Isaac Asimov. L'Orlo della fondazione



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gua di batteri, di polvere, di fili d'erba.«
--Sono d'accordo con quanto l'Oratore Gendibal dice

del Secondo Impero della Prima Fondazione--disse No-

vi.--Non sono invece d'accordo su quanto osserva a pro-

posito del Secondo Impero che creerebbe la sua Fonda-

zione. Gli Oratori di Trantor sono, dopotutto, esseri uma-

ni come tutti gli altri, indipendenti e liberi di agire come

vogliono. Non ignorano certo il distruttivo spirito di com-

petlzione, non ignorano gli intrighi politici, né il deside-

rio spasmodico di arrivare al successo a tutti i costi. La

Tavola degli Oratori non è forse teatro di litigi e addirit-

tura di lotte senza quartiere? Gli Oratori sono davvero

guide illuminate da seguire sempre incondizionatamen-

te? Vorrei che l'Oratore Gendibal dicesse la verità, a que-

sto proposito. Conto sul suo senso dell'onore.


--Non c'è bisogno di tirar fuori l'onore--disse Gendi- i

bal.--Non ho difficoltà ad ammettere che la Tavola è te- 'I

stimone di odi, di lotte senza quartiere, di tradimenti. Ma
una volta che si è raggiunta una decisione, questa è osser- I

vata da tutti. Non si è mai fatta eccezione a tale regola.


--E se non scegliessi?--disse Trevize.
--Dovete scegliere--disse Novi.--Quando capirete

dentro di voi quel che è giusto fare, prenderete la vostra

decisione.
--E se, pur tentando di compiere una scelta, non ci riu- `

scissi?
--Dovete riuscirci.


--Quanto tempo ho?
--Bisogna che aspettiate semplicemente di essere sicu-

ro. Non importa quanto tempo vi occorrerà.


Trevize rimase zitto, seduto al suo posto. Anche gli altri

tacevano e nel silenzio generale gli parve di udire il san-

gue pulsargli nelle vene. Nella sua mente la voce del sin-

daco Branno diceva:--Libero arbitrio!--quella ~ell'

Oratore Gendibal diceva invece, perentoria:--Pa'ce e

guida illuminata!


Novi, con ansia, sussurrava:--Vita!
Trevize si girò e si accorse che Pelorat lo stava flssando

intensamente.--Janov--disse.--Avete ascoltato tutto

quanto mi è stato detto?
--Sì, Golan.
--Cosa ne pensate?
--Non sono io che devo decidere.
--Lo so. Ma cosa ne pensate?
--Non lo so. Mi spaventano tutt'e tre le alternative.

Tuttavia c'è un'idea che mi è tornata in mente proprio

adesso...
--Quale?
--Quando ci avventurammo nello spazio voi mi mo-

straste la Galassia. Ve ne ricordate?


--Certo.
--Acceleraste il tempo e la Galassia cominciò a ruotare

visibilmente. E io, come presentendo gli avvenimenti at- ;

tuali, dissi: La Galassia sembra un essere vivente, che avan-

za attraverso lo spazio. Non pensate che, in un certo senso,

essa sia già qualcosa di vivo?
Ricordando quell'episodio, Trevize di colpo si sentl si-

curo. Rammentò anche che allora aveva avuto la sensa-


4m~
zione che la presenza di Pelorat fosse essenziale nel qua-

dro degli eventi. Si voltò in fretta verso il computer, te-

mendo che se avesse lasciato passare più tempo sarebbe

stato assalito dai dubbi, dai ripensamenti, dalle incertez-

ze. Posò le mani sui terminali e pensò con un'intensità

mai sperimentata prima.


E Aveva preso la sua decisione. La decisione dalla quale

dipendeva il destino della Galassia.


VEl~lTESliUA PARTE

~ Conclusione


j 88
Il sindaco Harla Branno aveva tutte le ragioni di essere

E soddisfatta. La visita diplomatica, benché piuttosto bre-

1 ve, era stata assai produttiva.
Come per tenere a bada l'euforia, disse:--Naturalmen-

te non possiamo fidarci del tutto di loro.


Stava osservando lo scherm, o. Le navi della Flotta rien-

travano a una a una nell'iperspazio, per fare ritorno alle

loro basi di sempre. Era chiaro che all'Unione Sayshell

~ aveva fatto effetto quello spiegamento di forze, però non

F potevano esserle sfuggiti due particolari molto importan-

ti: uno, che le navi erano rimaste costantemente nello

spazio della Fondazione. Due, che quando la Branno ave-

va ordinato che ripartissero avevano obbedito pronta-

mente al comando.
~ D'altra parte l'Unione Sayshell non avrebbe certo di-

1: menticato che quelle stesse navi potevano essere richia-

1, mate nella zona di confine nel giro di un giorno o anche

meno. La manovra della Branno era stata sia una dimo-

strazione di forza, sia una dimostrazione di buona volon-
_ Verissimo, non ci si può fidare del tutto di loro--

disse Kodell--però non c'è nessuno, nella Galassia, che

ii sia degno di assoluta fiducia. Ed è interesse di Sayshell

osservare i termini dell'accordo. Siamo stati generosi.


--Molto dipenderà da come verranno elaborati i detta-

gli--disse la Branno.--Credo che ci vorranno mesi, per

quest'operazione. Le linee generali di un accordo si pos-

sono accettare in un attimo, ma dopo vengono le varie

sfumature: comc regolare la quarantena prescritta per le

merci scambiate, come calcolare il valore del loro ~rano e

del loro bestiame in rapporto al nostro, e così via.

E --Si, 1O SO, ma alla fine anche le questioni secondarie

F verranno risolte e il merito di tutta l'operazione andrà a

voi, sindaco. E stato un colpo maestro, sul cui successo

devo ammettere che avevo avanzato le mie riserve.

--Via, Liono, la faccenda non è stata poi così complica-

ta. Semplicemente la Fondazione ha reso all'orgoglio di

Sayshell quel riconoscimento che in fin dei conti merita-

va. Hanno mantenuto sempre una certa indipendenza,

sin dai primi tempi dell'Impero. Non sono da ammirare?

--Sì, ora che non ci procureranno più fastidi.

--Esattamente. Dunque è ba~tato piegarci nel nostro

orgoglio quel tanto da far capire loro che li apprezzava-

mo. Ammetto che a me, sindaco di una Fondazione che

abbraccia gran parte della Galassia, è occorso un certo

~I sforzo per accettare l'idea di visitare un piccolo raggrup-

pamento stellare di provincia, ma una volta che ho preso

la mia decisione non mi è bruciata tanto. Ed è servita a

! lusingarli. Spostando le navi verso il conflne, ma mo-

strando nello stesso tempo umiltà e ottime intenzioni, li

abbiamp indotti ad acconsentire alla mia visita diploma-

tica.


Kodell annuì.--Abbiamo abbandonato l'apparenza

del potere per conservarne soltanto la sostanza.

1 --Proprio così. Chi è che l'ha detto per primo?

F --Credo Eriden, in uno dei suoi drammi, ma non ne so-

no sicuro. Chiederemo lumi ai nostri esperti di let~eratu-

~, ra, su Terminus.

--Se ce ne ricorderemo. Dobbiamo cercare di fissare al

più presto la data della futura visita dei sayshelliani al

nostro pianeta, e adoperarci perché siano trattati alla pa-

1~ ri. E ho paura che dovrete prendere strette misure di si-

curezza, Liono. Ci sarà una reazione di sdegno, tra le no-

stre teste calde, e non è certo il caso di sottoporre i say-

shelliani all'umiliazione, anche se lieve e passeggera, dì

vedere manifestazioni di protesta nei loro confronti.

--Certo--disse Kodell.--A proposito, è stata una

mossa abile quella di spedire avanti Trevize.

--Il mio parafulmine? A dire la verità ha funzionato

meglio di quanto pensassi. Comportandosi come uno

sciocco ha attirato il fulmine delle proteste sayshelliane

assai più rapidamente di quanto avessi previsto. Per lo

spazio! Che scusa eccellente per la mia visita! Ero ram-
maricata che ùn membro della Fondazione avesse arreca-

to fastidi ai sayshelliani, e grala per la tolleranza che ave-

vano mostrato nei suoi riguardi...
--Siete stata scaltra. Ma non credete che sarebbe stato

meglio riportare indietro Trevize con noi?


--No. Tutto sommato prefe~isco saperlo da qualsiasi

parte, tranne che su Terminus. Da noi costituirebbe un

elemento di disturbo. I suoi discorsi assurdi sulla Secon-

da Fondazione mi hanno fornito la scusa ideale per spe-

dirlo via, e naturalmente Pelorat è servito a indirizzarlo

verso Sayshell. Ma non voglio che torni e continui a gri-

dare ai quattro venti le sue sciocchezze. Non si sa mai, il

fatto potrebbe avere conseguenze imprevedibili.


Kodell ridacchiò.--Credo che non esistano persone

più credulone degli intellettuali che dedicano la loro vita

allo studio. Mi chiedo quante altre fandonie Pelorat

avreb~be bevuto se gliele avessimo propinate.


--E già stato sufficiente indurlo a credere all'esistenza

della mitica Gaia. Ma lasciamo stare questi discorsi. Do-

vremo affrontare il Consiglio quando torneremo, e avre-

mo bisogno dei suoi voti per l'accordo con Sayshell. For-

tunatamente abbiarno la dichiarazione di Trevize, con l'

impronta vocale e tutto il resto, in cui dice che ha lasciato

Terminus ~i propria volontà. Esprimerò ufficialmente il

mio vivo rincrescimento per il suo temporaneo arresto, e

questo basterà a soddisfare il Consiglio.
--Lo so che siete abile nelle lusinghe, sindaco--disse

Kodell, secco. Ma non avete pensato che Trevize po-

trebbe continuare a cercare la Seconda Fondazione~
--Che la cerchi--disse la Branno, alzando le spalle.--

Purché non lo faccia su Terminus. Così avrà qualcosa che

lo terrà occupato e non lo condurrà da nessuna parte. Che

la Seconda Fondazione esista ancora è una leggenda del

nostro secolo. Co~ì come Gaia è una leggenda di Sayshell.
Si appoggiò allo schienale della poltrona con aria pro-

fondamente soddisfatta.--Adesso--disse--abbiamo

Sayshell in mano, e quando l'Unione se ne accorgerà, sa-

rà troppo tardi perché possa liberarsi dalla morsa. Così la

Fondazione continua ad accrescere il suo potere e conti-

nuerà ad accrescerlo anche in futuro, con calma e con co-

stanza.
--E il merito di ciò sarà interamente vostro, sindaco.
--E un particolare, questo, che non mi è sfuggito--

disse la Branno, mentre la nave s'immergeva ncll'iper-

spazio per riapparire dopo poco nello spazio intorno
Terminus.
89
Stor Gendibal, di nuovo a bordo della propria nave, ave-

va tutte le ragioni di essere soddisfatto; I'incontro con la

Prima Fondazione non era durato a lungo, ma era stato

assai produttivo.


Gendibal aveva spedito su Trantor un messaggio che,

anche se non espliciLamente, lasciava capire che la mis-

sione era stata un successo. Per il momento bastava che il

Primo Oratore sapesse che tutto era andato bene (e in ef-

fetti forse l'aveva già intuito dal fatto che alla fine non c'

era stato bisogno di usare le forze complessive della Se-

conda Fondazione). Sui particolari, pensò, I'avrebbe in-

formato pOI.


Gli avrebbe spiegato, una volta su Trantor, come un

lieve, impercettibile intervento sulla mente di Harla

Branno avesse indotto il sindaco a passare da grandiose

mire imperialistiche a mire pratiche, di tipo commercia-

le; come un lieve intervento a distanza sul capo dell'

Unione Sayshell avesse indotto quest'ultimo a chiedere al

sindaco un abboccamento, e come, in seguito a ciò, si fos-

se raggiunto tra i due un accordo amichevole, dopo il

quale non si era più rivelata necessaria alcuna azione

mentalica. Compor, che era tornato su Terminus con la

propria nave, avrebbe fatto in maniera di assicurare che

l~'accordo fosse mantenuto. Era stata una dimostrazione

quasi da manuale del modo in cui minime interferenze

potessero portare a grossi risultati.


Quei risultati Gendibal ne era certo, avrebbero messo

al tappeto la De;armi e gli avrebbero garantito la nomina

a Primo Oratore subito dopo la convocazione formale del-

la Tavola.


Non sottovalutava nemmeno l'importanza che aveva

avuto la presenza a bordo di Sura Novi, anche se quel fat-

to, si disse, non andava sottolineato davanti agli Oratori.

Non solo Novi aveva fortemente contribuito alla sua vit-

toria, ma con la propria ammirazione incondizionata gli

forniva anche, adesxo, la scusa per indulgere al bisogno

infantile (e molto umano perché anche gli Oratori sono

esseri umani, umanissimij di esultare di gioia.


N~vi era chiaro. non aveva ca~ito nulla di ciò che era
successo, ma intuiva che lui aveva disposto le cose nel

modo giusto, a sua piacimento, ed era assai orgogliosa

del suo operato. Gendibal accarezzò la linearità della sua
E mente e avvertì il calore di quell'orgoglio.
Disse:--Non ce l'avrei fatta senza di voi, Novi. E stato

grazie a voi che ho potuto capire che quelli della Prima

Fondazione, voglio dire, le persone a bordo della nave più

E grande~


--Sì, Maestro, so a chi vi riferite.
F ` --E stato grazie a voi, dicevo, che ho potuto capire che

avevano uno schermo difensivo, assieme a deboli facoltà

mentaliche. L'effetto che ho riscontrato sulla vostra men-

te mi ha permesso di stabilire esattamente quali fossero

le caratteristiche dell'uno e delle altre, e di organizzare la
F difesa più opportuna.

E Novi disse, esitante:--Non capisco bene quello che di-

E te, Maestro, ma avrei fatto di più per aiutarvi, se avessi
L pOtUto
--Lo so, Novi. Ma quello che avete fatto è già stato suf-

ficiente. Rabbrividisco se penso a che tremendo pericolo

avrebbero potuto rappresentare. Ma è un pericolo scon-

giurato, ora che sono stati fermati quando il loro schermo-

e il loro campo erano ancora ben lontani dalla perfezione.

Harla Branno, dimenticati sia lo schermo, sia il campo,

se ne torna a casa soddisfatta di aver raggiunto un accor-

do commerciale con Sayshell che renderà l'Unione parte

integrante della Federazione. Ammetto che bisognerà

adoprarsi ancora parecchio per svuotare di ogni signifi-


L cato i risultati che hanno ottenuto nell'ambito della men-

- talica; di questo ci siamo finora occupati troppo poco, ma

rimedieremo.
Rifletté sulla cosa e continuò, a voce più bassa:--Ab-

biamo sottovalutato la Prima Fondazione. Dobbiamo te-

nerla maggiormente d'occhio. Dobbiamo riuscire in qual-

che modo a far sì che la Galassia sia più unita. Bisogna

che usiamo la mentalica per indurre le coscienze a colla-

borare di più tra loro. Questo non pub che aiutare il Pia-

no, ne sono convinto. E farò di tutto per favorire questa

maggiore collaborazione tra gli esseri viventi.


--Maestro...--disse Novi, ansiosa.
Gendibal di colpo sorrise.--Scusate, sto parlando tra

me e me. Vi ricordate di Rufirant, Novi?


--Quel testone di un contadino che vi attaccò? Me lo

ricordo ~ì .

. --Sono convinto che agenti della Prima Fondazione

muniti di schermi personali abbiano organizzato quello

strano attacco e anche tutte le altre cose strane che ci so-

no capitate. Non è stupeEacente che non l'abbia capito su-

bito? Ma è ancora più stupefacente che mi sia completa-

i; mente dimenticato delle insidie della Prima Fondazione

per concentrarmi sulla leggenda di Gaia, quel mondo mi-

sterioso di cui parlano i sayshelliani supersti~iosi. Anche

in quel caso voi, con la vostra mente, siete venuta in mio

soccorso. Mi avete aiutato a capire che la fonte del campo

mentalico era la nave da guerra della Branno. Solo e uni-

~i camente la nave da guerra della Branno.


--Maestro...--disse Novi, timidamente.

--Sì, Novi?

--Sarete ricompensato per quanto avete fatto?

--Certamente. Shandess darà le dimissioni e io diven-

ii terò Primo Oratore. Così avrò la possibilità di contribuire

attivamente a migliorare la Galassia.

--Avete detto Primo Oratore?

--Sl, Novi. Sarò lo studioso più importante e più po

tente di tutti.

--Il più importante di tutti?--disse lei, con aria afflit-


_ Perché fate quella faccia, Novi? Non volete che sia

ricompensato?

--Sl, certo, Maestro. Ma se diventerete lo studioso più

~, importante di tutti quanti, non vorrete, penso, una ha-

miana accanto a voi. Sarebbe disdicevole.

--Chi vi dice che non vi vorrò accanto a me? Chi potrà

E impedirmi di tenervi vicino?--Gendibal sentì un moto

di affetto per lei.--Novi, voi resterete con me dovunque

andrò e chiunque diventerò. Così, quando dovrò affronta-

re gli individui maligni e rapaci che ogni tanto infestano

4 la Tavola, la vostra mente sarà sempre là a dirmi quali

siano i loro sentimenti prima ancora che loro stessi lo

~ sappiano. Perché la vostra mente è innocente, linearej

E: priva di qualsiasi malizia. Inoltre..--Gendibal s'inter-

|' ruppe un attimo, come sbalordito da una rivelazione im-
provvisa.
--Inoltre--continuò--anche a parte queste conside-

razioni, mi... mi piace avervi accanto e intendo continua-

re a godere della vostra compagnia. Voglio dire, sempre

che a VOi vada bene.


--Oh Maestro--sussurrò Novi, e mentre lui le circon-

dava la vita con un braccio, posò la testa sulla sua spalla.


Nell'intimo della ragazza, in quei recessi di cui a mala-

pena la mente era consapevole, rimaneva costante l'es-

senza di Gaia a guidare gli eventi. Ma era proprio la ma-

schera pressoché impenetrabile di ingenuità hamiana a

rendere possibile la continuazione del grande compito. E

quella maschera, adesso, era profondamente felice. Così

felice, che Novi non provava quasi nessun rammarico per

la distanza che la separava da se stessa-loro-tutti e trova-

va appagante l'idea di essere, per il futuro, solo quello

che sembrava.


9o
Pelorat si fregò le mani e disse con entusiasmo controlla-

to:--Come sono contento di essere di nuovo su Gaia!


--Uhm--disse Trevize, distratto.
--Sapete che cosa mi ha detto Bliss? Il sindaco Branno

sta tornando su Terminus dopo avere concluso un accor-

do commerciale con Sayshell. L'Oratore della Seconda

Fondazione sta tornando su Trantor convinto di avere de-

terminato lui questi avvenimenti, e quella donna, Novi

lo segue per assicurarsi che si dia inizio a quel cambia-

mento che porterà alla nascita della Galassia vivente. E

nessuna delle due Fondazioni è minimamente consapevo-

le dell'esistenza di Gaia. E davvero sorprendente.
--Lo so--disse Trevize.--Anche a me è stato detto

tutto questo. Ma noi sappiamo dell'esistenza di Gaia, e

possiamo parlarne.
--Bliss non la pensa così. Dice che se parlassimo nes-

suno ci crederebbe, e che questo non può non saltare agli

occhi anche a noi. Del resto, io almeno non ho nessuna in-

tenzione di lasciare Gaia.


Trevize si ridestò dai suoi pensieri e alzò la testa a
guardare Janov.--Che cosa?
--Voglio restare qui. Sapete, Golan, quasi stento a cre-

derci. Solo poche settimane fa conducevo su Terminus

una vita solitaria, una vita che si ripeteva uguale da de-

cenni. Immerso nelle mie riflessioni e nei miei studi, ve-

devo nel mio futuro soltanto altre riflessioni e altri studi

fino alla morte. Non concepivo nient'altro che quell'esi-

stenza appartata ed ero contento di vegetare così. Poi di

colpo, inaspettatamente, ho cominciato a viaggiare per la

Galassia, sono rimasto coinvolto in una crisi galattica e...

non ridete, Golan, ho trovato Bliss.


--Non rido--disse Trevize--ma voi siete sicuro di

quello che fate?


--Oh sì. La storia della Terra non m'interessa più. Il

fatto che fosse l'unico pianeta che ospitava un'ecologia

ricca e una vita intelligente è stato spiegato a sufflcienza,

mi pare. Con la faccenda degli Eterni, se ricordate.


--Sì, mi ricordo. E intendete restare su Gaia?
--Certo. La Terra rappresenta il passato e io sono stufo

del passato. Gaia è il futuro.


--Voi non siete parte di Gaia, Janov. O pensate di po-

terlo diventare?


--Bliss dice che un pochino posso diventarlo, anche se

solo dal punto di vista intellettuale, non biologico. Lei

naturalmente mi aiuterà.
--Ma dal momento che lei è parte di Gaia, come potre-

te voi due avere una vita in comune, un punto di vista in

comune, un qualsiasi interesse in comune?
Si trovavano fuori, all'aria aperta, e Treviié osservò

con aria grave l'isola fertile e tranquilla che li ospitava.

Guardò di là dalla costa, il mare, e sull'orizzonte che la

di~tanza rendeva violaceo la sagoma di un'altra isola.

Tutto era tranquillo, civile, vivo, e formava un'unità.
--Janov--disse--Bliss è un mondo e voi siete solo un

piccolo individuo. E se lei si stancasse di voi? E mOlto

giovane..
--Ci ho pensato, Golan. Sono giorni e giorni che penso

solo a questo. Penso che sì, un giorno si stancherà di me,

non sono uno stupido romantico. Ma qualunque cosa mi

darà fino a quel momento, sarà sufficiente. Mi ha già dato

tanto. Da lei ho ricevuto più di quanto credessi possibile.

Se anche non dovessi vederla più da adesso in poi, mi

sentirei ugualmente soddisfatto.
--E incredibile--disse Trevize con dolcezza.--Se-

condo me siete uno sciocco romantico, ma questo in fon-

do non mi dispiace. Non ci conosciamo da molto, Janov,

però siamo stati insieme notte e giorno per settimane;

non vorrei sembrare idiota, ma devo dire che mi siete

molto simpatico.


--E voi siete molto simpatico a me, Golan--disse Pe-
--Per questo non vorrei che vi fosse fatto del male--

disse Trevize.--Devo parlare a Bliss.


--No, non fatelo, vi prego. Finirebbe per essere una ra-

manzina.
--Non le farò nessuna ramanzina. Quello che voglio

dirle non riguarda soltanto voi, e quindi desidero parlarle

in privato. Vi prego, non mi va di fare le cose a vostra in-

saputa; ditemi che non avete niente in contrario a che le

parli e chiarisca alcuni dettagli. Se le sue risposte mi sod-

disferanno, vi farò le mie più vive congratulazioni, i miei

auguri più fervidi e terrò la bocca chiusa per sempre

qualunque cosa accada.
Pelorat scosse la testa.--Rovinerete tutto.
--Vi prometto di no.
_ E va bene. Ma sarete molto prudente, vero, amico
_ Vi do la mia parola d'onore.
- Pel mi ha detto che volete vedermi--disse Bliss.
--Sì--disse Trevize.
Si trovavano nel piccolo appartamento che gli era stato

assegnato. Bliss si sedette elegantemente, accavallando le

gambe, e quando sollevò il viso guardando con malizia

Trevize i suoi begli occhi castani e i suoi lunghi capelli

neri brillarono.
--Mi disapprovate, vero?--disse.--Mi avete disap-

provato fin dàl primo momento.


Trevize rimase in piedi.--Voi leggete nella mente, nel

penslero--disse.--Sapete che cosa penso di voi, e per-


Bliss scosse la testa lentamente.--Gaia non ha accesso

alla vostra mente, e lo sapete. Ci occorreva la vostra deci-

sione, la decisione di una mente lucida e non condiziona-

ta. Quando assumemmo il controllo della ~arStarcircon-


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