A elena bernardi



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V E N E Z I A



A GIUSEPPA TERRAGNOLI

1872(Verona#1828.02.13)


La Canossa sta per andare a Bergamo, per poi raggiungere Venezia e da là passare a Trento. Chiede di essere assistita con la preghiera perché, avendo troppi affari, ha bisogno di un po' di salute, ma se le mancasse e dovesse partire, abbia ugual­mente forza di fare quanto il Signore le chiede.
V.G. e M. Carissima Figlia
Appena ricevuta oggi la fede della Salterini206 dall'ottimo Si­gnor Don Francesco207 subito ve la occludo mia Cara Figlia. Il medesimo si fece cavar sangue, e restò alquanto indebolito e di mala voglia ma oggi al contrario lo trovai ristabilito.

Oggi è l'anti vigilia del gran venerdì dei gnocchi208 potete figurarvi quanto abbiamo da fare onde vi abbraccio tutte, e vi continuo buone notizie anche della buona Metilde209 la quale oggi per la pri­ma volta andò in coretto giù.

Probabilmente lunedì partirò per Bergamo dunque domenica e per esser l'ultima di carnevale che sapete quanta compagnia abbiamo e perche vi scriverò poi da Bergamo se ci anderò, o veramente da qui oggi otto domenica non vi scriverò e state quieta che questo è il motivo del mio silenzio.

Tutte di cuore vi abbraccio, e vi lascio tutte nel Cuor Santissi­mo di Maria


Di Voi Carissima Figlia
Verona li 13 febbrajo 1828

Vostra Aff.ma Madre Maddalena210


Figlia della Carità

PS. Non vi spaventate se vi scrivo che vado a Bergamo che cerco d'affrettare tutte le cose per venire anche a Venezia più presto che posso. Pregate il Signore che mi doni grazia di far bene ed anche fortezza, o di salute, o nel patire perché ho tutte le cose una sopra l'altra ed appena terminato anche da voi altre gli Esercizj ho subito Trento. Intendiamoci considero ciò per una singolarissima misericordia del Signore che si degni di darmi qualche cosetta da fare ma vi prego d'assistermi coll'orazione perché possa far bene.




(Timbro partenza) VERONA
(Timbro arrivo) VENEZIA

17 FEB(brajo)

Alla Signora

La Signora Giuseppa Terragnoli

Figlia della Carità

Santa Lucia

V E N E Z I A

A ELENA BERNARDI

1873(Verona#1828.02.13)


Le si sta avvicinando, perché la Canossa è in procinto di andare a Bergamo, ma se non vede altre lettere, lo attribuisca al tempo che le manca.
V.G. e M. Carissima Figlia
Essendo alcuni giorni che sono priva delle di Lei lettere mia Cara Figlia, voglio darle io le nostre notizie che grazie al Signore sono buone.

Ho intenzione se altro non succede e se non viene altra neve di partire il prossimo lunedì per Bergamo intanto si andremo avvicinando sinché io avrei poi il contento di venirla ad abbracciare.

Spero che la Signora Valleria continuerà nel suo miglioramento, quando mi scrive non si dimentichi di darmi le notizie perche mi sta tanto al cuore.

Venerdì è il gnocolaro211 onde oggi le scrivo solo tanto di darle le mie notizie e perche non stia con pena, giacché qualche ordinario passerà prima che possa scriverle tra il carnovale, gli affari, ed il viaggio. Sarò angustiatissima di tempo.

Le abbraccio tutte di vero cuore, e tutte le lascio nel Cuor Santissimo di Maria.

La Cara Metilde212 sta tanto meglio.


Di Lei Carissima Figlia

Verona li 13 febbrajo 1828


Vostra Tua Aff.ma Madre

Maddalena Figlia della Carità213


A DOMENICA FACCIOLI

1874(Verona#1828.02.14)


La neve sta ostacolando la partenza della Canossa per Bergamo, ma altre ragioni gliela impediscano. Decida tutto lei per gli Esercizi delle signore, poiché, per il momento, oberata come è da tanti affari, né può organizzare, né essere presente se non nella prima settimana di quaresima. Le condurrà in aiuto una novizia, che riproduce al vivo la figura da San Luigi.

V.G. e M. Carissima Figlia


Vi lascio queste due righe per dirvi che è cessato di nevicare ma ancora la neve non è consumata. Perciò io aveva intenzionato di. partire lunedì prossimo cioè l'ultimo del carnovale per essere poi costì il martedì, ma però ancora non sono certa.

Rapporto a quello mi dite per gli Esercizj delle signore mercanti, vi dico intanto di dire tutto al Signor Don Giovanni214 cioè tutto quello che vi disse la Signora Salvi215, l'oratore che si hanno stabilito di prendere, e poi alla mia venuta concluderemo tutto.

Perche io non ho un momento di respiro, avendo tutto il tempo sino all'agosto talmente ligato, tra una cosa, e l'altra che non posso disponere di niente. Onde se le signore di costì desiderano di fare gli Esercizj, convien che si addattino di farli la prima settimana di Quaresima altrimenti io non posso in altro tempo sicuramente.

Probabilmente vi condurrò intanto per ajuto la Cara Lazzaroni216 che vi assicuro, è tale che, è venerata da tutta la comunità, ed io mi vergogno di stare vicina ricordandomi sempre San Luigi217 in noviziato.

Pregate molto per me, tutte in somma fretta vi abbracio, e vi lascio tutte nel Cuor Santissimo di Maria. Se mai lunedì non potesse partire, non mi aspettate perchè non potrò partire se non la prima settimana lunga di Quaresima, avendo riguardo di mettermi in viaggio li giorni di olio perchè mi pregiudicherebbe molto il mio petto. La Metilde218 oggi ha fatto la Santissima Comunione.
Di Voi Carissima Figlia

Verona li 14 febbrajo 1828

Vostra Aff.ma Madre


Maddalena Figlia della Carità219

I miei rispetti al Signor Don Giovanni


Alla Signora

La Signora Domenica Faccioli

Figlia della Carità

Santa Croce in Rocchetta

BERGAMO


A GIUSEPPA TERRAGNOLI

1875(Bergamo#1828.02.20)


Tre le tante complicanze, c'é anche un problema per le galline del vicinato della casa della Guarnieri, alla quale la Canossa chiede i documenti per risolvere, senza contra­sti e secondo i diritti di ciascuno, un caso che, in ultima analisi, la fa ridere di gusto. Non sa invece come decidere per l'arredamento dei vari reparti dell'Ospedale delle Convalescenti. Maddalena è convinta che la Francesconi,essendo sul posto, può essere più competente.
Carissima Figlia
Comincio per darvi mia Cara Figlia le nuove del mio viaggio, e vi dirò dunque che jeri alle ore quattro circa giunsi felicemente a Ber­gamo dove trovai tutte le Compagne in buona salute. Qui dunque potete per ora indirizzare le vostre lettere, e quando sarò per parti­re per recarmi a Milano vi avvertirò.

Vi scrivo con tanta fretta per quiete della Cara Angioletta che sento essersi messa in pena relativamente alle carte per cui te­me possa esservi qualche imbroglio. Ditele che l'abbraccio di cuore, e che l'imbroglio unico è questo. Come la medesima sa la corte della casa è promiscua colla casa vicina. Le galline della casa vicina si prendono la libertà di andare a licite nella casa dell'Angioletta220. Quelle beate donne non vogliono tale impertinenza, e volevano tira­re il collo alle galline.

Io mi opposi temendo che la morte delle galline facesse fare da galetto ai patroni. Esse fecero ricorso dal Marchese Sagramoso221 che ando sopraluogo a giudicare i diritti gallineschi ma senza carte non si può decidere pretendendo le nostre affittuali, che gli altri de­vono tenere le galline nel pollaio, e rispondendosi dagli altri che tenghino chiuse le finestre.

Già potete credere il ridere che ho fatto io nondimeno giacche il marchese Carlo Sagramoso é quello che fà gli affari dell'altra casa, e che questo Signore è un angelo così se con qualche buona, e sicura occasione l'Angioletta vuol mandarmi le carte della casa essendo quelle, che occorrono al mio ritorno a Verona vedrei di terminare anche questa non gia per le galline, che in fine una ramata che fa­cessi mettere sulle finestre chiuderebbe per esse l'ingresso, ma se­riamente parlando per la pace, perche ogn'uno abbia il diritto suo.

Rapporto poi a quanto desidera sapere l'ottimo Signor France­sco Padenghe222 relativamente a fare i tavolini, e le casse alle came­re delle convalescenti vi confesso, che non so cosa risolvere neppur io perche per una parte non mi sembra opportuno si tengano le con­valescenti la propria roggo223 in camera quantunque in cassa aper­ta, e dall'altra parte andrebbe anche bene si avezzassero a tenere con proprietà i loro stracci.

Sentite su di ciò a mio nome anche Marianna224 alla quale non mi è possibile oggi di scrivere. Se Marianna vivesse sempre, e viven­do dovesse sempre stare sino al giorno del giudizio dalle convale­scenti225 sapendo la sua viggilanza non avrei difficoltà di accettare le casse ma con una meno viggilante trovo più sicuro una tavolino senza calto226.

Rapporto ai custodi vorrei sapere se la Pierina Vecchiato227 proposta dalla Signora Marianna dall'Angelo abiti ora col marito in Venezia o in campagna.

Quando mi scriverete sull'affare Guizzetti228 farò tutto quello che mi sarà mai possibile.

Mi raccomando alle orazioni di tutte ed abbracciandovi di cuo­re tutte vi lascio nel Cuor Santissimo di Maria
Di Voi Carissima Figlia
Bergamo li 20 febbraio 1828

Vostra Aff.ma Madre

Maddalena Figlia della Carità229
(Timbro partenza) BERGAMO
(Timbro arrivo) VENEZIA

22 FEB(brajo)


Alla Signora

La Signora Giuseppa Terragnoli

Figlia della Carità

Santa Lucia

V E N E Z I A



AD ANGELA BRAGATO

1876(Bergamo#1828.02.20)


Poiché il problerna della sorella dell'Arciprete di Sandra esce ancora nel 1830 quan­do la Canossa scrive decisamente che Bernardina non ha vocazione, quella della fi­gliola deve essere stata una ternporanea partenza.
V.G. e M. Carissima Figlia
Già da Michele 230 intenderà il nostro felicissimo viaggio mia Ca­rissima Figlia però glielo confermo anche in iscritto, e le dirò che di­ro che jeri circa le ore quattro, e mezzo siamo qui giunte felicissimamen­te. Trovai quì più di duecento ragazze che celebravano l’ultimo giorno di carnevale, e trovai le compagne tutte in istato di salute.

Ti mando le gramatichine, ed i calamarj per le maestre che le daranno alla sotto Superiora 231, che di cuore abbraccio. Dirai alla stessa che tutte le sue ragazze stanno bene e si portano bene. Quando mi scrivi se lo sai ti prego dirmi di quelle due famose no­stre amiche se sono nel loro solito convento.

Ti accludo la lettera per la Cara Bernardina232 che leggerai fa­rai sentire alla Cara Metilde 233, e leggerai similmente alla Cara Ber­nardina, e poi sigillata gliela consegnerai. Avverti ad una cosa la qual'è questa che vedrai non aver io messo la data del paese ové la lettera è scritta ma solo il giorno in cui la scrissi, e ciò lo feci perché non sapeva se la Bernardina realmente avrebbe potuto aspettare questa mia, o avrebbe dovuto partire. Non sapeva parimenti se avendo dovuto ritardare in Verona questi quattro giorni si sarebbe trovata imbrogliata col suo fratello Signor Arciprete 234, e per non metterla in situazione d’imbrogliarsi, o di mettere in sospetti il fra­tello che lo volessimo raggirare feci così dimodoche la Bernardina se lo crede il mighore può dire liberamente al suo fratello ch’io la feci dire com'è vero di aspettare la mia lettera ed essendomi riuscito impossibile di farla come voleva il giorno prima della mia par­tenza la feci aspettare e gliela mandai da Bergamo ed in questo caso fa scrivere nella lettera del Signor Arciprete sotto la data Bergamo Santa Croce.

Se poi la Bernardina avesse dovuto partire mi parerebbe bene che tu facessi scrivere alla medesima dalla Cara Rosmini 235 dicen­dole che le spedisci la lettera ch'io mandai da Bergamo al Signor Ar­ciprete.

In somma fretta tutte vi lascio nel Cuor Santissimo di Maria. Cristina ti raccomanda se non l’hai fatto di mandare la lettera al Si­gnor Ravelli.

Di te mia Cara Figlia


Bergamo Santa Croce li 20 Febbrajo 1828
Aff.ma Madre

Maddalena Figlia della Carità236


Alla Signora

La Signora Angela Bragato


Figlia della Carità

VERONA


A ELENA BERNARDI

1877(Bergamo#1828.02.22)


La Canossa è a Bergamo dove, probabilmente dovrà attendere agli Esercizi delle si­gnore se esse riusciranno ad organizzarli. Poi dovrà andare a Venezia e quindi a Tren­to dove Mons. Sardagna la vuole per l'inaugurazione della casa. Il suo viaggio a Mila­no è quindi problematico.
V.G. e M. Carissima Figlia
Ricevetti il venerdì gnocolaro237 col mezzo di Vimercati le belle immagini del santo Crocefisso ch'Ella ci mando mia Cara Figlia, e di queste vivamente la ringrazio per parte anche delle compagne alle quali non posso dirle quanto siano loro stati cari.

Le scrivo da Bergamo dove siamo giunte felicemente martedì l'ultimo giorno di carnovale alle ore quattro circa.

Proccurai di venire in giorni, che non fossero di digiuno, ma cercai molto più di anticipare avendo saputo, che quì le mercanti vorrebbero fare i santi spirituali Esercizj, e siccome la fondazione di Trento vorrebbe quel Degnissimo Monsignor Vicario238 venisse fatta entro il mese di maggio ciò mi obbliga a sollecitare in ogni luo­go avendo prima di Trento anche Venezia da contentare.

Non so ancora per altro se tali Esercizj avranno luogo stando per quanto sò queste Signore trattando per combinare.

Seguendo gli Esercizj sarò costretta a qui fermarmi anche la seconda settimana lunga di Quaresima.

Mia Cara Figlia mi dispiace, che poco potrò godere la loro com­pagnia ma tutto conviene, che sacrifichiamo alla Gloria del servizio di Dio. Quanto gradita mi riusci mai la ricuperata salute della buo­na Signora Valeria. Ne ringrazio vivamente il Signore.

Mi consolo poi molto che se la passino sufficientemente bene.

In questi giorni mi figuro quanto sarà il loro daffare, col famo­so loro carnovalone.

Sento pure col massimo piacere, che la Caffù239 continui ad avere la voce. Mi raccomando per questa non solo, ma per lei anco­ra questa Quaresima. Mi facciano la carità di applicare secondo la mia intenzione la santa Comunione che faranno tutti i sabbati di Quaresima per varj affari molto rilevanti dell'Istituto di cui poi in voce parleremo.

Le abbraccio tutte di vero cuore, e tutte le lascio nel Cuor San­tissimo di Maria. La riverisco da parte di tutte e questa volta se al­tro non succede anche Cristina240 avrà il contento di abbracciarla.


Di Lei Carissima Figlia
Bergamo li 22 febbrajo 1828

Tua Aff.ma Madre


Maddalena Figlia della Carità241

AL CONTE DON MARCO PASSI

1878(**#1828.02.**)

[ febbraio 1828]

Semplice annuncio del suo passaggio da Bergamo, perchè la Canossa, prima della sua nuova partenza, possa ricevere l’aspirante di Telgate, Moterlini Maria.
V.G. e M. Veneratissimo Signor Conte Don Marco

Con molto dispiacere intesi come Vostra Signoria Illustrissima e Molto Reverenda sia stata alquanto incomodata, e le dico il vero mi dispiace che sia Quaresima, perchè già se anche non sarà un positivo quaresimale, non la lasceranno quieta un momento, ed io vorrei, se però così piace al Signore, sentirla perfettamente rimessa.

Prima che il degnissimo di lei fratello, signor Conte Luca242, partisse per Brescia commise alla buona superiora di Bergamo243 di dirmi, che al mio ritorno costì, avessi a lei significato la mia venuta affinchè la di lei carità si fosse compiaciuta di avvertire la madre della buona giovanetta di Telgate244, e concertare con essa onde potesse tra noi entrar subito la figlia. Siccome io prevedo di potermi poco assai fermare in Bergamo avendo quando altro non succeda, stabilito di partire da qui sabbato 26 così mi anticipo l’onore di scriverle per supplicarla a voler tutto disporre onde potesse nel corso della ventura settimana anche a me basterebbe per sabbato giorno... marzo che la ragazza entrasse. Già appena giunta in Bergamo mi farò un dovere di farglielo sapere, siccome allora altresì spero che mi permetterà un giorno, che poi stabiliremo, che possa trattener meco la mia Lucia, e la sua compagna giusta la nostra intelligenza.

Certa che la di lei bontà sarà per favorirmi gliene anticipo i miei ringraziamenti, e supplicandola dei miei rispetti a tutta la degnissima di lei famiglia, riserbandomi di dirle in voce il di più, mi raccomando caldamente alla carità delle di lei orazioni, e mi onoro di riprotestarle la mia profonda venerazione

Di Vostra Signoria Illustrissima e Molto Reverenda

__________________


NB. Minuta priva della firma della Canossa e non datata.

AD ANGELA BRAGATO

1879(Bergamo#1828.02.26)


Notizie di cronaca interna, tra cui l’accenno ad un cambiamento di itinerario perchè, non essendo realizzabili per il mornento gli Esercizi delle mercanti, la Canossa andrà anche a Milano.

V.G. e M. Carissima Figlia


Ho piacere di sentire dalla Cara di lei lettera mia Cara Figlia, che tutte loro di salute se la passino discretamente. Noi pure grazie a Dio se la passiamo benino.

La Cristina 245 continua a risentirsene nei suoi incomodetti, ma nel viaggio ha sofferto pochissimo. Io la giudico un estrema debbo­lezza, ed a poco a poco io spero, che si rimetterà cercando, che si go­verni quanto posso.

Ho piacere di sentire che le maestre 246 continuano a portarsi bene. Non dubito, che Maria Santissima continuerà a benedirle. Me le saluti tanto, e poi tanto.

Rapporto alla Cara Bernardina 247, ho piacere, che mi sia venuto in pensiero di non mettere nella lettera la data perchè così andò be­ne. Se mai riceve dall'Arciprete 248 la risposta l’apra la legga, e poi per risparmio di posta mi faccia copiare il contenuto.

Riguardo a quelle due giovani vorrei sapere qualche cosa per­ciò con qualche scusa faccia il piacere di mandare a chiamare la Te­resa Solina, e veda in atto di discorso di ricavare qualche cosa e poi me lo scriva.

Gli Esercizj delle mercanti anche quest'anno sono andati a vuo­to non avendo potuto combinare per l’oratore, le cose sono pero di­sposte in modo, che pare abbiano d'avere effetto con sicurezza la prima volta, che ritornerò a Bergamo ma non dopo Pasqua.

Non avendo avuto luogo i santi Esercizj, conto giovedi dell'en­trante settimana di passare a Milano, pure le lettere sarà bene, che il primo ordinario le indirizzi pure a Bergamo, che già la Superiora 249 me le farà avere col corriere a Milano.

Mia Cara Figlia le raccomando di pregare, far pregare molto per rne avendo tante cose bisognosissime d'orazione anzi per otto gior­ni indirizi tutte le Comunioni delle compagne, che non le hanno im­pegnate secondo la mia intenzione.

Mi saluti in particolare la mia Amica Metilde 250, ed abbraccian­dole tutte di vero cuore pregandola di presentare i miei rispetti al Signor Don Francesco 251, ed al Signor Don Battistino Bajeta 252 Mi segno lasciandole nel Cuor Santissimo di Maria
Di Lei Carissima Figlia
Verona 253 li 26 febbrajo 1828
Mia cara figlia ti raccomando di non istancarti troppo e di ave­re cura della tua salute, più che puoi. Fallo per poter operare mag­giormente per la divina Gloria.
Tua Aff.ma Madre Maddalena

Figlia della Carità254

Ti prego di occludermi la ricetta delle pillole che guarirono la Prudenza 255 quelle se non isbaglio di Etiope Marziale 256 perche la Meneghina257 ne ha bisogno, ed a Verona non ci ha mai detto nien­te. La medesima si porta eccellentemente, e qui hanno un grandissi­mo desiderio che resti; ma non so cosa la salute permetterà di fare. Mi dice la Meneghina che l’anno scorso quando dopo la morte di sua sorella ebbe bisogno di rimedj prese delle pillole ma non si ri­corda di che sorte.

Ti prego di domandare alla Metilde se si ricorda ed informarti anche col nostro medico al quale presenti i miei complimenti pre­gandolo di scriverti la dose addattata per Meneghina

Di nuovo ti abbraccio. Tutte ti abbracciano ed abbracciano me la Cara sotto Superiora258.
(Timbro partenza) BERGAMO
(Timbro arrivo) VERONA

28 FEB(brajo)



Alla Signora


La Signora Angela Bragato

Figlia della Carità Recapito dal

Signor Gio Batta alla Porta dei Borsari

VERONA
A ELENA BERNARDI

1880(Bergamo#1828.03.03)
La Canossa aveva scritto che sarebbe andata subito a Milano, invece deve ritardare perché le mercanti sono riuscite ad organizzare gli Esercizi spirituali e sono in molte a frequentarli Andrà poi certamente «al gran Milano» e calmerà le ire della Durini.
V.G. e M. Carissima Figlia
Aveva già scritto mia Cara Figlia alla Cara Teresa259 che mi man­dasse a prendere perché era quasi andato a terra il progetto degli Esercizj ma dopo dovetti subito scriverle due altre righe col farle noto che non dovesse mandarmi a prendere perché queste signore si sono risolte di farli.

Quattro sono quelle che restano da noi a dormire, ed otto sin quì né abbiamo avuto pel pranzo, un gran numero poi né abbiamo che concore alle prediche, ed istruzioni la prego però di far fare orazione perché né abbiano tutte a cavar frutto.

Sento che la Cara Amica Durini260 è in collera altissima con me perché ritardo tanto a venire al gran Milano, ma le dica a mio nome, che se per godere la di Lei compagnia avessi lasciato questo bene mi avrebbe fulminato, perché le anime di Bergamo non sono anime di bottone, ed il Signore è morto tanto per queste, come per quelle di Milano, ma già trà pochi giorni mi porterò all'alma città, e per quin­dici giorni potrò stare con Essa, e con loro.

Frattanto abbracciandole tutte cordialmente, piena di materno attaccamento, passo a segnarmi nel Cuor Santissimo di Maria no­stra amorosissima Madre.


Di Lei Carissima Figlia
Bergamo Santa Croce li 3 marzo 1828

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