A elena bernardi


V.G. e M. Carissima Figlia



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V.G. e M. Carissima Figlia


Roma li 30 ottobre 1828
Oggi è giorno di partenza e di arrivo di posta. Sto in lusinga di ricevere le tue notizie e quelle delle altre nostre Case. Da che sono partita da Coriano non ebbi più nuove, ne dalla Cara Isabella 65 ne da nessuno.

Già essendomi trattenuta a Loreto 66 sei o sette giorni affatto incerta di effettuare la mia gita, che poi feci a Roma quantunque co­me nell'ultima mia ti dissi avessi un argomento da trattare con Sua Eccellenza il nostro Cesareo Ambasciatore 67, e l'aver messo sette giorni nel viaggio da Loreto a qui, credo sia il motivo di non aver lettere da nessuna parte, perchè ne io poteva scrivere all'Isabella che me le mandasse a Roma, dove non sapeva di dover venire ne io sull'(incertezza) scriveva finchè non fossi detterminata.

Come ti dissi nell'ultima mia lunedì giorno 21 siamo giunte feli­cemente a Roma grazie al Signore. La salute va bene, e Cristina 68 sta pure sufficientemente bene al suo solito.

Lunedì ebbi l'onore di visitare Sua Eccellenza l'Ambasciatore. Ti assicuro ch'è la persona la più degna, e piena di merito. Mi accol­se con una bontà che mi confuse, e si degnò darmi tutti què lumi che gli domandai facendomi le più cortesi, e gentili esebizioni. Ti assicuro che gli restai obbligatissima. Jeri poi ebbi l'onore di vede­re l'Eminentissimo Cardinal Vicario Zurla 69 che si degnò venirmi a salutare come si compiacque far anche il Signor Cardinal Cappella­ri 70.

Sono in lusinga che tra non molti giorni avrò la sorte di baciare i piedi al Santo Padre 71 perchè noi donne non abbiamo accesso al Palazzo pontificio onde convien aspettare un qualche incontro per potermi presentare. Dopo che vi sarò stata te lo scriverò.

Io passo la mia vita sempre in casa al mio solito come puoi cre­dere. Ho preso in affitto un piccolo apartamento. Voleva prenderlo per quindici giorni ma non fu possibile che per un mese. Già come puoi credere Cristina ed io stiamo sempre in casa dalla Messa in fuori. Però ho veduto qualche chiesa appunto con questo incontro di andare a Messa.

La buona Dama Maria Marioni Corsini 72 che mi fece tante gen­tilezze mi volle un giorno condurre a vedere la chiesa. di San Pietro. Ti assicuro che non è possibile imaginarsela. Già generalmente par­lando le chiese qui sono tutte belle per quel poco che ho veduto.

Il Padre Michele di Santa Eufemia si trova quì fà il piacere di dirlo alla Cara Metilde 73 che abbraccio di cuore unitamente a tutte le altre. Oggi però, o domani parte pel suo convento , ma tra otto, o dieci giorni ritorna. Raccontai al medesimo le angustie dell'amica Metilde ed egli mi disse averle gia scritto altra volta che gli bastava quanto essa le aveva pagato di quelle girlande 74, e che del rima­nente stia quieta e non ci pensi che già non ci vuole altro, e che tutto vada a onor di Dio.

Non vedo l'ora di aver notizie anche dalle altre Case. Tanti do­veri a Monsignor Ruzenenti 75, Signor Don Francesco76, e Signor Don Battistino 77, Domandai del nostro novello Vescovo di Vero­na78, e mi fu detto, che nel concistoro del prossimo decembre sarà preconizzato Vescovo di Verona. Monsignor Rusenenti lo sentirà volentieri.

Non ti prego d'orazione tenendomene certa nondimeno calda­mente mi raccomando a tutte. Da le mie notizie a Milano e a Vene­zia. Se posso su questo mezzo foglio scrivo due righe a Bergamo ma ci farai la sopra coperta spiegando come lo mandai a te.

Michele 79 sta benissimo e gira la sua parte. Ti raccomando sua moglie. Il Signor Don Giuseppe 80 sta benissimo.

Da le mie nuove alla cara sorella Orti 81 alla quale scriverò il primo ordinario, e dimi come sta di salute.



Vi lascio nel Cuor Santissimo di Maria




Tua Aff.ma Madre

Maddalena Figlia della Carità82


A DOMENICA FACCIOLI

1964(Roma#1828.10.30)


Ripete anche a lei la ragione per cui si è spinta fino a Roma, da dove spera tornare fra non molto. L'assicura che lei e i suoi compagni stanno bene e la prega di qualche in­combenza.
Carissima figlia Roma 30 ottobre 1828
Due sole righette mia cara figlia tanto per darvi le mie nuove. La mia salute è buona. Per un qualche affaretto lieto e gradito per cui aveva bisogno d'abocarmi con Sua Eccellenza l'Ambasciatore di Roma83, trovandomi a Loreto feci una gita a Roma, dove mi trovo da circa 11 giorni. Io sono bene accomodata di abitazione, e ripetto mi trovo in buona salute onde non vi prendete per me la più piccola pena. Spero tra non molto di potermi sbrigare, e ritornare a Vero­na. Voi raccomandatemi intanto molto al Signore, e trovatemi quanta orazione potete. Datemi le nuove di tutte voi.

Dite alla cara Checchina84 che Michele85 il quale sta benissi­mo fu a trovare suo fratello86 il quale non può star meglio e verrà a trovarmi. Dite alla cara Madre Masini87 ch'io sto bene e che Miche­le pure sta bene, e va a vedere con molto piacere le antichità di Ro­ma.

Non sono ancora stata a baciare i piedi al Santo Padre88, ma spero di andarvi tra pochi giorni.

Tanti rispetti al signor Don Giovanni89. Datemi le nuove dell'Ambrosino90. Raccomandatemi alle orazioni del signor Don Giovanni e della signora Betta91 che abbraccio. Cristina vi saluta tutte ed io raccomandandomi di nuovo alle orazioni di tutte voi e delle nostre maestre se le vedete, della Catte­rina di San Polo92, e di quel Santo che sta a Trescore93.

Vi lascio nel Cuor santissimo di Maria.

Essendo del tempo che sono priva delle vostre nuove scrivete­mi a dirittura a Roma ferma in posta.

Alla cara Maddalena94 dite che la saluto da parte del pignatar95.

­

Vostra affezionatissima Madre



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