Prof. Maria Elena Cortese – ricercatore TI L’attività della Prof.ssa Cortese è suddivisa nei seguenti ambiti.
La prima linea d’indagine, basata sull’integrazione di fonti materiali e scritte, affronta il tema delle tecniche preindustriali, e più specificamente lo sviluppo della metallurgia del ferro e la diffusione di nuove acquisizioni tecniche per lo sfruttamento dell’energia idraulica nell’Italia e nell’Europa medievale, con le loro ricadute sull’economia e la struttura insediativa di alcuni distretti produttivi. Si tratta di un filone che la Dott.ssa Cortese ha seguito per molto tempo, anche in contesti di pubblicazioni internazionali, principalmente sotto la guida del Prof. Riccardo Francovich (vd. soprattutto la monografia: M. E. Cortese, L'acqua, il grano, il ferro. Opifici idraulici medievali nel bacino Farma-Merse, Quaderni del Dipartimento di Archeologia e Storia delle Arti, Sezione Archeologia, Università di Siena 41, Firenze, All'Insegna del Giglio, 1997).
Le ricerche condotte negli ultimi anni nell’ambito di questo filone in occasione di convegni e seminari hanno portato alla stesura di un saggio dedicato alla diffusione delle tecniche idrauliche per la lavorazione del ferro in Toscana (M. E. Cortese, Fabriche ad acqua nella Toscana del XIII secolo: prime applicazioni dell’energia idraulica per la lavorazione del ferro,in Energia e macchine. L’uso delle acque nell’Appennino centrale in età moderna e contemporanea, Atti del Convegno (Colfiorito-Pievebovigliana 11-13 ottobre 2007), a cura di F. Bettoni e A. Ciuffetti, CRACE, Narni, 2010, pp. 115-127) e di un saggio di sintesi ove si analizzano i modi in cui, nel corso del Medioevo, lo sviluppo di attività minerarie e metallurgiche incise in Italia sulla fisionomia di alcuni insediamenti, o anche sulle strutture complessive dell’habitat in determinate aree (M. E. Cortese, Gli insediamenti minerari e metallurgici, in Attività produttive e insediamenti nell’Italia dei secoli XI-XV, Atti del Convegno (Cherasco, 25-27 ottobre 2013), a cura di F. Panero e G. Pinto, Cherasco, CISIM, 2014, pp.). E’ inoltre attualmente in preparazione un contributo sulla lavorazione del ferro nei monasteri cistercensi della Toscana per il Convegno Internazionale Cistercian industry (12th-21th century), (Troyes-Clairvaux 1-5 septembre 2015).
Quale esperta di queste tematiche la dott.ssa Cortese ha inoltre fatto parte, tra il gennaio ed il giugno 2012, del gruppo interdisciplinare di ricerca per il progetto di Ecomuseo della Val di Merse (Siena), finanziato dalla Fondazione Musei Senesi, nell’ambito del quale le è stato affidato l’incarico di redigere le schede storico-archeologiche sui mulini e le ferriere idrauliche della Val di Merse-Farma (SI). Nel progetto sono stati coinvolti alcuni giovani laureati della comunità locale che sono stati affiancati da ricercatori esperti esterni, nel lavoro di ricerca per la redazione di un primo gruppo di 150 schede su supporto elettronico delle rilevanze patrimoniali caratterizzanti questo territorio. Tutti i materiali raccolti – riguardanti i luoghi di interesse paesaggistico, i siti archeologici, i beni monumentali, architettonici e artistci, le specificità storiche e antropologiche del territorio – sono confluiti in un apposto portale web pensato per l’integrazione, la messa in sistema e la georeferenziazione dei dati raccolti (vd. http://www.ecomuseovaldimerse.org/lecomuseo).
Un secondo filone di ricerca, che deriva dalla lunga esperienza maturata sia nell’Università di Siena nel gruppo diretto dal Prof. Riccardo Francovich (vd. soprattutto i saggi nel volume Castelli. Storia e archeologia del potere nella Toscana medievale, Firenze, a cura di R. Francovich e M. Ginatempo, Firenze, All’insegna del Giglio, 2000), sia nell’ambito del Dottorato di Ricerca in Storia Medievale dell’Università di Firenze, ha per oggetto la proliferazione dei castelli in Toscana tra X e XIII secolo, con particolare riguardo al loro impatto sulle strutture insediative preesistenti, alla configurazione materiale, al ruolo svolto nelle dinamiche del potere aristocratico ed alla loro importanza per lo sviluppo di poteri signorili sulla popolazione rurale. Sviluppa inoltre il tema della fondazione di castelli di popolamento e ‘terre nuove’ ad opera di grandi famiglie aristocratiche e comuni urbani tra XII e XIII secolo. Nel corso degli ultimi anni le ricerche condotte sia in occasione di convegni, sia per progetti editoriali specifici, sono confluite nell’elaborazione di quattro saggi. In M. E. Cortese, L’evoluzione dei patrimoni aristocratici e la rete dei castelli nel piviere di Rignano nei secoli XI-XII, in La pieve, il castello e il ponte. San Leolino a Rignano in Valdarno nel Medioevo, Atti del Convegno di studi (Rignano sull’Arno 23 maggio 2009), a cura di P. Pirillo, Firenze, Le Lettere, 2011, pp. 83-104 è stata sviluppata un’analisi di dettaglio (basata sulla documentazione inedita conservata nel Diplomatico dell’Archivio di Stato di Firenze) dell’ossatura della rete castrense nel territorio in oggetto, cercando contestualmente di illuminare alcuni aspetti sinora poco chiari riguardo alla sua esatta configurazione ed articolazione nello spazio. Il saggio M. E. Cortese, Signorie rurali e centri di nuova fondazione in Toscana (1100-1200 ca.), «Ricerche Storiche», XLI, 2011/2, pp. 393-408 (derivante dalla relazione tenuta nel Seminario «Organizzare lo spazio, pianificare il territorio nell’Europa medievale. Regioni a confronto», San Giovanni valdarno 26 febbraio 2010, organizzato dai Proff. Paolo Pirillo e P. Galetti, Università di Bologna) affronta il tema della fondazione ex novo di insediamenti pianificati da parte delle più importanti signorie presenti nella regione, tratteggiando alcuni aspetti salienti ed alcune linee di tendenza generali di questo fenomeno (scansione cronologica, motivazioni alle origini delle nuove fondazioni, modalità di popolamento dei nuovi centri, riorganizzazione della cura d’anime). Il saggio M. E. Cortese, Il tempo dei castelli: popolamento, assetto dei poteri aristocratici e sviluppo signorile nel comitatus di Arezzo tra X e XII secolo, commissionato per il volume Arezzo nel Medioevo, a cura di G. Cherubini, F. Franceschi e A. Barlucchi, Roma, Giorgio Bretschneider Editore, 2012, pp. 73-80 è un lavoro di sintesi, diretto ad un pubblico non esclusivamente specialistico, sul tema dell’incastellamento nel comitatus aretino. E’ basato su ricerche bibliografiche e documentarie condotte in precedenza ed è articolato sulle seguenti tematiche: impatto che l’incastellamento ebbe sul tessuto insediativo preesistente; fondatori dei castelli; ruolo dell’aristocrazia ‘intermedia’ tra campagna e città; sviluppo di poteri signorili imperniati sui castelli.
E’ stato infine da poco consegnato per la pubblicazione il saggio M. E. Cortese, Una convivenza difficile: castelli e città nell’Italia centro-settentrionale (secc. X-XII), in L’incastellamento: quarant’anni dopo Les structures du Latium médiéval di Pierre Toubert, Atti del Convegno Internazionale (Bologna 13-15 novembre 2013), a cura di A. Augenti, P. Galetti, Spoleto, Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo, dedicato a comprendere la dialettica che si instaurò tra i centri urbani dell’Italia centro-settentrionale e i castelli sorti nei loro circondari, cercando di rispondere principalmente a due domande. Innanzitutto: durante la prima fase dell’incastellamento nelle aree più prossime alle città non si svilupparono affatto reti d’insediamenti fortificati, o si svilupparono in modo sostanzialmente diverso rispetto al resto del territorio? E per quali ragioni? In secondo luogo: tali reti subirono più o meno precoci e sostanziali modifiche con l’espansione e il consolidamento del dominio cittadino sulle campagne.
Il terzo filone di ricerca, proseguendo nel solco dello scavo documentario svolto per la stesura e pubblicazione della tesi di Dottorato (vd. la monografia M. E. Cortese, Signori, castelli, città. L’aristocrazia del territorio fiorentino tra X e XII secolo, Firenze, Olschki, 2007), mira ad ampliare ed approfondire la ricostruzione prosopografica e la storia di alcune famiglie della media aristocrazia del contado fiorentino tra X e XII secolo, con particolare attenzione alle strutture patrimoniali e familiari, alle strategie di ascesa sociale, agli ambiti di azione politica, ai rapporti con i maggiori poteri regionali, alle relazioni con l’ambiente cittadino.
Nel corso dell’ultimo triennio le ricerche condotte sulla documentazione inedita conservata nel Diplomatico dell’Archivio di Stato di Firenze, sia in occasione di convegni, sia per progetti editoriali specifici, sono confluite nell’elaborazione di cinque saggi. Il saggio M. E. Cortese, Poteri locali e processi di ricomposizione politico-territoriale in Toscana (1100-1200 ca.), in Poteri centrali e spinte autonomistiche nella storia della Toscana, Atti del Convegno (Firenze, 18-19 dicembre 2008), a cura di L. Tanzini, Firenze, 2012, pp. 59-82 prende le mosse proprio dal momento in cui in Toscana si toccò il punto più basso della parabola discendente del potere pubblico», con la crisi dell’istituzione marchionale, seguita al periodo della lotta per le investiture, ed il suo tramonto dopo la morte della contessa Matilde. Affronta dunque il periodo per il quale è più difficoltoso parlare di ‘poteri centrali’ − e a maggior ragione di ‘centralismo’ o ‘autonomie’. Nel breve saggio M. E. Cortese, Assetto dei poteri laici e famiglie aristocratiche nel territorio di Montevarchi fra XI e XII secolo, in Dai pellegrini medievali alla seta, I Mille anni della Ginestra. Storia di un recupero come ricostruzione della memoria, Atti della giornata di studio (Montevarchi, 13 novembre 2010), a cura di F. Sznura, Firenze, Emmebi Edizioni, 2012, pp. 21-32, sulla base di un pugno di carte isolate di una certa importanza, che affiorano dal buio documentario spesso a distanza di diversi decenni l’una dall’altra, si cerca di ricostruire l’assetto politico, l’equilibrio dei poteri, il radicamento delle aristocrazie nel territorio rurale e le dinamiche insediative – con particolare riferimento alla comparsa ed evoluzione dei castelli – nell’area che grosso modo corrisponde all’attuale comune di Montevarchi, per il periodo precedente al Duecento. Il saggio M. E. Cortese, Il castello di Ricasoli e i suoi signori tra XI e XII secolo, in Ricasoli, storia di un castello e di una comunità, a cura di F. Bernacchioni, Edizioni S8 Editoria - Terranuova Bracciolini (AR), 2013, pp. 23-32) è un breve contributo di carattere strettamente prosopografico dedicato alla famiglia dei Firidolfi-da Ricasoli, che mette in evidenza la lunga continuità genealogica di questo ceppo, attestato con una ininterrotta linea di sangue dall’XI secolo fino almeno al XIV. Nel saggio M. E. Cortese, Gli Ubaldini tra fine X e metà XII sec.: prosopografia, patrimonio, relazioni politiche, in Tra Montaccianico e Firenze: gli Ubaldini e la città, Atti del convegno (Firenze-Scarperia, 28-29 settembre 2012), a cura di A. Monti, Oxford, BAR, i. c. s., si ricostruisce la storia più antica di una delle famiglie aristocratiche più note, anche al pubblico dei non specialisti, per il ruolo di primo piano svolto nelle vicende della Firenze medievale, ma ben poco studiata, soprattutto per quanto riguarda il periodo più risalente, attraverso ricerche affidabili basate su un’analisi diretta e scientificamente corretta delle fonti documentarie. La prosopografia familiare fino alla metà del XII secolo viene ricostruita integrando alcuni nuovi dati documentari alle notizie già reperite studio complessivo sull’aristocrazia del comitatus fiorentino. Infine, il saggio M. E. Cortese, Famiglie e poteri: mobilità sociale a Figline Valdarno (secc. XI-XIII), Storia di Figline Valdarno. L’età medievale, a cura di P. Pirillo, Firenze, Olschki, i.c.s.. descrive le vicende dell’ambito geografico designato dal toponimo Figline, sia per quanto concerne gli assetti insediativi, sia per quanto riguarda le dinamiche del potere e l’identificazione dei gruppi familiari che giocarono un ruolo da protagonisti nella storia di questo centro.
Il quarto filone di ricerca ha per oggetto un’ampia indagine comparativa e diacronica sulle caratteristiche della nobiltà in Toscana e nell’Italia centro-settentrionale tra VI e XII secolo. Le ricerche si sono concretizzate nell’elaborazione di due saggi e di una monografia. Il saggio M. E. Cortese, Appunti per una storia delle campagne italiane nei secoli centrali del Medioevo alla luce di un dialogo tra fonti scritte e fonti materiali, «Archeologia Medievale», XXXVII, 2010, pp. 267-276, è un contributo all’interno del numero monografico della rivista intitolato Mondi rurali d’Italia: insediamenti, struttura sociale, economia. Secoli X-XIII a cura di A. Molinari. Si propone di contribuire alla discussione dei saggi pubblicati in questo volume tentando di far interagire i dati che emergono dalle indagini archeologiche con alcuni dei più recenti filoni di ricerca sviluppati dagli storici delle fonti scritte. Il saggio si incentra sul centro-nord della penisola, e principalmente sulla Toscana, e dà spazio soprattutto alla lettura dei modi in cui si può cogliere un rapporto tra evoluzione interna degli insediamenti, mutamenti sociali nelle campagne, radicamento delle aristocrazie nel territorio e sviluppo dei poteri locali. Il saggio M. E. Cortese, Aristocrazia signorile e città (XI-XII sec.), in I comuni di Jean-Claude Maire Vigueur. Percorsi storiografici, a cura di M.T. Caciorgna, S. Carocci e A. Zorzi, Roma, Viella, 2014, pp. 69-94, secondo la richiesta dei curatori del volume, affronta un preciso aspetto della storia comunale, ripercorrendo il modo in cui la sua interpretazione è andata cambiando negli ultimi decenni e ricostruendo in modo critico i percorsi di una storiografia dinamica, vasta e in continuo rinnovamento. Si è scelto dunque di dare al contributo un taglio originale seguendo le linee di intersezione di due filoni storiografici entrambi amplissimi, ma che in genere non dialogano tra loro: un quarantennio di ricerche sulle famiglie aristocratiche rurali e il fenomeno signorile e la parallela stagione di studi sul primo comune e la composizione sociale dei gruppi che ne promossero la nascita.
Una parte assai cospicua dell’attività di ricerca degli ultimi anni è stata dedicata alla preparazione di una monografia il cui completamento è previsto alla metà del 2015 (titolo provvisorio: Nobiltà di Tuscia, secc. VI-XII), per la quale è in corso di definizione la collocazione editoriale nella prestigiosa collana Istituzioni e Società del Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo di Spoleto. Si tratta di un ampio studio comparativo, su una lunghissima prospettiva diacronica, dei diversi livelli aristocratici individuabili nei territori che nel corso del Medioevo facevano capo alle città di Lucca, Pisa, Firenze, Fiesole, Arezzo, Volterra, Siena, Chiusi, nonché alle diocesi della Toscana meridonale (Roselle/Grosseto, Populonia/Massa, Sovana). Si intende in questo modo elaborare una sintesi originale ed una reinterpretazione complessiva di quanto noto riguardo agli spazi politici di azione, agli assetti sociali e patrimoniali, alle forme di egemonia delle aristocrazie toscane. Caratteristica peculiare di questo studio è il ricorso ad una lettura congiunta delle fonti scritte e dei dati materiali. La ricerca si basa sulla riconsiderazione di tutta la produzione storiografica disponibile, sull’analisi di tesi di laurea e dottorato rimaste inedite e sullo studio di una parte della documentazione edita. La stesura della monografia è periodicamente sottoposta a discussione con il Prof. Chris Wickham (All Souls College, University of Oxford) che ha in precedenza seguito la pubblicazione della tesi di Dottorato della Dott.ssa Cortese e ne ha scritto la Presentazione. Alcuni dei risultati della ricerca, per quello che concerne l’XI e XII secolo saranno anticipati nel saggio M. E. Cortese, Between cities and countryside. Aristocracy in the March of Tuscia (11th-12th cent.), in Italy and Medieval Europe. A Fest in honour of Chris Wickham, International Conference, British School at Rome (Rome, 20-23 January 2015), la cui consegna è fissata per il marzo 2015.
Forme di mobilità sociale interna al mondo rurale nell'età della crescita (XII-XIII sec.), con particolare riguardo ai livelli intermedi delle società locali ed allo strato sociale dei milites (nell’ambito del Progetto Prin 2014-2017 “La mobilità sociale nel medioevo italiano (secoli XII-XV)”, Coordinatore scientifico nazionale: Prof. Sandro Carocci Università di Roma Tor Vergata). La ricerca è finalizzata alla stesura di due saggi su questo tema: il primo sarò basato su una ricerca di prima mano nella documentazone inedita conservata presso il Diplomatico dell’Archivio di Stato di Firenze per la ricostruzione della prosopografia e della parabola sociale di alcune famiglie di milites del contado fiorentino. Il secondo, in lingua inglese, sarà un contributo di sintesi e d’inquadramento generale sui gruppi militari rurali – che fino ad oggi è mancato nella storiografia italiana, a differenza che per i milites cittadini – basato su un’esame dei casi di studio noti dalla storiografia. L’attenzione sarà puntata soprattutto sul carattere fluido del gruppo dovuto al fatto che in esso confluirono da un lato percorsi di mobilità in ascesa dalle frange più intraprendenti delle élites rurali e dall’altro di mobilità inversa di esponenti della famiglie di domini castellani che si trovarono in situazioni di maggiore difficoltà economica.