INFORMAZIONI GIURIDICHE Meltingpot.org |
Corte di Giustizia UE. Sentenza n° C- 465/07 del 17 febbraio 2009
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Decreto legge n. 11 del 23 febbraio 2009
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Circ. Min. Interno del 17/02/2009 sui ricongiungimenti familiari.
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Tar Lazio, Sez. II Quater, sentenza n. 1206 del 15 febbraio 2009.
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Conversione in permesso per famiglia del permesso di soggiorno per cure mediche rilasciato in gravidanza
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Cassazione: no alla discriminazione di immigrati vittime di incidenti
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Circolare INPS n. 104 del 1 dicembre 2008
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IMMIGRAZIONE
ROMA - Viminale: ''a febbraio rimpatriati 190 irregolari''
Nel corso di questa settimana sono stati rimpatriati 57 extracomunitari irregolari, soprattutto tunisini e algerini, sbarcati a Lampedusa. Lo rende noto un comunicato del Viminale, nel quale si sottolinea che la prossima settimana altri 80 cittadini tunisini, gia' identificati, saranno trasferiti da Lampedusa per essere rimpatriati, dopo uno scalo tecnico nel Cie Ponte Galeria di Roma. In totale, spiegano dal ministero, nel mese di febbraio sono stati rimpatriati 190 stranieri irregolari. (DIRE)
(27 febbraio 2009)
BRUXELLES - Il Consiglio UE Affari interni e Giustizia accoglie le richieste di Italia, Malta, Grecia e Cipro
Nel documento i quattro Paesi chiedono maggior sostegno contro l'immigrazione illegale. Maroni: «Un impegno assolutamente importante e apprezzabile»
Le richieste principali contenute nel documento congiunto sul contrasto all'immigrazione illegale nel Mediterraneo firmato da Italia, Malta, Grecia e Cipro il 13 gennaio scorso sono state accolte dal Consiglio dei ministri di Affari interni e di Giustizia dell'Unione europea, riunito ieri a Bruxelles. I punti saranno inseriti nel programma di Stoccolma, che individuerà per il prossimo quadriennio le priorità dell'Unione in materia di giustizia e affari interni. Il programma sarà presentato dalla Commissione europea nel maggio prossimo.«Un impegno assolutamente importante e apprezzabile» ha dichiarato il ministro dell'Interno Roberto Maroni, a Bruxelles per rappresentare l'Italia, a proposito dell'assenso al documento da parte del Commissario europeo per Giustizia, Sicurezza e Liberta' Jacques Barrot e del rappresentante governativo della Svezia, prossimo presidente di turno dell'Unione. Nella loro proposta congiunta, che è aperta all'adesione adesioni da parte di altri Paesi, i quattro Paesi mediterranei chiedono in sostanza all'Unione un maggior sostegno nella lotta all'immigrazione illegale alle frontiere marittime. Risorse aggiuntive, intensificazione del coordinamento a livello europeo e incremento dei finanziamenti destinati a Frontex, l'Agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne, per renderne più efficace il funzionamento. Sul fronte immigrazione, il Consiglio ha affrontato anche il tema dell'istituzione dell'Ufficio di sostegno dell'Unione europea per i richiedenti asilo, la cui sede - per la quale Malta si è già candidata - dovrebbe trovarsi in uno dei Paesi del Mediterraneo.
(27 febbraio 2009)
ROMA - I farmacisti ospedalieri: "No a denuncia dei clandestini”
Un 'no' netto dei farmacisti ospedalieri all'emendamento della Lega al pacchetto sicurezza, che prevede la possibilità di segnalazione, da parte dei medici, degli immigrati irregolari assistiti nelle strutture sanitarie. E' la presa di posizione della Società italiana di farmacia ospedaliera e dei servizi farmaceutici delle aziende sanitarie (Sifo), che considera la norma "lesiva della dignità della persona". Per la Sifo, infatti, la denuncia degli immigrati irregolari non rispetta l'art. 32 della Costituzione - "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettivita', e garantisce cure gratuite agli indigenti" - e le Convenzioni internazionali sui diritti umani. "La Sifo - si legge in una nota - società scientifica di professionisti sanitari da sempre impegnata per la salvaguardia della salute pubblica, sente il dovere di esprimere il proprio dissenso verso tutti gli interventi legislativi contrari a questi principio"
(27 febbraio 2009)
GENOVA - No del consiglio regionale ai Cpt
Con 19 voti favorevoli, 10 contrari (il centrodestra e Roberta Gasco, Gruppo misto) è stata approvata la proposta di legge ''Modifiche alla legge regionale numero 7 del 20 febbraio 2007 (Norme per l'accoglienza e l'integrazione sociale delle cittadine e dei cittadini stranieri immigrati)'', che ha come primo firmatario Marco Nesci (Rifondazione Comunista). Con la modifica alla legge regionale sull'immigrazione si rafforza, nella parte relativa ai principi, la determinazione della Liguria a eliminare ''ogni forma di razzismo o discriminazione, anche attraverso la manifesta indisponibilità della Regione Liguria ad avere sul proprio territorio strutture o centri in cui si svolgono funzioni preliminari di trattamento e identificazione personale dei cittadini stranieri immigrati''. Nesci ha definito la legge una ''norma di principio''. Secondo Luigi Morgillo (Forza Italia) ''tutta la maggioranza per accontentare Nesci ha voluto portare il consiglio a votare una legge che sarà impugnata perchè la materia non è di competenza regionale''. Gianni Plinio (An) ha annunciato che ''appena sarà approvata la legge, trasferirò gli atti al ministro Maroni affinchè il governo la impugni''.
(26 febbraio 2009)
ROMA - Istat: 3,9 milioni gli stranieri in Italia
Rappresentano il 6,5% della popolazione. Incremento di 462mila unità rispetto al 2008, - Gli stranieri residenti in Italia ammontano a circa 3 milioni 900 mila al primo gennaio 2009, facendo così registrare un incremento di 462 mila unità (per un saldo totale pari al 12,6%) rispetto al primo gennaio 2008. E' quanto risulta dalle stime dell'Istat, secondo cui la popolazione residente straniera costituisce il 6,5% del totale (5,8% nel 2007). A questa stima, spiega l'Istituto di statistica, concorrono 473 mila unità in più per effetto delle migrazioni con l'estero, 64 mila unità in più per effetto della dinamica naturale positiva, 24 mila unità in meno per effetto delle poste migratorie interne e per altri motivi e, infine, a 51 mila unità in meno per acquisizioni della cittadinanza italiana. Le cittadinanze straniere maggiormente rappresentate sono quella rumena (772 mila), albanese (438 mila) e marocchina (401 mila) che, cumulate, costituiscono il 40% delle presenze. La distribuzione degli stranieri sul territorio nazionale è nettamente più elevata nelle regioni del Nord dove risiede il 62% degli stranieri (23% nella sola Lombardia), contro il 25% di residenti del Centro e il 12% del Mezzogiorno. Particolarmente disomogenea e contraddistinta da un significativo gradiente Nord-Sud è anche la distribuzione territoriale secondo l'incidenza della popolazione straniera su quella totale. Nelle regioni del Nord e del Centro tale rapporto è mediamente più elevato che in quelle del Mezzogiorno. In testa ci sono Umbria ed Emilia-Romagna col 9,7%, seguite da Veneto e Lombardia al 9,3%. In coda figurano, invece, le regioni del Mezzogiorno: dall'Abruzzo (5,2%) alla Puglia (1,8%).
(26 febbraio 2009)
ROMA – Maroni: nel 2008 sono sbarcati 2.751 minori, 2.124 dei quali non accompagnati
Dal 1974 a oggi sono scomparsi 10.267 bambini, tra cui 1.810 italiani. La Commissione propone un documento di identità obbligatorio da 0 a 14 anni
Nel 2008 sono sbarcati sulle coste italiane 2.751 minori, 2.124 dei quali non accompagnati. La grande maggioranza di loro, precisamente 2.327, è approdata sull’isola di Lampedusa. Il trend registra un aumento perché nel 2007 gli sbarchi dei minori erano stati 2.180, di cui 1.700 non accompagnati.
In questo inizio di 2009 sono arrivati 154 minori, 138 dei quali non accompagnati. L’anno scorso sono state presentate 302 domande di rifugiato: 70 sono state accolte e per altri 210 minori sono state attivate forme diverse di protezione. Nessuno di loro è stato espulso, ma per tutti sono stati avviati percorsi di prima accoglienza. I dati sono stati illustrati questo pomeriggio dal ministro dell’Interno Maroni nel corso dell’audizione alla Commissione bicamerale sull'infanzia per l’indagine conoscitiva sui minori non accompagnati. Riguardo ai minori scomparsi, Maroni ha riferito che dal 1974 a oggi sono stati registrati complessivamente 10.267 casi, di cui 1.810 riguardano bambini italiani. Nel 2008 le scomparse sono state 1.008, 322 sono di minori italiani. Si sono allontanati da istituti e comunità di accoglienza 740 bambini stranieri. Sono 82 i bambini stranieri rimasti vittime dei reati di tratta, riduzione in schiavitù, sfruttamento della prostituzione.Il presidente della Commissione Alessandra Mussolini ha annunciato un emendamento al ddl sulla sicurezza, ora al vaglio della Camera, per l’introduzione dell'obbligatorietà del documento di identità per i minori da 0 a 14 anni. Il titolare del Viminale ha accolto l'iniziativa: «Bisogna garantire a ciascun minore italiano - ha detto Maroni - il diritto all'identità, con tutti i mezzi che la scienza mette a disposizione, anche per la sicurezza dello stesso minore». Il Ministro ha ribadito la necessità di aumentare il numero dei centri per gli immigrati realizzando anche strutture ad hoc per i minori, «più adeguate e più capillari sul territorio anche dal punto di vista del controllo». «Molte regioni - ha riferito - non hanno centri di accoglienza», «bisogna fare in modo che ci siano strutture adeguate in tutte le regioni» per non gravare eccessivamente su quelle meridionali.
«C'è una situazione di emergenza - ha detto Maroni - che riguarda anche il problema delle risorse»: nel 2008 il Viminale ha rimborsato alle regioni 5 milioni e 400 mila euro per l'accoglienza ai minori stranieri non accompagnati; nel 2009 sono arrivate richieste pari a tre milioni di euro. Sul traffico di organi nel nostro Paese, il Ministro ha precisato di aver «parlato di evidenze di segnalazioni», ma di non aver mai detto che «all’interno del sistema sanitario italiano si svolgano attività di questo tipo». Maroni ha spiegato di aver solamente collegato la scomparsa di minori e le segnalazioni di inchieste svolte in diversi Paesi, anche tramite Interpol, sul traffico di organi. Il Ministro è intervenuto anche sulla norma in discussione alla Camera che prevede la possibilità per i medici di segnalare le prestazioni sanitarie fornite agli immigrati irregolari. «Io penso – ha detto Maroni - che il testo si possa migliorare tenendo presente il fatto che la sanità è competenza esclusiva delle Regioni» e precisando che «non è mai stato messo in discussione» il principio che garantisce a tutti il diritto alla salute e che «non c'è bisogno di alcuna obiezione di coscienza, perchè non c'è nessun obbligo di segnalazione».
(25 febbraio 2009)
ROMA - Nuovi Cie, al via l'individuazione dei siti per almeno 4000 posti
Il governo avrebbe individuato i siti per i nuovi 'Cie'. L'obiettivo è quello di triplicare, almeno, gli attuali 1.200 posti attualmente disponibili negli 11 Centri di Identificazione e di Espulsione allestiti sul territorio italiano, portandoli nei prossimi mesi ad un totale di circa 4.000-4.500. Sarà l'argomento all'ordine del giorno, oggi al Viminale, in occasione della riunione del Comitato ministeriale di monitoraggio sulla legge Bossi-Fini, organismo mai convocato in precedenza. Nel corso della riunione potrebbe essere stilata la lista definitiva dei siti sui quali sorgeranno i nuovi Centri di Identificazione ed Espulsione. Le nuove strutture saranno realizzate per assicurare procedure più rapide e snelle, velocizzando così i rimpatri degli irregolari sottoposti a provvedimento di espulsione dal territorio nazionale. I nuovi centri saranno aperti anche in conseguenza del decreto legge varato la scorsa settimana dal governo, che ha introdotto nuove misure per prevenire la criminalità e contrastare le violenze sessuali. Il provvedimento estende infatti a sei mesi il periodo di permanenza massima dei clandestini nei Cie, rendendo cosi' necessarie altre strutture di permanenza. Per la scelta definitiva saranno decisive alcune caratteristiche, come la vicinanza agli aeroporti (sempre in una prospettiva di rimpatri più numerosi e veloci) e la distanza dai centri abitati. Tra le località che potrebbero essere scelte per ospitare le nuove strutture, Caserta, Boscomantico (Verona), Tessera (Venezia), Grosseto, Campi Bisenzio (Firenze) Falconara (Ancona), Vasto (Chieti), Terni. In queste settimane sono state svolte le attività di ricognizione dei siti sul territorio, in modo da sfoltire la rosa delle aree praticabili per arrivare così a stilare una lista definitiva. I nuovi Centri di Identificazione ed Espulsione per immigrati saranno ospitati anche presso caserme ed altre infrastrutture militari ormai in disuso. Non è escluso poi che si possa optare anche per qualche istituto penitenziario non più in attività. In ogni caso si cercherà di rispettare criteri di omogeneità sul territorio per distribuire efficacemente le nuove strutture: in questo senso, si punterà a dare la priorità alle regioni e ai territori che non hanno mai ospitato i centri o alle aree nelle quali non sono al momento in attività strutture di questo tipo. La filosofia di fondo alla base del progetto è quella di promuovere la realizzazione di un centro per ogni regione, salvaguardando le zone che in questi anni hanno sostenuto il peso maggiore in termini di strutture di accoglienza. Non sempre si tratterà di ristrutturare edifici ed aree ormai in disuso. In qualche caso si finira' infatti per realizzare ex novo le strutture, ubicate presso aree che al momento non sono attrezzate. La spesa totale non è ancora definita nei dettagli (dipenderà dal numero delle strutture e dai lavori necessari per renderle operative), ma di certo l'impegno complessivo non potrà essere inferiore a qualche decina di milioni di euro.
(25 febbraio 2009)
MILANO - Ecco le malattie degli immigrati irregolari
Quasi duemila infezioni acute delle vie respiratorie e 5.500 casi di malattie della pelle riscontrati. Sono alcuni dati, analizzati dall'istituto Mario Negri, emersi dal primo anno di attività del progetto "Immigrazione sana" del Comune di Milano. In tema di prevenzione il 95% del campione esaminato ha effettuato le vaccinazioni obbligatorie nel proprio paese d'origine, senza però sapere per quale tipo: solo il 3% è vaccinato per la Tbc e il 6% ha seguito la profilassi antitubercolare. L'80% degli intervistati non usa metodi anticoncezionali.
Il camper di Palazzo Marino ha incontrato circa 20mila stranieri, di cui quasi 18mila irregolari, distribuendo materiale informativo e indirizzando, se necessario, gli utenti presso le strutture sanitarie gestite dall'Opera San Francesco per i poveri e dalla fondazione Fratelli di San Francesco. Da qui i dati sono stati raccolti ed elaborati dall'Istituto Mario Negri.
“Questi dati – ha commentato l’assessore alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna – devono far riflettere. La salute è un bene primario, un diritto e un dovere per tutti". E a proposito della norma che prevede per i medici la possibilità di denunciare i clandestini Landi di Chiavenna ha ribadito che "è necessaria cautela e attenzione riguardo al ddl in discussione, perché il pericolo sarebbe quello di avere sul territorio clandestini non più sotto controllo sanitario”.
(25 febbraio 2009)
ROMA - Stupri, il Viminale chiarisce: ''I reati stranieri (40%) riguardano il 6% residenti''
La lettura "corretta" dei dati elaborati dal Viminale e diffusi oggi dal ministero per le Pari Opportunita' "deve tener conto del fatto che i cittadini stranieri (comunitari ed extracomunitari) responsabili di circa il 40% dei reati di violenza sessuale commessi in Italia nel 2008 rappresentano meno del 6% della popolazione residente". E' quanto si legge in una nota del Viminale.(DIRE)
(25 febbraio 2009)
ROMA - Imprenditoria straniera forza per economia capitale
I dati diffusi dalla Fondazione Ethnoland dimostrano che c'è un'imprenditoria straniera a Roma che contribuisce ogni giorno allo sviluppo del nostro territorio e alla crescita dell'occupazione."Deve farci riflettere - dice Lorenzo Tagliavanti, Direttore della Cna di Roma che da tempo ha costituito Cna World, un'apposita articolazione del proprio sistema associativo che offre rappresentanza e servizi al mondo dell'imprenditoria straniera - che proprio nella Capitale è concentrato il numero più alto di imprese straniere, che generano una ricaduta occupazionale per oltre 50 mila persone. Purtroppo in queste ultime settimane si è parlato di immigrazione solo alla luce dei fatti di cronaca, ma c'e' invece un altro volto di immigrazione, quella che rappresenta un valore aggiunto per la nostra economia e la crescita del Pil". Secondo quanto riportato dal dossier, infatti, sono oltre 15 mila le imprese di stranieri presenti a Roma, e in un anno sono aumentate del 21,6%, un numero al di sopra della media nazionale. "Gli stranieri sono una componente fondamentale per il tessuto sociale ed economico - continua Tagliavanti - costituita sempre di piu' da coloro che realizzano le proprie aspirazioni avviando un'attività in proprio e che spesso più di altri devono affrontare le varie problematiche legate all'accesso al credito e alla burocrazia". Un processo di emancipazione e sviluppo in rapida ascesa che consente riscatti e dinamismi sociali di indubbia importanza e che la Cna, attraverso la Cna World che ad oggi associa 1.000 imprese straniere, si augura possano contribuire alla creazione di una moderna società multietnica.
(25 febbraio 2009)
BUCAREST - Sempre più romeni lasciano l'Italia:«Situazione peggiora di giorno in giorno”
Partono vuoti verso l’Italia e tornano in patria pieni di gente. I conducenti degli autobus, che fanno la spola tra Bucarest e il nostro Paese, assicurano che il numero dei cittadini romeni che abbandonano l’Italia per fare ritorno in Romania è decisamente in crescita. «Il punto di frontiera sta diventando sempre più affollato», racconta uno degli ufficiali di polizia al confine di Arad, nella Romania occidentale. «Ogni giorno, decine e decine di pullman rientrano dall’Italia con un folto “carico”. I nostri connazionali dicono che è tutto diverso rispetto a qualche anno fa e che la situazione peggiora di giorno in giorno: si vive con la paura di uscire in strada e persino di parlare il romeno». «Gli italiani ci guardano male – spiega invece uno dei “passeggeri” – eppure noi romeni siamo disposti a fare tutti quei mestieri che loro non vogliono più fare. Loro hanno problemi con gli zingari, non con noi che siamo grandi e onesti lavoratori».
(25 febbraio 2009)
CITTA' DEL VATICANO - Mons. Miglio (Cei): "Ronde non siano contro immigrati"
Un discorso ecclesiale sulle ronde non può prescindere dal problema dell'accoglienza degli immigrati, "c'è sempre il dovere umanitario dell'accoglienza". E' quanto ha detto monsignor Arrigo Miglio, vescovo di Ivrea e responsabile della Cei per i problemi sociali e del lavoro, intervenendo sulla questione delle 'ronde' nel corso della presentazione di un convegno dedicato a don Luigi Sturzo che si terrà a Caltagirone, in Sicilia, il prossimo 27 di febbraio nell'ambito della preparazione delle settimane sociali dei cattolici italiani. Miglio ha rilevato che su questo tema "ci sono stati differenti approcci in ambito ecclesiale, a me pare - ha aggiunto - che il discorso delle ronde va calibrato sul discorso degli immigrati e non viceversa. L'accoglienza non può mai venire meno, c'è un aspetto umanitario, ma c'è anche il bisogno di immigrati nel nostro Paese e su questo non possiamo essere ipocriti". "C'è un dovere umanitario di accoglienza, poi i romeni fanno parte dell'Unione europea e di questo bisogna tener conto. Il rispetto di legalità e accoglienza è il principio cui attenersi quando si parla di ronde". "Credo - ha concluso monsignor Miglio - che sia importante non alimentare un clima di paura anche attraverso i media".
(25 febbraio 2009)
TORINO - Immigrati e disagio psichico: a Torino un team per aiutarli
Al centro Mamre di Torino si occupano di stranieri e della loro salute mentale. Un team composto da psicologi, psichiatri, sociologi, antropologi, con diversi indirizzi lavora insieme, per un metodo comune (fondamentalmente non psicoanalitico), ma nato ad hoc, sulle esigenze delle persone. Il setting è collettivo e i tempi della terapia sono brevi. “Focalizzare l’obiettivo è più importante - raccontano all’associazione - dopo un primo colloquio, si porta la situazione al gruppo di esperti che vedono come prendere il paziente in carico”. Vi accedono stranieri indirizzati dai servizi, ma anche singoli. Non solo donne, anche uomini, non solo adulti ma anche adolescenti; le nazionalità rispecchiano prevalentemente i numeri delle migrazioni. Le problematiche portate sono varie: dai problemi relazionali, ai disturbi dell’adattamento, dalla depressione all’ansia. Il rapporto “terapeuta-paziente” però non è quello tradizionale: è collaborazione e mediazione, dove quest’ultima non è solo la traduzione da una lingua, ma mette in contatto due mondi.
Intanto, niente generalizzazioni: non ci sono nevrosi o problematiche legate a un’etnia o a una professione. “Sarebbe troppo semplicistico - risponde la etnopsicologa e psicoterapeuta familiare Francesca Vallarino Gancia - . Come a dire che tutte le nigeriane siano vittime di tratta, o tutte le badanti sono depresse. Ognuno porta la sua sofferenza in modo diverso. Alcune badanti possono essere inclini a un atteggiamento rassegnato depressivo, ma sono donne che lavorano tantissimo, sono sfruttate, non hanno vita sociale, è chiaro che possano sentirsi oppresse. Ma non per questo si può dire che tutte lo siano”. Sofferenze già esistenti o frutto della migrazione? “Il processo migratorio non è fonte di malattia; può esserci sofferenza, ma non è un danno che la provoca”.
“L’elenco delle problematiche portate è vasto – racconta la sociologa suor Giuliana Galli, con cui in genere i pazienti hanno un primo colloquio - per esempio matrimoni misti per vittime di tratta o per ottenere il permesso di soggiorno. Oppure alcune donne vengono qui, portando problematiche che ritornano: cambiano paese per una vita diversa, ma poi ricadono nei vecchi modelli. Altre adottano il modo di vivere italiano, che non viene accettato dalle loro famiglie, creando così conflitti e violenza. Alcune invece, specialmente provenienti dal Magreb, ritornano alla tradizione, forse per paura della diversità”. Fondamentalmente, però, nel centro le persone vengono accolte e viene data loro la possibilità “di dar voce e nome alle paure, alla fatica, allo smarrimento, alla solitudine”.
A rivolgersi a Mamre, - secondo i dati del 2007 - sono soprattutto donne sole (37%) uomini soli (25%), famiglie (19%), coppie (7%), bambini e adolescenti (12%). La provenienza dei pazienti: il 38% dall’Africa (Marocco, Nigeria, Senegal, Costa d’Avorio, Camerun); il 35,91% dall’Est Europeo (Romania, Albania, Bulgaria, Ucraina); il 19,55% dall’America Latina (Perù, Brasile, Colombia, Argentina, Ecuador); il 4,09% dall’Europa (coppie miste); il 2,27% Asia (Filippine, Cina). Le problematiche dei pazienti: problemi relazionali intrafamiliari (27,85%), disturbi depressivi (23,10%), disturbi dell’adattamento (14,70%) , disturbi di personalità (1,06%), problemi dovuti a dipendenza da sostanze (1,06%), problemi psichiatrici (7,45%), disturbi d’ansia (6,38%), disturbi somatoformi (cioè che riguardano problemi fisici come la malattia di un organo o un malessere comunque fisico) senza che vi sia pero' una causa organica) (13,10%), altro (6,3%).
(23 febbraio 2009)
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