Ordinanza di applicazione della misura della custodia cautelare in carcere


/9/2006 – Rho – GHIRARDI: “imbosco” nel parco dei Fontanili (116) (117)



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4/9/2006 – Rho – GHIRARDI: “imbosco” nel parco dei Fontanili (116) (117)


Il 4/9/2006 GHIRARDI, uscito dal lavoro alle 17:45, ha subito raggiunto con lo scooter la propria abitazione, per uscirne pochi minuti dopo, recando con sé una busta nera da cui sporgeva un manico. Lo stesso, raggiunto il parco dei Fontanili, si è recato sulla strada che costeggia il lato destro del canale, imboccando poi il secondo ponticello. Qui, parcheggiato lo scooter, si è addentrato nel campo, in direzione del luogo del primo nascondiglio, portando con sé la busta con gli attrezzi. Dopo pochi minuti è risalito verso il ponticello, senza più la busta, ha ripreso lo scooter e si è allontanato dal parco.
Nella mattinata successiva personale della DIGOS eseguiva un sopralluogo della zona che consentiva di individuare il punto in cui erano stati occultati, fra gli sterpi, gli attrezzi da lavoro; posto ai margini di un viottolo a poca distanza dal primo nascondiglio. Nella zona veniva altresì individuata un’area posta fra alberi molto alti situata al di là del canale di irrigazione, nella parte interna della boscaglia rispetto al campo coltivato, ove era stato scavato un buco circolare del diametro di circa 40 cm e profondo circa 30 cm, ossia lo scavo iniziato da GHIRARDI in ordine al quale aveva riferito a LATINO nella conversazione del 31/8/2006.
Sul punto si richiama la relazione di servizio del 5/9/2006 relativa al sopralluogo eseguita dalla DIGOS, corredata di relative fotografie che documentano sia la presenza della busta con gli attrezzi che lo scavo eseguito.


5/9/2006 – Milano – LATINO / GHIRARDI: incontro (118) e ambientale (119)


Il 5/9/2006 GHIRARDI ha raggiunto in moto la zona dell’appuntamento, per poi raggiungere a piedi la via concordata, non senza aver prima effettuato ampi giri di controllo. LATINO, dal canto suo, giunto in piazza Lega Lombarda in bicicletta ha subito avvistato GHIRARDI. I due hanno, quindi, iniziato a percorrere numerose vie della zona, prima distanziati e poi affiancati parlando fra loro, sinchè, giunti in via Bramante, angolo piazza Lega Lombarda, sono entrati nel bar tabacchi “dell’Arena”, ove si sono trattenuti per poco meno di mezzora per poi uscire e dirigersi verso le rispettive abitazioni.
Anche nella citata circostanza una parte della conversazione è stata intercettata:

  • Lamentandosi della mancanza di militanti seri, hanno accennato alla necessità di formare ideologicamente dei giovani, anche a scapito, in questo momento iniziale, della “pratica”.

  • GHIRARDI ha accennato alla possibilità di procurarsi delle armi, e più specificamente armi lunghe, in Svizzera, sottolineando che dovrebbe essere abbastanza semplice attraversare la frontiera, magari non dalla strada. In proposito LATINO ha riferito di avere contatti in Svizzera con elementi di AUFBAU, che ha definito “un po’ movimentisti”, ma comunque affidabili. Ha poi aggiunto di dover incontrare a breve un compagno che è stato per un po’ in Svizzera, il quale avrebbe potuto fornirgli informazioni. Circa il dove procurarsi le armi lo stesso ha, sia pur vagamente, accennato al fatto che in Svizzera ogni paesino ha la sua casermetta della Guardia Nazionale e che ogni caserma ha la sua armeria.

  • I due hanno ribadito le loro critiche alle decisioni in campo internazionale e nazionale/economico dell’attuale Governo.

  • Hanno discusso sulla realizzabilità del progetto, di cui avevano già parlato nell’incontro precedente, di provocare un incendio presso un mobilificio il cui proprietario, secondo le informazioni fornite a LATINO [continuando il discorso del 31/8/2006], lasciando, però, intendere di non aver fatto ancora alcuna verifica su questa circostanza, ritenuta elemento fondamentale per procedere alla realizzazione dell’azione. I due hanno, comunque, formulato alcune ipotesi sia circa il modus operandi sia su conoscenze da sfruttare per effettuare le verifiche preliminari.

  • Si sono, quindi, salutati fissando l’appuntamento al successivo martedì 12/9/2006 in piazza Baiamonti alle 18:30 ed accennando alla necessità di tenersi liberi per il giorno successivo, per continuare i lavori necessari nel parco dei Fontanili, per spostare il materiale interrato dall’attuale nascondiglio. GHIRARDI ha accennato a precedenti impegni per il fine settimana e LATINO gli ha riferito che, qualora fosse riuscito (con GAETA) a far qualcosa nel fine settimana, gli avrebbe fatto sapere a che punto erano. [Il 13/9/2006 è stata documentata la presenza di tutti e tre gli indagati nel predetto luogo].


12/9/2006 – Milano – LATINO / GHIRARDI: incontro (120) e ambientale (121)


GHIRARDI e LATINO sono tornati ad incontrarsi il 12/9/2006, così come concordato. Nell’occasione i due, una volta avvistatisi nel luogo convenuto, hanno, come al solito, percorso diverse vie della zona, senza mai affiancarsi, se non al momento in cui sono entrati nel bar Saloon di via Piccolini 24, dove si sono trattenuti per poco più di mezzora e dove è stata eseguita la registrazione della conversazione.
Dalla conversazione emerge quanto segue:

  • Hanno fatto cenno al furto d’auto, facendo specifico riferimento agli accorgimenti tecnici necessari per superare l’ostacolo del sistema “immobilizer” ed alla necessità di non far spegnere il motore “mentre fai la cosa”.

  • GHIRARDI, verosimilmente facendo riferimento alla circostanza dell’arrivo a Milano di due giovani, che gli era stata riferita da LATINO già in occasione dell’incontro del 31/8/2006 e della quale, evidentemente, avevano appena riparlato, ha chiesto se fossero già arrivati e questi gli ha risposto che il ragazzo starebbe già lavorando presso la biblioteca dell’Università Bocconi (122). A questa risposta GHIRARDI ha prospettato la possibilità di utilizzare queste persone per iniziare a fare inchieste, lamentando di non aver avuto ancora il tempo di andare a fare un sopralluogo in via Fulvio Testi [ovvero al mobilificio]. Nel seguito del dialogo GHIRARDI ha anche espresso dubbi circa la possibilità di riuscire ad andarci in settimana e LATINO ha riferito di non aver ancora preso informazioni in merito.

  • I due hanno espresso nuovamente giudizi negativi sugli ambienti del movimento milanese traendo spunto da critiche specifiche rivolte a NEBULONI Stefano, collega di lavoro di GHIRARDI.

  • Hanno poi ricordato alcune persone conosciute in carcere, in particolare alcuni mafiosi, facendo anche riferimento al sistema di corruzione giudiziaria presso la Corte di Cassazione che avrebbe consentito ad alcuni di questi di vedere le sentenze che li riguardavano annullate. In proposito LATINO ha accennato al fatto di aver anch’egli usufruito di questo sistema, per il tramite di un avvocato, per ottenere il rinvio di un processo in Cassazione.

  • LATINO ha anche riferito di aver avuto modo di rivedere, durante le ferie, alcuni compagni, che “ci hanno messo una pietra sopra”.

  • Hanno ancora espresso giudizi negativi sulla politica internazionale ed interna del Governo. In particolare hanno mostrato preoccupazione per la missione italiana in Libano, temendo un attacco premeditato di Israele alle centrali nucleari iraniane per costringere il contingente italiano ad intervenire per reprimere la prevedibile reazione degli Hezbollah.

  • Riguardo alla situazione interna, hanno rappresentato il timore che il malcontento generato dalle innumerevoli contraddizioni all’interno della coalizione al governo possa far prendere piede a reazionari e fascisti, richiamando la situazione emblematica di Roma, ove in ogni quartiere si sarebbero formate bande di fascisti e rammentando, in proposito, la morte per accoltellamento di un giovane di sinistra ad opera di un gruppo di destra (episodio avvenuto a Focene), per il quale non solo non vi sarebbe stata alcuna ritorsione da parte del movimento, ma neanche alcun rilievo mediatico.

  • A questo punto GHIRARDI ha ribadito la necessità di fare qualcosa, rappresentando l’esistenza di una zona intermedia fra la pratica politica delle BR, caratterizzata dall’attacco al cuore dello Stato e le inutili manifestazioni del movimento, appoggiate da Rifondazione, all’interno della quale loro potrebbero incidere facendo qualcosa “di un certo livello”. A queste considerazioni LATINO ha opposto l’esistenza di un “problema di formazione” e la necessità di “tirar su gente che si ponga su questo terreno”.

  • Si sono dati appuntamento al campo per il giorno successivo fra le 18:30/18:40 nei pressi del ponticello, dicendo che vi sarebbe stato anche MARCO (GAETA), che LATINO aveva incontrato il giorno precedente proprio per fissare l’appuntamento. In proposito, prospettando entrambi altri impegni, hanno anche ipotizzato, ove non avessero completato il lavoro, di tornare tutti e tre il giorno successivo, giovedì 14/9/2006. Hanno anche prospettato l’opportunità di portarsi una pila, stante la riduzione del periodo di luce, non senza tener conto del pericolo di essere individuati proprio a causa dell’utilizzo della stessa.

  • LATINO è tornato sul discorso dei documenti esortando GHIRARDI a recuperare altri dati. Questi ha riferito di averne una cartelletta piena e di dover, anzi, eliminare quelli più vecchi risalenti al 2002 e 2003. [Come si è già detto si è avvalso dei dati in possesso della società per cui lavora].

  • I due si sono salutati rappresentandosi a vicenda la necessità di mettere in cantiere qualcosa, facendo esplicito riferimento a “sta cosa qua delle macchine”.



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