquistati.
Le banche compiacenti fanno mutui al 100 %. Sono le stesse banche, o gli agenti con la loro complicità, che falsificano la pagina del compromesso in cui c’è la cifra di vendita: se un appartamento costa 200mila euro, cambiano la cifra e mettono 240mila, così possono fare un mutuo che copre tutto . Anche questo fa schizzare in alto i prezzi.

(Ai 1)
Il meccanismo sta nel fare delle perizie taroccate, che comprendono anche tutte le spese. Quando arriva il perito gli si fa gonfiare un po’ la perizia…



Con effetti speculativi fortissimi…

E già.


(Ai 2)
Vendere appartamenti con richieste di mutuo al 120 % per me, che mi baso sempre su istituti di credito che danno l'80 %, è impossibile. Alzare il mutuo vuol dire fare cose non regolari, e la banca ci va a perdere. Noi non operiamo con finanziarie strane…

(Ai 3)


Per completare questo breve catalogo dei comportamenti illeciti che vengono attribuiti ad alcuni agenti va citata anche la disponibilità che sarebbe offerta a clienti con posizioni lavorative atipiche di recuperare buste-paga false, da trasmettere alle banche come garanzia per il rilascio di un mutuo. Anche in questo caso ovviamente tale disponibilità deve essere pagata profumatamente dai clienti, che si trovano così nella duplice e decisamente scomoda posizione di chi, dovendo assolvere a un bisogno primario ed essendo facilmente ricattabile, si giova di queste forme di irregolarità e allo stesso tempo ne paga – non solo in denaro – tutte le conseguenze.

È opportuno ribadire che si tratta allo stato attuale soltanto di notizie “per sentito dire” che pertanto vanno considerate con estrema cautela, come nel caso di quelle che stigmatizzano l’incapacità degli immigrati di abitare nelle nostre città senza produrre danni. Riteniamo che sia altrettanto opportuno che di tali dicerie si verifichi il fondamento reale, e che più in generale vengano condotte altre e più approfondite indagini relative alle modalità con cui nel mercato della casa avviene l’incontro tra domanda e offerta: in primo luogo si proteggerebbero i cittadini stranieri dalle forme di abuso e speculazione a cui sono esposti, ma si difenderebbero anche gli interessi di tutti i professionisti onesti.




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