re parecchio~.
«Moltissimo, signore.~
«Dunque, quanto dovrà pagare il signor Hummin?«
« Questo volo non gli costerà nulla. Il signor Hummin
è un buon amico della compagnia proprietaria di que-
sti avio.,-
&Idon sbuffò. Poi chiese: «Come mai questi avio a
microfusione sono cosi pochi?~.
«Be', per prima cosa sono troppo costosi. Quelli esi-
stenti bastano a soddisfare la richiesta.«
«Potreste favorire una domanda maggiore con avio
più grandi.«
«Può darsi, ma la compagnia non è mai riuscita a co-
struire motori a microfusione abbastanza potenti per
grandi avio.«
Seldon pensò alle lamentele di Hummin riguardo il
basso-livello a cui era scesa l'innovazione tecnologica.
«Decadenzal~ mormorò.
«Cosa?« fece Dors.
~F KNulla. Stavo solo pensando a una cosa che Hummin
mi ha detto una volta.« Seldon guardò le stelle e chie-
se: «Stiamo andando a ovest, signor Levanian?«.
F «s,. Come l'avete capito?«
~` «Se stessimo andando verso est, vedremmo l'alba a
E questo punto.«
Ma l'alba, inseguendo il pianeta, alla fine li raggiun
se, e la luce del sole, la vera luce del sole, illuminò le
pareti della cabina. Non durb a lungo, però, perché l'a-
vio cala verso il basso e penetrò nelle nubi. L'azzurro e
, l'oro svanirono, sostituiti da un grigio cupo; Seldon e
Dors avrebbero voluto almeno qualche altro istante di
sole autentico, ed emisero gridolini di delusione.
Quando superarono lo strato di nubi, la Faccia supe-
,~ riore apparve subito sotto di loro, e la sua superficie,
perlomeno in quella zona, era una distesa ondulata di
anfratti boscosi e spiazzi erbosi. Era il tipo di paesag-
gio che si incontrava sulla Faccia superiore, proprio
come aveva detto Clowzia a Seldon.
Anche questa volta, comunque, non ci fu molto tem-
po per osservare. In basso apparve un'apertura, circon-
data dalla scritta; MICOGENO.
Vi entrarono.
36
Atterrarono in un avioporto che agli occhi curiosi di
Seldon sembrò deserto. Il pilota, terminato il suo com-
pito, strinse la mano ai passeggeri e ripartl, schizzando
nell'aria e tuffandosi col velivolo in un condotto aper-
tosi provvidenzialmente.
A quanto pareva, non rimaneva che aspettare. C'era-
no delle panchine che avrebbero potuto accogliere un
centinaio di persone, ma Seldon e Dors erano in com-
pleta solitudine. L'avioporto era rettangolare, circon-
dato da pareti in cui c'erano senza dubbio molti tunnel
che si aprivano per consentire l'arrivo e l'uscita degli
avio, ma adesso che il loro velivolo era partito non c'e-
rano altri avio lì, e non ne arrivò nessuno mentre aspet-
tavano.
E non c'era anima viva in giro, sembrava un luogo
disabitato. Anche il rumore che caratterizzava in sotto-
fondo la vita di Trantor giungeva attutito.
Il senso di solitudine divenne opprimente per Sel-
don, che si rivolse a Dors e chiese: «Hai idea di cosa
dobbiamo fare qui?«.
Lei scosse la testa. «Hummin mi ha detto che avrem-
mo incontrato Caposole Quattordici. So solo questo.«
«Caposole Quattordici? E cosa sarebbe?~
« Un essere umano, immagino. Dal nome non si capi-
sce bene se sia un uomo o una donna.~>
«Uno strano nome.«
«La stranezza è nella mente di chi la percepisce. A
volte, quelli che non mi hanno mai vista mi scambiano
per un uomo.«
Seldon sorrise. «Devono essere proprio sciocchi.«
«Niente aff`atto. Dato il nome che ho, il loro è un
equivoco comprensibilissimo. Ho saputo che su diversi
mondi è un nome maschile piuttosto diffuso.«
«E la prima volta che lo sento, dire.«
«Perché non sei uno che viaggi molto nella Galassia.
Il nome "Hari" è abbastanza comune dappertutto, an-
che se una volta ho conosciuto una donna che si chia-
mava "Haren, pronunciato come il tuo nome ma con
una "e" finale. A Micogeno, se ben ricordo, le famiglie
hanno nomi particolari... e numerati.«
~,~
aPerò "Caposolen mi sembra un nome così pretenzio-
F~...«
«Che vuoi che sia un po' di spacconeria? Su Cinna,
"Dors" deriva da una vecchia espressione locale che si-
gnifica "dono della primavera".«
Perché sei nata in primavera?«
«No. Sono venuta al mondo in piena estate cinniana,
ma ai miei quel nome piaceva, nonostante il suo signi-
ficato tradizionale, in gran parte dimenticato.«
E~l «Allora, forse Caposole...«
.~ Una voce profonda e severa disse: «Quello è il mio
nome, tribale«.
|~ Seldon, sussultando, si girò a sinistra. Una vettura
~i scoperta si era in qualche modo avvicinata. Era tozza e
arcaica, sembrava quasi un trasporto merci. A bordo,
ai comandi, c'era un vecchio alto e dall'aspettó vigoro-
so malgrado l'età. Con portamento regale e solenne, il
vecchio smontò dalla vettura.
Indossava una lunga veste bianca con maniche a
sbuffo strette ai polsi. Sotto la veste, un paio di sandali
da cui spuntavano gli alluci; la testa, dalla forma per-
fetta, era completamente calva. Il vecchio li fissò cal-
mo coi suoi occhi azzurro scuro.
saluto, tribale« disse.
Automaticamente, Seldon rispose garbato: «Salute
a voi, signore«. Poi, perplesso, chiese: «Come siete en-
trato?«.
« Dall'entrata, che si è chiusa alle mie spalle. Non eri
molto attento.«
«Già, non eravamo molto attenti, è vero. Però, non
sapevamo cosa aspettarci. E non lo sappiamo nemme-
no adesso.«
«Il tribale Chetter Hummin ha informato i Fratelli
che sarebbero arrivati membri di due tribù. Ha chiesto
che ci prendessimo cura di voi.J-
«Così, conoscete Hummin.~.
«Lo conosciamo. Ci è stato di aiuto. E dato che lui~
20S
un tribale rispettabile, ci è stato di aiuto, adesso anche
noi dobbiamo essergli utili. Sono pochi quelli che ven-
gono a Micogeno e che lasciano Micogeno. Io devo dar-
vi protezione e alloggio, e fare sì che nessuno vi distur-
bi. Qui sarete al sicuro.
Dors piegò la testa. «Vi siamo grati, Caposole Quat-
tordici.«
Caposole si voltò e la guardò con un'espressione di-
staccata di disprezzo. «Sono al corrente delle usanze
delle altre tribù~ disse. «So che altrove una donna pub
parlare prima che le sia rivolta la parola. Quindi non
mi ritengo offeso. Però, consiglierei alla donna di stare
attenta in presenza di altri Fratelli che potrebbero es-
sere meno a conoscenza di certi usi.«
«Ah, davvero?~ Dors, a differenza di Caposole, era of-
fesa.
«E la verità« confermò Caposole. «E non è necessa-
rio usare il mio numero d'identità quando sono l'uni-
co del mio gruppo a essere presente. UCaposole" può
bastare... Ora vi chiedo di venire con me, cosi lascere-
mo questo posto, che è troppo tribale perché mi senta
a mio agio.,-
«Tutti hanno esigenze particolari~ disse Seldon, for-
se alzando la voce un po' più del dovuto «e noi non ce
ne andremo di qui a meno che non ci venga garantito
che non saremo costretti a piegarci alle vostre consue-
tudini e a soffocare la nostra natura. Da noi, una donna
può parlare ogni volta che ha qualcosa da dire. Se ave-
te accettato di tenerci al sicuro, la nostra sicurezza de-
ve essere psicologica oltre che fisica.l-
Caposole fissò Seldon e disse: «Sei audace, giovane
tribale. Qual è il tuo nome?«.
«Hari Seldon, di Helicon. La mia compagna è Dors
Venabili, di Cinna.«
Caposole s'inchinb leggermente mentre Seldon pro-
nunciava il proprio nome, invece restò immobile nel
sentire il nome di Dors. aHo giurato al tribale Hummin
~che avremmo provveduto alla vostra sicurezza, quindi
~r farò il possibile per proteggere la tua compagna. Se lei
Cf vuole essere impudente, mi impegnerò al massimo per-
ché sia giudicata senza colpa... Però, riguardo una co-
sa, dovete conformarvi.,-
E, con grande disprezzo, indicò la testa di Seldon,
~ poi quella di Dors.
r.~ «Cosa intendete dire?« fece Seldon.
g' «I vostri capelli.
r- «Cos'hanno?,,
«Non devono vedersi.«
«Cioè, dovremmo rasarci la testa come voi? Neanche
per sogno.«
«La mia testa non è rasata, tribale Seldon. Sono sta-
E~ to depilato permanentemente all'inizio della pubertà,
come tutti i Fratelli e le loro donne.«
«Se state parlando di depilazione, a maggior ragione
la risposta è no... assolutamente.,-
«Tribale, non vogliamo né la rasatura né le depila-
~ione. Vi chiediamQ solo di coprirvi i capelli quando
siete tra noi.«
«Come?«
«Ho portato delle dermoguaine che si adatteranno al
vostro cranio, e delle strisce per nascondere i peli so-
proculari... le sopracciglia. Le metterete quando sarete
con noi. E, naturalmente, tribale &Idon, tu ti raderai
ogni giorno, o più spesso se sarà necessario.«
«Ma perché dobbiamo farlo?«
·~Perché per noi i peli sulla testa sono ripugnanti e
osceni.,-
«Eppure, saprete senza dubbio che su tutti i mondi
della Galassia c'è gente per cui conservare i capelli è
una cosa normale e abituale.«
«Lo sappiamo. Quelli che, come me, di tanto in tanto
devono avere contatti coi tribali, sono costretti a vede~
re questi capelli. Ci adeguiamo, però è ingiusto chiede-
re agli altri Fratelli di sopportare questa vista.l-
Seldon disse: «Benissimo, allora, Caposole... ma,
dimmi una cosa. Dal momento che nascete coi capelli,
come tutti, e li tenete fino alla pubertà, perché questo
bisogno di eliminarli? E solo una tradizione, o c'è un
motivo razionale?1..
Il vecchio micogeniano rispose fiero: «Con la depila-
zione dimostriamo ai giovani, maschi o femmine, che
sono diventati adulti, e grazie alla depilazione gli adul-
ti ricordano sempré chi sono e non dimenticano mai
che tutti gli altri sono soltanto dei tribali«.
Senza attendere una reazione da parte di Seldon ~e,
in realtà, Seldon non avrebbe saputo proprio come re-
plicare), Caposole estrasse da qualche tasca nascosta
della veste una manciata di sottili pezzi di plastica di
vari colori, e fissò le due facce che aveva di fronte, ac-
costando ad ogni faccia un paio di quelle strisce.
«Il colore deve corrispondere più o meno« spiegò.
aTutti capiranno ugualmente che portate una guaina,
però non deve essere ovvio in modo ripugnante.l-
Infine, diede una striscia di plastica a Seldon e gli
mostrò come trasformarla in una guaina tirandola.
ffPer favore, mettila, tribale Seldon. All'inizio sarai
impacciato, ma ti abituerai.«
Seldon mise la guaina, e le prime due volte gli sciv~
lò via quando cercò di tirarla sui capelli.
«Comincia appena sopra le sopracciglia~ gli spiegò
Caposole, contraendo le dita come se fosse ansioso di
aiutarlo.
Reprimendo un sorriso, Seldon suggerl: «Vuoi met-
termela tu?«.
Al che, Caposole arretrò, quasi sconvolto. «Impossi-
bile. Dovrei toccarti i capelli.~.
Seldon riuscì a infilare la guaina, e seguendo i consi-
gli del vecchio la sistemò così da coprire tutti i capelli.
Le strisce sopraccigliari aderirono senza problemi.
Dors, che aveva osservato attenta l'operazione, indoss~
la sua guaina con estrema facilità.
~ome si leva?" chiese Seldon.
«Basta trovare il bordo e si sfila subito. Sarebbe più
~emplice da mettere e da togliere tagliando i capelli
~iù corti.~
l~r «Preferisco faticare un po'« disse Seldon. Poi si rivol-
,~ se sottovoce a Dors. aSei sempre graziosa, Dors... però,
in effetti, cosi la tua faccia perde un po' di carattere.~-
lr «Sotto il carattere c~'è sempre, però« ribatté lei. «E
,~ ho l'impressione che ti abituerai a vedermi calva.«
Abbassando ancor di più la voce, Seldon disse:
«Non voglio rimanere qui abbastanza a lungo da abi-
tuarmici « .
~ Caposole, ignorando altero i borbottii di quei comu-
E~ ni tribali, disse: «Se ora volete salire sulla mia vettura,
vi porterò a Micogeno«.
«Francamente« mormorò Dors astento a credere di es-
sere su Trantor.,t
«Così, non avevi mai visto niente del genere prima
d'ora?« disse Seldon.
« Sono su Trantor da appena due anni e perlopiù so~
no rimasta all'Università, quindi non ho viaggiato
molto. Comunque, un po' in giro ci sono andata e di co-
se ne ho sentite, però non ho mai visto una cosa del ge-
nere e non ne ho mai sentito parlare. Che monotonia.~-
Caposole guidava metodico e senza eccessiva fretta.
C'erano altri veicoli tozzi nella strada, tutti con uomini
calvi dal cranio scintillante ai comandi.
Su ambedue i lati c'erano strutture a due piani, spo-
glie, squadrate, completamente grigie.
«Squallido« osservò Dors. aDavvero squallido.«
«Egalitario« mormorò Seldon. «Ho la sensazione
che nessun Fratello possa pretendere un trattamento
preferenziale in qualsiasi cosa rispetto agli altri.«-
C'erano molti pedoni lungo i passaggi. Non c'era ~
traccia di corridoi mobili, né si sentiva il rumore di,
qualche Espressovia vicina.
Dors disse: «Scommetto che le figure in grigio sono
donne«.
«Difficile dirlo« fece Seldon. «Le vesti nascondono
tutto, e le teste pelate sono tutte uguali.«
«Le figure in grigio sono sempre in coppia o con una
bianca. Quelle bianche camminano anche da sole, e
Caposole è un bianco.«
«Forse hai ragione.« Seldon alzò la voce. «Caposole,
sono curioso...«
«Se sei curioso, chiedi pure, anche se non sono affat-
to tenuto a rispondere.«
«Sembra che stiamo attraversando un'area residen-
ziale. Non ci sono imprese commerciali, zone indu-
striali...«
«La nostra comunità si occupa esclusivamente di
colture. Come mai non lo sai? Da dove vieni?«
«Sono uno straniero, lo sai« replicò Seldon fredda-
mente. aSono su Trantor da soli due mesi.«
«Dovresti saperlo ugualmente.«
«Ma se la vostra è una comunità che si occupa di col-
ture, com'è che non ne abbiamo viste?«
«Sono ai livelli inferiori« rispose conciso Caposole.
«Dunque, questo livello di Micogeno è interamente
residenziale?«
«Questo e alcuni altri. Siamo come vedi. Tutti i Fra-
telli e le loro famiglie vivono in alloggi uguali; tutti i
gruppi in comunità uguali; tutti hanno vetture identi-
che e guidano la propria. Non ci sono servi, e nessuno
si avvantaggia grazie al lavoro altrui. Nessuno può
vantarsi di essere superiore agli altri.«
Seldon guardò Dors inarcando le sopracciglia coper-
te, e osservò: «Però certe persone sono vestite di bian-
co, mentre certe altre sono vestite di grigio«.
«Perché certe persone sono Fratelli e certe altre sono
Sorelle.~
F~-
«E noi?«
«Tu sei un tribale, un tribale ospite. Tu e la tua...«
~Caposole esitò un attimo prima di riprendere «...com-
~`pagna non dovrete osservare tutte le norme di vita mi-
' cogeniane. Però, tu porterai una veste bianca e la tua
compagna ne porterà una grigia, e vivrete in un allog-
gio per gli ospiti uguale ai nostri alloggi.«
«L'uguaglianza per tutti sembra un ideale gradevole,
ma cosa succede con l'aumento progressivo della vo-
stra popolazione?«
«Non c'è nessun aumento della popolazione. Un au-
mento del genere renderebbe necessaria l'espansione
su un'area più vasta, cosa che i tribali vicini non per-
metterebbero, o comporterebbe un cambiamento in
peggio del nostro modo di vivere.«
«Ma se...« iniziò Seldon.
Caposole l'interruppe. aBasta, tribale Seldon. Ti ho
avvisato... non sono tenuto a rispondere. Il nostro com-
pito, come abbiamo promesso all'amico tribale Hum-
min, è quello di provvedere alla tua sicurezza purché
~ tu non violi il nostro modo di vivere. Lo faremo, ma
! non andremo oltre. La curiosità è permessa, ma la cu-
riosità eccessiva logora la nostra pazienza.«
Il tono di Caposole non ammetteva replica, e Seldon
dentro di sé fremette irritato. Era chiaro che, malgrado
~ tutto il suo aiuto, Hummin non aveva inquadrato il ve-
E ro obiettivo.
Seldon non cercava la sicurezza. Almeno, non solo
f quella. Aveva anche bisogno di informazioni, e se non
le avesse avute non sarebbe rimasto lì.
38
Seldon guardò con una certa angoscia il loro alloggio.
Era dotato di un cucinino privato e di un piccolo ba-
~no, semPre privato. C'erano due letti, due armadi a
muro, un tavolo e due sedie. ~n breve, c'era tutto quello
che era necessario per due persone disposte a vivere in
uno spazio ristretto.
«Su Cinna, avevamo bagno e cucina privati~ disse
Dors, I'aria rassegnata.
«Io no. Helicon sarà anche un mondo piccolo, però io
vivevo in una città moderna. Cucine e bagni comuni...
Guarda che spreco, qui. Può andar bene in un albergo,
dove uno è costretto a un soggiorno temporaneo, ma se
l'intero settore è così, pensa al numero enorme di cuci-
ne e di bagni!«
«Fa parte dell'egualitarismo, immagino. Niente bi-
sticci per gli scomparti preferiti o per il servizio più ra-
pido. A tutti, lo stesso.«
«E niente intimità, per giunta. Non che mi dispiac-
cia da morire, Dors, perb a te potrebbe dar fastidio, e
non voglio dare l'impressione di approfittarne. Do-
vremmo mettere in chiaro che ci servono stanze sepa-
rate... adiacenti ma separate.«
«Sono sicura che non otterremmo nulla. Lo spazio è
prezioso, e secondo me i Micogeniani si sentono già in-
credibilmente generosi per averci concesso questo. Do-
vremo adattarci, Hari. Siamo abbastanza vecchi da ar-
rangiarci. Non sono una verginella pudibonda, e tu
non provare a spacciarti per un giovane imberbe, per-
ché so che non lo sei.J~
«Non saresti qui, se non fosse per me.«
«E allora? E un'avventura.«
«D'accordo. Che letto vuoi? Perché non scegli quello
più vicino al bagno?« Seldon si sedette sull'altro. «C'è
un'altra cosa che mi preoccupa. Qui, siamo tutti "triba-
lin... tu, io, perfino Hummin. Siamo delle tribù esterne,
non dei loro gruppi, e la maggior parte delle cose non
sono affari nostri... Ma la maggior parte delle cose inve-
ce mi riguarda, eccome! Sono venuto qui proprio per
questo. Voglio conoscere certe cose che loro sanno.«
«O che credono di sapere« precisò Dors, con lo scetti-
~smo degno di una studiosa di storia. «Mi risulta che
~biano delle leggende che dovrebbero risalire a epo-
~:he antichissime, ma dubito che si possano prendere
seriamente.~
«Per saperlo, dobbiamo prima scoprire queste leg-
~; gende. Non esistono documentazioni accessibili?«
«Che io sappia, no. I Micogeniani sono una popola-
LF zione tremendamente chiusa. Il loro attaccamento al-
I'isolamento rasenta la psicosi. Il fatto che Hummin sia
riuscito ad abbattere le loro barriere e a farci accoglie-
re qui è eccezionale... davvero eccezionale.«
Seldon meditò. «Eppure uno spiraglio dev'esserci.
Caposole è rimasto sorpreso, anzi si è arrabbiato, nel
constatare che io non sapevo che Micogeno è una co-
munità agricola. A quanto pare, questa è una cosa che
E' non vogliono tenere segreta.«
E «Già, infatti non è assolutamente un segreto. "Mico-
r geno" dovrebbe derivàre da delle parole arcaiche che
significano "produttore di lievito". Almeno, cosi mi
hanno detto. Non sono una paleolinguista. In ogni ca-
so, loro coltivano ogni genere di microalimenti... Iievi-
ti, naturalmente, e poi alghe, batteri, funghi pluricellu-
lari, e così via.~
«Abbastanza normale. Queste microcolture esistono
sulla maggior parte dei mondi. Ne abbiamo alcune
i perfino su Helicon.~
aMicogeno è un altro discorso. E la loro specialità.
Usano metodi arcaici quanto il nome del loro settore...
~` formule di fertilizzanti segrete, condizioni aInbientali
; segrete. E chissà che altro? E tutto segreto.
«Nessuna divulgazione.«
«Assolutamente. Risultato, producono proteine e
aromi particolari, e i loro microalimenti sono diversi
da tutti gli altri. Mantengono la produzione relativa-
mente bassa, e i prezzi sono altissimi. Io non ho mai as-
saggiàto i loro prodotti, e sicuramente nemmeno tu,
ma sono richiestissimi dalla burocrazia imperiale e
dalle classi elevate degli altri mondi. La prosperità
economica di Micogeno dipende da queste vendite,
quindi i Micogeniani vogliono che tutti sappiano che
questi alimenti pregiati provengono da qui. Questo, al-
meno, non è un segreto.~
«Micogeno deve essere ricco, allora.«
«Non sono poveri, ma ho la sensazione che il loro
obiettivo non sia la ricchezza. E la protezione che gli
interessa. Il governo imperiale li protegge perché, sen-
za di loro, non ci sarebbero questi microalimenti che
danno a ogni piatto gli aromi più invitanti, i sapori più
piccanti. Questo significa che i Micogeniani possono
conservare il loro strano modo di vivere e guardare con
arroganza i vicini... che probabilmente li trovano in-
sopportabili.,- Dors si guardò attorno. «Conducono
un'esistenza austera. Niente olovisione, vedo. E niente
videolibri.«
~Ne ho visto uno nell'armadio, sulla mehsola.« Sel-
don lo prese, guardò l'etichetta, poi disse disgustato:
«Un libro di cucina.«
Dors se lo fece dare e toccò i tasti. Impiegò un po' di
tempo, perché la disposizione non era proprio ortodos-
sa, ma alla fine riuscl ad accendere lo schermo e a scor-
rere le pagine. «C'è qualche ricetta, ma perlopi~ sem-
brano saggi filosofici sulla gastronomia.« Lo spense e
lo rigirò per esaminarlo da ogni lato. «Sembra monou-
so. Non mi pare si possa estrarre la microscheda e inse-
rirne un'altra... Un visore con un testo fisso. Questo si è
uno spreco!«
«Forse, per loro, questo videolibro è l'unico vera-
mente importante, e tutto il resto non serve. « Seldon si
sporse verso il tavolino tra i due letti e prese un altro
oggetto. «Questo potrebbe essere un comunicatore, so-
lo che non c'è nessuno schermo.«
«Può darsi che per loro la voce sia sufficiente.«
«Chissà come funziona?« Seldon studiò l'oggetto in
ogni sua parte. «Hai mai visto niente del genere?«
Una volta, in un museo... ammesso che fosse la
~essa cosa. Pare che questa condizione arcaica di Mi-
~eno sia voluta. Secondo me, la considerano un al-
.F° sistema per isolarsi dai cosiddetti tribali che li
~ircondano in numero preponderante. Questo miscu-
~lio di arcaismo e di usanze strane li rende indigeribi-
"~i, per così dire. C'è una specie di logica perversa die-
~tro tutto ciò.,.
Seldon, ancora impegnato ad armeggiare con il con-
~ gegno, esclamò: ~Ehi! Si è acceso. O almeno, qualcosa
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