Le radici del significato
Università Telematica Internazionale UNINETTUNO (IT)
Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del CNR* (IT)
Facoltà di lingue dell’Università di Salerno*(IT)
Finanziamento: -
Partecipanti:
David Gargani (UNINETTUNO)
Grazia Basile (Università di Salerno)
Cristina Caselli (ISTC – CNR)
Descrizione
Il progetto mira ad approfondire le basi filosofiche e teoriche della linea di ricerca sull’ontogenesi del significato. Si lavora inoltre nella direzione di un maggiore approfondimento sperimentale. La possibilità di trovare una sintesi tra semantiche esperienziali e teoria della formatività del linguaggio si fonda su dei presupposti filosofici In particolare la sintesi proposta non è conciliabile con una posizione realista metafisica che ritiene che esista un isomorfismo fra linguaggio, pensiero e realtà. Tale posizione in filosofia del linguaggio assume i connotati dell’aristotelismo linguistico, per cui le parole sono segni delle idee che a loro volta sono segni delle cose del mondo che sono uguali per tutti. Il presupposto di questa teoria è che alcune cose del mondo abbiano una natura comune e che gli esseri umani siano in grado di coglierla costruendo concetti universali. Il progetto prevede quindi un approfondimento delle posizioni filosofiche pluraliste che a partire da Locke, Peirce, Saussure, Wittgenstein, Putnam, Goodman, Prieto hanno sostenuto la possibilità di costruire una pluralità di categorizzazioni valide del mondo.
Una seconda parte del lavoro si concentra invece sulle modalità di sviluppo della cognizione e della semiosi e del modo in cui esse si combinano permettendo agli esseri umani di conoscere il mondo in una pluralità di modi. Questo tema sarà affrontato attraverso due principali snodi:
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La fase esperienziale, ovvero il periodo iniziale dello sviluppo in cui gli esseri umani devono passare da forme conoscitive fondate sulla percezione e sull’azione e strettamente legate al contesto a forme conoscitive sovracontestuali variamente teorizzate da Piaget, Nelson, Vygotskij Deacon, ma anche da filosofi come Emilio Garroni. In questa stessa fase le modalità cognitive umane passano dalla cognizione esperienziale al riferimento simbolico.
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La semiotizzazione del pensiero: il pensiero viene semiotizzato (prevalentemente attraverso lo sviluppo delle lingue) e diventa capace di rivolgersi su sé stesso permettendo lo sviluppo delle meta-rappresentazioni e del pensiero riflessivo in genere.
Entrambe le fasi richiedono, oltre ad una riflessione teorica, anche un’analisi di dati sperimentali. Riguardo il primo punto si tratta di studiare le fasi iniziali della cognizione e della semiosi e lo sviluppo del primo linguaggio per mostrare come l’organizzazione concettuale esperienziale e schematica sia trasformata dai fenomeni di sperimentazione attiva individuati da Piaget e Nelson congiuntamente all’applicazione di questi all’apprendimento della lingua madre.
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