A elena bernardi



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Figlia della Carità


AD ANGELA BRAGATO

1900(Venezia#1828.04.**)



La lettera non porta nè data, nè particolare riferimento che la possa far rilevare. Trat­ta anche questa dei vari affari.
V.G. e M. Carissima Figlia

Venezia aprile 1828


Carissima Figlia, ma essendo io Teodora 1 che scrive per la Si­gnora Marchesa2, scrivendo in questo punto ella a sua sorella Or­ti 3, meglio sarebbe che la chiamasse mia carissima Madre.

Sappia dunque che abbiamo fatto un felicissimo viaggio, aven­done favorito bellissime giornate, e già questo l'abbiamo attribuito alle orazioni delle Care Compagne. Tutte queste Compagne se la passano bene. Ho detto a Michele 4, che quando mi verrà a prendere condurrà quì la sotto Superiora 5 ed egli mi ha dimostrato deside­rio che venisse in sua compagnia la Signora Orsola sua moglie, ed io le scrivo subito questo accioché ella la prima volta che vedrà il Su­periore6 gli domanderà, se sta cosa si potrebbe fare, ed allora io avrei molto piacere, perchè Michele non avrebbe alcuna dificoltà di stare in serpa col cocchiere.

Unitamente a questa lettera la troverà un plico conten(en)te una lettera di mia sorella Orti, un foglio di carta sottoscritta da me, un foglio di carta bollata, la petizione della Delegazione la leggano, e la facciano sentire alla mia cara Metilde 7, e faccia fare la copia ch'io pure l'ho fatta, il testamento l'ho mandato alla Orti, cioè ne ha da gran tempo la copia ch'io gliela mandai; subito che avranno letto la petizione della Delegazione, manda il plico a mia sorella Orti.

Troverà la carta obbligatoria della Polini 8 e farà, che Mezza­ri 9la legga, e se potrò farò anche quella della novizia ultima; ma già vedo che sarà impossibile ch'io possa perchè Michele presto parte, onde gliela manderò col mezzo della Contessa Durini 10.

La carta della Polini faccia, che Cristina 11 la legga prima di Mezzari, e se venisse il padre della Polini prima che Mezzari l'aves­se letta, che istessamente Cristina ghe la legga a Polini.

La prego di tenerla, oppure di consegnarla a Cristina dopo che Mezzari l'avrà letta acciò non vadi persa, perchè è una carta che molto mi costa. Non mi allungo di più perchè il tempo mi manca.

Raccomandami al Signore, e ti lascio.

Tutte queste compagne ti salutano; e cordialmente ti abbrac­ciano e ti lascio ne' Cuori Santissimi di Gesù, e Maria sono


Di Te Carissima Figlia
PS. Se mai prima della partenza di Michele non avesse potuto terminare la carta della Polini, che la manderò colla posta di domani.

Tua Madre

Maddalena Figlia della Carità12

La Della Croce 13 le saluta tutte.

Ti manderò domani la carta della Pollini non avendo tempo di rnetterla in chiaro ne pure il testamento della Ravelli 14 non mi fu possibile prepararlo quantunque abbia sempre scritto.

Alla Signora

La Signora Angela Bragato

Figlia della Carità



A DOMENICA FACCIOLI

1901(Verona#1828.04.17)


Di una novizia, il cui nome nella lettera è sostituito con puntini, si è detto che abbia scritto ai parenti il suo malcontento. La Canossa smentisce, dichiarando che la sa contenta e molto attenta ai suoi doveri di vita religiosa. Accetta senz'altro la richiesta dei sacerdoti conti Passi di tenere in cappella un corso di Esercizi spirituali alle ragazze di Borgo Palazzo e indica, con molta attenzione alla povertà, quale innovazione si debba fare alla casa per la visita dell'Imperatore.

Verona 17 aprile 1828

V .G. e M. Carissima Figlia
Comincierò col ringraziarla di aver spedito lettera e plichi a chi eran diretti. Spero che anche da Milano avrò quanto prima riscontrata da ricevuta. Sento con piacere che l'Orsola15 vive contenta ove si trova. Già se occorre danaro per la medesima ella l'ha nelle mani.

Con sorpresa sento quanto si va dicendo della nostra novizia... lo, certamente, non so che questa figliuola abbia scritto notizie di malcontento a veruno dei suoi. La prego, dunque, di significare al primo incontro al signor... dopo i miei doveri, quanto sono qui per dirle intorno a questa Cara figlia.

Sappia adunque, ch'ella sta benissimo di salute, mangia bene, e dorme meglio, e si porta ottimamente. Quelle cose che io avrei creduto le dovessero portar peso, anzi le piacciono, come sarebbe il trattar coi prossimi, l'umiliazione ed altri simili; ha colla sua maestra tutta la confidenza, essendo bensì vero che certi momenti si trova contrastata da certi timori, ch'io dico esser provenienti da tentazioni, e non da mancanza di vocazione, poichè l'oggetto in cui sentesi combattuta non è stabile; ora sente il distacco da' suoi, in altri momenti l'opprime il trovarsi in convento, o qualche osservanza interna, non però l'esser priva della sua libertà, nè la sottomissione o dipendenza.

Onde quantunque io non possa ancora assicurare che questa figlia rimanga, non trovo, però, motivi nemmeno da dubitarne di una perseveranza. E' anche bravissima di esecitarsi negli. uffici delle altre novizie, e va chiedendo d'esservi impiegata. Questi sono buoni segni.

Se vede la Cara Battistina16 me la saluti cordialmente. Sono persuasa, che questa Figlia avrà tutte le qualità che ella mi indica, ed io sono disposta pel mio animo a riceverla, sperando che, se il Signore le donò la vocazione, la provvederà anche del rimanente che le manca pel compimento della dote, perchè come mi disse il Conte Passi17 le mancherà lire milanesi 1000.

La esorti nuovamente a raccomandarsi caldamente al Signore, ed a confidare interamente in Lui.

Riguardo poi agli Esercizj che i signori conti Passi desiderano fare nella nostra Chiesa, io non vi ho contrarietà alcuna, anzi mi sembra che questo sarà una via per cui potranno loro far conoscenza con molte ragazze di Borgo Palazzo18 e quindi le potranno coltivare.

Quantunque dall'altra parte sia in pensiero il sapere che sono sì poche di numero, ma già il Signore le aiuterà se giudicherà dar loro della nuova messe. Per altro io mi rimetto in tutto quello che deciderà il Signor Don Giovanni19. Le unirò qui pure un abbozzo per scrivere al Conte Lucca20. Per la risposta poi da darsi alla Municipalità sono più che certa che quanto avrà fatto il signor Don Giovanni, andrà tutto benissimo, onde non mi mandi copia alcuna che non vi è bisogno perchè con questi prezzi presenti della posta, bisogna proprio evitare per quanto si può il superfluo.



Anche quando ella deve fare sopra coperta21 cerchi della carta la più fina altrimenti per la sola sopra coperta mi conviene pagare un terzo di più. Sento che Deodata22 ha incominciato la sua cura, vorrei la facesse bene. Intanto mi consolo che stia meglio, il moto già le conferira molto, ed ella fa molto bene a darle per compagna or l'una or l'altra di quelle che hanno bisogno.

Mia Cara figlia, non ha inteso bene per il portone, ossia antiporto di cui le scrissi ultimamente: le ho bensì detto che verso gli ultimi di questo mese vi facci levare la vetriata, ma non m'intesi, però, che facci turare il buco che ne rimane. Le ripeto: basta solamente che levato il telaio stucchino i buchetti, e che lascino le incassature dello stesso telaio. Già vedrà che in stagione calda nulla si patirà senza quel riparo, se vede che non vi sia del fresco faccia fare questa fattura agli ultimi del presente mese, o ai primi del futuro e pel rimanente all'arrivo di Sua Maestà23 già vi sarò io.

Il salasso al momento mi avea giovato e la tosse fece una ritirata, ma poi di nuovo pensò venirmi a fare compagnia, e sembra mi abbia acquistata affezione. Io fo di tutto per iscacciarla ho per altro molto da fare e poco riposò. Sono costretta mia cara figlia a dover subito finire per un importante affare

Le lascio tutte nel Cuore Santissimo di Maria


Di Lei Cara Figlia

Aff.ma Madre

Maddalena Figlia della Carità24

A GIUSEPPA TERRAGNOLI

1902(Verona#1828.04.19)


Il ritardo delle lettere della Canossa era stato causato dal malessere suo e di Cristina per cui non era potuta partire subito per Verona. Ora Maddalena é arrivata e cerca di affrettarsi per Venezia, ma tenta di cogliere un'occasione propizia per risparmiare la spesa del viaggio. Essendo la Du­rini a Verona intende unirsi a lei
V.G. e M. Carissima Figlia
Non vi ho scritto sin qui, perché era sempre incerta la mia par­tenza. Ebbi a Bergamo la Cristina25 ammalata dopo il ritorno da Milano. Io pure ebbi alcune febbri con tosse, per cui credetti bene farmi fare prima di ritornare a Verona un salasso, che molto mi gio­vò, ed ora stò discrettamente bene, ma mi trovo stanca, e sopracari­ca di affari. Mercoledì giunsi quì a Verona, e cerco possibilmente di sbrigarmi per venire a Venezia, dovendo costì pure sollecitare le co­se, perché Monsignor Vicario di Trento26 vorrebbe entro il prossi­mo maggio vedere eseguita la fondazione.

Ancora però non posso dirvi precisamente il giorno della mia partenza vorrei sperare di partire da quì martedì dell'entrante set­timana. Voi preparatemi il pranzo mercoledì, ma se non mi vedete non vi prendete pena perché sarà segno che non avrò potuto per gli affari partire, e verrò il giorno dopo, non so ancora qual Compagna condurrò meco. Intanto vi dico mia Cara Figlia di nuovo che se non mi vedete mercoledì come io vorrei e neppure giovedì non vi pren­diate pena essendo dopo scritta la presente sin qui giunta la Duri­ni27 la quale viene a Venezia e vorrebbe che venissi con lei ma sic­come essa parte soltanto giovedì vuol dormire a Vicenza ed essere a Venezia venerdì, e forse sabato io non ho intenzione di perdere tut­ta questa settimana.

Vi confesso che attesa la nostra povertà se avesse un posto ed io risparmiassi la spesa del viaggio a dirlo con voi sola ma non ne fatte uso farrei il sacrifizio essendo per le nostre case più utili quin­dici, o sedici talleri28 che risparmierei dalla anticipazione della mia compagnia per due o tre giorni.

Se dunque non mi vedete non vi angustiate ma pensate che vigi­lo per i talleri. Fatte sapere se avete occasione la mia venuta immi­nente al Pievano di Burano29 il quale mi scrisse una gentilissima lettera della quale vuole risposta.

In somma fretta nella speranza di quanto prima farlo in perso­na tutte vi abbraccio, e vi lascio nel Cuor Santissimo di Maria
Di Voi Carissima Figlia
Verona li 19 aprile 1828


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