Newsgroup it fan musica guccini



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148. RUN LIKE HELL


Pink Floyd
Run, Run, Run, Run, Run, Run, Run, Run,

Run, Run, Run, Run, Run, Run, Run, Run.

You better make your face up in

Your favorite disguise.

With your button down lips and your

Roller blind eyes.

With your empty smile

And your hungry heart.

Feel the bile rising from your guilty past.

With your nerves in tatters

When the cockleshell shatters

And the hammers batter

Down the door.

You'd better run.

Run, Run, Run, Run, Run, Run, Run, Run,

Run, Run, Run, Run, Run, Run, Run, Run.

You better run all day

And run all night.

Keep your dirty feelings

Deep inside.

And if you're taking your girlfriend

Out tonight

You'd better park the car

Well out of sight.

Cause if they catch you in the back seat

Trying to pick her locks,

They're gonna send you back to mother

In a cardboard box.

You better run.

"Hey, open up! HaHaHaHaHaaaaaaaaaa!

"Hammer, Hammer"
*
CORRERE COME UN PAZZO

Versione italiana di Faber ‘Dad


E' meglio che tu corra come un pazzo.

E' meglio che ti trucchi il viso

con la tua maschera preferita.

con le labbra imbronciate e gli occhi sbarrati,

il sorriso vuoto e il cuore affamato.

Senti la bile del tuo colpevole passato.

Con i nervi a pezzi quando la bile è a pezzi,

e il battente picchia giù alla porta.

E' meglio che tu corra come un pazzo,

è meglio che tu corra tutto il giorno

e che tu corra tutta la notte.

e che ti tenga i tuoi sporchi pensieri ben dentro di te.

E se porti fuori la tua ragazza stanotte,

è meglio che parcheggi bene l'auto fuori vista.

Perchè se ti pescano sul sedile posteriore

a cercare di accarezzarle i riccioli,

ti spediscono indietro alla mamma

in una scatola di cartone.

E' meglio che corri.
149. WAITING FOR THE WORMS

Pink Floyd


"Eins, zwei, drei, alle!"

Ooooh, you cannot reach me now

Ooooh, no matter how you try

Goodbye, cruel world, it's over.

Walk on by.

Sitting in a bunker here behind my wall

Waiting for the worms to come.

In perfect isolation here behind my wall

Waiting for the worms to come.

We're {waiting to succeed}

and going to convene outside Brixton

Town Hall where we're going to be...

Waiting to cut out the deadwood.

Waiting to clean up the city.

Waiting to follow the worms.

Waiting to put on a black shirt.

Waiting to weed out the weaklings.

Waiting to smash in their windows

And kick in their doors.

Waiting for the final solution

To strengthen the strain.

Waiting to follow the worms.

Waiting to turn on the showers

And fire the ovens.

Waiting for the queens and the coons

and the reds and the jews.

Waiting to follow the worms.

Would you like to see Britannia

Rule again, my friend?

All you have to do is follow the worms.

Would you like to send our colored cousins

Home again, my friend?

All you need to do is follow the worms.

The Worms will convene outside Brixton Bus Station.

We'll be moving along

at about 12 o'clock down Stockwell Road {.... ......}

{Abbot's Road } {.....}

twelve minutes to three we'll be moving

along Lambeth Road towards Vauxhall Bridge.

Now when we get to the other side of Vauxhall Bridge

we're in Westminster {Borough } area.

It's quite possible we may encounter

some {.....} by the way we go. {... ..}.
*

ASPETTANDO I VERMI

Versione italiana di Faber ‘Dad
Oh. Non riesci a prendermi adesso.

Oh. Per quanto tu ci provi.

Addio mondo crudele, è finita.

Tu vai pure avanti.

Seduto in un buncher quì dietro al muro,

aspetto che arrivino i vermi.

In perfetto isolamento quì dietro al mio muro,

aspetto che arrivino i vermi.

Aspetto di tagliare i rami secchi.

Aspetto di ripulire la città.

Aspetto di seguire i vermi.

Aspetto di indossare una camicia nera.

Aspetto di sterminare i più deboli.

Aspetto di sfasciare le loro finestre,

e di sfondare le loro porte.

Aspetto la soluzione finale che allora raddrizzi i torti.

Aspetto di seguire i vermi.

Aspetto di aprire le docce.

Aspetto di accendere i forni.

Aspetto le checche e i negri, i comunisti e gli ebrei.

Aspetto di seguire i vermi.

Ti piacerebbe vedere Britannia

dominare ancora, amico mio?

Tutto quello che devi fare è seguire i vermi.

Ti piacerebbe mandare a casa i nostri cugini di colore?

Tutto ciò che devi fare è seguire i vermi.


150. TERRA DEL FUOCO

Modena City Ramblers


Un omaggio a Emergency.
Intro:

"Io non credo nella guerra come strumento, c'è un dato inoppugnabile: che la

guerra è uno strumento ma non funziona, semplicemente non funziona..."
Fuoco che brucia e che consuma

la storia la ragione e la verità

brucia la rabbia e l'odio

bruciano le ferite

le colpe e le vendette

le verità della storia

brucia la storia.
Brucia la terra e la memoria

e si confonde il senso della realtà

fuoco in Palestina

rovine in Jugoslavia

fuoco sul medio oriente

fiamme dell'età del fuoco

terra del fuoco.
Foto rubate in cammino nel mondo

scatti bruciate dalle fiamme dell'odio

un'istantanea dalle strade del mondo

quello che vedo è la terra del fuoco.


Terra che copre la paura

il lato oscuro della civiltà

cieli satellitari

oceani nucleari

terre contaminate

terre dell'età del fuoco

terra del fuoco.
Foto rubate in cammino nel mondo

scatti bruciate dalle fiamme dell'odio

un'istantanea dalle strade del mondo

quello che vedo è la terra del fuoco.


Brucia la terra e la memoria

e si confonde il senso della realtà

esilio per i kurdi

bombe sopra gli Afgani

Fuoco in nord Irlanda

fiamme dell'età del fuoco.


Terra del fuoco...
Terra del fuoco...
Terra del fuoco...
151. BROTHERS IN ARMS

Dire Straits


These mist covered mountains

are a home now for me

but my home is the lowlands

and always will be

some day you'll return to

your valleys and your farms

and you'll no longer burn

to be brothers in arms.


Through these fields of destruction

baptism of fire

I've witnessed your suffering

as the battles raged higher

and though they did hurt me so bad

in the fear and alarm

you did not desert me

my brothers in arms.


there's so many different worlds

so many different suns

and we have just one world

but we live in different ones.


Now the sun's gone to hell

and the moon's riding high

let me bid you farewell

every man has to die

but it's written in the starlight

and every line on your palm

we're fools to make war

on our brothers in arms.


*
FRATELLI IN ARMI

Versione italiana di Faber ‘Dad


Queste montagne coperte di foschia

oramai sono una casa per me

ma la mia casa è la pianura

e sempre lo sarà

un giorno ritornerete alle

vostre valli e alle vostre fattorie

e non desidererete più

di essere fratelli in armi.


Attraverso questi campi di distruzione

battesimi del fuoco

ho testimoniato la vostra sofferenza

mentre le battaglie si inasprivano

e anche se mi facevano terribilmente male

nella paura e nel pericolo

voi non mi abbandonaste

miei fratelli in armi.


Ci sono tanti mondi diversi

tanti soli diversi

e noi abbiamo un mondo solo

ma viviamo in mondi diversi.


Ora il sole se n'è andato all'inferno

e la luna splende alta

lasciate che vi dica addio

ogni uomo deve morire

ma è scritto nelle stelle

e su ogni linea della tua mano

siamo folli a fare la guerra

contro i nostri fratelli in armi.


152. TERRORISTA N.A.T.O.

Punkreas
Una mattina giunge l'eco delle bombe

l'adrenalina in corpo con la rabbia che mi spinge

a protestare far saltare tutto in aria

ma è arrivata la notizia: è una guerra umanitaria
e protestando poi mi son trovato solo

è una belva sanguinaria va rasa al suolo

lanceremo solo bombe con testata intelligente

quattro giorni ed è finita tanto tu non senti niente


anestetizzato dalla N.A.T.O. mi sento sollevato

ma rischio di confondermi

se incontro un immigrato

e del lavavetri faccio volentieri senza

il profugo lo accetto perchè lava la coscienza
guerra finita tutto torna come prima

gli aiuti umanitari ridotti alla rovina

e per magia o forse solo per destino

il profugo ritorna ad essere clandestino


ipnotizzato dalla N.A.T.O.
153. OCCHIO NON VEDE, CUORE NON DUOLE

Lorenzo Cherubini “Jovanotti”


Il nemico si nasconde, si mimetizza tra le pieghe della coscienza

la sua violenza è subdola il suo passo di gatto

difficile davvero coglierlo sul fatto

il nemico è tra noi, è dentro di noi

per farlo fuori occorre rinunciare ad una parte di noi stessi

se un tempo era più facile lottare contro ciò che non andava

perché il nemico una faccia ce l'aveva

una voce, una bandiera

sapevi dove andare a prenderlo in giro la sera

aveva nomi e facce, ma non è più così

adesso non si vede ma lui è ancora qui, più forte che mai

e sotto sotto spinge col suo dai e dai

e ha stipulato un patto con le coscienze addormentate

nella pubblicità di una realtà falsificata.

A migliaia di chillometri di distanza da questa stanza

uomini e bambini schiavizzati, sottopagati

diritti negati, derubati dell'infanzia in qualche capannone dell'estremo

oriente


lavorano e producono le griffes dell'occidente

e qui non si sa niente perchè sta bene a tanti

tacere verità che sono atroci e allucinanti

ai pilastri di un'economia vincente dal volto appariscente

che crea la sua ricchezza con la sofferenza di un sacco di gente.

E quanti dovranno soffrire quante mucche impazzire

quanta aria velenosa bisognerà respirare

quanti cibi avvelenati bisognerà divorare

quante malattie ancora per interesse non si potranno curare

prima che qualcuno pensi che così non va bene

ma il nemico si è infiltrato dentro al sangue che ci scorre nelle vene

nei sorrisi compiacenti di politiche fatte di parole

all'insegna di "occhio non vede cure non duole"

"occhio non vede cure non duole".


Il nemico ha il volto sorridente cravatta e doppio petto

intorno a grandi tavoli fa incetta di rispetto e di sorrisi

strette di mano, acccordi tra potenti che non guardano lontano

e approvano la produzione di mine anti uomo

di tutti gli armamenti necessari perché questo sistema

si mantenga bello saldo sui binari di sangue dove viaggia

cosicchè anche il coraggio più coraggio si scoraggia

di fronte a questo gioco dove tutti hanno ragione

e i peggiori criminali sono tenuti in alta considerazione

e viaggiano in corsia preferenziale

rimbalzano sull'ammortizzatore sociale e non si fanno mai male.
E cambiano i governi ed il nemico gli sorride in silenzio

protetto dalla logica del tacito consenso di chi gode

di questa situazione che fa comodo a tanti

tenere alto il livello di paura e le coscienze ignoranti

paura della povertà paura dell'ignoto

paura di trovarsi di fronte al grande vuoto di se stessi

con la coscienza critica in stato di assoluta catalessi

sconfiggere il nemico è guardarsi dentro

cercare il proprio centro e dargli vita

come a un fuoco quasi spento

renderlo vivo dargli movimento.
Il nemico si nasconde spesso in quello che crediamo

nei moralismi ipocriti

e nelle trasgressioni controllate e organizzate

nelle droghe illegali e sottobanco ben distribuite

il nemico crea falsi nemici per farsi scudo e apparir perbene

modellerà il suo aspetto e prenderà la forma di ciò che lo contiene

spacciandosi per libertà ti legherà con le sue catene

conservare il controllo di ciò che vediamo

conservare il controllo di ciò che sentiamo

verificare se sotto l'aspetto invitante di un'esca non sia nascosto un amo.

sconfiggere il nemico è guardarsi dentro

cercare il proprio centro e dargli vita come a un fuoco quasi spento

renderlo vivo

e dargli movimento...

e dargli movimento...
154. 30 MODI PER SALVARE IL MONDO

Lorenzo Cherubini “Jovanotti”


Potremmo venderlo agli alieni

un miliardo al metro quadro

trasferirci poi su Marte

e ricominciar daccapo

nelle notti di settembre

guarderemmo fin quaggiù

con un po' di nostalgia

per quel bel pianeta blu

potremmo smetter di parlare

di cantare e di viaggiare

tutti chiusi dentro casa

nelle stanze chiuse a chiave

non litigheremmo mai

non ci ammaleremmo più

tranne che di nostalgia

per il bel pianeta blu

Ci sono 30 modi per salvare il mondo

ma uno solo perché il mondo salvi me

che io voglia star con te

e tu voglia star con me

che io voglia star con te

e tu voglia star con me


Potremmo prendere le armi

e sparare tutti i colpi

fino a che ne resta vivo uno solo

tutti gli altri sono morti

guarderebbe giorno e notte

registrata alla TV

con un po' di nostalgia

la gente del pianeta blu

potremmo smettere da ora

di vendere e di comprare

tutti con un pasto al giorno

e un vestito per tutti uguale

senza meriti ne colpe

senza vizi ne virtù

finiremmo per stare male

dentro al bel pianeta blu


Ci sono 30 modi per salvare il mondo

ma uno solo perché il mondo salvi me

che io voglia star con te

e tu voglia star con me

che io voglia star con te

e tu voglia star con me


155. CIVIL WAR

Guns ‘n Roses


"What we've got here is failure to communicate

Some men you just can't reach...

So, you get what we had here last week,

which is the way he wants it!

Well, he gets it!

N' I don't like it any more than you men."


Look at your young men fighting

Look at your women crying

Look at your young men dying

The way they've always done before

Look at the hate we're breeding

Look at the fear we're feeding

Look at the lives we're leading
The way we've always done before

My hands are tied

The billions shift from side to side

And the wars go on with brainwashed pride

For the love of God and our human rights

And all these things are swept aside

By bloody hands time can't deny

And are washed away by your genocide

And history hides the lies of our civil wars
D'you wear a black armband

When they shot the man

Who said "Peace could last forever"

And in my first memories

They shot Kennedy

I went numb when I learned to see

So I never fell for Vietnam

We got the wall of D.C. to remind us all

That you can't trust freedom

When it's not in your hands

When everybody's fightin'

For their promised land


And

I don't need your civil war

It feeds the rich while it buries the poor

Your power hungry sellin' soldiers

In a human grocery store

Ain't that fresh

I don't need your civil war
Look at the shoes your filling

Look at the blood we're spilling

Look at the world we're killing

The way we've always done before

Look in the doubt we've wallowed

Look at the leaders we've followed

Look at the lies we've swallowed

And I don't want to hear no more


My hands are tied

For all I've seen has changed my mind

But still the wars go on as the years go by

With no love of God or human rights

'Cause all these dreams are swept aside

By bloody hands of the hypnotized

Who carry the cross of homicide

And history bears the scars of our civil wars


"We practice selective annihilation of mayors

and government officials

For example to create a vacuum

Then we fill that vacuum

As popular war advances

Peace is closer"


I don't need your civil war

It feeds the rich while it buries the poor

Your power hungry sellin' soldiers

In a human grocery store

Ain't that fresh

And I don't need your civil war

I don't need your civil war

I don't need your civil war

Your power hungry sellin' soldiers

In a human grocery store

Ain't that fresh

And I don't need your civil war

I don't need your civil war

I don't need one more war

I don't need one more war

Whaz so civil 'bout war anyway


*
GUERRA CIVILE

Versione italiana di Paolo Rusconi


"Succede che non si riesce a comunicare

Ci sono uomini che non si possono raggiungere...

Per cui prendi quel che c'era una settimana fa

A lui va così!

Lo prenda, allora!

A me no va quanto a voi, gente!"


Guardate i vostri ragazzi in guerra

Guardate le vostre donne in lacrime

Guardate i vostri ragazzi morire

Come hanno sempre fatto

Guardate l'odio che portiamo con noi

Guardate il terrore che nutriamo

Guardate le vite che facciamo
Come abbiamo sempre fatto

Le mie mani legate

Miliardi che si spostano da una parte all'altra

E le guerre continuano con orgoglio da lobotomia

Per l'amore di Dio e dei diritti umani

Tutte queste cose cancellate

Da mani insanguinate che il tempo non rinnega

E lavate via dal vostro genocidio

Mentre la storia cela le menzogne delle nostre guerre civili
Hai messo una fascia nera al braccio

Quando hai sparato a colui

Che disse: "La Pace potrebbe durare in eterno"?

Nei miei ricordi più lontani

Li vedo che spararono Kennedy

Poi imparai a capire e a diventare insensibile

Così il Vietnam non mi ha sorpreso

Abbiamo i muri di Washington a ricordarci

Che non puoi credere alla libertà

Se non ce l'hai

Se tutti combattono

Per la terra promessa


E

Non mi serve la vostra guerra civile

Che ingrassa il ricco e sotterra il povero

Il vostro potere affamato che vende i soldati

In una drogheria di carne umana

Non è tanto fresco

Non mi serve la vostra guerra civile
Guardate le scarpe che avete ai piedi

Guardate il sangue che versiamo

Guardate il mondo che uccidiamo

Come abbiamo sempre fatto

Considerate il dubbio di cui da sempre ci compiacciamo

Guardate i capi che abbiamo seguito

Guardate le menzogne che abbiamo inghiottito

Non voglio più ascoltare


Le mani legate

Quello che ho visto mi ha cambiato la testa

E le guerre continuano mentre gli anni passano

Senza amore per Dio e i diritti umani

Perchè tutti questi sogni vengono cancellati

Dalle mani insanguinate degli ipnotizzati

Che portano la croce dell'omicidio

Mentre la storia porta le cicatrici delle nostre guerre civili


"Pratichiamo l'annientamento selettivo dei sindaci

E dei funzionari governativi

Per rappresaglia per creare un vuoto

Poi riempiano quel vuopto

Se la guerra di popolo avanza

La Pace è vicina"


Non mi serve la vostra guerra civile

Che ingrassa il ricco e sotterra il povero

Il vostro potere affamato che vende i soldati

In una drogheria di carne umana

Non è tanto fresco

E non mi serve la vostra guerra civile

Non mi serve la vostra guerra civile

Non mi serve la vostra guerra civile

Il vostro potere affamato che vende i soldati

In una drogheria di carne umana

Non è tanto fresco

E non mi serve la vostra guerra civile

Non mi serve la vostra guerra civile

Non mi serve un'altra guerra

Non mi serve un'altra guerra

Cosa c'è poi di tanto civile in una guerra


156. THE BAND PLAYED WALTZING MATILDA

Eric Bogle


Waltzing Matilda” (“Matilda balla il valzer”) è una canzone popolare cantata dalle truppe australiane mandate al massacro a Gallipoli, in Turchia, durante la prima guerra mondiale (l’episodio narrato nel famoso film “Gallipoli” di Peter Weir). La canzone è scritta in inglese australiano stretto.
Now when I was a young man I carried me pack

And I lived the free life of the rover.

From the Murray's green basin to the dusty outback,

Well, I waltzed my Matilda all over.


Then in 1915, my country said, "Son,

It's time you stop ramblin', there's work to be done."

So they gave me a tin hat, and they gave me a gun,

And they marched me away to the war.

And the band played "Waltzing Matilda,"

As the ship pulled away from the quay,

And amidst all the cheers, the flag waving, and tears,

We sailed off for Gallipoli.


And how well I remember that terrible day,

How our blood stained the sand and the water;

And of how in that hell that they call Suvla Bay

We were butchered like lambs at the slaughter.

Johnny Turk, he was waitin', he primed himself well;

He showered us with bullets, and he rained us with shell --

And in five minutes flat, he'd blown us all to hell,

Nearly blew us right back to Australia.

But the band played "Waltzing Matilda,"

When we stopped to bury our slain,

Well, we buried ours, and the Turks buried theirs,

Then we started all over again.


And those that were left, well, we tried to survive

In that mad world of blood, death and fire.

And for ten weary weeks I kept myself alive

Though around me the corpses piled higher.

Then a big Turkish shell knocked me arse over head,

And when I woke up in me hospital bed

And saw what it had done, well, I wished I was dead --

Never knew there was worse things than dying.

For I'll go no more "Waltzing Matilda,"

All around the green bush far and free --

To hump tents and pegs, a man needs both legs,

No more "Waltzing Matilda" for me.


So they gathered the crippled, the wounded, the maimed,

And they shipped us back home to Australia.

The armless, the legless, the blind, the insane,

Those proud wounded heroes of Suvla.

And as our ship sailed into Circular Quay,

I looked at the place where me legs used to be,

And thanked Christ there was nobody waiting for me,

To grieve, to mourn and to pity.

But the band played "Waltzing Matilda,"

As they carried us down the gangway,

But nobody cheered, they just stood and stared,

Then they turned all their faces away.


And so now every April, I sit on my porch

And I watch the parade pass before me.

And I see my old comrades, how proudly they march,

Reviving old dreams of past glory,

And the old men march slowly, all bones stiff and sore,

They're tired old heroes from a forgotten war

And the young people ask "What are they marching for?"

And I ask meself the same question.

But the band plays "Waltzing Matilda,"

And the old men still answer the call,

But as year follows year, more old men disappear

Someday, no one will march there at all.


Waltzing Matilda, waltzing Matilda.

Who'll come a-waltzing Matilda with me?

And their ghosts may be heard as they march by the billabong,

Who'll come a-Waltzing Matilda with me?


*
E LA BANDA SUONAVA “WALTZING MATILDA”

Versione italiana di Riccardo Venturi


Quando ero giovane me ne andavo a giro col mio fagotto

e vivevo la vita libera del vagabondo.

Dalle foreste di Murray all’entroterra polveroso

beh, me la ballavo proprio tutta, la mia Matilda.


Nel 1915 il mio paese ha detto: “Ragazzo, adesso

smettila di girovagare, c’è da fare un po’ di lavoro.”

Cosi’ mi han dato un elmetto e un fucile

e mi hanno obbligato a marciare per la guerra.

E la banda suonava “Waltzing Matilda”

Mentre la nave si muoveva dal molo,

E fra i saluti, le bandiere sventolanti e le lacrime

salpammo per Gallipoli.


Ricordo benissimo quel giorno terribile

e come il nostro sangue macchiò l’acqua e la sabbia;

e come, in quell’inferno chiamato Baia di Süvla

fummo massacrati come agnelli al mattatoio.

I turchi ci aspettavano, caricaron bene le armi;

ci investirono di pallottole, una pioggia di proiettili –-

e in cinque minuti appena ci spediron tutti all’inferno,

dai colpi quasi ci rimandarono indietro in Australia.

Ma la banda suonava “Waltzing Matilda”,

e quando finimmo di seppellire i nostri morti,

e, beh, noi seppellimmo i nostri e i Turchi i loro,

tutto ricominciò daccapo.
Noi che eravamo rimasti, cercammo di sopravvivere

in quel manicomio di sangue, morte e fuoco.

Per dieci orribili settimane ce la feci a restar vivo

sebbene attorno a me si accatastassero i cadaveri.

Poi un grosso proiettile turco mi beccò bene la testa

e mi risvegliai in un letto di ospedale

vedendo quel che aveva fatto – beh, desiderai essere morto,

non sapevo che c’eran cose peggiori della morte.

Perché non andrò mai più a ballare “Waltzing Matilda”

vicino alla macchia libera e lontana –

per issare tende e paletti ci voglion tutte e due le gambe,

e per me niente più “Waltzing Matilda”.


Raccolsero gli storpi, i feriti, i mutilati

e ci rimandarono a casa, in Australia.

Quelli senza braccia, senza gambe, i ciechi e gli impazziti,

quei prodi eroi feriti alla baia di Süvla.

E mentre la nave entrava nel Circular Quay

guardai là, dove una volta avevo le gambe

e ringraziai Iddio di non aver nessuno che mi aspettasse

a piangere, a disperarsi ed a provar pietà.

Ma la banda suonava “Waltzing Matilda”

mentre ci portavano giù per la passerella

e nessuno più salutava allegro, stavano i piedi e ci fissavano

e poi tutti quanti si girarono dall’altra parte.


E adesso, ogni mese di aprile, siedo nel mio portico

e guardo la parata che mi sfila davanti.

Guardo marciare fieramente i miei vecchi compagni

che ravvivano vecchi sogni di gloria passata.

E quei vecchi marcian piano con le ossa rigide e malandate,

sono dei vecchi eroi stanchi di una guerra dimenticata.

E i giovani domandano: “Per cosa stanno marciando?”

Ed io, io mi chiedo la stessa cosa.

Ma la banda suona “Waltzing Matilda”,

ed i vecchi ancora rispondono all’appello;

Ma col passar degli anni, sempre più vecchi muoiono

e un giorno nessuno marcerà più.


Waltzing Matilda, Waltzing Matilda.

Chi verrà a ballare Waltzing Matilda con me?

E si sentono i loro fantasmi marciare vicino al billabong,

Chi verrà a ballare Waltzing Matilda con me?



157. CONTESSA

Poalo Pietrangeli


"Eppure, come detto prima, c'ero anch'io alla manifestazione. Ho anche sentito, da un camion pieno zeppo di altoparlanti, "La guerra di Piero", orribilmente storpiata da un paio di energumeni. Mi sono chiesto, ancora una volta, se sia una canzone "pacifista". O se la sua grandezza stia nel condividere con canzoni come "o gorizia" quell'antimilitarismo che non esclude il saldo dei conti. E mi sono anche chiesto, scrivendo questo "post" se "contessa" sia, a sua volta, una canzone contro la guerra."

(Franco Senia, 16.02.03)

Che roba Contessa all'industria di Aldo

han fatto uno sciopero quei quattro ignoranti

volevano avere i salari aumentati

gridavano, pensi, di essere sfruttati

e quando è arrivata la polizia

quei quattro straccioni han gridato più forte

di sangue han sporcato il cortile e le porte

chissà quanto tempo ci vorrà per pulire.
Compagni dai campi e dalle officine

prendete la falce portate il martello

scendete giù in piazza picchiate con quello

scendete giù in piazza affossate il sistema.


Voi gente per bene che pace cercate

la pace per far quello che voi volete

ma se questo è il prezzo vogliamo la guerra

vogliamo vedervi finir sotto terra

ma se questo è il prezzo l'abbiamo pagato

nessuno più al mondo deve essere sfruttato.


Sapesse Contessa che cosa m'ha detto

un caro parente dell'occupazione

che quella gentaglia rinchiusa là dentro

di libero amore facea professione.

Del resto mia cara di che si stupisce

anche l'operaio vuole il figlio dottore

e pensi che ambiente che può venir fuori

non c'è più morale, Contessa.


Se il vento fischiava ora fischia più forte

le idee di rivolta non sono mai morte

se c'è chi lo afferma non state a sentire

è uno che vuole soltanto tradire

se c'è chi lo afferma sputategli addosso

la bandiera rossa gettato ha in un fosso.

Voi gente per bene che pace cercate

la pace per far quello che voi volete

ma se questo è il prezzo vogliamo la guerra

vogliamo vedervi finir sotto terra

ma se questo è il prezzo l'abbiamo pagato

nessuno più al mondo deve essere sfruttato.


Ma se questo è il prezzo l'abbiamo pagato

nessuno più al mondo deve essere sfruttato.



158. IL CADUTO

Francesco Guccini

Io, nato Primo di nome e di cinque fratelli,

uomo di bosco e di fiume, lavoro e di povertà,

ma uomo sereno di dentro, come i pesci e gli uccelli

che con me dividevano il cielo, l' acqua e la libertà...

Perchè sono in prigione per sempre, qui in questa pianura

dove orizzonte rincorre da sempre un uguale orizzonte,

dove un vento incessante mi soffia continua paura,

dove è impossibile scorgere il profilo d' un monte ?

E se d' inverno mi copre la neve gelata

non è quella solita in cui affondava il mio passo

forte e sicuro, braccando la lieve pestata

che lascia la volpe, o l' impronta più greve del tasso...

Ho cancellato il ricordo e perchè son caduto,

rammento stagioni in cui dietro ad un sole non chiaro

veniva improvviso quel freddo totale, assoluto

e infine lamenti, poi grida e bestemmie e uno sparo...

Guarda la guerra che beffa, che scherzo puerile,

io che non mi ero mai spinto in un lungo cammino

ho visto quel poco di mondo da dietro a un fucile,

ho visto altra gente soltanto da dietro a un mirino...

E siamo in tanti coperti da neve gelata,

non c'è più razza o divisa, ma solo l' inverno

e quest' estate bastarda dal vento spazzata

e solo noi, solo noi che siam morti in eterno.

Io che guardavo la vita con calmo coraggio,

cosa darei per guardare gli odori della mia montagna,

vedere le foglie del cerro, gli intrichi del faggio,

scoprire di nuovo dal riccio il miracolo della castagna.



159. BALLATA DELLA DONNA DEL SOLDATO NAZISTA

Da una poesia di Bertolt Brecht

Giorgio Strehler – Berndt Eisler
Da Praga alla sua donna cosa il soldato regalò

Un paio di stivaletti ed un saluto, a lei mandò

Questo il soldato le mandò
E da Varsavia alla donna cosa il soldato regalò

Un bel bustino a colori e che colori, a lei mandò

Questo da Varsavia arrivò
Da Oslo alla donna cosa il soldato regalò

Da Oslo una scarpetta, forse ti piace, a lei, a lei mandò

Questo a lei da Oslo arrivò
Da Rotterdam alla donna cosa il soldato regalò

Da Rotterdam la cuffietta: "come sei buffa!" a lei, a lei mandò

Questo dall'Olanda arrivò
E da Bruxelles alla sua donna cosa il soldato regalò

due pizzi e quattro merletti "che bello averli!", a lei, a lei mandò

Questo dalle Fiandre arrivò
E da Parigi alla donna cosa il soldato regalò

La sottoveste di seta plissé alle amiche, a lei, a lei mandò

Questo da Parigi arrivò
Da Tripoli alla sua donna cosa il soldato regalò

Coralli e un amuleto portafortuna a lei, a lei regalò

Questo dalla Libia arrivò
Ma dalla gelida Russia, che cosa le arrivò

Un velo, un velo da lutto, un velo nero arrivò

Dalla Russia arrivò.

160. NON E’ IN NOME MIO

Tupamaros


Una canzone semplice semplice. Un "NO", fermo e deciso alla guerra (era quella in Afghanistan, è riciclabilissimo per questa in Iraq). Accompagnato da alcune immagini, quasi delle fotografie, di chi questo "NO" lo pronuncia!
E non è in nome mio

Disse occhi di leone

Dai territori violentati

Disse non è nel mio nome


E non è in nome mio

Ebbe a dire anche il rabbino

Questo inferno l'ho già visto

Anche troppo da vicino


E non è in nome mio

Disse il giovane studente

Non affiderò la mia giustizia

Ad una bomba intelligente


E non è in nome mio

Disse la donna afgana

Ma nessuno la sentì

La sua voce era lontana


RIT

E non è in nome mio

Non è nel nome della mia gente

Non è in nome mio questa guerra

Questa guerra non mi comprende!
E non è in nome mio

Si sorprese l'aviatore

Ma volando troppo in alto

Non si accorse del dolore


E non è in nome mio

Disse la donna afgana

Ma nessuno la sentì

La sua voce era lontana


RIT

E non è in nome mio

Non è nel nome della mia gente

Non è in nome mio questa guerra

Questa guerra non mi comprende!

161. LA FINE DELLA GUERRA

Tupamaros


Un sogno: israeliani e palestinesi che -dimenticandosi di torti o ragioni- decidono di scendere in strada invece che per uccidersi per ballare insieme (i torti e le ragioni ci sono, e non li dimentichiamo facilmente. Ma potremmo barattarli con una pace giusta).

La fine della guerra

Verrà su un carro come a carnevale

Col Dio della pace che sta ai dischi

E coi ragazzi che vogliono ballare
E ballano le madri

Al ritmo antico del dolore

Negli occhi hanno un figlio mandato a morire

E non importa come


E ballano i coloni

Ballano calpestando

Che il ritmo lieve della danza

lo stanno ancora imparando


ma la fine della guerra

è solo uno scherzo a carnevale

il dio della pace è imprigionato

e ragazzi continuano a sparare


RIT

Ma le kefie balleranno un giorno

Un valzer con la torah

Non ci saranno spari ne pietre

E nessuno più sanguinerà!


162. TE RECUERDO AMANDA

Víctor Jara


Interpretata anche da Daniele Sepe e Auli Kokko in Sai chi era Víctor Jara?

Te recuerdo Amanda

la calle mojada

corriendo a la fabrica

donde trabajaba Manuel.

La sonrisa ancha

la lluvia en el pelo

no importaba nada

ibas a encontrarte con el

con el, con el, con el

son cinco minutos

la vida es eterna

en cinco minutos

suena la sirena

de vuelta al trabajo

y tu caminando

lo iluminas todo

los cinco minutos

te hacen florecer.

Te recuerdo Amanda

la calle mojada

corriendo a la fabrica

donde trabajaba Manuel.

La sonrisa ancha

la lluvia en el pelo

no importaba nada

ibas a encontrarte con el

con el, con el, con el

que partio a la sierra

que nunca hizo daño

que partio a la sierra

y en cinco minutos

quedo destrozado

suena la sirena

de vuela al trabajo

muchos no volvieron

tampoco Manuel.

Te recuero Amanda

la calle mojada

corriendo a la fabrica

donde trabajaba Manuel.
163. SARAJEVO

David Riondino

Adattamento di una poesia di Czesław Miłosz

(1994)
Sarajevo

E adesso che sarebbe necessaria la Rivoluzione

i rivoluzionari sono chissà dove

e se un paese assassinato muore

loro sbadigliano di malumore


e i loro uomini di stato scelgono l'infamia

nessuno che la chiami col suo nome

era menzogna la rivolta della giovantù d'Europa

che si condanna e che condanna una generazione


ed accogliamo nell'indifferenza il grido dei morenti

barbari incolti che si sgozzano tra loro

perchè la vita di chi è sazio vale più di quella di chi ha fame

quando la vita vale come l'oro


adesso è chiaro che l'Europa era soltanto un'impostura

fatta di nulla e nulla di sostanza

e come il nulla dicono i Profeti genera altro nulla

voi molto presto rivedrete cominciare la mattanza


e Sarajevo che vi maledice significherà

l'annientamento dei vostri figli

è colpa vostra e mentre dite "qui nessuno ci disturberà"

crescete chi violenterà le vostre figlie.


THEY WILL FALL

 


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