Liber chronicus parr. Ia di vedeseta



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COLLAUDO

Milano, 9 giugno 1913

Lo scrivente certifica con la presente dichiarazione di avere oggi in Varese, sottoposto ad esame di collaudo il concerto di otto campane, fuso dalla premiata Ditta Angelo Bianchi  figli di Varese. Da tale esame gli è risultato quanto segue:

1° - Il detto concerto è ben riuscito sotto il rispetto della fusione, come appare evidente a chiunque osservi anche solo superficialmente le campane.

2° - Relativamente alle condizioni foniche lo scrivente è felice di poter attestare a) che queste otto campane rappresentano perfettamente la gamma maggiore del corista sulla base del Si b. grave: b) che i rapporti tonali tra le singole campane sono esattamente osservati: c) che il suono di cadauna campana è dolce, chiaro, pastoso, con larga consonanza degli armonici e con abbondante durata delle vibrazioni: d) che il suono delle campane a concerto sia di tutte, sia di alcune in ordine e riparto musicale, è armonioso e solenne.

La presente dichiarazione viene stesa di mio pugno da me sottoscritto e rilasciata al M. R. D. Carlo Artusi, Parroco di Vedeseta (Bergamo) e agli stimati signori Fabbriceri del mentovato luogo, dai quali ebbe a ricevere l’incarico del collaudo.

E per la verità

firmato


Can.° Angelo Nasoni

Presidente della Comm. Arc.

della musica sacra.
[286] Commissione che assistette al collaudo a Varese

1. Parroco locale D. Carlo Artusi

2. M.re Nasoni Collaudatore

3. Invernizzi Giuseppe fu Carlo Milano

4. Invernizzi Gius. fu B.a Milano

5. Musitelli Lorenzo

6. Sig. Anacleto Milano

7. Sig. Pesenti B.a fabb.e

8. Signore di Milano

Dedica alle Campane

1ª (Grossa) a Gesù Redentore - Dono del Parroco Artusi

2ª A Maria SS. S. Rosario

3ª A S. Ambrogio

4ª A S. Carlo

5ª A S. Antonio Abbate

6ª A S. Giuseppe

7ª A S. Antonio Padova - S. Lorenzo

8ª A tutti i Santi

Padrini e Madrine

1ª Locatelli Carlo C.a con sua moglie

2ª Locatelli Pietro fu Carlo con sua moglie

3ª Musitelli Lorenzo con sua moglie

4ª Pesenti Bolò - con sua sorella

5ª Arrigoni d. Angelo poi Curato

6ª Arrigoni Carlo con sua moglie

7ª Invernizzi Batt.a con sua moglie

8ª Invernizzi Gius. fu Carlo con sua Nuora

[287]
Consacrazione Campane. Grandi feste


Il Card. Ferrari in Val Taleggio227

VEDESETA, 28 sera

Questa bella borgata, sorta nello sfondo della fresca e ridente valle di Taleggio registra oggi una nuova e bella pagina di fede avita e di entusiasmo religioso per l’intervento di S. E. il cardinale Ferrari a consacrare il concerto di otto campane, dalla rinomata Ditta Bianchi, collocate sulla artistica e maestosa torre sorta di recente.

S. E. giunse ieri sera, verso le 20.30 nel paese, messo completamente a festa e a lumi, salutato dai brillanti fuochi artificiali, dalle squille forti ed armoniose della vigorosa banda locale, dallo sparo ininterrotto e solenne dei mortaretti ed ossequiato dal clero, dalle autorità civili e dal popolo festante.

Procedendo alle funzioni di rito S. E. benedisse la nuova statua di S. Ambrogio pronunciando uno di quei suoi cordiali e sereni discorsi che tanto commuovono l’anima.

Stamane dopo un patetico fervorino riboccante di carità Divina, distribuì durante la Santa Messa la SS. Comunione generale, compiacendosi della pietà di questa buona popolazione.

Dopo l’amministrazione della Santa Cresima, tenne assistenza alla Santa Messa cantata con nuovo e solenne discorso veramente pastorale.

Il maestro Rizzini di S. Giovanni Bianco, aggiunse nuovo merito al suo nome con scelta musica.

Al banchetto, al quale intervenne festevolmente accolto, anche l’on. Carugati, fu ammirata ed applaudita l’arte letteraria e cristiana del dottor Zampetti di Taleggio.

Dopo i Vespri solenni ebbero luogo la consacrazione delle nuove campane il cui concerto si confuse tutto il giorno con lo squillo della banda e lo sparo romantico dei mortarelli. Alla processione riuscita decorosa ed imponente, quasi al completo l’intervento del clero e delle popolazioni limitrofe.

Accennare a particolari, pure interessanti, per questa giornata che farà epoca nella storia religiosa e morale di Vedeseta è impossibile.

È dovere però rilevare il merito specialissimo del Parroco don Carlo Artusi, la cui attività, il cui zelo, la cui generosità, come in altre, così in questa circostanza, furono insuperabili, assicurandosi la gratitudine perenne del popolo, l’attestato ottimo della propria coscienza, la ammirazione dei confratelli, la benevolenza dei superiori, la benedizione di Dio.

S. E. partì verso sera per la fonte di Bracca, non occorre dire quanto festeggiato da tutti coloro che tramanderanno la memoria di questa festa alle generazioni venture, lasciando vivo desiderio di rivederlo quassù una quinta volta!
[288] Orologio

Il campanile fu demolito, le campane passarono fuse nel nuovo concerto e anche l’orologio fece il suo passaggio dalla torre vecchia alla nuova.

Questo orologio a spese del Comune fu fatto dalla Ditta Mappelli di Ballabio Valsassina circa l’anno 1840.

Nel 1877 fu riparato dall’operaio Melugani di Barcone Valsassina

Fu riordinato nel 1913 per essere posto sul campanile nuovo e ciò fu fatto ancora a spese del Comune per la spesa di circa £ 400 dalla Ditta Mostacchi di Valle Brembana - Comune di Piazza.

Porta la ½ ora come prima e fu messo l’ingranaggio per quattro quadranti per comodità e bellezza della torre. Anno 1913.


[289]

Eco della 2ª Visita Pastorale 14 Luglio 1904228
DIOCESI E PROVINCIA

S. E. il Card. Ferrari in Valle Imagna

Dall’alta Valle Imagna, 15 luglio 1904.

Questa ubertosa valle che già nei tempi antichi vide S. Carlo Borromeo ed il Beato Gregorio Barbarigo passare attraverso a questi suoi ameni colli, rinfrancando la fede nei popoli, coll’efficacia della parola e della pastorale autorità, ebbe martedì scorso l’onore di accogliere l’Emminentissimo [sic!] Cardinale Ferrari Arcivescovo di Milano, il quale, lasciata la sua metropoli, si spingeva per la seconda volta fino alle falde del Resegone a visitarvi le Parrocchie, da Lui dipendenti, di Brumano, Morterone e Vedeseta.

Ad incontrare l’esimio Porporato e Monsignor Morganti Convisitatore, erano discesi alla Stazione di Bergamo il M. R. Parroco di Brumano ed il R. Vicario di Rotafuori.

Lungo la via che da Bergamo conduce in Valle, campane di ogni Parrocchia mandarono all’illustre Principe della Chiesa, coi loro lieti squilli, il saluto dei nostri popoli che accorrevano sulla via ad ossequiarlo. Giunto nei pressi di S. Omobono. S. Em.a avrebbe voluto visitare la Fonte termale solforosa: ma, stante l’ora già tarda ed il tempo piovoso, non poté effettuare il suo desiderio, con non poco rincrescimento suo e di tutto S. Omobono, che si teneva altamente onorato della visita.

Non lasciò però d’informarsi minutamente dal R. Parroco di S. Omobono, circa la Fonte e le qualità terapeutiche di quell’acqua solforosa, come pure s’interessò assai della nuova facciata della Chiesa Parrocchiale assai bene riuscita.

Alla villa Dolci, su quel di Rotafuori, quasi tutto il clero della Vicaria e numerosissimo popolo, erasi riunito ad incontrare il Cardinale.

Intanto le campane di Rotafuori e delle circonvicine Parrocchie suonavano a distesa e numerose salve di mortaretti salutavano l’arrivo di Sua Eminenza. Entrati processionalmente nella Chiesa di Rota Fuori ed adorato il Santissimo, Sua Eminenza salì il pulpito e con parole piene di benevolenza e di paterno affetto ringraziò Clero e popolo delle accoglienze fattegli, e raccomandò caldamente la fede e le opere buone.

Impartita la Benedizione col Venerabile al popolo che gremiva il tempio, dopo breve riposo e rinfresco nella casa del R. Vicario, ripartì dopo le 8 p. per Brumano, dove anzioso lo attendeva quel buon popolo che andava a visitare.

Quivi tutto il paese era in festa: archi trionfali, apparati straordinari, fuochi artificiali, sparo dei mortaretti, suono delle campane, tutto annunciava la letizia di quel popolo nel ricevere l’amato Pastore, il quale, appena giunto, portossi di filato in Chiesa, impartì la Benedizione col SS.mo al popolo, fece la sacra visita al Tabernacolo, tenne un pastorale discorso al popolo, e fece la visita al Cimitero con altro discorso; erano le undici e mezzo quando si finì la sacra e commovente funzione.

La giornata seguente, fin le due pomeridiane, fu tutta impegnata nella sacra Visita Pastorale chiusa con un lungo discorso di incoraggiamento a quel buon popolo di Brumano a proseguire nel bene, ad essere costante ne’ buoni propositi, e nel mettere in pratica i consigli ed i ricordi che loro lasciava il Ven. Presule nell’atto di partire. Né qui posso tacere dello splendido elogio che Sua Eminenza fece in pubblico, di quel Reverendo Parroco, per il buon ordine in cui trovò tutto in Parrocchia, per l’istruzione impartita al popolo e in specie ai ragazzi, per la premura addimostrata, nella erezione del nuovo Asilo infantile, nonché per tanto altro bene che opera in mezzo alle sue pecorelle, ad onta di gravi difficoltà, ed anche di dispiaceri incontrati. Terminata la sacra funzione si tenne la Congrega Parrocchiale per la Vicaria di Rotafuori a cui intervennero i Parrochi della Vicaria stessa e numeroso Clero. Alle cinque Sua Eminenza ripartiva per Morterone. Ai Parrocchiani di Brumano un augurio pel proseguimento nell’assecondare i desideri del loro Pastore, al Rev Parroco una viva e sincera congratulazione per le parole di lusinghiero encomio rivoltegli dall’Esimio Porporato. È degno di riconoscenza e della sua mercede il buon operaio - dignus est operaius mercede sua.

X.

[290] Eco della 2ª Visita Pastorale 14 luglio 1904229


S. Em.za in Valle Taleggio
Nella scorsa settimana il popolo di Vedeseta aveva per la seconda volta nello spazio di otto anni, la bella sorte di essere visitato dall’Eminentissimo Cardinale Arcivescovo di Milano, dal quale questa Parrocchia dipende.

Non è a dire l’entusiasmo di tutta questa popolazione; fu un trionfo di fede, un giorno di paradiso.

Sua Eminenza, da esperto alpinista, senza neppure il bastone di sostegno, partito a buon ora da Morterone, alle falde del Resegone, praticando i sentieri deserti, irti, pericolosi della Val Remola, giungeva felicemente al confine di questa Parrocchia, ove veniva accolto con grande entusiasmo dal Parroco locale, dall’intera popolazione, dalle varie Confraternite e da numerosi Sacerdoti accorsi e dalla vicina Taleggio e dalla Valsassina. La banda locale dà fiato alle trombe, un gruppo di giovanette innalza un canto popolare di circostanza.

Ancora per scabrosi sentieri giunge il Venerato Prelato alla Chiesa Parrocchiale tutta parata e illuminata a festa. Non badando alla fatica del lungo viaggio, S. Em. sale subito il pulpito, richiamando le più dolci e liete memorie ed impressioni della prima Visita pastorale al buon popolo di Vedeseta.

Dopo l’assoluzione ai defunti e la S. Cresima, rivolse un altro affettuoso discorso tenendo tutto quel popolo e i forestieri pendenti dal suo labbro. Interrogò i fanciulli sui principali punti della Dottrina Cristiana ed essi risposero con molta soddisfazione.

Diede in ultimo la rivista a tutta la Chiesa, dimostrando al pubblico il suo contento, ed esclamando: è questa proprio la casa del Signore.

E per manifestare a tutti la Sua soddisfazione, volle regalare a questa Chiesa una bella statua della Vergine del S. Rosario da sostituire alla vecchia. E di ciò non contento, promise il suo appoggio pecuniario anche per i restauri della Casa parrochiale che ora vi stanno facendo, e diede altresì un’offerta al locale Corpo Musicale per invogliare quei bravi giovinotti a far sempre bene e rendere contento il loro Parroco che per essi fa tanti sacrifici.

A tali atti debbo proprio ripetere anch’io quello che già fu ripetuto dal suo grande antecessore S. Carlo: pertransibat bene facendo.

Dopo di essersi alquanto ristorato partì su di un focoso cavallo per l’erta montagna della Calmine230 per essere a Milano la sera stessa, lasciandoci nel più vivo rincrescimento di sua partenza e con le più soavi e sante impressioni della visita fattaci.

Evviva il nostro Cardinale!




In visita pastorale

Il Cardinale sull’alta montagna

Ci scrivono da Vedeseta, 15:

Dopo solo otto anni il 14 luglio il popolo di Vedeseta ebbe una seconda volta la bella sorte di avere nel proprio paese l’E.mo Card. Arcivescovo di Milano, suo amatissimo Pastore. Non è a dire l’entusiasmo degli animi di questa intera popolazione: fu un vero trionfo!

A piedi da esperto e valente alpinista, senza bastone però, s’en veniva a buon’ora dalle falde del Resegone, da Morterone, praticando deserti, irti e pericolosi sentieri nel seno della Valle Remola, verso Vedeseta.

Al confine della Parrocchia viene accolto con grande entusiasmo dal Parroco locale, dall’intera popolazione, dalle varie Confraternite e numerosi sacerdoti accorsi e dalla Valsassina e dalla vicina Taleggio. La banda locale dà fiato alle trombe, un gruppo di giovani innalzano un canto popolare appositivamente istrumentato per tale circostanza, in tal modo nell’esultanza dei cuori di tutti gli vien dato il caro saluto.

Ancora per scabrosi sentieri giunge il venerato Presule alla Chiesa Parrocchiale tutta parata a festa e illuminata. Non badando al lungo strapazzo e viaggio, sale subito il pulpito risvegliando le dolci e liete memorie e impressioni avute nella prima visita pastorale dal buon popolo vedesetense.

Dopo l’assoluzione ai defunti e la S. Cresima rivolse un altro caldo discorso, tenendo tutto quel popolo e i forastieri pendenti dal suo labbro. Interrogò i fanciulli sui principali punti della Dottrina cristiana che quei fanciulli e fanciulle risposero con molta soddisfazione.

Diede in ultimo una rivista a tutta la Chiesa dimostrando al pubblico il suo contento esclamando: è questa proprio la casa del Signore. E per far conoscere a tutti la sua soddisfazione volle regalare a questa Chiesa una bella statua della Vergine del S. Rosario. Di poi come non contento ancora, promise il suo appoggio anche per il ristauro della casa Parrocchiale che ora si sta facendo – e per ultimo diede anche un’offerta al locale corpo musicale, per invogliare quei bravi giovinotti a far sempre bene, e rendere contento il loro Parroco che per essi fa tanti sacrifici.

Dopo di essersi alquanto ristorato partì su di un focoso cavallo per l’erta montagna della Colmine per essere a Milano la sera stessa, lasciandoci nel più vivo rincrescimento di sua partenza e con le più soavi e sante impressioni della visita fattaci.

Un vedesetense
[291] 231
J.M.J.

Milano, 28.VI.’13
Molto Re.do sig. Curato
Ricevo la sua del 24 c. m. e le concedo, come li anni passati, la facoltà di binare nelle feste di luglio e di settembre p. v. ma piacendo a Dio ben volentieri ritornerò a Vedeseta - e farà lei la notizia – per la consacrazione del nuovo concerto delle campane entro 1o agosto e a tempo le saprò dire il giorno preciso – Intanto di tutto cuore la benedico con tutta codesta sua cara popolazione e le sono

Aff.mo in G. C.

+ Andrea C. Card. Arciv.

Visum de mandato E.mi Archiep. occas. Visit. past.

die XI Jun. 1918

Sac. obl. Giussani Petrus232


[292] N. 103 Rifabricazione e ricostruzione dell’Oratorio della Lavina L’Oratorio della frazione della Lavina dedicato all’Annunciazione di M.a SS. e a S. Vincenzo levita e M.e era tutto in deperimento – ci voleva un ristauro in radice, cioè quasi rifabbricato a nuovo. L’opera e il lavoro di muratore fu eseguita dai nostri Mastri locali, fu cambiato il tetto di piote in tegole – Con una spesa di circa 10 milla lire, per 3 milla date dalla Fabbriceria e il resto a offerte private.

L’opera fu compiuta nel 1913 e 1914.

La parte decorativa fu eseguita dal decoratore e stuccatore Bonaiti Carlo di S. Giovanni B. con un compagno Caligari di Piazza B.a. la pittura fu eseguita dal giovane pittore Locatelli di Bergamo.

Il pavimento fu donato da M. Com. Citterio Aquilino Mis. Ap. di Milano. I banchi con il confessionale furono donati da Invernizzi Giuseppe fu Carlo di Milano.

La Vergine SS. e S. Vincenzo benedica tutti i generosi oblatori con il Parroco D. Carlo Artusi che tanto fece per il ristauro.

27 – 6 – 1918 = Laus Deo =


[293] N. 104 Nota di una festa votiva per la pace233
J. M. J.

31 marzo 1917

Molto Rev.do sig. Curato

Mi rallegro grandemente per la festa eucaristica che sta preparando in una delle domeniche di aprile, e le concedo per tale occasione la facoltà di binare la Santa Messa.

A Lei ed a tutta codesta sua cara popolazione mando di tutto cuore una benedizione speciale, specialissima poi per i cari soldati che auguro tornino tutti a casa sani e salvi, e buona e santa Pasqua a tutti.

Aff.mo in G. C.

+Andrea C. Card.Arciv.
[294] N. 105 Eco della 4ª visita P.e di S. E.a Cardinale

Dall’Italia di Milano234

L’Arcivescovo di ritorno

dalla visita pastorale

Ieri sera è rientrato in Milano S. E. il cardinale Arcivescovo dopo dieci giorni di assenza durante i quali ha compiuto la Sacra Visita pastorale nella pieve di Primaluna. Dovunque è stato accolto con segni manifesti e commoventi di giubilo. In quella plaga dove le Parrocchie sono disseminate alcune su per i dossi dei monti altre nel fondo delle valli, lontane le une dalle altre, la Visita è particolarmente faticosa.

S. Eminenza è stato però largamente compensato dalle fatiche delle lunghe cavalcate e delle peregrinazioni, rese talvolta difficilissime dalle intemperie montanine, dalle soavi emozioni provate davanti alla testimonianza di affetto alla sua persona e più alla fede viva dimostrata unanimemente dalle popolazioni che si affollavano sul suo passaggio, che gremivano le chiese per udirle la parola, per accostarsi ai Sacramenti.

Il Clero ha emulato coi fedeli nell’esprimere l’ossequio al Vescovo e nel dargli prova di zelo pastorale: la Congregazione foranea tenuta alla Chiesa plebana di Primaluna in cui si raccolse tutto il clero locale riuscì una dimostrazione eloquente dello spirito che anima quei buoni sacerdoti nell’esercizio del loro ministero tra le buone e pie popolazioni alpigiane.

Un episodio particolarmente grazioso è avvenuto domenica sera ad Introbbio. Tutto il popolo con le autorità civili in testa e il presidio militare ivi di stanza, mosse in corteo ad incontrare l’Arcivescovo. Durante l’attesa era giunta notizia della nostra vittoria sul Piave. Informatone all’arrivo dell’Arcivescovo, questi raccolto il popolo in Chiesa, lo esortò a ringraziare Iddio del favore concesso alle nostre armi e alla patria intera, disse che l’amore alla patria è un comandamento di Dio medesimo e che i buoni cristiani devono osservare un tale precetto per onorare la Religione, con spirito di disciplina, di operosità, e di sacrificio. Parlò pure della pace che è pure nei voti del Sommo Pontefice e nel cuore dei buoni cittadini, la pace cristiana che imponendo tregua ai tanti mali della guerra, consacri la giustizia tra nazione e nazione e concluse esortando alla preghiera, all’obbedienza alle autorità alle quali Dio ha confidato le sorti della diletta patria, al sacrificio perseverante con animo veramente cristiano per meritare la pace giusta e durevole.

La bella e vibrante allocuzione riempì di commozione gli adunati, che terminate le funzioni della Chiesa, improvvisarono tutti concordi, civili e militari una imponente dimostrazione di affettuosa devozione all’Arcivescovo.235


[295] N. 106 Eco della Guerra 1918236


DA VEDESETA

Sacerdote patriota

Vedeseta, 27

Ospite talvolta di questo ridente paesello tanto grazioso nella sua semplicità quanto poco conosciuto, ebbi l’occasione di assistere ai sermoni che dal pergamo ogni domenica il Parroco di questo Comune m. r. don Carlo Artusi, unico Sacerdote del paese, impartisce ai suoi Parrocchiani. Di animo semplice ma altrettanto sincero questo Sacerdote intende la missione sacerdotale nel più alto senso della parola, poiché egli sapendo unire e fondere in un unico sentimento l’amore a Dio ed alla Patria parla ai suoi Parrocchiani quella parola dolce e paterna che fu fiamma e forza durante il periodo della guerra e che è fede e speranza in questi momenti di ansia e di trepidazione.

Egli l’apostolo vero della fede accomuna la spiegazione settimanale del Vangelo colla spiegazione degli avvenimenti principali interessanti la Patria nostra, fondendo in un mistico ritmo di fede e di amore i sentimenti più cari dell’animo nostro.

Sacerdote italiano di alti sentimenti patriottici egli personifica in sé la vita semplice ed operosa di questo arcadico paese dove in tale opera di bene trova una cordiale cooperazione nel Sindaco sig. Gaspare Arrigoni figlio illustre di questa terra e vero filantropo del luogo.

Già il Governo ebbe a riconoscere a questo simpatico Sacerdote gli alti meriti patriottici che si è acquistato; ciò non toglie però che anche pubblicamente non debba egli venire additato alla generale ammirazione.
[296] N. 107 Omaggio al N. Veneratissimo Cardinale per il suo 25 di Ep.o237
J. M. J.

7. VI. 19

Carissimo sig. Curato

Mille sincerissime grazie per tanta considerazione[?] di Lei e dei suoi cari Parrocchiani con preghiere a Dio e con sante comunioni fatte di cuore[?], che n’ho tanto bisogno. Che il Signore la ricompensi per tanta carità [.............].

Aff.mo in G. C.

+A. C. Card. Arciv.
[297] N. 108 Omaggio al N. Veneratissimo Cardinale per il suo 25° di Ep.o

J. M. J.

Alassio, 8. 11. 19

Carissimo sig.r Curato

Mi commuove vivamente la sua lettera!

Quanta bontà per me e nel Parroco, e nei Parrocchiani!

Oh! Che il Signore li rimeriti tutti [........] quanti

hanno pregato per me e in compenso mando a tutti Parroco e Famiglia pure

ai carissimi Parrocchiani una speciale Benedizione

aff. in G. C.

+Andrea C. Card. Arciv. di Mil.
[298]

N. 109. Indirizzo a S.a Eminenza Car.e Ferrari per il suo 25.mo come nostro A. Arcivescovo
Lì 4 Nov. 1919

Al nostro padre e pastore che il 4 Novembre prossimo ricordiamo la festa e solenne circostanza del 25.mo ingresso in questa nostra amata Diocesi, Parroco e Parrocchiani tutti di Vedeseta, testimoni della sua vita, del suo zelo infaticabile, del sacrificio di tutto se stesso per la gloria del Signore e il bene delle anime e dell’amore di questa nostra montuosa Parrocchia con tutto l’animo e favor nostro protestiamo sincero amore obbedienza e viva gratitudine e riconoscenza.

Abbiamo pregato tanto con funzioni speciali eucaristiche trepidanti per la salute di V. Em. Ill. R. e Gesù Benedetto ci ha esauditi stante le migliorate condizioni “et laudamus nomen tuum in aeternum” e pregheremo ancora con un palpito di viva fede che Dio buono la conservi ad multos annos ancora al bene della nostra Diocesi, La vivifichi della sua gloria, Gli accresca d’attorno i suoi figli devoti e ossequienti moltiplicando [299] sempre più per il trionfo della Chiesa, la redenzione della società e la grandezza della nostra cara patria l’Italia.

E V. Eminenza nel fervore delle preghiere che inalzerete all’Altissimo in questi giorni che siano salvi tutti i figli obbedienti alle V. amorose cure, deh! Vogliate ricordare Vedeseta col suo Parroco e Parrocchiani e di cuore ripeteranno a V. Em. ad multos annos.

Col pensiero saremo tutti presso V. Eminenza in questi solenni e cari giorni, giorni di esultanza e di viva fede.

Implorando su di me sulla Parrocchia e parenti tutti la sua santa benedizione e baciandole il S. Anello mi protesto di V. Eminenza Ill. R.

Devot.
Sac. Carlo Artusi

Parroco


[300] N. 110. Ristauro Ossario nella Cappella M.a di Maria V.e Addol.

Per tenere viva la tradizione dell’antica Chiesa dedicata a S. Antonio – vedi, leggi la lapide apposita - il Parroco Artusi la ridusse essendovi i testi238 che vengono esportati dal Cimitero in una Cappella mortuaria dedicata ai nostri prodi soldati caduti nella guerra 1915-1918 – sotto il titolo di Maria SS.ma Addolorata.

L’opera fu compiuta nel ottobre del 1920 a totale spesa del Parroco Artusi. Per la pura Cappella £ 1000 e £ 600 la statua della Vergine con Gesù Morto.

Sì che l’una che l’altra fu eseguita dalla Ditta Ravasio Guelfo di Bergamo.

Riuscì di grande soddisfazione alla popolazione, che ogni giorno divoti si recano a pregare la pace sempiterna ai prodi soldati e per i defunti della Parrocchia. Opera imperitura del Parroco Artusi.

[301]239

VEDESETA, 12 – Inaugurazione del monumento ai Caduti. – Il giorno 8 corrente240 col concorso di autorità e di tutto il buon popolo nostro, venne scoperto un degno monumento in memoria dei nove figli di Vedeseta, che hanno sacrificato la loro vita per la Patria.

Notammo tra i presenti tutto il clero della vallata con a capo il nostro Parroco don Carlo Artusi, il sindaco cav. Gaspare Arrigoni, il comm. Arrigoni di Olda, il maggiore cav. Festa, tutta la colonia villeggianti, e tutta la popolazione venuta a portare il suo tributo d’affetto. Dopo la cerimonia religiosa, si scoperse il bel monumento, che è un’egregia opera d’arte dello scultore Barbieri. Parlarono commossi ed efficacissimi il Sindaco cav. Arrigoni, il Parroco, il rev. Don Mosconi, direttore della qui residente Colonia Cremasca per gli orfani di guerra. Seguì il nostro bravo maestro Locatelli Battista, il quale attraverso le memorie a lui pervenute dai suoi ex alunni combattenti, rievocò degnamente i gloriosi Caduti commovendo ed entusiasmando insieme. La cerimonia di pietà si svolse con il massimo ordine, attestando ancora una volta i buoni sentimenti di queste nostre popolazioni.


J. M. J.241

31 maggio 1920

Carissimo sig.r Curato

Le concedo come gli altri anni [......] di binare nelle feste dal giugno alle 1a metà di settembre e ben di cuore le mando una speciale benedizione e una [.........] a tutta la sua buona e cara popolazione. Con apprezzamento .... e viva riconoscenza per le preghiere che [.........] per me, le sono

aff.mo in G. C.

+A. C. Card. Arciv.

1921
Dicembre. Essendo il Parroco Artusi gravemente infermo fu mandato quale Delegato arcivescovile il Sac. Obl. Ecclesio Terraneo.

1922
Genn. 7. In questi giorni moriva il Parroco Sac. D. Carlo Artusi dopo quasi mezzo secolo di suo ministero in questa Parrocchia. Gli vennero fatti solenni funerali ai quali partecipò commossa tutta la popolazione.

Genn. 17. Festa di S.o Antonio Abate, titolare della Parrocchia. Dato il lutto parroc[302]chiale ed essendo ancora la casa parr.le occupata dagli eredi, la festa non ebbe la solennità degli altri anni: però i Sacramenti furono ugualmente frequentati e dalle donne e dagli uomini.

Marzo 5. Quaresima. Secondo l’ordine lasciato dal Card. Ferrari Arc. di Milano nell’ultima Visita pastorale, il Quaresimale fu tenuto non a S. Bartolomeo ma in Chiesa parr.le.

Marzo 19. Festa di S. Giuseppe e festa dei poveri morti a S. Bartolomeo. La predica dei morti dopo mezzogiorno fu tenuta a S. Bartolomeo.

Maggio. Fu tenuto in Chiesa parr.le comizio242 per la nomina del Parroco proposto dalla Ven. Curia Sac. Carlo Pensa.

Funge da presidente al seggio un delegato di Prefettura: è presente la giunta con a capo l’ill.mo Sindaco Arrigoni Cav. Gaspare.

Il Sac. Carlo Pensa, unico proposto, è votato all’unanimità: votarono 67 capi di famiglia.

[303] Giugno 30. Il Sac. Obl. Ecclesio Terraneo viene sostituito dal Sac. Obl. Don Ambrogio Alterio.


PARROCO PENSA D. CARLO
[foto]

Nato a Crandola

il 6 marzo 1883,

ordinato Sacerdote

il 13 giugno 1908,

destinato coadiutore

a Travaino e

il 13 marzo 1911

ivi eletto Parroco

proposto Parroco

a Vedeseta

il 4 aprile 1922

prende possesso

di Vedeseta

il 15 agosto 1922,

accolto dalla popolazione con unanime consenso e con espressione del più religioso entusiasmo.


[304] Anno 1922

Luce elettrica. Vengono abolite le lampade ad olio e si introduce per l’illuminazione della Chiesa la luce elettrica, inaugurata nella festa di S. Ambrogio.

Padiglione bianco. In detta festa fu pure provvisto l’altare di un padiglione bianco non mai prima usato.
Anno 1923
[foto]
Tomba. Nuova tomba opera del Sig. Magistretti di Carnago. Costo dell’opera col trasporto £. 5000.

Stendardo figlie di Maria. Dello stesso autore è lo stendardo delle Figlie di Maria pure fatto in quest’anno per £. 1500.

Cav. Gaspare Arrigoni. Il 10 giugno moriva a Milano il Cav. Gaspare Arrigoni che lasciava £. 50000 a Vedeseta.

Videbamus in Nostra Personali Visitatione habita die 3.a Augusti 1924.

+ Eugenius Card. Tosi Archiep.us

[.....] Cavezzali Convis.243
[305] Anno 1924Visita pastorale244


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