A elena bernardi


V.G. e M. Carissima Figlia



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V.G. e M. Carissima Figlia

Vorrei lusingarmi che avrai ricevuto due mie righe che ti scrissi da Fossombrone 1 per dirti, come la bontà del Signore si è degnata esaudire le orazioni che tutte avete fatto alla Stimatissima Nostra Madre avendoci fatto la grazia di passare colla maggior felicità le montagne tutte. Oggi ti scrivo già partita da Coriano 2, ed in viaggio per ritornare a Verona. Sono però ancora presso a Rimini e siccome vengo a piccole giornate a Dio piacendo spero alla fine della prossima ventura settimana essere a Verona.

Questa dunque naturalmente sarà l'ultima lettera che ti scriverò in viaggio, e mi lusingo ch'avrò il contento di abbracciarvi tutte.

La Cara Isabella3 che ho qui con me abbraccia tutte di cuore in particolare la Reverendisima Madre Superiora 4.

Jeri ricevetti speditami da Roma una tua lettera colà diretta. Non vedo l'ora di essere a Verona per sentire tutte le materìe 5, che l'aria di Monte Baldo6 vi ha fatto venire in mente a tutte. Che razza di falza pazzia che Michele 7 sia fatto confetturiere dell'Ambasciatore 8, e che il Santo Padre 9 gli abbia mandato la livrea da droghiere, e l'altra più bella nel suo genere che il Santo Padre mi abbia detto che non vuole alcuna delle nostre Regole e che ne metta delle altre?

A me pare sino impossibile, che vi vengano nella mente, e che mi scriviate spropositi simili.

Basta ho molto da ridere a sentire quante invenzioni avranno fatto. Dirai alla Signora Orsola 10 che non è vero niente, che suo marito 11 ritorna com'era quand'è partito altro che ha veduto le antichità di Roma.

Adesso è meglio che non mi scriviate altro, perchè ogni giorno cambio paese se voglio arrivare a Verona perche se stò ferma non giungo più. Intanto ti dico mia Cara Figlia che appena arrivata farò suonare tre segni lunghi. Avverti tutte le care compagne, che quan­do sentiranno questi tre segni lunghi, che sarà dai cinque ai otto febbrajo venghino tutte in filanda perchè voglio, che andiamo pri­ma di tutto in coretto a ringraziare il Signore e Maria Santissima dell'aver passato le montagne con tanta felicità. Ti assicuro, che an­che il vetturino è stupito perche pareva primavera.

Puoi credere quanto desideri le notizie della Cinquetti 12ma, e supperfluo che mi scrivi non sapendo ove far che tu diriga le lette­re.

Fa il piacere di dar le mie notizie alla mia famiglia, a mia sorel­la Orti 13 che le darà alle altre.

Ti prego di scrivere a questa mia sorella Orti che la Contessa Marianna Nogarola, o suo figlio Conte Ferdinando Nogarola debbo­no consegnarle del danaro pel Signor Don Giuseppe Davalos 14che lo riceva, ed alla mia venuta le dirò che cosa ne deve fare.

Vi abbraccio tutte di vero cuore. Date le mie nuove anche alle altre Case. Vi lascio tutte nel Cuor Santissimo di Maria.

Di Te Carissima Figlia


Savignano li 28 gennajo 1829

Tua Aff.ma Madre

Maddalena Figlia della Carità15

FORLI'


All'Ornatissima Signora

La Signora Angela Bragato

Figlia della Carità Ricapito dal

Signor Verdari alla Porta dei Borsari

VERONA

A DOMENICA FACCIOLI

1985(Verona#1829.02.07)



II viaggio di ritorno da Roma a Verona è durato diciotto giorni. Lo annuncia la superiora di Verona a tutte le Case, ma la Canossa aggiunge un poscritto alla lettera diretta alla Faccioli. Ripete sommariamente le notizie della circolare e dimostra la sua sofferta partecipazione al dolore della città di Bergamo per la morte del Vicario, Mons.Celio Passi.

V.G. e M. Carissima Figlia Verona, 7 febbraio 1829

Eccomi a darmi il piacere di significarle che finalmente jer mattina alle ore 1l circa arrivò la carissima nostra Madre dopo un lungo, ma altrettanto felicissimo viaggio.

Di salute se la passa sufficientemente bene, come anco la cara Cristina 1. Mi commette la carissima nostra Madre dirle che il prossimo ordinario le scriverà fra tanto l'abbraccia con tutte le care compagne...
PS. Mia cara Figlia, giacché ho un momento di libertà i scrivo oggi due righe invece dell'ordinario seguente.

Vi ringrazio tanto a tutte per le tante orazioni che avete fatto per me e che il Signore si è degnato di pienamente esaudire Il viaggio non poteva essere più felice atteso che le piccole fermarelle e la stagione in cui siamo, arrivai diciotto giorni dopo la mia partenza da Roma, meco conducendo la buona Damina Isabella2. Intesi dalla cara vostra la gravissima perdita di questa città, non mancherò da miserabile di averne memoria d'innanzi a Dio. Mi rincresce d’ambedue ma Monsignor Vicario3 mi sta molto a cuore, ma son certa che anche il suo successore farà del gran bene. Tanti rispetti al signor Don Giovanni4. Dite alla cara Madre Masini5, che di cuore l'abbraccio, che Michele6 sta benissimo.

Vi scriverò più a lungo un'altra volta, ora potete credere come sono soffocata d'affari.

Vi abbraccio tutte e vi lascio nel Cuor Santissimo di Maria.


Di Voi Carissima Figlia
Aff.ma Madre

Maddalena Figlia della Carità7




A DOMENICA FACCIOLI

1986(Verona#1829.02.10)


Poiché attende certe risposte, torna a scriverle. Sa che sta diminuendo il prezzo del frumento, per cui ne compri, per il momento, solo una «soma». Non si preoccupi d 'aver detto del suo soggiorno a Roma: non era il caso di fare alcun mistero. Non potrà andare presto a Bergamo perché a Verona deve avvenire l'elezione della nuova Superiora. Bonifacio Canossa è nuovamente padre di un bimbo bellissimo.
V.G. e M. Carissima Figlia
Vi scrissi l'ultimo ordinario mia Cara Figlia ma trovando nella cara vostra lettera ricevuta jeri sera argomenti di risposta vi scriverò anche oggi mia Cara Figlia. Comincierò subito a parlarvi del frumento. Sappiate, che questo va cominciando a diminuire di prezzo per ciò basterà, che ne prendiate una somma8 sola anzi perche così staremo più leggere di spesa.

Rapporto al galone d'oro9 io ritengo le mostre10 per l'altezza, e ve lo porterò alla mia venuta. Già s'intende molto perfetto perche in confessione vi dico, che ne ho pochi assai.

Rapporto al dubbio, che avete di avere fatto male a dire ch'io era a Roma state quieta che non è niente affatto non avendo io motivo da fare tali secretti. Riguardo al Signor Conte Don Luca Passi11 vi prego di fare allo stesso i miei rispetti, e ditegli, che in carnovale assolutamente non posso muovermi da quì.

Ho anche l'elezione della novella Superiora, la quale va a cadere tra pochi giorni, e che raccomando caldissimamente alle vostre orazioni. Per gli Esercizj delle signore adesso non posso risolvere, perche come potete figurarvi non ho un momento di libertà, ne di respiro.

Fate il favore di presentare i miei rispetti al Signor Don Giovanni12Zanetti, e ditegli che ancora nulla so, ne posso stabilire.

Per la Catterina Ghirardi13 bramerei che supplicaste lo stesso Signor Don Giovanni ad esaminarla lui conoscendo quanto sia buona ma facendomi pena la sua testa piccola. Sappiatemi dire cosa gliene pare se volesse fare la carità di dirne una parola a Monsignor Tommini14, ed al Padre Mauro mi farebbe una carità grande.

I1 mio dovere sarebbe di scrivergli io stessa ma vi ripetto sono talmente oppressa da imbrogli, e da visite indispensabili che mi passano le giornate senza poter far niente affatto.

Ho anche mia sorella Orti15 seriamente ammalata. Mia cognata16 (è) per andare a letto uno di questi giorni, e questo di più è un sopracarico alle mie occupazioni.

Vi prego di orazione per mia sorella e tutte vi lascio nel Cuor Santissimo di Maria
Di Voi Carissima Figlia

Vostra Aff.ma Madre

Maddalena Figlia della Carità17
Verona San Giuseppe li 10 febbrajo 1829
Qui è venuta jeri una gran neve. Il Signore ha donato a mia cognata felicissimamente un bambino sanissimo. Ringraziate il Signore e Maria Santissima della grazia.Vi prego di fare con tutta la comunità una piccola novena a Maria Santissima Addolorata per alcuni illustri benefattori ai quali l'ho promessa. Fatela fare anche alle ragazze di scuola.

A MARGHERITA ROSMINI

1987(Verona#1829.02.14)


La Canossa risponde alle domande che le ha poste: non ha mai permesso, anche nelle altre Case, di far rappresentare il dramma di Caino e Abele. Non ha, per il momento, nuovi giochi da suggerirle per le ragazze. Se davvero la giovane Gioppi dovesse morire, veda di risolvere con Mons. Sardagna, quale parte della corte sia da adibire a cimitero. Il funerale sia povero, ma decoroso e secondo le leggi del paese.

V .G. e M. Carissima Figlia

Bisogna che mi scusi mia Cara Figlia se solo brevemente potrò riscontrarla giacche le sarà facile il figurarsi come mi trovi circondata di affari e di imbarazzi. Eccettuata un pò di stanchezza grazie al Signore stò bene. Cristina18 che di tutto cuore l'abbraccia con tutte le care Compagne pure se la passa al suo solito. Se mai Ella avesse qualche occasione avrei da mandarle un fagottino del Signor Don Antonio19 per un di lui amico a Trento e la ricetta per Lei di risposta del Signor Professore Rigler20, la quale deve essere aperta dal Signor Arciprete Ibele.

Rapporto al piccolo dramma di Abele e Caino non fui mai persuasa ne permisi nelle nostre Case simili rappresentazioni. Le ragioni non ho tempo da dirgliele. Te le dirò poi in voce. La canzonetta te la manderò a primo incontro. Per occupare le ragazze altro non so suggerirti, che quello ch'hai veduto. Forse vi potrebbe essere qualche gioco addattato, ma non conoscendo il Paese non so con sicurezza cosa suggerirti. Per un altro anno ti dirò quello che praticai in altri paesi ma per questo non siamo più in tempo. Rapporto alla Cara Gioppi21 speriamo, che Dio ce la ridonerà se però i di Lui dissegni fossero differenti dal nostro genio pel cimitero vedrei di ritenere che fosse quella parte di corte che con Monsignor Sardagna22 abbiamo detto, e pei funerali essendo un paese nuovo converrà che ti consigli con Monsignor Sardagna avendo esaminato per risponderti il Decreto, che abbiamo la medesima dipendenza dalla Parrocchia come quì, e bisogna fare una cosa povera bensì, ma pulita, e addattata al paese.

Al mitigarsi della stagione se mai credessero il cambiamento dell'aria potesse giovare alla buona Gioppi ben volentieri faremo l'esperimento. Il Signor Don Antonio cominciava a sentire gran frutto nella salute dell'aria di Roma. Per la fondazione che mi domandi in quella città ci vuol altro mia Cara Figlia; delle parole si fa presto a farne, ma ci vuol altro.

L 'abbraccio di cuore, e tutte le lascio abbracciandole nel Cuor Santissimo di Maria

Di Te Carissima Figlia
Verona li 14 febbrajo 1829

La Tua Aff.ma Madre

Maddalena Figlia della Carità23
Farò pregare pel padre di Monsignore. I miei rispetti allo stesso come anche al Signor Arciprete. La mia Metilde24 ti abbraccia
Alla Nobile Signora

La Signora Margherita Rosmini

De Serbati Figlia della Carità

Convento dell' Addolorata T R E N T O


A DOMENICA FACCIOLI

1988(Verona#1829.02.14)


Brevissima richiesta di preghiere perché a Verona, si terrà, nella settimana successiva, I 'elezione della nuova Superiora.
V.G. e M. Carissima Figlia

Verona, 14 febbrajo 1829


Due righe sole, mia Cara Figlia, tanto per continuarvi le nostre notizie.

Io sto bene, qui abbiamo alcune garelle25, atteso l'eccessivo freddo. Martedì in questa Casa si darà principio al santi Esercizj per la novella elezione, pregate tutte il Signore e Maria Santissima. Vi prego di far avere l'occlusa a quel servo di Dio di Cenate26.

Vi abbraccio tutte e vi lascio nel Cuor Santissimo di Maria
Di Voi Carissima Figlia
Aff.ma Madre

Maddalena Figlia della Carità27


A DOMENICA FACCIOLI

1989(Verona#1829.02.16)


A Bergamo le signore vogliono, anche nell'anno in corso, organizzare gli Esercizi spirituali. La Canossa ne è molto contenta, però, poiché prevede non pochi ostacoli per parteciparvi desidera che ella le dichiari se si sente di assisterli personalmente. Se la Fondatrice, in futuro non ci fosse, si dovrebbero “mandare a terra tutte le opere già comincia te ? Non mai”.

V.G. e M. Carissima Figlia Verona, 16 febbrajo 1829


Dal Conte Don Luca Passi28 ho ricevuto la carissima vostra, nella quale ho sentito con piacere le vostre nuove. Delle mie pure, grazie al Signore, mi contento. Con somma consolazione ho poi sentito il buon desiderio di coteste ottime signore di fare i Santi Esercizj.

Vedo anch'io mia cara Figlia, essere troppo gran bene il continuare questa santa opera. Io mostrerò la vostra lettera al Superiore29 e se mi darà il permesso di venire verrò.

Intanto però mi conviene almeno restare a Verona fino alla venuta del nuovo Vescovo30 che non sarà se non ai 25 del mese entrante avendo fatto vedere il Superiore che è bene io sia qui al suo arrivo.

Sappiatemi dire con tutta sincerità come ve la sentite davanti a Dio, se sarete in caso di fare gli Esercizj anche senza di me perché mia Cara Figlia, è vero che ho promesso di aspettare a morire fino al giorno del giudizio, ma se mai la morte non desse bado alle mie promesse, si hanno per ciò da mandare a terra tutte le opere già cominciate? Non mai.

Riflettete ancora che le parti del mondo sono quattro, e che io potrei essere in qualche momento in qualcuna di esse, per cui non potessi assistere a tutte.

Però bramo mia Cara Figlia, su di ciò un sollecito riscontro informandomi anche dell'epoca in cui contereste di farli, per vedere di combinare, se mai il Superiore me lo accordasse di trovarmi costì almeno agli ultimi giorni; replico, però, rispondetemi subito.

Non mancherò di pregare il Signore per tutte le nostre ragazze che si sono maritate, acciò dia grazia di soddisfare ai pesi e obblighi che si sono ora addossati.

Ho piacere che l'Adelaide sia presso i Conti Passi. Ho veduto a Roma il padre della buona Valania, il quale venne a visitarmi e l'ho trovato pieno di bontà e persuasione per me, e si è mostrato ne favorevole ne contrario. Quando verrò a Bergamo vi dirò meglio il resto a voce.

Tanti doveri al Signor Don Giovanni31 raccomandandomi alla carità di sue orazioni, ed io da miserabile non mancherò di farlo per lui e per tutte voi altre.

Risponderò alle altre compagne più presto che potrò. Abbracciandovi tutte, vi lascio nel Cuor

Santissimo di Maria.

Aff.ma Madre

Maddalena Figlia della Carità32




A DOMENICA FACCIOLI

1990(Verona#1829.02.19)


Forse a Bergamo si saprà già della morte di Papa Leone XII. La Canossa, che ne è addolorata, dà disposizioni per i relativi suffragi. In quanto agli Esercizi delle signore, non è assolutamente possibile che ella sia presente nel periodo che hanno stabilito, perché, a Verona, contemporaneamente ci saranno le elezioni della nuova Superiora.
V.G. e M. Carissima Figlia

Verona 19 febbrajo 1829


Al pervenirvi questa mia purtroppo anche costì sarà arrivata la fatale nuova della morte di Sua Beatitudine il Santissimo nostro Padre33.

Farete tutte la Comunione per otto giorni, come pure la Via Crucis. Rapporto ai Santi Esercizj delle signore mercanti di costì, vedo la cosa umanamente parlando, impossibile, perché mercoledì si cominciano gli Esercizj di tutta questa Comunità, terminati i quali vi subito l'elezione della Superiora.

Voi vedete bene che dopo conviene che resti per un poco di tempo per sistemare tutta la Casa, perciò vi ripeto che per quest'anno è impossibile che possano verificarsi. Sono a pregarvi anche per questo di far molta orazione, perché si tratta di un affare di molta importanza.

Mi consolo che voi tutte godiate buona salute, anche noi grazie al Signore ci difendiamo, ed anche le garelle fanno prodigi.

Sto poi aspettando che cosa giudicò il signor Don Giovanni34 riguardo alla N.N.

Mia sorella Orti35 va, grazie a Dio, stando meglio, ma però continuate a pregare.

Il bambino di mio fratello36, pareva che volesse fare la carità di andare in Paradiso, ed io glielo mandava di tutto cuore, ma si pentì per istrada, e pensò di stare invece con noi, a godere le belle delizie di questo mondo.

Tanti doveri al Veneratissimo Signor Don Giovanni anche a nome della scrivente, mille complimenti alla Nobil famiglia Camozzi37, Tiraboschi38 da parte anche della famosa secretaria39 che abbraccia di cuore lei, le care compagne e tutte le care putelle.

Abbracciandovi tutte di vero cuore vi lascio nel Cuor Santissimo di Maria.
Di Voi Carissima Figlia

Aff.ma Madre

Maddalena Figlia della Carità40

A MARGHERITA ROSMINI

1991(Verona#1829.02.22)


Le aveva chiesto una lunga lettera, scusandosi poi della libertà che si era presa, ma la Canossa, non solo la giustifica, ma la ringrazia del suo affetto. Non potrà però accontentarla neppure questa volta perché, a Verona, sono in corso gli Esercizi spirituali per l'elezione della nuova superiora. In quanto al cimitero interno, veda con Mons. Sardagna se è possibile ottenerlo, ma ogni consorella sappia che non ha, fino a nuova disposizione, il permesso di morire. Si facciano invece i suffragi per il Santo Padre, Leone XII.
Carissima Amica
Riscontro la carissima sua del giorno 16 corrente mia Cara Figlia. Provai una vera consolazione nel sentire, che la buona Gioppi41 continui a migliorare nella salute, ne ringrazio il Signore. Speriamo andando nella buona stagione si andrà sempre più ristabilendo. Rapporto all'avermi Ella mostrato desiderio di ricevere una lunga mia lettera io non ho niente da perdonarle, perche anzi mi dimostrò con tale sua brama la sua bontà per me, e cordiale attaccamento, onde io le sono anzi obbligatissima. Ti dirò per altro mia Cara Figlia, che in questi giorni tra gli affari che mi circondano da tutte le parti, e gli Esercizj che stanno facendo le compagne per la nuova elezione, io non ho un momento di libertà, e per ciò mi è impossibile anche in quest'ordinario di scriverti lungamente come vorrei. Accetta intanto il mio buon cuore, e quando potrò stà certa che sicuramente lo farò.

Rapporto al f. funerali le risponderò un'altra volta perche essendo il Decreto scritto in latino temo di non intender bene, e perciò ho intenzione di farlo esaminare, ed allora le dirò precisamente il contenuto. Quantunque Ella veda delle difficoltà per ottenere la grazia del cimitero interno, approfitti della bontà, e carità di Monsignore42 al quale la prego de miei più distinti ossequj, per tenere la cosa raccomandata, e siccome anche le Teresine hanno avuto la sorte di ottenerlo chi sa che in un momento, o nell'altro il Signore ci faccia la grazia anche a noi. Già per ora si ricordino, che non hanno licenza nessuna di loro di morire onde va bene a fare i preparativi ma non hanno da andare addoperati sino che non do loro il permesso.

Dica alla buona Irene43, che m'informerò colla sua famiglia per sapere se hanno ricevuto la lettera, e glielo scriverò. Sento che tutte se la passano di salute discrettamente. Qualche garelletta44 è necessaria onde allegramente.

La prego mia Cara Figlia di far fare da tutta la comunità per otto giorni la Via Crucis, e far applicare tutte le comunioni che verranno fatte dalle Compagne in questi otto giorni per il defonto Santo Padre45 la perdita del quale Ella può facilmente figurarsi quanto mi sia stata sensibile.

Ho avuto notizia che domani gli Eminentissimi Cardinali si chiuderanno in conclave. Raccomando alle sante loro orazioni anche la nostra Cristina46, la quale va declinando sempre più nella salute, ed ha bisogno d'un ajuto speciale del Signore per soffrire con rassegnazione, e virtù il continuo patire, che Dio si compiace mandarle colle solite sue infermità.

Abbracci per me tutte le Compagne. Si ricordino di me col Signore, ed in somma fretta le lascio nel Cuor Santissimo di Maria


Di Lei Carissima Figlia

Verona San Giuseppe li 22 febbraro 1829

NB. Segue un poscritto personale della Pilotti, che si tralascia.
La Tua Aff.ma Madre

Maddalena Figlia della Carità47


Alla Signora

La Signora Margherita Rosmini

De Serbati


Alla Addolorata
R O V E R E T O



A MARGHERITA ROSMINI

1992(Verona#1829.03.04)



La Canossa è contenta che tutte le consorelle stiano discretamente bene. Intanto risponde alle sue richieste: la partecipazione funebre alle varie Case si fa soltanto per la morte dei genitori, fratelli e sorelle. Si preghi ora per l'elezione del nuovo Santo Padre. Non sa davvero quando potrà tornare a Trento: é pressata da troppe esigenze, tra cui gli Esercizi di Bergamo, Milano e Venezia. Ora faccia in modo che né lei, né le consorelle abbiano ad indebolirsi durante la quaresima in corso.
V .G. e M. Carissima Figlia
Riscontro la di Lei lettera mia Cara Figlia. Prima di tutto mi consolo di sentire che tutte poco più poco meno se la passino di salute discretamente bene. Riguardo poi al partecipare all'altre Case la morte dè parenti sappia che non si partecipa altro che la morte dei più congiunti, cioè i genitori, fratelli, e sorelle, e niente più.

Quando avranno terminato di suffragare il Santo Padre48, facciano una piccola sì ma altrettanto fervorosa orazione per I'elezione del nuovo Pontefice acciò il Signore si degni di dare alla Chiesa sua sposa un Santo Pastore.

Rapporto al quando io potrò venire costì non lo sò neppur io, perche sappia che sono pressata molto per gli Esercizj di Bergamo di Milano, e di Venezia. Oltre di questo il Degnissimo nostro Superiore49 mi fà intendere di non essere tanto persuaso che debba partire tanto presto da qui, anche perche desidererebbe che mi trovassi in Verona alla venuta di Monsignor Vescovo50, che da quanto dicono farà il suo ingresso il giorno 25 corrente. Mi trovo poi anche molto visitata da una delle mie fortissime tossi che se volessi anche partire non potrei anche per questo gran motivo.

Adesso il carnevale è passato, siamo in Quaresima. Mi raccomando prima di tutto alla di Lei protezione di aver tutta la premura prima per Lei come capo, e poi anche per tutte l'altre, di guardar bene di non indebolirsi, rendendosi incapaci di poter operare, e di non essere buone che per il medico perche conviene pagarlo. Anche le fatiche e l'istruzioni che faranno questa Quaresima siano con prudenza regolate, non adossandosi pesi maggiori delle loro forze, in somma mi raccomando alla sua carità, e prudenza, sì pel digiuno che per l'opere di carità, che avranno molto mi figuro da esercitarsi.

Le qui Compagne tutte concambiano alli cordiali di Lei saluti in particolare la Superiora che fu confermata51, la Metilde52, e la povera scrivente, che si raccomanda alla carità delle loro orazioni. L 'Isabella53 la condussi meco, ed anche questa la riverisce.

Rapporto alle Monache, io non capisco come mai, abbiano cambiato la prima proposizione. Ella sa che come Dinasta, ha il governo nel Convento, e che il Signor Giovanelli alla richiesta delle Monache era disposto di ceder loro il convento tosto che esse gli avessero dato il palazzo per farvi entro residenza del Governo. Io adesso non so come regolarmi sentendo che le suddette vogliono fare acquisto del Monastero. Le mandi dunque a chiamare, e senta bene tutte le cose, e mi significhi il tutto acciò possa regolarmi. Dica alle stesse che sino che io non vado a Venezia certamente che io non posso impegnarmi in questo affare.

Sappia mia Cara Figlia che il Signor Don Leonardo54 è partito senza che io lo possa vedere benche abbia anche mandato a casa ma era già partito per Mori55. Aveva divisato di consegnargli quella carta ma non lo potei.

Quando andrà da quelle parti il Signor Don Natale56 le faccia fare a suo nome le doglianze sue. La Cristina57 la ringrazia della carità che l'hanno fatto di raccomandarla al Signore la prega di continuare, e cordialmente le abbraccia Lei, e tutte. Le abbraccio tutte di vero cuore, e le lascio nel Cuore Santissimo di Maria.


Di Lei Carissima Figlia
Verona li 4 marzo 1829

Aff.ma Madre


Maddalena Figlia della Carità58


PS. La prego di consegnare la qui occlusa alla Teresina59. Quando potrai ti prego mia Cara Figlia di far fare a tutte le Compagne tre Comunioni per una promessa che ha fatto la Cristina nel nostro ultimo viaggio.

Alla Nobile Signora

La Signora Giuseppa Rosmini

De Serbati Superiora delle

Figlie della Carità

Convento della Addolorata

TRENTO



A DOMENICA FACCIOLI

1993(Verona#1829.03.05)


Piace molto alla Canossa la notizia del rinnovato fervore di tutta la comunità nel ri­cercare la gloria di Dio ciò che avverrà se tutte manterranno carità scambievole. E’ soddisfatta anche della disposizione di ciascuna a dar corso agli Esercizi spirituali delle signore. Chiederà si qualche aiuto a Milano per quel periodo ma non potrà certo chiedere la Cocchignoni che non è possibile allontanare neppure per un istante. In quanto alla proposta delle due tavole la Canossa non ne è affatto propensa per molte ragioni che elenca, ma specialmente perché potrebbe suonare come discriminazione.
V.G. e M. Carissima Figlia

Verona 5 marzo 1829


Riscontro la cara vostra del giorno 25 febbraio, e prima di tutto vi dirò che mi sono grandemente rallegrata nel sentirvi tutte con­cordemente infervorate nel cercar la Gloria di Dio.

Mie care Figlie, io ne godo assai e vi prego tutte quante quanto mai posso di star unite con Dio nell'adempimento delle vostre Re­gole, ed allora non temete, state certe che quantunque voi siate de­boli, il Signore supplirà alle vostre mancanze, e vi darà la grazia di vederlo servito e glorificato nei prossimi, ma vi raccomando prima di tutto la carità scambievole tra voi e pel rimanente tutto andrà be­ne.

Sento la vostra disposizione buonissima di dar principio il gior­no 23 ai santi Esercizj, e del desiderio di procurarvi l'Antonietta60 con un'altra compagna di Milano per darvi ajuto.

Cara Figlia, l'Antonietta non ho cuore nemmeno di pensarvi di levargliela neanche per pochi momenti, e voi che conoscete la Casa di Milano mi pare impossibile che vi sia venuto un tal pensiero, massime in questo tempo di tanto da fare.

Mi scrive Teresa61 che ha molte ammalate, tra le altre Poli62, la Vimercati63 e la Caffù64. Quello che unitamente si può tentare è di scrivere alla Teresa, e questo lo farò io in questo ordina­rio, perché se non le riesce di troppo disturbo il darvi due compa­gne, ma vedo difficile che ve le possa dare in questo tempo di quare­sima, nonostante le scriverò, e posso averle o no.

Nel caso che la detta Casa di Milano non potesse darci due com­pagne, mi pare che potreste ingegnarvi con alcune delle nostre buo­ne giovani, come abbiamo fatto l'anno scorso con l'Adelaide. Rapporto all'oratore il conte Marco65 è disposto di farvi la ca­rità, e che le signore sono contente, niente di meglio avete un ange­lo.

Per alloggiarlo converrà che vediate, o dal Signor Bentivoglio, o nella camera di Don Giovanni Maria, o parlate colla signora Salvi66, perché ci vuole un alloggio proprio.

Per l'epoca d’incominciarli trovo essere troppo tardi, perché se vi dessero le compagne di Milano, terminati i vostri Esercizj non re­sterebbe che un giorno tra mezza con quelli di Milano.

Sarebbe dunque necessario che anticipaste quei giorni che po­tete per dare un po' d'intervallo tra gli uni e gli altri, ed anche un po' di riposo alla mia Cara M. Masina67 che mi immagino la vorran­no a Milano.

Per le due tavole che pensate di fare, io ho due obbietti.

II primo si è che non vorrei portaste troppo peso e fatica, primo per la cuoca, e poi per tutte, poiché due tavole porta tutto raddop­piato, due lezioni, due ricreazioni, due servimenti, oltre di che que­sta divisione a me piace poco, e porterà delle conseguenze non edifi­canti, ed ecco il secondo motivo.

Sappiate mia Cara Figlia, che nell'ultimo viaggio ebbi occasione di parlare con una persona del ceto medio che era stata a fare gli Esercizj in un celebre monastero di quella città ove mi trovava, do­ve dividevano le principesse dalle particolari. Che volete che vi di­ca? pareva che alla tavola dello stato medio, dessero sempre il peg­giore, ed anche poco.

Insomma niente mi piacque questa cosa, e compresi la conseguenza, e perciò il mio parere sarebbe, che ne riceveste meno, parlando per venire a pranzo, e che fossero all'incirca di una condizione sola, avendo l'avvertenza che la signora ch'è alla testa sia quella che le riceve, come faccio anch'io a Milano, proponendo voi a que­sta signora, che mi figuro sarà la signora Salvi, quelle che a voi vengono proposte, lasciando ch'ella si combini colle altre, così ricevono o rifiutano con sè a tavola quelle che vogliono.

Rapporto alla spesa la Rosina68 e Checchina69 sanno quello che abbiamo fatto l'anno scorso, cioè che siamo state sulla nostra Regola, dar loro una buona minestra e tre pietanze.

Al Signor Conte Marco potete mandare, dove alloggia, la stessa minestra e le stesse pietanze, ma a lui qualche galanteria, come fa­cevamo a Milano, perché egli non entra nella Regola e fatica tanto.

Già per la cucina sarei del parere che vi appoggiate intieramen­te alla Rosina, la quale finché viene il tempo degli Esercizj, può pre­pararsi tutte le galanterie, come facevamo a Milano per le Dame, e dopo si dà il conto alla signora che sovrasta.

Scrivetemi pure con libertà qualunque lume vogliate che vi as­sisterò in tutto quello che potrò almeno in iscritto.

Sappiate mia Cara Figlia, che il Signore conferma la volontà del Superiore coi fatti.

Qui a Verona due terzi della città è stata costipata. Io pure lo fui, sempre però in piedi, mi fecero al solito un salasso, ed ho una visita di tosse che mi fa onore, per cui se anche volessi non potrei venire.

Non vi prendete pena, che già sapete la mia risoluzione e pro­messa di vivere fino al giorno del giudizio, e poi sai che la mia tosse con un po' di pazienza va sempre a finire in niente.

Vi prego dei miei rispettosi saluti al Signor Don Giovanni70, ed alla famiglia Camozzi71, come pure alla signora Salvi.

Addio, mia Cara Figlia, fatevi coraggio, confidate nel Signore, ed in Maria Santissima e vedrete che ogni cosa andrà con buon ordine.

Vi raccomando nel trattare con le Dame, somma compostezza, buona maniera ed uguaglianza di carattere.

Vi abbraccio tutte e vi lascio nel Cuor Santissimo di Maria.


Di Voi Carissima Figlia


Aff.ma Madre

Maddalena Figlia della Carità72




A DOMENICA FACCIOLI

1994(Verona#1829.03.11)


La Canossa è contenta dell’anticipo degli Esercizi spirituali delle signore: la cuciniera potrà avere qualche riposo prima di iniziare l’altro corso a Milano. Se la Spasciani non può mandare alcun aiuto si organizzi con le maggiori delle allieve per i lavori manuali e le consorelle si occuperanno della assistenza. A questo riguardo, la Canossa dà alcune direttive che possono aiutarla, ma insiste sul comportamento educato e se­reno di ciascuna che farà maggior bene anche delle stesse prediche.
V.G. e M. Carissima Figlia

Verona, 11 marzo 1829


Riscontro alla cara vostra e prima di tutto vi dirò che la mia tosse va lentamente diminuendo, ma credo che mi ci vorrà un tem­po più lungo questa volta per consumarla, essendo stata di quelle più cattive che io abbia avute.

Mi consolo di sentire che vi siate accomodate di anticipare i santi Esercizj, così la buona Rosina73 avrà un po' di intervallo a quelli di Milano.

Rapporto alle due tavole, non potendo più ritirarvi a motivo d'essere stata stabilita la cosa, non portando il disturbo che io pen­sava, per quest'anno lasciate correre come avete concluso.

Per la lezione consigliatevi col Signor Don Giovanni74, al quale vi prego dei miei più distinti rispetti. Egli vi assegnerà i libri adatta­ ti tanto per l'una che per l'altra tavola dandogli però voi un idea delle persone che vi saranno in ambedue le tavole.

Da Milano mi scrive la buona Teresa75 superiora il suo vivo dispiacere di non potere dare aiuto a motivo delle ammalate che ha.

Non vi prendete pena, mia cara Figlia, confidate nel Signore e cercate d'ingegnarvi colle nostre buone giovani le più grandi e le più a proposito, fate che queste servano nelle cose manuali, e voi al­tre attendete a ciò che riguarda Esercizj ed assistenza alle Dame.

Attendete di tener ferma una compagna nel tempo della medi­tazione ed istruzione, ed anche nel parlatorio per vigilare le signore e quelle che vengono ad udire le prediche.

L'anno scorso vi stette la Cristina76, la quale mi disse che se non avesse avuto l'avvertenza di vigilare, sarebbero nati dei com­plotti non pochi tra le donne e le giovani che univansi a contarsela. Per questo sarebbe adattata o la Maddalena77 o la Checchina78. Vi raccomando di avere questa avvertenza perché la trovo necessaria.

Mi tengo certa che Maria Santissima sarà in vostra compagnia, e vi otterrà lume per tutte le cose ed il Signore sarà grandemente servito.

Quello che vi raccomando si è d'essere unite bene col Signore tra di voi altre e se per accidente vi occorresse tra di voi qualche di­spiacere, avvertite di non lasciarlo mai conoscere al di fuori, meno poi colle esercitanti e massime colle ragazze.

Fate vedere la contentezza del vostro stato e la felicità che si trova nel servire unicamente Dio, perché, mia Cara Figlia, la giovia­lità, uguaglianza, buona maniera, compostezza e modo rispettoso con tutte, ma che in questo non cerca altro che Dio, fa più frutto al­le volte delle prediche.

Vi dico ciò credendo di farvi piacere e m'intendo di dirvelo per aiutarvi come posso.

Non mi ricordo se nell'ultima mia vi abbia detto di non mettere nessuno nella camera di Suor Costanza, sorella Rosa e quella vici­na, senza domandare al Signor Camozzi79, avvertendo che se fosse il momento che fanno il bucato, crederei che non vi mettete nessu­na. Consigliatevi pure col Signor Don Giovanni pel libro della lezio­ne della sera, se però l'oratore crederà bene che teniate l'orario dell’anno scorso, che non so se sarà adatto in quest'anno essendo troppo inoltrata la stagione e le sere più corte.

Assicuratevi che col cuore vi sono e vi sarò sempre vicina.

Vi abbraccio tutte con vero attaccamento e tutte vi lascio nel Cuor Santissimo di Maria.
Di Voi Carissima Figlia

Aff.ma Madre

Maddalena Figlia della Carità80

A MARGHERITA ROSMINI

1995(Verona#1829.03.15)


Ammalate a Verona e ammalate a Trento per cui la Canossa deve rincuorare sé e lei ad accettare serenamente la Divina Volontà. Tratta ancora l'argomento dei funerali. ma darà chiarimenti più sicuri quando avrà chiesto consiglio al Superiore. Se sarà possibile, trasferirà la Gioppi per farla riprendere fisicamente.
V.G. e M. Carissima Figlia

[Verona] 15 marzo 1829


Comincierò per dirle mia Cara Figlia, che la mia tosse va bene, e tanto bene, che ne sono quasi libera, e la ringrazio della sua premura.

Le Compagne di qui per parte delle quali tutte la riverisco, e l'abbraccio, varie, anzi molte stanno bene. Cristina81 poco al suo solito, la Teodora82 è a letto con febbre da dodici giorni a questa parte, Cecilia83 Vi fu pur lungamente per un espulzione detta orti­caria. Tossi e costipazioni non ne mancano. La Metilde84 due volte a letto costipata, e le fecero due salassi. Adesso però è rimessa. Già quest'anno qui a Verona è un affar serio di tossi eterne e costipazioni senza numero. Sento mia Cara Figlia come il Signore visita la sua Casa di Maria Santissima Addolorata in Trento. Non posso dire di non sentire pena per le ammalate, e per te mia Cara Figlia. Dirò anch'io sia fatta la volontà del Signore, ed amiamo adorandole le sue divine disposizioni. Se però la febbre della Cara Gioppi85 l'avesse da lasciare, e venisse il caso di poter sostenere il viaggio, vorrei pur fare il tentativo di farle cambiar aria, e vedere se in un aria meno fina si potesse ricuperarla. Nel qual caso colla solita tua cordialità, devi dirmi, se credi, ed hai piacere di condurla qui, o se vuoi, ch'io mandi a prenderla, non essendo possibile per ora ch'io possa venir come facilmente ti figurerai. Credo bene, che sarà ras­segnatissima, e ben disposta, essendo tanto buona, e questo non v'ha dubbio essere il maggior conforto. Ti ricordo, che se mai pia­cesse al Signore di volerla tirare a se, abbi cura, che non resti priva del merito dei santi voti facendolegli fare nelle tue mani. Rapporto ai funerali scrissi tutto questo passo sperando che venisse il Supe­riore86 che mandai anche a chiamare per poterti dire una cosa con fondamento ma non l'ho ancora veduto, e perche tu non istia in pe­na di non vedere miei caratteri ti mando oggi queste due righe, ed appena vi sarà stato il Superiore a posta corrente ti scriverò.

In somma fretta ti abbraccio, dati coraggio governati, e tutte vi lascio nel Cuore Santissimo di Maria

Di Te Carissima Figlia

La Tua Aff.ma Madre

Maddalena Figlia della Carità87


A DOMENICA FACCIOLI

1996(Verona#1829.03.17)


Gli Esercizi delle signore si stanno svolgendo in piena armonia e con l'aiuto evidente della Vergine Santa. La Canossa non potrebbe desiderare notizie più preziose di quelle: le sembra che le si «allunghino dieci anni di vita».
V.G. e M. Carissima Figlia

Verona 17 marzo 1829


Quantunque non abbia questa volta nessuna cosa particolare da scrivere pure la consolazione ch'ebbi nel leggere l'ultima vostra, mi spinse a farvi due righette per darvi coraggio a confidare in Maria santissima, la quale si vede che si degna propriamente assistervi in questi santi Esercizj.

Io restai contentissima di tutto quello che avete preparato, an­che della scelta delle due giovani, Angelina Ottonara e Luigia Man­giagalli88, molto mi piacciono e spero abbiano ad esservi molto d'ajuto.

Coraggio mia Cara Figlia quantunque io non posso assistervi con la persona, non manco di farlo coll'orazione unitamente a tutte le compagne, le quali sono impegnatissime a pregare tutte per voi in questi giorni che fate gli Esercizj.

Non potete credere quanta consolazione io provai nel sentire la unione dei cuori e la pace che avete tra di voi. Credetemi, che ogni volta che sento nelle nostre Case questa buona nuova mi pare che mi si allunghi dieci anni di vita.

Ringraziamo di cuore il Signore e vi prego tutte di cercare di conservarla essendo la cosa più bella che possiamo avere in questo mondo.

La mia tosse va consumandosi e spero tra non molto che mi la­scierà del tutto, ma ho bisogno prima di partire di qui di un nuovo salasso per impedire che mi ritorni.

State quieta però perché mi sento proprio meglio. Addio mia Cara Figlia, fatevi coraggio che Maria Santissima tengo certa che tutto benedirà.

In fretta abbracciandovi di vero cuore vi lascio nel Cuor Santis­simo di Maria.

I miei rispetti al Signor Don Giovanni89, e ringraziatelo distin­tamente della carità ed assistenza che vi presta.

Di Voi Carissima Figlia

Aff.ma Madre

Maddalena Figlia della Carità90


A DOMENICA FACCIOLI

1997(Verona#1829.03.28)


La Canossa sta per partire per Bergamo, ma nel timore che sorgano altri ostacoli, la prega di voler accordare a Milano, durante il corso degli Esercizi delle Dame, la cuci­niera e un'altra compagna. Ritorneranno subito dopo.
V.G. e M. Carissima Figlia
Verona 28 marzo 1829

Se altro non succede domani, a Dio piacendo, conto partire per costì .

Per altro siccome questa volta trovai tanti impedimenti per ese­guire questa mia gita, così vi avverto nel caso che non potessi ancor venire, che ho scritto a Milano che in tal caso voi per quei pochi giorni degli Esercizj, le imprestate la Rosa1 per la cucina ed un'al­tra per darle ajuto.

Già state quieta mia Cara Figlia, che spero venire io, ma in caso che non potessi, così siete avvertita che se la Teresa2 mandasse a prendere la Rosina le possiate dare anche l'altra compagna, quella poi che non v'incomoda.

Già scrissi alla Teresa che il giorno dopo la conclusione deve ri­mandarvele a Bergamo e voi confermateglielo. La mia salute va meglio.

In fretta vi abbraccio, e vi lascio nel Cuor Santissimo di Gesù


Di Voi Carissima Figlia
Aff.ma Madre

Maddalena Figlia della Carità3



AD ANGELA BRAGATO

1998(Bergamo#1829.03.31)


La Canossa ha necessità urgente di documenti venuti da Roma da parte dei due Cardi­nali Odescalchi e Castiglioni. Li faccia copiare con molta esattezza dalla Dabalà e poi glieli mandi. Cercherà di tornare molto presto a Verona.
Carissima Figlia
Due sole righe mia Cara Figlia tanto per dirti, che il nostro viag­gio fuori d'essere stato un po umido, fù però felicisimo. Oggi alle ore quattro siamo arrivati a Bergamo in buona salute. Stà quieta, ch'io cerco possibilmente di sbrigare colla maggior sollecitudine gli affari, per ritornare al più presto, che mi sarà possibile a Verona.

Sono a pregarti mia Cara Figlia di dire alla Rosa4 sotto supe­riora, di guardare nel calto5 dell'armadio ossia buro 6 di rimpet­to alla porta di mezzo, ove troverà il libro di Memorie della Signora Marchesa. Dille che troverà in questo libro un cartolaro, nel quale vi è scritto di sopra «Dubbi domandati a Roma dalla Signora Mar­chesa». Fà, che apra il cartolaro e dille, che troverà due fascicoli di carte l’uno contenente carte del Cardinale Odescalchi 7, e l'altro del Cardinale Castiglioni 8. Dille, che le raccomando caldamente di lasciare le carte come stanno, e solo di copiarmi le carte di ambi due in carta fina, colla lettera anche di Odescalchi.

Dille, che nelle carte del Cardinal Castiglioni, avverta, che tro­verà due carte affatto simili, che avverta di copiare solo quella, che nel fine vi è scritto essere stata spedita al Vicario di Roma9, l'ulti­mo giorno della nostra partenza da colà.

Porta pazienza, ma fa che la Rosa lascia le altre cose per copiarmi queste carte che già vedrà non esser molte, ed al primo ordina­rio spedirmele subito.

Ti prego di fare, che la Rosa le copi in una stanza apposita, sen­za essere disturbata, perche possano essere esate, e perchè non vi sia pericolo, che ne vada smarita alcuna, essendo carte di troppo impegno, per cui ho piacere che le originali restano costì.

Di nuovo ti raccomando, che la Rosa abbia l'avvertenza di la­sciarle come sono, vale a dire che non si mescolino colle altre.

La Cristina10 si è scordata di dirti, che alla Marietta le aveva promesso di pregarti di mandarla a confessare più presto, che ti fosse stato possibile, perche per una cosetta col mio parere, le ave­va tolto la Comunione, onde te lo raccomanda per questo, e fa che la Teodora11 abbia di questa cura, di alla Teodora da parte anche del­la Cristina, che gliela raccomando

Ti prego de miei rispetti al Signor Don Battistino12, al Superio­re13. Alla mia famiglia quando avrai occasione di vederli tanti complimenti, colle mie nuove.

Ti abbraccio in somma fretta, e vi lascio tutte nel Cuor Santissi­mo di Maria


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