Liber chronicus parr. Ia di vedeseta



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allora è una spia che qualche volta la redazione delle pagine del Chronicus veniva fatta con qualche ritardo!

248 Biglietto non trovato!

249 Timbro: Visitatio Pastoralis 1931. E’ appena il caso di sottolineare la piccola sbavatura cronologica sulla data della Visita del Card. Schuster, che nella sottoscrizione autografa del Cardinale compare chiaramente come 29 agosto mentre nel titolino viene data al 27/28. Da sottolineare, e non sarà la sola volta, il pernottamento dell' Arcivescovo a Vedeseta, in quella stanza della casa parrocchiale che viene ancora indicata con qualche tremore reverenziale come la stanza del Cardinale.

250 Timbro: Visitatio Pastoralis 1931.

251 Tra pag. 324 e pag. 325 del Chronicus è incollato un foglio a stampa con un articoletto che occupa le due facciate. Parla della festa della Consacrazione di Vedeseta al S. Cuore di Gesù del 1933 e è tratto – come dice don Pensa nel Chronicus – dal periodico interno dell’Istituto delle Rev.de Suore Marcelline. Lo riportiamo.

252 Vedi la riproduzione sopra riportata.

253 L'Albergo Posta, di cui si è persa anche la memoria storica, era un esercizio collocato al piano terra del palazzo comunale, nei locali che sono stati a lungo negozio di salumeria, poi macelleria e, più recentemente, sala giochi per i ragazzi e che ora ospitano l'ufficio turistico. E' solo il caso di ricordare che negli anni trenta Vedeseta poteva contare, a fronte dell'unico rimasto oggi, su ben 4 esercizi di ristorazione: oltre al Posta, l'Alpino, il Gallo e il superstite Angelo. E anche Lavina disponeva di una sua trattoria. Con la chiusura del Posta i suoi gestori aprirono, fuori paese, il Mulino.

254 Timbro del Vicario foraneo.

255 Cifra più sigla indecifrabile aggiunte a matita non si sa da chi.

256 Timbro rotondo con inscritto: Visitatio pastoralis - 1937

257 O don Pensa ha doti profetiche o bisogna pensare che la redazione di questo passaggio del Chronicus venga fatta in ritardo, a seconda guerra ampiamente scoppiata.

258 Una lunga nota alle pagg. 331/332, aggiunta di recente a biro, verosimilmente per mano dell’anziano don Piero Arrigoni, dice: "N. B. Non è così. E’ doloroso dire la verità e cioè che il parroco su pressione della sua donna di servizio - Artusi Caterina – a don Piero che a Pasqua aveva scritto riguardo alla sua prossima Ia Messa a Vedeseta, rispose letteralmente: “Non è possibile perché la Caterina non vuole”. Incredibile ma vero. Motivo? Da anni era lei a comandare qui. Il I°/8/1933, ore 14, il seminarista Pierino, in seguito al di lei comportamento furioso in Chiesa, mentre gruppi di donne pregavano per l’indulgenza d’Asssisi, perse la pazienza, uscì, la aspettò fuori e le disse: Vedeseta va male per causa sua e andrà bene quando lei se ne andrà. Bufera. Pierino per 6 anni espulso dalla parrocchia, e così quando venne la sua ordinazione, lei impose al parroco la proibizione di celebrare qui la Ia Messa . Castigo di Dio? La Caterina il 31/5/39 impazzì e fu ricoverata al manicomio di Seriate, poi a Cesano Boscone ove morì . Don Piero peregrino per due settimane in cerca di una Chiesa e un altare per la sua prima messa; subì 5 rifiuti, alla fine la celebrò, come un profugo a Ronchetto sul Naviglio. Il parroco, che nel frattempo non aveva più la Caterina, tuttavia non partecipò alla Ia Messa, né una parola. Don Piero lo stesso giorno dell’ordinazione fu nominato parroco di Morterone, l’ultimo posto della Diocesi, il che accrebbe ancora più l’angoscia. Don Piero il 17-6-39 era già a Morterone. Quello che segue qui sotto fu a titolo di riparazione per una ..... ingiustizia. Don Piero accettò per reagire col bene al male".

259 "Cioè don Piero": aggiunta a biro recente, probabilmente di mano dell’interessato.

260 Non è stato possibile rinvenirle.

261 Con questa domanda, che risale al 1943, si chiude la parte di Chronicus compilata da don Carlo Pensa. Degli ultimi 2-3 suoi anni a Vedeseta, segnati dall’andamento disastroso della Seconda guerra e dal peggioramento delle sue condizioni di salute, non c’è purtroppo traccia nella nostra opera lasciandoci privi di preziose informazioni su quel periodo travagliatissimo.

262 Timbro rotondo: Visitatio Pastoralis – 1943.

263 L’accostamento del timbro della Visita vicariale del gennaio 1947 al timbro della Visita pastorale del 1943 conferma il vuoto temporale nella redazione del Chronicus a cui si è accennato in nota precedente.

264 Con la pag. 337 vi è un cambio di grafia nella redazione del Chronicus. Il nuovo “cronista” è, forse, da identificarsi in uno dei sacerdoti che ad interim hanno retto la parrocchia tra la malattia e la morte di don Pensa (1946) e l’arrivo del suo successore don Giovanni Morandi (luglio 1947), o forse, come parrebbe di capire da una recente annotazione a margine di pag. 341, forse in don Piero Arrigoni che in quegli anni fa la spola tra la sua parrocchia di Morterone e il suo paese e la sua parrocchia natali e che diventa l’esecutore testamentario di don Pensa. Che si tratti di qualcuno profondamente radicato a Vedeseta lo farebbe pensare anche il fatto che riprenda una piccola vicenda schiettamente locale - come la morte di un eremita - conclusa già nel 1939.

265 L’articoletto è tratto da un giornale del tempo.

266 Aggiunta a margine di epoca posteriore: "compreso don Piero".

267 "Don Piero". Sempre aggiunta a margine, in biro, di epoca posteriore.

268 Una nota a margine, tracciata a biro, dice: "Che scrive è don Pietro Arrigoni parroco di Morterone". Qui si concludono le poche pagine che coprono il periodo di interregno tra don Pensa e don Morandi.

269 "N. 13-1.1905 a Monteviasco; m. 13-9-1985 a Milano". Aggiunta a margine a biro.

270 La frase sembrerebbe non completata.

271 E’ chiaro da subito l’impatto non felice tra nuovo parroco e vedesetesi.

272 La numerazione delle facciate, quasi con certezza effettuata per intero dal primo “cronista” Giuseppe Locatelli, fa qui, certo per distrazione non rilevata, e non corretta, dai compilatori successivi, un salto all’indietro di 10 pagine. Abbiamo risolto il piccolo pasticcio con la doppia numerazione. Il primo numero è quello che rispecchia l’originale.

273 Marini?

274 Locatelli? Il soprannome "Rana" connota un casato degli Arrigoni!

275 Per una volta si è mantenuto il sottolineato del testo.

276 Timbro rotondo: Visitatio pastoralis 1948.

277 Pizzino.

278 Grignapone, in dialetto di oggi Grignapù. Il nome della località è stato aggiunto nel testo da mano diversa.

279 Ambria.

280 Cornello del Cane. Anche i piccoli errori - alcuni ripetuti! - nella citazione di qualche toponimo sono la spia di un mancato pieno inserimento di don Morandi nel suo nuovo mondo.

281 Cornello del Cane.

282 "Quanto buono e giocondo...". Questo motto latino, completato con la frase "habitare fratres in unum", un inno allo stare fraternamente insieme era istoriato sopra l’ingresso della casa/ospizio di San Bartolomeo ancora qualche decennio fa.

283 "Che Dio faccia". Faxit è una forma arcaica di faciat.

284 Timbro tondo: Visitatio pastoralis 1953.

285 Quotidiano cattolico di Milano.

286 Termina qui la parte di Chronicus di mano di don Giovanni Morandi. Una mano posteriore ha aggiunto in coda, a biro: "si ritira a Milano".

287 Ovviamente inizia il contributo al Chronicus del nuovo Parroco don Sabino Camia.

288 Il Liber chronicus si interrompe così. Lo completano i testi di alcune lapidi.

289 Si tratta, ovviamente, dell'indice relativo al solo allegato poiché l'indice generale della Tesi ha trovato posto in inizio di volume. L'indice è, per larga parte, quello del Liber chronicus, redatto dai due primi compilatori, Giuseppe Locatelli e don Carlo Artusi. Che anche nell'indice riflettono il loro modo di affrontare l'opera, con una impostazione più organica, per capitoli, il primo, in modo più minuto, diaristico il secondo, che per quanto riguarda l'indice della parte IV, compilato solo per la parte iniziale, è incorso in numerose difformità rispetto al testo sia per quanto riguarda i titolini sia per quel che riguarda la numerazione dei medesimi e anche in qualche riferimento di pagina sbagliato. Non avendo gli altri compilatori provveduto ad aggiornare l'indice man mano che crescevano le pagine del Chronicus per dare un qualche riferimento al lettore abbiamo provveduto a completare l'indice e a dare, ovviamente, accanto alla numerazione storica delle facciate del testo, la loro corrispondenza nelle pagine a stampa. Abbiamo indicato col carattere corsivo la numerazione delle pagine a stampa e tutte le parti non presenti nel testo manoscritto.




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