IL VINCOLO ASSOCIATIVO E GLI ALTRI ELEMENTI COSTITUTIVI DEI REATI CONTESTATI
Il quadro cronologico dei fatti evidenzia di per sé l’esistenza del vincolo associativo tra gli indagati finalizzato all’eversione dell’ordine democratico da realizzarsi attraverso una serie di atti di violenza e attività illegali, sia di “propaganda armata” sia di autofinanziamento anche con l’uso di armi e esplosivi.
La genesi dell’associazione
Il dato documentale acquisito evidenzia che:
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nel novembre 2004, il S.I.S.DE. individua e documenta l’incontro in un ristorante milanese di LATINO, BORTOLATO e SISI;
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nel febbraio 2005, il S.I.S.DE. documenta un incontro in Francia tra LATINO, SISI, BORTOLATO e DAVANZO;
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nel 2006 la DIGOS documenta alcuni incontri tra LATINO, BORTOLATO e SISI a Milano la cui registrazione audio consente di accertare senza ombra di dubbio che si trattava di riunioni strategiche;
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nel 2006 vengono documentati ulteriori contatti tra LATINO, BORTOLATO e SISI con DAVANZO Alfredo dapprima in Svizzera e poi in Italia, dopo il suo rientro. Alcuni di questi incontri vengono documentati altresì con registrazioni audio che confermano trattarsi di riunioni strategiche.
Alcuni di questi incontri vengono intercettati e i contenuti confermano che erano in corso riunioni strategiche. In una di queste (05/11/2006) si fa esplicito riferimento proprio al bilancio degli ultimi due anni:
Conversazione ambientale del 5/11/2006: BORTOLATO (B) – LATINO (L) – SISI (S)
L: beh, ci sono tre punti generali e, cioè, che c’è il bilancio degli ultimi due anni. E questo è un discorso di rivisitazione. Qua ci vuole uno che ha memoria e riesce a fissare bene tutti i passi che abbiamo fatto, i dibattiti che abbiamo avuto. Poi l’analisi di fase: guerra, fronte interno, revisionismo, lotta di classe eccetera. E poi c’è la riorganizzazione del nostro settore .. della propaganda …. aperta, coperta, armata, lotta di classe eccetera eccetera. Come, giustamente, diceva lui….
S: si, l’iniziativa ….
L: … lavoro aperto…
S: l’inchiesta
L: … inchiesta (inc)… nostro lavoro. E qui, su questi tre punti qua, non so, possiamo già dividerceli .. oppure uno può fare (inc)…
B: allora io propongo che , sulla storia, .. lui mi sembra che sia quello che ha più memoria di tutti… (ride)
S: quale storia?
B: la nostra storia dalla fusione ai primi dibattiti
L: il bilancio… il nostro bilancio …il bilancio degli ultimi due anni
Sulla base di questi dati è evidente che il sodalizio criminoso (così come si configura ad oggi) è operativo quantomeno dal 2004. Attività ininterrotta e tuttora permanente così come risulta altresì dalla perquisizione e sequestro della cantina di via Pepe in Milano (agosto 2004), dal sequestro del furgone in via Trebbia a Milano (giugno 2005) e dalle risultanze investigative acquisite nel 2006.
La nascita dell’associazione eversiva deve essere però ulteriormente retrodatata quantomeno all’estate del 2002, ossia in concomitanza della diffusione del numero zero de L’Aurora, foglio di propaganda con il quale vengono riproposte le tematiche di seconda posizione e viene annunciata la costituzione del “Partito Comunista Politico-Militare (PCP-M)”.
La struttura dell’associazione
La struttura dell’organizzazione è verticistica e compartimentata. Al vertice vi è un quadro dirigente che deve essere protetto da una soglia di clandestinità piena, mentre il resto dell’organizzazione è caratterizzato dalla “semiclandestinità”.
Alla base, l’organizzazione si articola in c.d. “organismi di radicamento” che si distinguono in “nuclei”, il cui ambito di azione è individuato in un determinato territorio, e “cellule”, che operano, invece, nelle fabbriche. Entrambi tali organismi svolgono attività di propaganda clandestina, anche in forma armata, al fine di dare appoggio alle lotte condotte dalla classe operaia ed al movimento di opposizione alla guerra imperialista. In un’ottica di centralizzazione e compartimentazione dell’azione è prevista anche la costituzione di “direzioni locali”, da costituire in aree omogenee in cui esistano almeno tre organismi di radicamento, che tengano i contatti fra la base e la direzione centrale.
Viene, inoltre, promossa la diffusione di strumenti di propaganda aperta, quali fogli, opuscoli, riviste, bollettini, da adeguare alle esigenze del momento e del territorio.
L’assetto organizzativo interno è fondato su due cardini:
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la clandestinità del lavoro organizzativo, allo scopo evidente di evitare controlli da parte delle forze di polizia;
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il carattere complessivo del militante/quadro sotto il duplice aspetto politico e militare.
Le indagini hanno ampiamente dimostrato che la struttura dell’associazione è articolata su un vertice direttivo composto quantomeno da DAVANZO, LATINO, BORTOLATO e SISI. Questi ultimi tre sono a loro volta i “capicentro” dei tre nuclei territoriali (allo stato individuati) operanti a Milano, Padova e Torino.
L’esistenza e l’operatività del vertice direttivo emerge in tutta la sua evidenza – per esempio – dalla riunione strategica del 5/11/2006 tra LATINO, BORTOLATO e SISI, nel corso della quale esaminano l’evoluzione del “gruppo”, tracciano il bilancio e progettano le tappe successive lungo le quali articolare la loro azione, ripartendosi – in questa occasione – i seguenti incarichi:
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SISI avrebbe redatto un bilancio / ricostruzione storica dei vari passi fatti dall’organizzazione nei due anni precedenti, con l’analisi sia degli obiettivi raggiunti che delle difficoltà incontrate;
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LATINO avrebbe affrontato l’analisi dell’attualità, per valutare le condizioni oggettive nella quali operavano;
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BORTOLATO avrebbe curato la propaganda ed altri aspetti organizzativi.
All’evidenza si tratta di un lavoro unitario fatto sull’associazione stessa e sulle sue finalità, articolato su passato (SISI), presente (LATINO) e futuro (BORTOLATO).
Le indagini hanno poi dimostrato la clandestinità piena del vertice e la “semiclandestinità” per gli altri associati.
A titolo di esempio, sempre nella conversazione del 05/11/2006, emerge lo stato di piena clandestinità di DAVANZO e tutte le cautele adottate da SISI, BORTOLATO e LATINO: solo i tre “capicentro” mantengono i rapporti con DAVANZO e sono esclusivamente loro tre ad organizzare il suo rientro (clandestino) in Italia.
Parimenti è documentata la semiclandestinità degli altri consociati così come emerge dalla cronologia dei fatti: tutti gli incontri e le azioni poste in essere sono stati preceduti dalla scrupolosa attuazione di tecniche di contropedinamento.
L’unitarietà della associazione, ancorché articolata e compartimentata, è ulteriormente provata da un ulteriore brano della conversazione del 5/11/2006, da cui risulta che la cassa è centralizzata.
Conversazione ambientale del 5/11/2006: BORTOLATO (B) – LATINO (L) – SISI (S)
B: … (inc) si però, volevo dire che, sto facendo sempre quadrare tutti i conti alla fine
L: no, invece, stavo pensando ...
B: mobilito tutti, perché servono i soldi (sghei in padovano)
L: stavo pensando, visto la nuova situazione che si creerà qua, noi dovremmo avere una cassa, probabilmente, nostra o no, è un problema? Siamo in cinque
B: … nessuno ha la cassa sua
S: ... (inc) neanche noi abbiamo mai avuto una cassa nostra
B: … non ci sono spese locali
L: non .. non sono per il modello federale
S: dovremmo fare come i .. sindacalisti che ti danno i soldi e poi .. ma qualche modo trovano per giustificare le spese
L: non sono per il modello federale. Era perché, magari, va beh, i soldi ….
B: ... (inc) centralizzato
L: ok, va bene, sempre il metodo centralizzato
B: finché non siamo più di 20 nuclei (ridono)
L: quando andrà in tilt
B: … (inc) spese centrali, non hai spese locali e queste robe qua. Adesso servirà il fatto che, la dinamica vostra, forte, devi migliorarla, ci vuole un responsabile che tira su le quote ..
L: e le da a te
B: e le da a me cioè non è che io vengo da ognuno di voi .. (inc)
L: che magari pure i rimborsi .. magari pure i rimborsi al volo
B: rimborsi, le spese, … (inc in padovano), finanziame .. contributi, che non succeda che uno prenda i soldi di un altro perché c’è anche quello…. è un metodo sbagliatissimo
L: allora non avremo una cassa, ma avremo un cassiere
B: un cassiere che centralizza i conti
L: e che poi devolve alla cassa
B: devolve alla cassa. Dopo se la situazione richiede, per esempio, ... il motivo per cui una situazione locale può avere una cassa ... è perché comincia a gestirsi una radio, comincia a gestirsi un centro stampa
S: (sei un cattivo tu) perché se uno mi dice .. se quello vuol dire stimolare .. (inc) economica, l’istituzione della cassa rivoluzionaria (deve partire)
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