A elena bernardi



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Trento li 27 giugno 1828

Ti ringrazio mia Carissima Figlia delle notizie, che mi dai del buon Michele Masina 25 del quale aveva già avuto la nuova dal mio Carlino Canossa 26.

Sento che la buona Amica Bugnoli Metilde 27 ha avuto un salas­so ma tu non mi dici che male ha. Ti prego dunque del piacere di dirmì liberamente se il salasso le fu dato per semplice purga, oppu­re se si trova ammalata perchè se so le cose chiare sto più quieta co­me ben sai.

Sento che anche la Felicita 28 é di poca voglia anche di questa dami le notizie.

Rapporto ai bagni della Teodora 29 io sono di parere, che se continua a stare benino non vada a prendere patacchi 30 e faccia ba­gni i quali sempre più l'indeboliscano.

Rapporto alla Rosina Massi 31 meglio è che parli pure prima di parlare al Superiore col suo confessore, ma già mi figuro che tutti saranno contenti.

La mia salute è discreta cioè me la passo proprio benino solo mi da fuori la stanchezza del passato ed ho pochi momenti anche adesso di libertà.

La Cristina32 pure se la passa benino.

Ti prego di pregare, e far pregare dalle compagne Maria Santissima per tutti gli affari e non di istancarti nell’orazione­.

Tutte quì stanno bene, e la Gìuseppina33 si porta proprio benino. Col mezzo del Signor Don Leonardi 34 riceverai un baule un camice stocato, e due tovaglie.

L'abito della Maddonna non ho potuto spedirtelo perche terno, che si possa dissipare nel baule onde te lo portero io alla mia venuta.

Sappi che il Signor Bortolo Olivieri fù quest'oggi quì da me uno di questi giorni si mariterà con una donna di anni 45 il matrimonio è fatto con giudizio mi promise quando verro a Verona dì fare il suo dovere.

Ti raccomando farle delle buone grazie.

Ti abbraccio e sono di cuore e sono

La Tua Aff.ma Madre

Maddalena Figlia della Carità35



A DOMENICA FACCIOLI

1928(Trento#1828.06.27)


Poichè senza interpellarla di nuovo, ha fatto un passo falso nell'accettare I 'eredità pa­terna, il cui testamento a suo riguardo non è valido, la Canossa le manifesta il suo di­sappunto e insiste perché rimedi per quanto è possibile, così che il marchese Bonifa­cio possa ancora salvare il salvabile.
V. G. e M. Carissima Figlia
Riscontro sul punto la carissima vostra lettera, mia cara Figlia, per vedere se siamo in tempo di rimediare allo sproposito che mi avete fatto accettando l'eredità. Vi aveva scritto, mia cara Figlia, che non faceste nessun passo, che già faceva tutto io, e dovevate ri­spondere, che tutto era stato riportato al Tribunale del vostro pae­se, ed al più domandaste una nuova proroga, sinché v'informavate dell'andamento delle cose; ma non mai fare un passo decisivo di questa sorte sinché siamo in trattativa. Almeno l'avvocato vi avreb­be suggerito un qualche mezzo termine da poter salvare tutto; ma non mai fare un passo, che forse rende inutile ogni trattativa fatta da mio fratello36, e da me per esempio vi avrebbe suggerito, che sa­pevate, che si andava combinando una conciliazione, non essendo valido il testamento per la parte, che vi riguarda, manco male era ripudiare l'eredità, e domandare la legittima, che sempre restava luogo ad un accomodamento, che sapevate, ch'io stava facendo.

In somma ci vuole pazienza, se l'avvocato non ha veduto la cosa lui, ed abbia accettato l’eredità, credo, che non ci sarà più rimedio. Appena ricevuta questa mia, mandate a pregare il Signor Legrenzi37 di venire da voi, ed a posta corrente scrivetemi subito, cosa l'avvocato abbia fatto per combinare, almeno con mio fratello, poiché gli dispiacerebbe, facesse poi anche una cattiva figura, so­stenendo quello, a cui voi per mancanza di cognizioni senza saperlo avete rinunziato. Non vi angustiate perciò, solo vi serva di regola per un'altra volta di non concludere affari rilevanti, se prima non mi scrivete. Fate orazione, e il Signore rimedierà a tutto Lui.

Ho piacere, che le vestine siano riuscite belle. Alla Teresa38 io diedi una sovrana39, quando fui a Milano, e a dirvi il vero, credeva avesse da bastare, molto più che una fù ricamata da una nostra compagna. Ma trattandosi di oro, si vede che non ha bastato. Mi di spiace che la cara Deodata40 sia di nuovo ammalata, vedrete, che col sudare si rimetterà. Niente mi dire del Signor Don Gaetano Zanetti41, né del Signor Vicario Milesi42. Quando mi scrivete nuova, presentando i miei rispetti al Signor Don Giovanni43.

Mi rallegro molto, che il bambino Camozzi sia andato in Paradiso. Mi fanno però molta compassione que' signori per l'Ambrosino. Non mancherò di raccomandare al Signore, ma lasciamo fare a Lui.

Noi continuiamo a star tutte bene. Se vedete il Conte Marco44, presentategli i miei rispetti, e ditegli che lo ringrazio degli attestati, che in due volte ricevetti, e che tra tutti, se non isbaglio, sono dieci. Vi abbraccio di tutto cuore. Noi ce la passiamo bene.

In somma fretta abbraccio tutte, e tutte vi lascio nel Cuore San­tissimo di Maria


Di Voi Carissima Figlia

Vostra Aff.ma Madre

Maddalena di Canossa45

Figlia della Carità


Trento 27 giugno 1828
(Timbro partenza) TRENTO
Alla Signora

La Signora Domenica Faccioli

Figlia della Carità

In Rocchetta Convento Santa Croce

B E R G A M O

A DOMENICA FACCIOLI

1929(Trento#1828.07.01)


L’avvocato ha impedito quello che poteva essere un passo falso per la sua eredità quindi si rassereni; adesso tutto sarà più facile anche per gli interventi di suo fratello Bonifacio. Pensi ora a sistemare le provviste annuali; aspetti ad acquistare il frumento perché diminuirà senz’altro di prezzo; acquisti invece la legna. Per il vino ci penseranno insieme quando andrà a Bergamo.
V.G. e M. Carissima Figlia
Per vostra quiete, rispondo subito alla Cara vostra lettera del giorno 28 figurandomi, che un'altra ne avrete ricevuta delle mie scrittavi pochi giorni sono, che vi avrà angustiato un poco per i vostri affari, come lo era io pure. Già vi dico il vero mi pareva impossibile, che l'avvocato avesse fatto lo sproposito di accettare l'eredità, come gli avevate detto voi, perché non ve ne intendete.

Fategli dunque sapere, che fù già domandata la proroga al Tribunale di Villafranca, e che colà verranno terminati amichevolmente tutti gli affari.

Spero, che con questo, tutto sarà al Tribunale di Bergamo terminato. Vi dico il vero mi dispiaceva molto per mio fratello46, che ad onta di tanti suoi affari, si era impegnato con tanta premura, e mi dispiaceva assai doverlo fare scomparire, quantunque in cosa piccola. Mettetevi dunque in quiete, anche voi, giacché la cosa, è passata bene. Se quanto poi vi scrivo non bastasse, scrivetemi subito nuovamente. Già il passo, che mi scrivete aver fatto l'avvocato nell'angustia dei momenti, capisco che va bene, e che appunto sottentrando ai passi della legge, la convenzione amichevole, i passi giudiciali vengono a cessare. Ripeto metetevi in quiete.

Sento come piace al Signore di visitarci, colla continuazione degli incomodi della cara Adeodata47. Continuate pure a mandarla a fare il suo passeggio, ma se non purgano i cauteri48 di andar lavorando con vessicanti, perché se l'umore non ha corso ci farà dei brutti scherzi. Ditelo al medico da parte mia, presentandogli tanti complimenti. Ho piacere, che i due Religiosi ammalati49 si sieno ricuperati a poco a poco, speriamo che si rimetteranno pienamente.

Tanti doveri al Signor Don Giovanni50 pel quale se posso vi occluderò una lettera.

Rapporto ai bisogni che avete, sentite mia cara Figlia, quando siete sul finire dell'ultima somma di frumento fatevene comperare una somma dal fornaio, e pagategliela. Siccome quest'anno il raccolto del frumento è abbondante in ogni luogo, verrà anche ad un prezzo basso, onde adesso non è ancora il momento da fare la spesa.

Fra un mese mi scriverete i prezzi, ed allora o vi manderò il frumento o vi manderò il danaro.

Rapporto al vino vorrei sapere mia cara Figlia, se lo avete veramente finito; o se avete finito quello, che avete pensato di bere per tenere per me una parte, quando venissi a Bergamo, ed allora vi risponderò . Il carro di legna se adesso è la stagione , comperatelo pure. Ditemi se della Lazaroni51 avete più danaro, da poter supplire pel resto delle vestine per la Chiesa.

La mia salute continua ad essere buona al mio solito, cioè con qualche garelletta, ma assicuratevi, che propriamente niente affatto mi sono risentita dell'aria fina. Io l'attribuisco alle orazioni di voi altre tutte mie Care Compagne, facendomi la carità in tutte le Case di pregare per me, sembrandomi impossibile il poter fare il poco, che si rende necessario in una casa novella.

Mi rallegro che il Signore vi abbia provveduti di Curati, così zellanti.

Non potete credere quanta compassione mi facciano i Signori Camozzi per l'Ambrosino. Io non manco da miserabile di pregare. Il Signore faccia Lui.

Vi abbraccio tutte di vero cuore, e vi lascio nel Cuor Santissimo di Maria, salutandovi per parte di tutte ed in particolare di Cristina 52.


Di Voi Carissima Figlia
Trento li 1 luglio 1828
Dite alla Signora Salvi53 che gli Esercjzi mi pare sarebbero da farsi la prima settimana di quaresima. Però in seguito vedremo.

Vostra Aff.ma Madre

Maddalena Figlia della Carità54
( Timbro partenza) TRENTO
( Timbro arrivo) BERGAMO

6

Alla Signora



La Signora Domenica Faccioli

Figlia della Carità

Rocchetta Convento Santa Croce


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