Isaac Asimov. L'Orlo della fondazione



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Fondazione. Come potete arrivare su Gaia senza attraver-

sare il territorio di Sayshell? '
--Mio caro Thoobing, vi state contraddicendo. Non

avete osservato pochi minuti fa che Gaia, ammesso che

f esista, non fa parte dell'Unione Sayshell? Dòvreste sapere

che l'iperspazio è aperto a tutti e non appartiene a nessun

mondo in particolare. Come può dunque Sayshell lamen-

tarsi se noi, partendo dal territorio della Fondazione (nel

quale si trovano attualmente le nostre navi), passiamo at-

traverso l'iperspazio in territorio gaiano senza mai tocca-

re durante l'operazione un singolo centimetro cubico
.- dell'Unione?
--Sayshell la vedrà in un altro modo, Kodell. Gaia,

sempre che esista, è completamente circondata dal terri-

torio dell'Unione, anche se politicamente non fa parte di
t~ essa, e ci sono precedenti per cui, dal punto di vista lega-

le, tali oasi sarebbero da considerare in pratica parti inte-


E granti del territorio intorno a loro, almeno per quanto ri-

guarda l'eventuale intervento di navi da guerra nemiche.


--Le nostre non sono navi da guerra nemiche. Fra noi e

Sayshell ci sono rapporti pacifici.


--Ma potrebbe essere Sayshell a dichiararci guerra.

Certo non penserebbe mai di vincere una tale guerra gra-

zie a una superiorità militare che non ha, ma cercherebbe

di sensibilizzare la Galassia contro di noi. La nuova poli-

tica espansionista della Fondazione incoraggerebbe il for-

marsi di alleanze a noi ostili. Qualche membro della Fe-

derazione potrebbe pentirsi e cominciare a pensare di

staccarsi da noi. Potremmó benissimo venire sconfitti a

causa dei disordini interni, e così indubbiamente si inver-

tirebbe il processo di crescita che ha tanto arricchito la


E Fondazione in cinque secoli di storia.
--Su, su, Thoobing--disse Kodell, con aria indifferen-

te.--Parlate come se cinquecento anni fossero niente co-


El me se fóssimo ancora la Fondazione dell'epoca di Saívor

Hardin e ci trovassimo davanti il minuscolo regno di

Anacreonte. Adesso siamo molto più forti di quanto non

fosse l'Impero Galattico all'apice della sua gloria. Una

flottiglia di nostre navi potrebbe sconfiggere l'intera Ma-

rina Galattica e occupare qualsiasi Settore in un batter

d'occhio.
--Davanti a noi non c'è un Impero Galattico. Ci sono

solo pianeti e Settori che appartengono alla nostra epoca.


--E che non sono tecnologicamente avanzati come noi.
t Potremmo conquistare l'intera Galassia, ormai.
--Secondo il Piano Seldon potremo fare questo solo

quando saranno passati altri cinque secoli.


--Il Piano Seldon non tiene.conto della rapidità del

progresso tecnologico. Siamo in grado già ora di conqui-

stare la Galassia! Badate bené, non sto dicendo che lo fa-

remo e nemmeno che dovremmo farlo. Dico solo che sia-

mo in grado di farlo.
--Kodell, voi avete trascorso tutta la vita su Terminus,

non conoscete la Galassia. La nostra Marina e la nostra

tecnologia saranno anche in grado di sconfiggere le forze

armate di altri mondi, ma non riusciremo mai a governa-

re una Galassia ribelle e tormentata da odi intestini. E ci

troveremmo davanti una realtà del genere se decidessimo

di ricorrere alla forza. Ritirate le navi!
--Non è possibile, Thoobing. Riflettete... E se Gaia non

fosse un mito?


Thoobing restò un attimo in silenzio e scrutò Kodell co-

me volesse leggergli nella mente.--Un mondo nell'iper-

spazio come può non essere un mito?
--Un mondo nell'iperspazio è certo una superstizione,

ma perfino le superstizioni possono avere a volte un fon-

do di verità. L'uomo che è stato mandato in esilio, Trevi-

ze, parla di Gaia come se si trattasse di un pianeta reale

in uno spazio reale. E se avesse ragione?
--Sciocchezze. Non ci credo.
--No? provate a crederci solo per un attimo. Un piane-

ta che ha difeso Sayshell dal Mulo e dalla Fondazione...


--Quello che dite non ha senso. Secondo voi Gaia di-

fenderebbe i sayshelliani dalla Fondazione, ma non è for-

se vero che sti~imo per attaccare l'Unione con le nostre

navi?
--Non stiamo per attaccare l'Unione, ma Gaia, questo

mondo così sconosciuto, questo mondo che pur trovando-

si nello spazio reale è riuscito a far credere ai pianeti vici-

ni di trovarsi nell'iperspazio, e perfino a ~estare fuori dai

dati computerizzati delle mappe galattiche più complete

e particoiareggiate.
--Dev'essere un mondo ben strano, allora. Capace di

manipolare le menti.


--Non avete detto un momento fa che secondo una leg-

genda Gaia avrebbe mandato il Mulo in giro a saccheg-

giare la Galassia? E non era forse vero che il Mulo era in

grado di manipolare le menti?


--Gaia sarebbe allora un mondo di Muli?
--Perché non dovrebbe poterlo essere?
--E perché non la sede di una rinata Seconda Fonda-

zione, allora...


--Già, perché no. Non vi sembra il caso di appurare
~ quale di queste ipotesi sia la giusta?
Il Thoobing si fece serio. Durante l'ultima parte del collo-

quio aveva avuto un sorriso ironico dipinto sulle labbra,

ma adesso non sorrideva più. Abbassò la testa e guardò l'

altro da sotto in su.--Se state parlando sul serio, non vi

pare che un'indagine del genere possa essere pericolosa?
--Voi dite?
--Rispondete alla mia domanda con un'altra domanda
perché non avete una risposta ragionevole. A che servono

~i le navi se si hanno davanti dei Muli o dei membri della

Seconda Fondazione? Non è anzi probabile che se queste
~; persone esistono vi stiano attirando in una trappola fata-

le? Sentite, voi avete detto che la Fondazione è in grado

di dar vita al Secondo Impero adesso, benché il Piano

Seldon sia arrivato solo a metà del suo svolgimento, e io

ho ribatutto che agendo così farebbe il passo più lungo

della gamba e nascerebbero delle complicazioni per cui

sarebbe costretta a regredire. Forse, se Gaia esiste ed è

quello che dite, tutto questo è un trucco che ha lo scopo

di portarci a una tale regressione. Fate adesso, sponta-

neamente, quello che potreste essere presto obbligati a

fare con la forza. Fate adesso, in pace e senza spargimenti

di sangue, quello che in un domani potreste essere co-

stretti a fare con spargimento di sangue. Ritirate le navi.
--Non si può. Vi dirò anzi, Thoobing, che il sindaco

Branno calcola di venire di persona lì ai confini di Say-

shell, dove si trovano le navi, e che navi vedetta sono già

en~rate nell'iperspazio ponendosi come meta quello che

si suppone sia il territorio gaiano.
Thoobing strabuzzò gli occhi.--Vi garantisco che

scoppierà la guerra.


Voi siete il nostro ambasciatore: fate in modo che

non scoppi. Date ai sayshelliani tutte le assicurazioni che

vogliono. Ditegli che non abbiamo assolutamente cattive

intenzioni. Ditegli, se ci sarete costretto, che conviene lo-

ro mettersi tranquilli ad aspettare che Gaia ci distrugga.

Dite quello che vi pare, purché li teniate buoni.


Fece una pausa, durante la quale studiò l'espressione

attonita di Thoobing, poi disse:--Ecco, questo è tutto,

davvero. Per quanto ne so io, nessuna nave della Fonda-

zione atterrerà su un mondo dell'Unione Sayshell o entre-

rà in punti dello spazio reale facenti parte del suo territo-

rio. Tuttavia, qualunque nave sayshelliana tenti di provo-

carci fuori del territorio dell'Unione, vale a dire dentro il

nostro, verrà immediatamente disintegrata. Fate capire

anche questo ai sayshelliani e, ripeto, teneteli buoni. Se

mancherete al vostro dovere la cosa non ci sfuggirà. Fino-

ra avete avuto la vita facile, Thoobing, ma adesso la si-

tuazione è critica e le prossime settimane saranno decisi-

ve. Se non fare~e quanto ordinatovi, nessun posto della

Galassia sarà più sicuro per voi.


Sulla faccia di Kodell non si leggeva ne bonomia, né

cordialità quando il contatto fu in~errotto e l'immagine

scomparve.
Thoobing rimase a fissare a bocca aperta il punto dov'

essa gli era apparsa.


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Golan Trevize si tormentò i capelli, quasi che, toccandoli,

intendesse verificare se la testa funzionava ancora a do-

vere.
Di punto in bianco disse a Pelorat:--Com'è il vostro

stato mentale?


--Il mio stato mentale?--fece Janov Pelorat, con

espressione vacua.


--Sì. Siamo qui intrappolati su una nave che è control-

lata dall'esterno e condotta inesorabilmente verso un

mondo di cui non sappiamo nulla. Non provate un senso
di panico?
--No--disse Pelorat, che aveva una raccia piuttosto

depressa.--Certo non sono allegro. Ammetto di essere

abbastanza in ansia, ma non provo panico.
--Nemmeno io. Non è strano? Non dovremmo essere

maggiormente turbati?


--Be', qualcosa ci aspettavamo, no? Qualcosa del gene-
Trevize si girò verso lo schermo, che continuava a mo-

strare la stazione spaziale; questa appariva più grande,

adesso, il che significava che erano più vicini.
Non gli sembrava un granché, come stazione; non c'

erano segni di particolare progresso tecnologico, anzi, I'

insieme aveva un'aria un po' primitiva. Eppure la Far

Star era chiaramente sotto il controllo di quella tecnolo-

gia primitiva.
--Non vedete come sono calmo Janov?--disse.--Co-

me sono perfettamente padrone di me? E vero che mi pia-


~a
ce pensare di non essere un codardo e di sapermela cava-

re in situazioni difficili, ma naturalmente, come tutti,

tendo a essere indulgente con me stesso. Nc~n sarebbe più

logico che in questo momento saltelíassi in su e in giù su-

dando per la tensione? In fondo, anche se ci aspettavamo

qualcosa, resta il fatto che siamo inermi e che possiamo

essere uccisi...
--Non sono d'accordo con voi, Golan--disse Pelorat.

--Se i gaiani hanno potuto prendere da lontano la nave


t sotto controllo, vuol dire che sono anche in grado di ucci-

dere a distanza. Eppure non l'hanno fatto.


; --Ma hanno fatto qualcos'altro. Siamo troppo calmi

vi ripeto. Penso che si tratti di una calma artificiale.


--E perché ci avrebbero procurato questa calma artifi-
ciale?
--Per tenerci mentalmente in forma, forse. E probabile

che vogliano interrogarci. E dopo averci interrogato pos-

sono benissimo ucciderci.
--Se hanno abbastanza buon senso da volerci interro-

gare, forse avranno anche abbastanza buon senso da non

volerci uccidere senza un motivo.
3 Trevize si appoggiò allo schienale della poltrona (la
i quale si inclinò indietro: se non altro, non erano interve-

nuti sUl suo congegno automatico) e posò i piedi sulla


. scrivania, nel punto dove di solito le sue mani si collega-

vano al computer.--Potrebbero essere abbastanza inge-

gnosi da trovare un motivo--disse.--Tuttavia, se anche

hanno influenzato la nostra mente, non l'hanno influen-


L zata molto. Uno come il Mulo, per esempio, ci avrebbe re-
L so ansiosi di arrivare alla meta stabilita per noi e adesso

saremmo esultanti, saremmo entusiasti e smaniosi di

porre piede là sopra.--Indicò la stazione spaziale.--Voi

vi sentite così, Janov?


| --No, affatto.
--Come vedete, posso ancora concedermi il lusso di
~i un analisi razionale. Davvero curioso! Ma siamo sicuri

che sia proprio così? Non sarò per caso in preda al panico


l` e fuori di me completamente, e non sarà la mia analisi ra-

zionale solo un'illusione?


Pelorat alzò le spalle.--A me sembrate sano di mente.

Oddio, magari sono matto a mia volta e siamo entrambi


L vittime della stessa illusione, ma questo tipo di ragiona-

mento non ci porta da nessuna parte. Tutta l'umanità po-

trebbe condividere la medesima follia e vivere nel mede-

simo caos, vittima della medesima illusione. Non si può

dimostrare che questo non sia vero, ma non abbiamo al-

tra scelta che affidarci ai nostri sensi.--Pelorat fece una

breve pausa, poi disse, bruscamente:--Sapete, ho fatto

anch'io le mie riflessioni.


--E allora?
--Ecco, abbiamo ipotizzato che Gaia sia un mondo di

Muli, o ehe sia la sede della rinata Seconda Fondazione.

Ma non avete pensato che esisLe una terza alternativa,

più plausibile delle altre due?


--Che terza alternativa?
Pelorat si concentrò ulteriormente. Non guardò Trevi-

ze, e la sua voce assunse un tono grave e profondo.--Ab-

biamo questo mondo, Gaia, che per un periodo indefinito

di tempo ha fatto di tutto per mantenersi in stretto isola-

mento. Non ha tentato in alcun modo di stabilire contatti

con gli altri pianeti, nemmeno con qùelli, vicini, dell'

Unione Sayshell. Ha una tecnologia progredita a quanto

pare, se dobbiamo dar credito alle storie che parlano del-

la distruzione di flotte di invasori. D'altra parte a confer-

ma di cib sta il fatto che la nostra nave sia stata presa sot-

to controllo. Tuttavia i gaiani non hanno mai cercato di

guadagnare nuovo territorio. Chiedono solo di essere la-

sciati in pace.
Trevize strinse gli occhi.--E allora?
--Tuitto questo è assai poco umano. Nei ventimila anni

e più di storia spaziale gli esseri umani hanno sempre

condotto una politica espansionistica. Quasi tutti i mondi

di cui si sa che sono abitabili sono in effetti abitati. E per

la colonizzazione di ciascuno di essi ci sono state questio-

ni; per non parlare di come ogni pianeta abbia prima o

poi tentato di avanzare pretese sui territori dei vicini. Se

Gaia segue così poco questa regola squisitamente umana,

è possibile che lo faccia perché... perché non è umana.
Trevize scosse la testa.--Impossibile.
--Perché impossibile?--disse l'altro accalorandosi.--

Vi ho già detto che è veramente strano che la specie uma-

na sia l'unica specie intelligente della Galassia. Può darsi

che in realtà non sia l'unica, che ne esista un'altra alla

quale manca l'imPulso espansionistico che ci caratteriz-

za.--Pelorat s'infervorò sempre di più.


--Anzi--disse--potrebbero esserCi un milione di in-

telligenze diverse nella Galassia, di cui solo una affetta

da mania espansionistica: la nostra. Le altre magari se ne

stanno tranquille a casa loro, senza intromettersi negli


affari altrui...
--E ridicolo!--disse Trevize.--Ci saremmo imbattuti

innumerevoli volte in questi esseri che dite. Saremmo at-

terrati sui loro mondi. Forse li avremmo conquistati, se
l avessimo trovato una civiltà meno progredita della no-

stra; avremmo in ogni caso sempre avuto un contatto con

loro. Invece non è successo. Per lo spazio, non abbiamo

nemmeno mai trovato i resti di civiltà non umane! Siete

voi lo storico, Janov. Non è vero che non si sono mai tro-

vati ?
--Effettivamente no--disse Pelorat.--Però Golan

potremmo averla scoperta adesso, questa civiità non

umana. Potrebbe essere quella di Gaia.


--No, non lo credo proprio. Voi avete detto che il nome

Gaia è l'antico termine dialettale che designa la Terra.

Come può non essere umano?
--Il nome Gaia è stato dato al pianeta dagli uomini e

la sua somiglianza con una parola dell'epoca a~tica po-

trebbe essere casuale. Ora che ci penso, anzi, il fatto stes-

so che siamo stati attirati verso Gaia, come voi avete sup-


E posto spiegandomene il motivo qualche tempo fa, è un

: argomento che suffraga la mia ipotesi.


--Perché? Che cosa c'entra con la vostra ipotesi?
--Be', è chiaro che i gaiani ci attirano verso il loro pia-

neta perché sono curiosi. Curiosi di vedere come sono fat-


l ti gli uomini.
--Siete pazzo, Janov? Vivono da migliaia d'anni cir-
l condati dagli esseri umani. Perché mai la curiosità do-

vrebbe essergli venuta soltanto adesso? E anche ammes-

so che gli fosse venuta ora, perché proprio noi? Se avesse-
F ro voluto studiare l'uomo e la sua civilt~, avrebbero scel-

to i mondi dell'Unione Sayshell. Perché disturbarsi a cer-

care noi?
--Potrebbero essere interessati alla Fondazione.
--Sciocchezze--disse Trevize, brusco.--La verità

Janov, è che voi morite dalla voglia di conoscere un'intel-


E ligenza non umana. Credo che se in questo momento fo-

[ ste sicuro di incontrare esseri non umani non vi preoccu-

pereste del fatto di essere stato catturato, di essere iner-

me e di venire addirittura ucciso, purché vi dessero il

tempo di soddisfare la vostra curiosità.
; Pelorat stava per mormorare un no indignato, poi però

cambiò idea, trasse un respiro profondo e disse.--Forse

avete ragione, Golan, però continuera a pensarla a modo

mio, almeno fino a che non verrò smentito dai fatti. E cre-

do che non dovremo aspettare a lungo per sapere chi di

noi due ha ragione. Guardate.


Indicò lo schcrmo. Trevize, che nella foga del discorso

aveva smesso di guardare, si voltò.--Che cos'è?--disse.


--Non è una nave che sta partendo dalla stazione?
--E qualche cosa--ammise Trevize, riluttante.--

Non riesco ancora a distinguere i particolari e nemmeno

a ingrandire ulteriormente l'immagine. E già al massi-

mo.--Dopo un po' aggiunse:--Pare proprio una nave. E

si sta avvicinando. Facciamo una scommessa?
--Che tipo di scommessa?
Trevize disse, ironico:--Quando saremo tornati su

Terminus, ammesso che ci torniamo, organizziamo una

bella cena a cui ciascuno di noi potrà invitare un massi-

mo di quattro persone. Se la nave che si sta avvicinando

in questo momento ha a bordo esseri non umani, pago io;

se invece sono umani, pagate voi.


--Accetto--disse Pelorat.
--`Siamo intesi, allora--disse Trevize guardando lo

schermo e chiedendosi se dalle caratteristiche esterne

della nave si potesse capire, senza rischio di sbagliare,

quanto gli esseri che erano a bordo fossero umani (oppu-

re no...).
69
Harla Branno aveva i capelli grigi perfettamente a posto

e la stessa aria serafica che avrebbe avuto se si fosse tro-

vata nelle sale del municipio di Terminus. Non si vedeva

proprio che era solo la seconda volta che si trovava nello

spazio profondo. (E la prima, quando era andata in gita

di piacere su Kalgan con i suoi genitori, non si poteva

contare: a quell'epoca aveva solo tre anni.)
Con aria tra lo stanco e l'annoiato disse a Kodell:--

Dopotutto, è compito di Thoobing esprimere la propria

opinione e mettermi in guardia. Benissimo, I'ha fatto.

Non ce l'ho con lui per questo.


Kodell, che era salito a bordo della nave della Branno

per parlare più liberamente, senza le difficoltà psicologi-

che causate dalla vista della sola immagine, disse:--E in

carica da troppo tempo. Ha cominciato a pensarla come

un sayshelliano.
--E il rischio professionale che corrono gli ambascia-

tori,-Liono. Aspettiamo che questa avventura termini, poi

lo terremo per un bel po' in congedo, e infine lo assegne-

remo a un'altra sede. E un uomo capace. In fondo, ha

avuto l'intelligenza di inoltrarci senza indugio il messag-

gio di Trevize.


Kodell abbozzò un breve sorriso.--Sì, ma mi ha detto

anche che la faccenda gli sembrava assurda e che ha agi-

to in quel modo solo perché era suo dovere farlo. Vedete,

Thoobing si è comportato così perché io, appena Trevize

è entrato nel territorio dell'Unione Sayshell l'ho avverti-

to di in`oltrarci immediatàmente qualsiasi informazione

riguardasse il consigliere.
--Oh, davvero?--disse la Branno, girandosi nella sua

sedia per vedere meglio l'altro in faccia.--E che cosa vi

ha indotto a fare questo?
--Delle riflessioni piuttosto elementari. Ho pensato

che i sayshelliani avrebbero sicuramente notato la nave

ultimo modello su cui viaggia Trevize e che avrebbero

notato anche un'altra cosa, e cioè che Trevize è uno stupi-

do, una persona del tutto priva di diplomazia. Insomma

ho temuto che il nostro potesse cacciarsi nei guai, e si sa

che quando ci si caccia nei guai e si è lontano da casa, la

prima cosa da fare è rivolgersi al più vicino rappresen-

tante della Fondazione. Personalmente non è che mi inte-

ressasse cavare d'impaccio Trevize; anzi, credo che se si

trovasse in difficoltà se non altro imparerebbe a crescere

il che gli farebbe un gran bene... Ma voi l'avete mandató

allo sbaraglio perché fungesse da parafulmine e mi pre-

meva che riusciste a distinguere un fulmine dall'altro

per cui mi sono assicurato che l'ambasciatore lo tenesse

d'occhio. Tutto qui.


--Capisco. Be', ora mi è chiaro perché Thoobing abbia

reagito così vivacemente. Io gli avevo mandato un avver-

timento simile. Poiché ha ricevuto raccomandazioni sia

da voi, sia da me, non c'è da stupirsi che abbia ritenuto l'

arrivo delle nostre navi un fatto molto più grave di quan-

to non sia in realtà. Ma com'è, Liono, che non mi avete

consultato prima di mandargli quell'avvertimento?
Kodell disse, calmissimo:--Se vi mettessi sempre a

parte di tutto non avreste più tempo per fare il sindaco. E

voi, come mai non mi avete informato delle vostre inten-

zioni?
La Branno disse, aspra:--Se vi informassi di tutti i

miei progetti sapreste troppo, Liono. Ma non importa, co-

sì come non importano i consigli di Thoobing e le even-

tuali invettive che i sayshelliani potrebbero lanciare.

Quel che importa è Trevize.


--Le navi vedetta hanno localizzato Compor. Sta se-

guendo Trevize ed entrambi si stanno avvicinando con

grande prudenza a Gaia.
--Ho ricevuto un rapporto complesso dalle navi vedet-

ta, Liono. A quanto pare, sia Trevize sia Compor prendo-

no Gaia molto sul serio.
--Tutti quanti ridono delle storie superstiziose che

parlano di Gaia, però conservano il dubbio che possa es-

sere vero. Perfino l'ambasciatore Thoobing non è del tut-

to a suo agio quando si tocca questo argomento. Potrebbe

trattarsi di un espediente assai utile usato dai sayshellia-

ni per difendersi. Se uno sparge la voce che esiste un pia-

neta misterioso e invincibile, la gente cviterà non solo

quel pianeta, ma anche i mondi vicini. Cioè quelli dell'

Unione Sayshell.
--Pensate che sia per questo che il Mulo non conquistò
l~unione?
--Forse.
--Certo non penserete che la Fondazione abbia lascia-

to in pace Sayshell per via di Gaia. Non avevamo nemme-

no mai sentito nominare quel mondo, fino a poco tempo

fa.
--Ammetto che nei nostri archivi il nome di Gaia non

era registrato, ma non vedo quale altra ragione possa

averci trattenuto dal premere un poco di più sull'Unione.


--Speriamo allora che il governo di Sayshell si sia con-

vinto, anche solo minimamente, della potenza e della pe-


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