Isaac Asimov. L'Orlo della fondazione



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infinito di possibilità che non poteva prevedere, e fu per

questo che diede vita alla Seconda Fondazione. E vero,

non riuscimmo a prevedere l'intervento del Mulo, ma lo

riconoscemmo quando entrò in azione e lo fermammo.

Non prevedemmo che la Prima Fondazione si sarebbe in-

testardita a cercarci, ma quando questo avvenne ce ne ac-

corgemmo e trovammo il rimedio. Che cosa ci può essere

di sbagliato in tutto ciò?


--Innanzitutto--disse Gendibal--la Prima Fondazio-

ne è tuttora ossessionata dall'idea della Seconda.


C'era meno deferenza, adesso, nel suo tono di voce. Il

giovane, capì Shandess, aveva notato la breve pausa del

suo interlocutore e l'aveva attribuita a incertezza. Biso-

gnava respingere l'attacco.


F ~ _ Lasciate che prevenga le vostre osservazioni--disse

il Primo Oratore con vivacità.--Probabilmente qualcu-


~ no della Prima Fondazione, confrontando le terribili diffi-

,II coltà dei primi quattro secoli o quasi della sua storia con

la tranquillità degli ultimi centoventi anni, arriverà a

~!~ concludere che questa tranquillità è dovuta alla Seconda

~' Fondazione, che si sta prendendo opportuna cura del Pia-

~ no. E naturalmente le sue conclusioni saranno esatte.

r,: Questo qualcuno penserà, giustamente, che la Seconda

ondazione non sia stata distrutta veramente, e in effetti

ci è arrivata notizia che un giovane di Terminus, il piane-

ta-capitale della Prima Fondazione, è convintissimo di

~ ciò. Si tratta di un funzionario del governo di cui al m~

I mento non ricordo il nome

F --Golan Trevize--disse Gendibal in tono gentile.--

Sono stato io a stralciare la notizia dai rapporti e a inol-

~ trarla al vostro ufficio.

F Davvero?--disse il Primo Oratore con cortesia esa-

gerata.--E come mai questo Trevize ha attratto la vo-

stra attenzione?

--Uno dei nostri agenti su Terminus ci ha spedito un

tedioso rapporto sui membri del Consiglio, eletti di recen-

te. Una procedura di ordinaria amministrazione, uno di

quei rapporti che vengono regolarmente ignorati da tutti

gli Oratori. Questo ha attratto la mia attenzione per co-

me vi veniva descritto il nuovo Consigliere, Golan Trevi-

ze. Se ne parlava come di una persona eccezionalmente

sicura di sé e combattiva.

--L'avete giudicato simile a voi, eh?

--No, affatto--disse Gendibal, secco.--Mi è sembra-

to dalla descrizione un tipo avventato che si diverte a fare

cose ridicole, e io non sono certo così. In ogni modo ho

condotto uno studio in profondità. Non mi ci è voluto

molto per capire che ci sarebbe stato molto utile se l'

avessimo reclutato in giovanissima età.

--Può anche essere--disse il Primo Oratore--ma sa-

pete che non reclutiamo nessuno su Terminus.

--Lò so bene. In ogni caso, pur non essendo stato adde-

strato da noi, ha un'intuizione eccezionale, anche se è del

tutto indisciplinato. Non mi sono quindi sorpreso gran-

ché quando ho letto che aveva indovinato che la Seconda

Fondazione esiste ancora. Non mi sono stupito, ma ho ri-

tenuto la cosa abbastanza importante da inoltrare al vo-

stro ufficio un appunto.

--,Dal vostro modo di fare arguisco che ci sono stati
nuovi sviluppi...
--Infatti. Trevize ha usato le sue notevoli facoltà intui-

tive in un modo indisciplinato, caratteristico di certi

membri della Prima Fondazione, e di conseguenza è stato

esiliato.


Il Primo Oratore inarcò le sopracciglia.--Vi siete in-

terrotto di colpo. E evidente che volete che interpreti il si-

gnificato della vicenda. Senza usare il mio computer, ap-

plicherò mentalmente un'approssimazione rozza delle

equazioni di Seldon, concludendo che un sindaco scaltro

che sospetta che la Seconda Fondazione esiste ancora

preferisce che un certo individuo, ribelle, non lo gridi a

tutta la Galassia e non avverta in questo modo la Secon-

da Fondazione del pericolo. In altre parole, Branno la

Bronzea ha pensato che Terminus sarebbe stato più al si-

curo senza Trevize.
--Avrebbe potuto imprigionarlo o farlo assassinare di

nascosto.


--Le equazioni non si possono applicare validamente

agli individui, come ben sapete. sono esatte solo se si

prendono in considerazione le masse. Il comportamento

individuale è imprevedibile; si può presumere che il sin-

daco sia una persona umana che ritiene crudele buttare

uno in prigione o, ancor più, assassinarlo.


Gendibal rimase in silenzio per un po'. Era un silenzio

eloquente e il giovane lo mantenne abbastanza a lungo

da provocare incertezza nel Primo Oratore, ma non tanto

a lungo da determinare in lui una reazione difensiva di

rabbia.
Con tempismo perfetto pose flne a un certo punto al

suo mutismo e disse:--La mia interpretazione è diversa

dalla vostra. Io credo che Trevize rappresenti in questo

momento l'elemento di punta della più grande minaccia

che abbia mai insidiato la Seconda Fondazione. Una mi-

naccia superiore addirittura a quella incarnata dal Mulo.


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C~endibal era soddisfatto. La sua affermazione aveva avu-

to l'effetto sperato. Il Primo Oratore non se l'era aspetta-

ta ed era stato preso in contropiede. Adesso era Gendibal

ad avere il coltello dalla parte del manico. E se poteva

avere ancora il minimo dubbio sulla cosa, la successiva
~rmazione di Shandess glielo dissipò.
--Tutto ciò ha qualcosa a che vedere con le vostre con-

~inzioni a proposito del Piano Seldon?


~ ' Sentendo di avere la situazione in pugno Gendibal s~

Flascib andare a un didascalismo che difficilmente avreb-

9. be permesso al Primo Oratore di riprendersi.--Primo

~IV' Oratore--disse--che sia stato Preem Palver a riportare

F~ il Piano alla normalità dopo l'episodio aberrante rappre-

~' sentato dal Secolo delle :t)eviazioni è ritenuto un articolo

l~ di fede. Studiate il Radiante Primario e vedrete che le De-
i viazioni scomparvero solo vent'anni dopo la morte di Pal-

d ver, e che dopo di allora non ce ne furono più. Il merito si

t~l potrebbe attribuire ai Primi Oratori che succedettero a

F Palver, ma è un'ipotesi improbabile.


f _ Improbabile? Certo, nessuno di noi è mai stato un

Palver, ma... p~rché improbabile?


--Mi permettete di dimostrarvelo? Usando la matema-
7`` tica della psicostoria, sono in grado di provare senza pos-

sibilità di dubbio che le probabilità che le Deviazioni

scompaiano del tutto sono troppo infinitesime per essersi
E verificate in quest'ultimo secolo. Non è necessario che mi
. concediate di fare questa dimostrazione se non avete né il

tempo né la voglia di assistervi. Richiede almeno mezz'

ora di stretta concentrazione. Posso sempre, in alternati-

va, chiedere che si riunisca al completo la Tavola degli

Oratori e procedere lì alla dimostrazione. Signiflchereb-
~7 be però una perdita di tempo per me e una discussione

inutile.


1~ --Sì, e magari io perderei anche la faccia. Provatemi le

E vostre teorie adesso. Una parola di avvertimento, però...

--Shandess stava facendo uno sforzo eroico per riguada-

gnare il terreno perduto.--Se ciò che mi mostrerete si ri-

velerà una sciocchezza, non passerò sopra alla cosa.
--Se si rivelerà una sciocchezza--disse Gendibal con

un flusso spontaneo di orgoglio che schiacciò l'altro--

rassegnerò immediatamente le dimissioni.
In realtà la dimostrazione richiese ben più di un'ora,

perché il Primo Oratore mise in dubbio quasi con furia la

validità della matematica di Gendibal.
Gendibal ricuperò parte del tempo perduto grazie alla

sua capacità di usare con destrezza il Micro-Radiante. Il

congegno che poteva localizzare olograficamente qualsia-

si porzione d~l vasto Piano e che non aveva bisogno né di

pareti, né di consolle a scrivania, era entrato in uso solo

un decennio prima e il Primo Oratore non aveva mai im-

parato a maneggiarlo bene. Gendibal lo sapeva. E Shan-

dess si rendeva conto che l'altro lo sapeva.


Il giovane Oratore fissò il congegno al pollice della ma-

no destra e manipolò i comandi con le altre quattro dita,

come se stesse suonando uno strumento musicale. (In ef-

fetti, proprio lui aveva scritto un breve saggio sulle analo-

gie tra Micro-Radianti e strumenti musicali.)
Le equazioni che elaborò con tranquilla sicurezza si

mossero avanti e indietro sinuosamente accompagnando

il suo commento. Manovrato da Gendibal, il congegno

fornì definizioni, enunciò assiomi, produsse grafici sia bi-

dimensionali, sia tridimensionali (per non parlare delle

proiezioni di relazioni multidimensionali).


Il commento del giovane era chiaro e acuto, e il Primo

Oratore gettò la spugna. Era ormai completamente scon-

fitto, e disse:
--Non ricordo di aver mai visto prima un'analisi del

genere. A chi si deve?


--A me, Primo Oratore. Ho pubblicato i fondamenti

matematici alla base di questo studio.


--Complimenti, Oratore Gendibal. Questo vi darebbe

diritto alla carica di Primo Oratore, ove io morissi o mi

dimettessi .
--A ciò non ho pensato affatto. Tuttavia, poiché è del

tutto impossibile che mi crediate, ritirerò quanto detto:

ci ho pensato, e spero di diventare Primo Oratore, visto

anche che chi succederà a voi dovrà per forza seguire una

procedura che soltanto io comprendo chiaramente.
--Sì--disse Shandess--la &Isa modestia può essere

assai pericolosa. Di che procedura parlate? Forse sono in

grado di ~uirla anch'io. Sono troppo vecchio per com-

piere atti creativi del genere di quello compiuto da voi,

ma non sono così vecchio da non saper seguire le vostre
istruzioni.
Era una capitolazione completa, e Gendibal, istintiva-

mente, si sentì ben disposto verso il collega più anziano,

pur rendendosi conto che l'altro, con il suo comporta-

mento, mirava.proprio a ottenere da lui quella particola-

re disponibilità.
--Grazie, Primo Oratore. Sono lieto che diciate cosl

perché avrò un gran bisogno del vostro aiuto. Non posso

sperare di influenzare la Tavola senza la vostra guida il-

luminata.--(Cortesia per cortesia.)--Presumo dunque


~he abbiate già capito dalla mia dimostrazione come sia

impossibile che il Secolo delle Deviazioni sia stato corret-


~l to dall'azione dei Primi Oratori e che le Deviazioni da al-

lora siano cessate completamente.


Sì. mi è chiaro--disse Shandess.--Se la vostra ma-

.~ tematica è corretta, il ritorno del Piano alla normalità e a

un funzionamento perfetto quale quello attuale è spiega-
. bile soltanto se si presume che si poSsono prevedere con

un certo grado di sicurezza le reazioni di piccoli gruppi di

persone o addirittura dei singoli individui.
F --Proprio così. Poiché la matematica della psicostoria
1~ non permette questo, le Deviazioni non sarebbero dovute

sparire, e meno che mai rimanere per tanto tempo assen-


.'~ ti dal quadro. Capirete dunque che cosa intendessi quan-
1~ do ho affermato che la pecca del Piano Seldon è la sua

mancanza di pecche.


--Allora, o nel Piano Seldon sono presenti le Deviazio-
,1 ni, o c'è qualcosa di errato nella vostra matematica--

disse il Primo Oratore.--Poiché devo ammettere che da

più di un secolo ~on si vedono Deviazioni nel Piano, sono

costretto a concludere che c'è effettivamente qualcosa di


~' errato nella vostra matematica. Salvo riconoscere che nei

E vostri calcoli non ho notato errori di sorta...

!~ --State escludendo una terza alternativa--disse Gen-

4 dibal.--Può essere benissimo che il Piano Seldon sia pri-

E vo di Deviazioni e che tuttavia sia ineccepibile la mia ma-

tematica, la quale denuncia come impossibile un fatto


del genere.
--In che modo le due cose potrebbero essere compati-
bili, secondo voi?
--Supponiamo che il Piano Seldon sia controllato at-
traverso un mètodo psicostorico così avanzato da per-

mettere di prevedere le reazioni di piccoli gruppi e perfi-

no di singoli individui, un metodo che noi della Seconda
Fondazione non conosciamo. In questo caso e soltanto in

questo caso sarebbe matematicamente comprensibile l'


assenza di Deviazioni dal Piano.
Per un po' (un po' relativo ai parametri della Seconda

Fondazione) il Primo Oratore restò in silenzio. Poi disse:

--Non conosco un metodo psicostorico così raffinato, e

dal vostro modo di fare deduco che non lo conoscete nem-

meno voi. Se né voi né io lo conosciamo, le probabilità

che questa micro-psicostoria, se così posso chiamarla, sia

stata messa a punto da un altro Oratore o da un altro

gruppo di Oratori che sarebbero riusciti a tenerla nasco-

sta al resto della Tavola sonD infinitamente piccole. Non

siete d'accordo?


--Sono d'accordo.
--Allora, o la vostra analisi è sbagliata, o la micro-psì-

costoria è una realtà, ma una realtà di cui si è impadroni-

to un qualche gruppo estraneo alla Seconda Fondazione.
--Esatto, Primo Oratore. La seconda alternativa dev'

essere per forza quella giusta.


~ Siete in grado di dimostrare la verità di questa affer-

mazione?
--No, non in senso formale. Però riflettete... non c'è già

stata una persona capace di influenzare il Piano Seldon

grazie al controllo dei singoli individui?


--Immagino che vi riferiate al Mulo.
--Sì, certo.
--Il Mulo sapeva solo distruggere. Il problema, qui, è

che il Piano Seldon funziona anche troppo bene, molto

meglio di quanto gli consentirebbe la matematica. Ci vor-

rebbe un Anti-Mulo, una persona capace, come il Mulo, di

non tenere in nessun conto il Piano, ma decisa con que-

sto suo comportamento, a perfezionare le cosé, anziché

distruggerle.
--Infatti, Primo Oratore. Avete coniato un'espressione

assai efficace. Che cos'era il Mulo? Un mutante. Ma da

dove veniva? Quali furono le sue origini? Nessuno lo sa.

Non potrebbero esserci altri individui come lui?


--No, sembra proprio di no. L'unica cosa che si sa bene

del Mulo è che era sterile. Per questo fu soprannominato

«Mulo«. O credete che quella della sterilità sia una leg-

genda?
--~Ion penso a discendenti del Mu!o, ma che il Mulo

possa essere la pecora nera di un gruppo magari nutrito

di persone dotate di poteri particolari. Queste persone

per qualche motivo avrebbero interesse a non distruggere

il Piano, ma a sostenerlo.


Perché mai dovrebbero sostenerlo?
--Perché noi lo sosteniamo? Perché miriamo a fondare

il Secondo Impero, le cui sorti saranno decise da noi, o

m~glio dai nostri eredi morali. Se altre persone stanno

occupalldosi attivamente del Piano, o meglio di noi, è ov-

vio che intendono non lasciare a noi il compito di prende-

re decisioni. Vogliono prenderle loro, anche se non sap-

piamo a che scopo. Non dovremmo forse cercare di sco-
~rire verso che tipo di Secondo Impero cercano di spin-

erci?


--Secondo voi come si potrebbe scoprirlo?

--Perché il sindaco di Terminus ha esiliato Golan Tre-

~: vize? Perché così ha permesso a una-persona potenzial-

F mente pericolosa di muoversi liberamente per la Galas-

.sia. Non posso credere che l'abbia fatto per motivi uma-

nitari. Nel corso della storia chi ha governato la Prima

Fondazione ha sempre agito seguendo una politica reali-

sta, vale a dire senza tener conto della morale. Salvor

Hardin, uno degli eroi della Prima Fondazione, di fatto

r prese decisioni che andavano contro la morale. No, credo

che il sindaco sia stato costretto ad agire come ha agito

da agenti degli Anti-Mulo, tanto per usare il termine da

~ voi coniato. Penso che Trevize sia stato reclutato da loro e

1~ che sia l'elemento di punta del piano pericoloso che è sta-

k to ordito contro di noi. Un piano di una pericolosità inau-

dita.


--Per Seldon, forse avete ragione--disse il Primo Ora-

tore.--Ma come faremo a convincere la Tavola?

k --Sottovalutate il vostro carisma, Primo Oratore.
SESTA PARTE
La Terra
Trevize aveva caldo ed era irritato. Sedeva con Pelorat

nella piccola zona pranzo, dove avevano appena consu-

mato il pasto di mezzogiorno.
--Siamo nello spazio da soli due giorni--disse Pelorat

--e mi sento totalmente a mio agio, anche se mi manca-

no l'aria fresca, la natura e tutta quella roba là. E strano,

non ho mai fatto caso alla natura quando ce l'avevo intor-

no. In ogni moclo, con la mia biblioteca portatile e con il

vostro computer, non ci sono problemi di sorta: ho tutto

quello che mi occorre. E adesso, il fatto di trovarmi nello

spazio non mi dà il minimo brivido di paura. Stupefacen-

te davvero!
Trevize emise una specie di grugnito. Era assorto nei
SUOi pensieri.
Pelorat disse, in tono cortese:--Non vorrei disturbar-

vi, Golan, ma ho l'impressione che non mi stiate ascol-

tando. Non che io sia una persona particolarmente inte-

ressante, anzi, di solito sono considerato alquanto noioso.

Però mi sembra che siate assorbito da un pensiero parti-

colare. Siamo forse nei guai? Non dovete aver paura di

dirmelo, sapete? Magari non vi potrò aiutare molto, ma

non mi farò prendere dal panico, amico mio.


--Nei guai?--Destandosi dalle sue meditazioni, Tre-

vize aggrottò lievemente la fronte.


Intendevo riferirmi alla nave. E di tipo nuovo, per

cui ho pensato che potesse avere qualcosa che non va.--

Pelorat abbozzò un sorriso dubbioso.
Trevize scosse la testa con forza.--Rassicuratevi pure,

Janov: la nave non ha niente che non va. Funziona alla

perfezione. Sono in pensiero perché ho cercato l'iper-relé.
--Ah, capisco. Cioè, no, non capisco. Cos'è un iper- re-

lé?
--Adesso vi spiego. Noi siamo in contatto con Termi-

nus, o meglio, possiamo metterci in contatto con Termi-

nus ogni volta che lo vogliamo, e lo stesso può fare Termi-

nus con noi. Là conoscono la posizione della nave, aven-

done osservato la traiettoria, e anche se non l'avessero

fatto potrebbero localizzarci lo stesso. Basterebbe che

esplorassero lo spazio vicino al pianeta alla ricerca di una

massa che li avvertirebbe della presenza di un'astronave

o, eventualmente, di un asteroide. Per distinguere una na-

ve da un ipotetico asteroide non dovrebbero fare altro

che individuare il diagramma dell'energia. Tra l'altro

quest'ultimo permette di distinguere una nave dall'altra,

perché le navi usano l'energia in maniera differenziata. Il

diagramma dell'energia è caratteristico e rimane costan-

te quali che siano le apparecchiature che si attivano. Na-

turalmente l'astronave che si individua può essere scono-

sciuta, ma se il suo diagramma energetico è registrato su

Terminus, come è senz'altro nel nostro caso, può essere

subito riconosciuta.


Pelorat disse:--Mi pare che il progresso della civiltà

porti a una limitazione sempre più forte della privacy,

vero?
--Può darsi che abbiate ragione. Ma, riprendendo il di-

scorso, prima o poi dovremo muoverci nell'iperspazio, se

non vogliamo rimanere a un parsec o due ~I~I Terminus

per il resto della vita ~d essere costretti a viaggi interstel-

lari di entità minima. Passando attraverso l'iperspazio,

invece, il viaggio è di entità massima: in un attimo di


~empo soggettivo attraversiamo uno spazio che a volte è

,Ir` di centinaia di parsec. D'un tratto ci troviamo straordina-

riamente lontani, in una direzione che è difficilissimo

~r prevedere, e in pratica non possiamo più essere indivi-

duati.

--Capisco. Sì, credo di aver capito.



Però possiamo ancora essere individuati se a bordo è

~` stato collocato un iper-relé. Questo spedisce, attraverso

I'iperspazio, un segnale che è caratteristico della nostra

~; nave e di nessun'altra, e le autorità di Terminus sono così

in grado di sapere sempre dove ci troviamo. Con un iper-

relé a bordo, non potremmo nasconderci in nessun posto

1~ della Galassia; nessun balzo nell'iperspazio ci permette-

.c; rebbe di sfuggire agli strumenti di rilevazione.

--Ma noi non abbiamo bisogno che la Fondazione ci

difenda?--disse Pelorat.

1 --Sì, però solo quando siamo noi a chiedere aiuto. Voi

1 avete detto poco fa che il progresso della civiltà implica

una limitazione sempre più forte della privacy. Be', io

. non voglio essere aprogredito« fino a quel punto. Deside-

ro essere libero di muovermi come mi pare senza essere

spiato, a meno che non sia io stesso a sentire il bisogno di

una protezione. Perciò sarei molto contento se a bordo

13 non ci fosse un iper-relé.

! --Ne avete trovato uno, Golan?

--No. Trovandolo riuscirei forse a renderlo inattivo.

--Se lo vedeste lo sapreste riconoscere?

s _ Questa è una delle difficoltà. No, potrei non ricono-

scerlo. So come sono gli iper-relé in generale, e so come

esaminare un oggetto sospetto, ma questa è una nave di

nuovo tipo, progettata per svolgere compiti speciali. L'

iper-relé potrebbe essere incorporato in essa in modo da

non poter essere individuato.

--Però potrebbero anche non averlo messo a bordo. E

forse è questo il motivo per cui non l'avete trovato.

--Non mi arrischio a essere così ottimista, e non mi va

di fare il primo Balzo senza prima sentirmi sicuro.

Pelorat s'illuminò.--Ah, ecco perché abbiamo vagato

senza meta nello spazio. Mi chiedevo proprio perché non

avessimo ancora compiutoiil primo Balzo. Sapete, Golan,

ho sentito parlare dei Balzi, e in verità ero un po' nervoso

al pensiero di farne uno. Mi chiedevo quando mi avreste

ordinato di allacciare una qualche cilltura di sicurezza, o

di prendere una pillola o qualcosa del genere.


I 13

Trevize abbozzò un sorriso.--Non c'è niente di cui

aver paura. Non siamo ai vecchi tempi. Su una nave co-

me questa, fa tutto il computer; noi dobbiamo solo dargli

le necessarie istruzioni. Non vi accorgerete di nulla: solo

la vostra visione dello spazio cambierà all'improvviso. É

come quando si proietta una diapositiva subito dopo un'

altra; col Balzo si ha un po' lo stesso effetto.


--Santo cielo, non si avverte proprio nulla? Curioso! E

un po' deludente.


--Io non ho mai avvertito nulla, e le navi su cui sono

stato non erano perfette come questa. Ma non è per via

dell'iper-relé che non abbiamo ancora compiuto il Balzo:

prima dobbiamo allontanarci un po' di più da Terminus

e anche dal sole. Più si è lontani da corpi di massa consi-

derevoli, più è facile controllare il Balzó e riemergere nel-


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