3/10/2006 – Milano – LATINO / GHIRARDI: incontro (144)
Il 3/10/2006 GHIRARDI è uscito dal lavoro alle 17:28, in netto anticipo rispetto al solito orario, e con lo scooter, si è diretto verso la propria abitazione, dove è giunto alle 17:43. Subito dopo è uscito a piedi in direzione centro ed è entrato in un negozio di materiale informatico (ove aveva portato a sistemare il proprio computer) e dal quale è uscito poco dopo facendo rientro a casa alle 17:53.
GHIRARDI è nuovamente uscito di casa alle 18:13 dirigersi, con la bicicletta, verso il centro città raggiungendo via Legnano, ove nel frattempo era stato avvistato anche LATINO. I due, stabilito il contatto visivo, hanno iniziato a percorrere alcune vie accodati, quindi, si sono affiancati in via Canonica alle 18:40 ed, insieme, hanno raggiunto piazza SS. Trinità dove si sono fermati a parlare nei pressi di un bar, per separarsi alle successive 18:51.
4/10/2006 – Milano – LATINO / SISI: incontro (145)
Il 4/10/2006, alle 05:20, SISI, spostandosi in modo non corrispondente a quello consueto oltre che più logico e pratico, si è recato in auto alla stazione di Novara per prendere verso le 07:00 un treno diretto a Milano.
Si sottolinea che il treno preso da SISI a Novara è quello che parte da Torino Porta Nuova alla (05:50) e – tra l’altro – ferma anche alla stazione di Chivasso (06:14): in conclusione SISI anziché prendere il treno a Chivasso (distante solo 11 km da Gassino), ha percorso 85 chilometri fino a Nova per poi prendere sempre lo stesso treno per Milano.
Arrivato a Milano (08:00 circa) SISI ha girovagato facendo perdere le proprie tracce. Poco dopo le 09:00 è stato nuovamente visto in stazione, ove ha preso il treno in partenza per Torino alle 09:15.
Quella stessa mattina, LATINO è uscito da casa poco prima delle 08:00 ossia un’ora prima del suo consueto orario.
Tenuto conto che il 1°/10/2006 (nel corso della riunione strategica) LATINO e SISI avevano fissato proprio per il 4/10/2006 un incontro (SISI doveva consegnare una fotografia a LATINO) è più che evidente i due si sono incontrati.
Le successive indagini dimostreranno che BORTOLATO aveva procurato un documento originale (denunciato per smarrito (146) da SCANTAMBURLO), SISI aveva fornito la fotografia di DAVANZO e LATINO aveva alterato il documento, poi recapitato a DAVANZO per consentirgli il rientro in Italia clandestino.
10/10/2006 – Torino - SISI: sopralluogo (147)
Nel pomeriggio del 10/10/2006, SISI si è trattenuto dalle fino alle 17:25 nella sede della CGIL di Torino in via Pedrotti, si è quindi allontanato a bordo della sua auto, per fermarsi, poco dopo, in corso Emilia, angolo corso Giulio Cesare. Sceso dall’auto si è diretto sotto i portici del predetto incrocio, ove vi è un’agenzia di Banca Intesa, dotata di sistema di videosorveglianza esterna. Dopo pochissimi minuti, lo stesso è risalito in auto e si è allontanato.
Questa strana sosta, senza alcun apparente motivo, nei pressi dell’istituto di credito, è invece ovvia se si tengono conto i contenuti della degli accordi presi con LATINO e BORTOLATO il 01/10/2006 allorquando gli era stato chiesto di effettuare una prima basilare inchiesta in relazione al progetto di rapina ai danni di un addetto del sindacato delegato al ritiro delle indennità e rimborsi dovuti a dirigenti sindacali.
11/10/2006 – Milano – LATINO / GHIRARDI: incontro (148) e ambientale (149)
L’11/10/2006 alle 18:15, GHIRARDI si è recato in viale Crespi parcheggiando lo scooter all’angolo con corso Garibaldi. Sul lato opposto della strada vi era LATINO. Dopo una breve attesa, quest’ultimo ha attraversato la strada ed ha imboccato corso Garibaldi, seguito da GHIRARDI sul marciapiede opposto a circa 30 metri. Come al solito, i due hanno iniziato a percorrere le vie limitrofe tenendosi a distanza, per poi affiancarsi (18:33) in via De Cristoforis. Qui si sono fermati a parlare per un paio di minuti, per poi tornare indietro sulla medesima via ed entrare (18:36) nel bar Movida ubicato all’angolo con via Rosales, ove si sono trattenuti sino alle 19:10 circa.
La conversazione intercettata ha evidenziato che:
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dopo aver espresso alcune considerazioni critiche sulla linea politica seguita dall’attuale Governo, criticandone sia le scelte economico-finanziarie, che di politica internazionale (ed in particolare la decisione dell’intervento in Libano, sottolineando come l’Italia sia l’unico paese del blocco imperialista ad essere presente contemporaneamente in Afghanistan, Iraq e Libano), hanno ribadito l’importanza di fare “qualcosa” anche a livello basso. LATINO ha sottolineato che in questo momento sarebbe opportuno un intervento sulle tematiche del lavoro, con particolare riferimento alla legge Biagi ed al precariato, ritenendolo un punto sensibile di questo Governo.
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Hanno poi fatto riferimento ad alcuni problemi riscontrati da ROBERTO (BORTOLATO), il quale si sarebbe accorto di un servizio di pedinamento a suo carico avendo notato un’auto che maldestramente era arrivata proprio sotto la sua abitazione, ubicata in una strada chiusa. La circostanza sarebbe stata comunicata da BORTOLATO a LATINO tramite una terza persona, appositamente incarica dal primo.
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LATINO – non avendo ricevuto alcun messaggio di disdetta – ha ritenuto confermato l’incontro con BORTOLATO a Milano, affermando che qualora non si fosse presentato, gli avrebbe mandato qualcuno con un messaggio per fissare un nuovo appuntamento, ovvero avrebbe atteso di riceverne uno analogo.
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LATINO ha manifestato la preoccupazione di essere a sua volta intercettato tramite il cellulare del figlio (utilizzato come microfono ambientale), avvalorato dal rapido esaurimento della batteria. GHIRARDI, a sua volta, ha lamentato di essere stato certamente seguito in passato, quando era ancora sottoposto all’obbligo di firma. Alla lamentela di LATINO di avere tutti addosso pur non avendo fatto nulla, GHIRARDI gli ha risposto: “guarda che quella storia li delle armi pesa!”.
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GHIRARDI ha anche ipotizzato che i problemi riscontrati sul proprio computer da qualche tempo potessero essere dovuti ad un tentativo di intrusione telematica delle forze dell’ordine. LATINO, mostrando una discreta competenza, ha spiegato il funzionamento di alcuni programmi d’intrusione comunemente utilizzati. In particolare, ha fatto riferimento a due tipi di programmi: uno che cattura le immagini a video, le salva in un file nascosto e consente poi di scaricarle tramite un collegamento telematico; un altro che cattura tutto quanto digitato sulla tastiera, quindi anche i caratteri delle password, che con il primo sistema non è possibile acquisire.
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LATINO ha consigliato di dotarsi di due computer: uno da utilizzare esclusivamente per i collegamenti internet e l’altro per lavorarci. Ha aggiunto di avere egli stesso adottato questa precauzione e di aver anche preso l’abitudine di tenere “imboscati” i due computer, per evitarne il sequestro in caso di perquisizione. Ha poi consigliato di cercare su internet e scaricarsi un programma di “firewall” contro le intrusioni telematiche.
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GHIRARDI ha chiesto a LATINO di ripetergli il nome del mobilificio, del quale avevano parlato in precedenti occasioni come possibile obiettivo di un attentato incendiario, lasciando intendere di essersi recato a fare un sopralluogo, ma di non essere riuscito a trovarlo, riservandosi di tornare di nuovo sul posto.
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Sono poi tornati sul possibile noleggio di un metal detector (di cui avevano discusso il 20/9/2006 in occasione degli scavi nel parco dei Fontanili), necessario per l’individuazione di un nascondiglio di armi sotterrate dai partigiani nel dopoguerra; notizia acquisita da qualcuno che avrebbe presentato una tesi di laurea sulla “Resistenza” e che avrebbe intervistato numerosi partigiani e loro parenti.
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Hanno fissato il successivo appuntamento per giovedì 19/10/2006 in piazza Gramsci nei pressi del supermercato, raccomandandosi a vicenda di stare attenti alla telecamera ivi installata.
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GHIRARDI ha riferito di una rapina ad un portavalori, realizzata nei pressi di Pavia (Bereguardo) da alcuni individui travestiti da Carabinieri, che avrebbe fruttato un bottino di un milione di euro. Al che LATINO ha sostenuto che loro avevano a disposizione delle divise della Guardia di finanza e di dover controllare in che condizioni fossero. Ha, quindi, fatto riferimento alla possibilità di acquistare regolarmente, in negozi specializzati, non le divise intere, ma degli accessori ed alcuni pezzi, ricordando un negozio di Vicenza ove, in passato, avrebbe effettuato, senza alcun problema, acquisti di questo genere. GHIRARDI, a sua volta, ha detto di voler verificare la possibilità di fare degli acquisti in un negozio sito in via Monti.
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Infine, GHIRARDI, ha riferito di aver individuato una sede di MEDIASET in via Paleocapa, vicinissima al suo ufficio, meravigliandosi che sulla stessa non vi fossero insegne, né targhe sul portone d’ingresso, e accennando ai sistemi di sorveglianza dello stabile. Si sono poi salutati velocemente, rinnovandosi l’appuntamento per la settimana seguente.
In merito al pedinamento segnalato da BORTOLATO a LATINO per il tramite di una persona di evidenzia quanto segue:
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Personale della DIGOS di Padova che stava svolgendo un servizio di osservazione sul conto di BORTOLATO, nella mattinata del 7/10/2006 aveva notato un’auto effettuare manovre anomale all’interno della via ove abita BORTOLATO. Controllata da una volante si accertava trattarsi di un investigatore privato impegnato nella sua attività professionale.
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Quanto alla persona incaricata da BORTOLATO di informare LATINO si tratta di MAZZAMAURO Alfredo, trasferitosi a Milano, aveva trascorso proprio quel fine settimana a Padova, dove nel pomeriggio del 7/10/2006 aveva incontrato BORTOLATO.
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