LIBRO I
Libro I:107 - 5, 1. Lasciò il regno alla moglie Alessandra, confidando che i giudei a lei più che a ogni altro avrebbero prestato obbedienza perché, assai lontana dalla sua crudeltà e opponendosi ai suoi misfatti, s'era acquistata il favore del popolo.
Libro I:108 E non si sbagliò in questa speranza; infatti la donna poté tenere saldamente il potere grazie alla sua fama di pietà. Osservava strettamente le tradizioni nazionali, e destituiva dalle cariche quelli che violavano le leggi sacre.
Libro I:109 Aveva avuto due figli da Alessandro; il maggiore, Ircano, lo innalzò al sommo sacerdozio sia per l'età sia perché era un po' torpido per potersi occupare di affari di governo; il minore, Aristobulo, lo lasciò nella condizione di privato a causa del suo temperamento troppo ardente.
Libro I:110 - 5, 2. A fianco a lei crebbero in potenza i Farisei, un gruppo di giudei in fama di superare tutti gli altri nel rispetto della religione e nell'esatta interpretazione delle leggi.
Libro I:111 Verso di questi anche troppa deferenza mostrava Alessandra, animata com'era da un gran trasporto per le cose sacre. E quelli a poco a poco, insinuandosi nell'ingenuità della donna, divennero i padroni del regno, liberi di esiliare e di richiamare chi volessero, di assolvere e di condannare. In breve, i vantaggi dei potere regale erano i loro, mentre le spese e le preoccupazioni erano di Alessandra.
Libro I:112 Ma lei si dimostrò ben capace di amministrare gli affari di maggior rilievo; con continue leve raddoppiò la forza dell'esercito e inoltre raccolse un non piccolo corpo di mercenari, sì da tenere in rispetto i connazionali, non solo, ma anche da incutere timore nei sovrani stranieri. Lei dominava tutti gli altri, ma i Farisei dominavano lei.
Libro I:113 - 5, 3. Ed essi fecero condannare a morte un tale Diogene, uno dei notabili, accusandolo di aver avuto parte nella deliberazione del re di crocifiggere gli ottocento. Inoltre, spingevano Alessandra a punire anche gli altri che avevano istigato Alessandro contro di quelli; e avendo lei ceduto per rispetto alla religione, quelli fecero mandare a morte chi volevano.
Libro I:114 Allora i personaggi più eminenti fra quanti si sentivano in pericolo ricorsero ad Aristobulo, e questi convinse la madre a risparmiarli in considerazione della loro dignità e a mandarli in esilio, se non li riteneva innocenti. Costoro, ricevuta assicurazione, si dispersero nel paese. Alessandra mandò un corpo di spedizione a Damasco,
Libro I:115 col pretesto che Tolemeo angariava continuamente la città, ma l'esercito ritornò senza aver concluso nulla d'importante.
Libro I:116 Con un trattato e con doni si guadagnò poi l'amicizia di Tigrane, re degli Armeni, che era accampato davanti a Tolemaide e vi assediava Cleopatra. Ma quello dovette rapidamente ritirarsi per la preoccupante situazione del suo regno, avendo Lucullo invaso l'Armenia.
Libro I:117 - 5, 4. In quel torno di tempo Alessandra si ammalò, e Aristobulo, il più giovane dei suoi figli, colta l'occasione, con i suoi seguaci - ne aveva molti e tutti entusiasti per il suo ardore - s'impadronì di tutte le fortezze e, assoldato un corpo di mercenari con i denari che vi aveva raccolto, si proclamò re.
Libro I:118 Ircano fece sentire le sue proteste alla madre, che rinchiuse la moglie e i figli di Aristobulo nell'Antonia. Questa, come ho già detto, era una fortezza situata all'estremità settentrionale del tempio; anticamente si chiamava Baris, ma poi cambiò nome sotto il dominio di Antonio, così come da Augusto (Sebastos) e da Agrippa presero nome le città di Sebaste e di Agrippiade.
Libro I:119 Ma prima che potesse punire Aristobulo per la deposizione di suo fratello, Alessandra morì dopo aver regnato per nove anni.
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