La ricostruzione medico legale


Sull’avere CALO’ molte persone a disposizione nel suo mandamento e sulle invocate dichiarazioni di LAMARCA, CUCUZZA, ANZELMO e Calogero GANCI



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Sull’avere CALO’ molte persone a disposizione nel suo mandamento e sulle invocate dichiarazioni di LAMARCA, CUCUZZA, ANZELMO e Calogero GANCI

Tali dichiarazioni non risultano acquisite agli atti, né risultano riportate in sentenze passate in giudicato prodotte che affermino quanto sostenuto dal difensore. I collaboratori LAMARCA, ANZELMO e GANCI non sono stati sentiti nel corso del dibattimento. CUCUZZA risulta essere stato sentito il 14.2.2006, ma non ha mai detto che CALO’ aveva molte persone a sua disposizione nel suo mandamento.



  1. Sull’annotazione dell’11 Giugno sull’agenda di Flavio CARBONI del nome MORRIS

Il difensore ha rilevato che il numero telefonico riportato sotto il nome William MORRIS non coincide con quello attribuito ai MORRIS, desumibile da altro atto, e che le annotazioni riportate sull’agenda non sono corrispondenti alle date riportate. In particolare, ha rilevato che sussiste una casualità nell’annotare e ha richiamato la scritta ISGRO’ e l’annotazione per il trasferimento per Klagenfurt il giorno precedente a quello in cui è avvenuto.

Invero, nulla di casuale e disordinato è dato cogliere dall’analisi di quella agenda del 1982. E, infatti, il trasferimento a Klagenfurt era stato originariamente previsto proprio per venerdì 11, tant’è che Manuela KLEINSZIG si era recata all’aeroporto, ove aveva incontrato Ernesto DIOTALLEVI. Si noti che l’avvocato ISGRO’ è risultato essere il difensore di VITTOR nel corso dei primi interrogatori resi a Roma il 24 Giugno 1982, subito dopo la sua costituzione e che il relativo appunto è stato effettuato in corrispondenza di un appuntamento per colazione, sicché appare la pianificazione di un incontro e non una disordinata scritturazione. Del resto, tale convinzione è confermata dalla stessa difesa che desume elementi di prova dall’annotazione riportata il giorno 18 Giugno: “3879 dottor SICA”. Ciò che è significativo è che l’11 Giugno il viaggio a Klagenfurt è accostato ai MORRIS, segno evidente di una linea progettuale unitaria del piano criminale. Ne deriva, dunque, che sin dall’11 Giugno CARBONI si è messo in contatto con i MORRIS o, quantomeno, ha avuto intenzione di farlo. V’è da dire, poi, che dall’hotel Hilton il 16 Giugno CARBONI risulta chiamare alle 18,58 i MORRIS e alle 22,47. Dal momento che le chiamate a Laura SCANU CONCAS sono successive alla prima chiamata delle ore 18,58, è evidente che non si può ipotizzare che quel numero lo abbia reperito all’ultimo momento chiedendolo alla compagna. CARBONI era già in possesso del numero della loro utenza, perché l’aveva già chiamata l’11 Giugno o, comunque, se l’era portato con sé.


  1. Sull’ulteriore annotazione sull’agenda tenuta da Anna PACETTI, relativa a KUNZ e a MC DONALD

La difesa ha sostenuto che l’annotazione riportata in corrispondenza del 10 Giugno non è correlabile al delitto perché ve ne sarebbe una similare il giorno 12 Marzo.

Va rilevato, in proposito, che quella del 10 Giugno assume una valenza specifica in relazione ai fatti per cui è processo se si considera ciò che KUNZ e Mc DONALD hanno fatto nei giorni immediatamente seguenti proprio con riferimento al piano delittuoso e, in particolare, con riferimento ai trasferimenti dei protagonisti. Va richiamato quanto riportato a pag. 10, 82 e 83 dell’atto d’appello.

  1. Sull’interesse di Flavio CARBONI ad assicurarsi l’impunità per i delitti di bancarotta

Secondo la difesa, non esiste perché dopo 15 giorni CARBONI fu arrestato e perché la sorte di CARBONI era legata a quella del Banco Ambrosiano.

L’argomentazione non è condivisibile per quanto già esposto ampiamente nell’atto d’Appello (pag. 468 e segg.). Si aggiunga, in ogni caso, che CARBONI fu arrestato il 30 Luglio in Svizzera, non per il procedimento inerente alla bancarotta e che la permanenza in quel Paese di fatto rallentò le investigazioni nei suoi confronti, che dovettero essere svolte mediante il farraginoso meccanismo rogatoriale. Sono trascorsi mesi prima che venisse accordata l’estradizione. È risaputo che le ore e i giorni immediatamente seguenti a un omicidio sono fondamentali nelle indagini e CARBONI trascorse ben 42 giorni in clandestinità in Svizzera, un Paese diverso da quello in cui fu eseguito il delitto.


  1. Sull’esistenza del Club del 2002 e sul perché si inizia l’interrogatorio di Silvano VITTOR chiedendo: “lei sa se CARBONI abbia indotto CALVI a recarsi a Londra?”

Quel quesito fu posto per mere esigenze di verifica investigativa, discendente dall’apertura collaborativa di Eligio PAOLI nel Luglio del 2003, dalle dichiarazioni di Carlo CALVI rese nel 2004 e da ulteriori emergenze.




  1. Sull’essere ZANT uno dei tanti mitomani

Per smentire tale indicazione è sufficiente richiamare quanto riportato nel corpo dell’atto d’appello (vedi pag. da 126 a 133).



  1. Sull’avere CARBONI concretamente aiutato CALVI

A sostegno della propria tesi la difesa ha posto in rilievo che CARBONI continuava a sentire HILARY durante l’espatrio per aiutare CALVI e continuare le trattative, così come aveva sentito CARACCIOLO e BINETTI.

Nulla autorizza a ritenerlo e, al riguardo, va evidenziato che nessuno degli obiettivi perseguiti è stato raggiunto. Va in questa sede richiamato quanto esposto nel corpo dell’atto d’appello (vedi da pag. 43 a 64).


  1. Sull’utilizzo di DIOTALLEVI come iniziativa improvvisata.

Tale tesi, secondo la difesa, viene avvalorata da risultanze che dimostrerebbero come CALVI fosse alla ricerca del passaporto sino al giorno prima di partire.

È sin troppo evidente l’irrazionalità della tesi. Se la partenza era stata già preparata da diversi giorni, come ha sostenuto anche la difesa, “a fortiori” la soluzione del problema del passaporto era stata pianificata, anche perché rappresentava un dato indispensabile alla messa in moto del piano criminoso. A nulla rileva la sensazione dell’autista Tito TESAURI, riportata a pag. 138-139, trasc. 22.2.2006, in forza della quale il giorno precedente alla partenza CALVI si era recato in Corso Francia per risolvere il problema del passaporto.



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