Yoga vasista



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Vasistha continuò: "Quando, aggrappandosi ostinatamente ad una fantasia e perciò abbandonando un'ade­guata indagine nella natura della Verità uno percepisce un oggetto con quella fantasticheria - tale percezione è descritta come condizionamento o limitazione.

Quando si indulge persistentemente e intensamente in quella fantasia, questo mondo appare nella Coscienza. Afferrata nel suo proprio condizionamento, qualunque cosa la persona vede, la considera reale e resta illusa.

Tutto questo avviene soltanto alla persona ignorante.

Quella, la cui percezione è così perversa, è conosciuta come mente. Quando questa mente è confer­mata nella sua percezione perversa, diventa il seme di ripetute nascite, vecchiaie e morti.

Quando le nozioni del desiderabile e dell'indesiderabile non sorgono, allora la mente non sorge e c'è suprema pace. Questi soltanto costituiscono la forma della mente – concetti, immaginazione, pensie­ro e memoria. Quando questi sono assenti, come può esistere una mente quando uno, stabilito nel non-divenire, contempla Quello che non è cambiato nel divenire e quando così percepisce ciò che è così com' è, la mente diventa non-mente.

Quando il condizionamento psicologico o limitazione non è denso, quando è diventato trasparente, uno diventa un saggio liberato che apparentemente vive e funziona in virtù della spinta passata (pro­prio come la ruota di un vasaio gira dopo che è stato ritirato l'impulso iniziale), ma non rinascerà più. Nel suo caso il seme è stato arrostito, per così dire e non germinerà nell'illusione del mondo. Quando il corpo cade, egli è assorbito nell'Infinito.

Dei due semi di questa illusione del mondo (movimento del prana e aggrapparsi alla fantasticheria), se uno cade scompare anche l'altro; poiché i due sono interdipendenti. La mente crea l'illusione del mondo e la mente è creata dal movimento del prana.

Ancora, questo movimento del prana avviene a causa del condizionamento mentale o fantasticheria. Così questo ciclo vizioso è completato; uno nutre l'altro, uno spinge l'altro nell' azione, Il moto è naturale al prana e quando si muove nella Coscienza, sorge la mente, poi il condizionamento tiene il prana in moto, Quando uno viene arrestato, entrambi cadono.

Il condizionamento psicologico o limitazione, soltanto, è la sorgente di inenarrabile dolore e sofferen­za ed è la radice dell’ignoranza, ma quando giunge a fine, la mente cade con esso istantaneamente. Allo stesso modo con il controllo del movimento del prana, la mente giunge all'arresto, senza perce­pire il mondo che dimora all'interno di essa."

Vasistha continuò: "Rama, la nozione di un oggetto è il seme sia per il movimento del prana che per l'attaccamento alla fantasticheria, poiché è soltanto quando tale desiderio per l'esperienza sorge ne l cuore che avviene tale movimento del prana e condizionamento mentale.

Quando questo desiderio per l'esperienza viene abbandonato, entrambi cessano istantaneamente. Naturalmente. la Coscienza che dimora all'interno è il seme di questo desiderio di sperimentare: poiché senza quella Coscienza il desiderio di tale esperienza non sorgerebbe affatto.

Proprio come un uomo sogna la sua propria morte o i suoi viaggi all'estero, così questa Coscienza. per la sua stessa abilità, sperimenta Se stessa come un oggetto.

Quando tale esperienza avviene, il risultato è l'apparizione di questo mondo, o Rama. Quando questa verità è realizzata, l'illusione cessa di essere.

Che cos'è la Verità? Che tutto questo non è null’altro che l'Unica Infinita Coscienza e che al di fuori di Essa non c'è altro.

Qualunque cosa sia vista e qualunque cosa non sia vista. tutto questo è l'Infinita Coscienza - cosÌ dovrebbe realizzare il saggio, purificando la sua visione.

La visione non purificata percepisce il mondo; la visione purificata percepisce l'Infinita Coscienza e questa stessa è la Liberazione. Perciò, o Rama, sforzati di sradicare il desiderio di,esperienza. Libe­rati dall’indolenza. liberati da ogni esperienza."

Rama chiese: "Signore, come possono essere riconciliati questi due? Posso cercare la libertà da ogni esperienza e la libertà dall'inattività allo stesso tempo?"

Vasistha rispose: "Colui che non ha desiderio né speranza per nulla, né intrattiene il desiderio di riposare nell'inattività, costui non esiste come un jiva; egli non è né inattivo, né cerca l'esperienza.

Liberato da ogni condizionamento, pienamente stabilito nello stato di Coscienza non modificata. lo yogi rimane immerso nella beatitudine. Questa beatitudine non è un'esperienza. ma la natura stessa della Coscienza. perciò, non agisce come disturbo, ma rimane integrata nella Coscienza. Là c'è la libeJ1à da ogni esperienza. Allo stesso tempo, lo yogi è costantemente impegnato nell'azione: perciò. c'è libertà dall'inattività."



Vasistha continuò: "Per quanto difficile possa essere raggiungere questo stato. Rama, sforzati di rag­giungerlo e attraversa questo oceano di dolore.

Questo desiderio di esperienza sorge come un pensiero nella Coscienza e con la ripetizione di questo pensiero, guadagna forza. Così avendo provocato all' interno di Se stessa r illusoria creazione, in segui­to la Coscienza conduce Se stessa alla sua propria liberazione. Qualunque cosa concepisca. quella materializza. Così essendosi vincolata. essendosi resa soggetta al dolore (come il baco da seta con il bozzolo), nel dovuto corso di tempo consegue la Liberazione. poiché la sua natura è Infinita Coscienza. Ciò che è visto come r universo non è null’ altro che Pura Coscienza, o Rama.

La Pura Esistenza soltanto, senza alcuna divisione in essa, è il seme di tutto ciò di cui abbiamo discusso fino ad ora: e non c'è seme per questa Pura Esistenza. È la causa di ogni cosa ed Essa stessa è senza causa. In Essa tutto questo è riflesso. Tutte le diverse esperienze sono sperimentate in questa Pura Esistenza, come i diversi gusti sono gustati da un'unica lingua."

Rama chiese: "O Signore, gentilmente dimmi, come può uno rapidamente distruggere tutti questi semi di distrazione e raggiungere lo stato supremo?"

Vasistha disse: "Questi semi del dolore, o Rama, possono essere distrutti ciascuno con la distruzione del precedente. Ma, se con un colpo solo tagli ogni condizionamento mentale e con grande sforzo ti immergi nello stato della Pura Esistenza, presto sarai stabilito in Essa. Se comunque desideri semplicemente trovare un punto di appoggio nella Pura Esistenza, puoi raggiungerlo. con uno sforzo ancora più grande.

Similmente, contemplando la Coscienza Infinita, anche così, puoi riposare nello stato supremo, ma questo richiede uno sforzo ancor più grande.

Se però ti sforzi di distruggere il condizionamento (le vasana, i concetti, le nozioni, le tendenze ecc.), allora in un momento tutti i tuoi errori e malattie svaniranno. Comunque, questo è più difficile degli altri metodi descritti in precedenza. Poiché, sino a che la mente non è libera dal movimento del pensiero, la cessazione del condizionamento è difficile e viceversa: e a meno che la Verità non venga realizzata, la mente non cesserà di funzionare e viceversa.

Ancora, a meno che il condizionamento cessi, la Verità non condizionata non viene realizzata e viceversa.

Poiché la realizzazione della Verità, la cessazione della mente e la fine del condizionamento sono strettamente intrecciati, è estremamente difficile trattare con essi individualmente e separatamente. Perciò, o Rama, con ogni mezzo in tuo potere, rinuncia a perseguire il piacere e ricorri a tutti e tre simultaneamente.

Se tutti questi vengono simultaneamente praticati per un considerevole tempo. allora diventano fruttuosi. non altrimenti.

O Rama, questa apparizione del mondo è stata sperimentata come verità per lungo tempo: e c' è bisogno di persistente pratica di tutti questi tre, simultaneamente, per sopraffarla.

I saggi dichiarano che l'abbandono del condizionamento e il controllo del prana hanno uguale effetto: perciò, uno dovrebbe prati cari i simultaneamente. Il prana è controllato dalla pratica del pranayama e dall’ asana yoga, come insegnato dal Guru, o da altri mezzi. Quando i desideri, le avversioni e le brame non sorgono nella mente, anche se i loro oggetti vengono visti di fronte, allora si deve inferire che il condizionamento mentale si è indebolito; da lì sorge la saggezza che indebolisce ulteriormente il condizionamento. Allora la mente cessa.

Non è possibile 'uccidere la mente' senza adeguati metodi. La conoscenza del Sé, la compagnia di uomini santi, l'abbandono del condizionamento, il controllo del prana - questi sono i mezzi per so­praffare la mente. Ignorando questi e ricorrere a pratiche violente come l'hatha yoga, le austerità, i pellegrinaggi. i riti e i rituali è uno spreco di tempo.

Se uno ha raggiunto anche un po' di controllo sulla mente per mezzo dell’indagine sul Sé. tale persona ha conseguito il frutto della sua vita, poiché quell'indagine sul Sé si espanderà nel suo cuore. Quando tale indagine è preceduta dal distacco e ha conseguito stabilità per mezzo della pratica, tutte le nobili qualità si manifestano naturalmente. L'ignoranza e il suo seguito non disturbano colui che è pienamente stabilito nell'indagine sul Sé e che vede ciò che è senza distorsioni. Quando ha posto il suo piede fermamente nel terreno spirituale, egli non è sopraffatto dai rapinatori conosciuti come piaceri sensoriali.

Ma, i piaceri sensoriali sopraffanno colui che non è così stabilito. La conoscenza della verità scaccia ogni dolore. Insieme con la conoscenza sorge l'esperienza di essa. Ma quando la luce interiore. accesa da un adeguato studio delle scritture e dall'indagine sulla loro verità. illumina sia la conoscenza che l'esperienza di essa, la loro totale identità viene realizzata. Questa luce interiore stessa è considerata come la conoscenza del Sé dai santi. Colui che ha la conoscenza del Sé è per sempre immerso nell'esperienza diretta.

Colui che agisce senza attaccamento, semplicemente con gli organi dell'azione, non è influenzato da nulla, né dalla gioia, né dal dolore. Sicuramente l’attaccamento è la causa di questa illusione del mondo; esso solo crea gli oggetti.

L' attaccamento causa la schiavitù e dolore senza fine. Perciò, i santi dichiarano che l'abbandono dell' at­taccamento è in se stesso liberazione. Abbandona l'attaccamento, o Rama, e sii un saggio liberato."

Rama chiese: "Signore, gentilmente dimmi, che cos'è questo attaccamento?"

Vasistha rispose: "L'attaccamento è ciò, o Rama, che rende il condizionamento della mente sempre più denso, causando ripetutamente le esperienze del piacere e del dolore, relativamente all'esistenza e alla non esistenza degli oggetti del piacere, così confermando tale associazione come inevitabile e provocando un intenso attaccamento a questi oggetti.

Nel caso del saggio liberato, comunque, questo condizionamento è indebolito, se non distrutto. An­che se esiste in uno stato estremamente indebolito, fino alla morte del corpo, le azioni che possono originare da tale indebolito e puro condizionamento non risultano nella rinascita.

D'altra parte, il denso condizionamento che esiste nell'ignorante è esso stesso conosciuto come at­taccamento. Se ti ergi al di là della gioia e del dolore e perciò li consideri allo stesso modo e se sei libero dall’attrazione, dall'avversione e dalla paura, sei distaccato.

Se non ti angosci nei dolori, se non esulti nella felicità e se sei indipendente dai tuoi stessi desideri e speranze, conosci il distacco.

Se hai guadagnato la conoscenza del Sé e se, investito di visione equanime; ti impegni nella sponta­nea. appropriata azione nel qui ed ora, sei distaccato.

Rimanendo stabilito senza sforzo nel non attaccamento, vivi come un saggio liberato senza essere attratto da nulla. Il saggio liberato vive nel silenzio interiore, senza orgoglio né vanità. senza gelosia e con i sensi pienamente sotto controllo. Anche quando tutti gli oggetti del mondo sono sparsi di fronte a lui, il saggio liberato che è libero dalle brame non è tentato da essi, ma si impegna nelle semplici, naturali azioni.

Qualunque cosa sia inevitabile ed appropriata, egli la compie; la sua gioia e la sua delizia, comunque, egli le ricava dall’interno: così è liberato da questa apparizione del mondo.

Proprio come il latte non abbandona il suo colore quando è bollito, egli non abbandona la sua saggez­za anche quando è severamente messo alla prova da terribili calamità.

Che egli sia soggetto a grande dolore o sia designato come sovrano del cielo, rimane in uno stato equilibrato di mente.

Perciò. o Rama, impegnati costantemente nell'indagine sul Sé e riposa fermamente stabilito nella Conoscenza. Così, non sarai mai più soggetto alla nascita e alla schiavitù."




"NIRVANA"

LA LIBERAZIONE

 
Valmiki disse: "Tutti i re e i saggi che erano seduti nella corte erano profondamente assorbiti nel grande discorso di Vasistha; con la loro attenzione completamente fissa sulle sue parole e sui suoi gesti, sembravano più simili a figure di un dipinto che ad esseri umani viventi. In effetti, sembrava che persino il sole. L’aria, gli uccelli e gli animali - l'intera natura - fosse assorbita nell'attento ascolto del discorso del saggio.



Vasistha disse:"O Rama, dovresti contemplare questa verità costantemente. ora. Così sebbene impegna­to in diverse attività. non sarai vincolato se la tua intelligenza ne è saturata. Altrimenti. cadrai proprio come un elefante cade da un precipizio: ciò accadrà anche se concettualizzi questo insegnamento per il tuo intrattenimento intellettuale e non lo lascerai agire nella tua vita.

Al fine di raggiungere lo stato della perfezione o liberazione insegnata da me. dovresti vivere una vita di non attaccamento, facendo ciò che è appropriato in ogni situazione che ti si presenta. Sii certo che questo è il fattore vitale negli insegnamenti di tutte le scritture."

Avendo ottenuto il permesso di congedarsi, tutti i re e i saggi dell'assemblea partirono per la loro dimora. Contemplarono gli insegnamenti di Vasistha e li discussero tra loro stessi, passando soltanto un paio d"ore in piacevole e profondo sonno.

Molto presto l'oscurità della notte cominciò a recedere, proprio come il condizionamento mentale recede con l'approccio del risveglio dell' intelligenza interiore.

Raggi di luce dall' orizzonte, ad oriente, illuminarono i picchi.

Rama, Laksmana e tutti gli altri si risvegliarono con l'ora propizia ed eseguirono i loro doveri religio­si mattinieri.

Poi procedettero rapidamente all'eremitaggio del saggio Vasistha. Gli offrirono adeguata adorazio­ne, si prostrarono ai suoi piedi e lo seguirono alla corte reale.

L'assemblea riempiva la corte; ma c'era un silenzio totale. Tutti gli esseri celestiali ed i saggi presero i loro designati seggi come i giorni precedenti.

Rama fissò devotamente il volto del saggio Vasistha.

Vasistha disse: "Rama, ricordi ciò che ti ho detto fino ad ora, le parole che sono capaci di risvegliare la conoscenza del Sé? Ricorrendo al distacco e ad una chiara comprensione della verità, questo oceano del samsara può essere attraversato: perciò impegnati in tale impresa.

Esiste soltanto !'Infinito, non c'è mente, non c'è ignoranza, non c'è anima individuale: questi sono tutti concetti che sorsero nel creatore Brahma. Qualunque oggetto ci possa essere, qualunque cosa possa essere la mente e i suoi desideri - tutto questo è invero l'unica Coscienza Cosmica.

Sino a che uno considera il corpo come 'io' e sino a che il Sé è posto in relazione a ciò che è visto, sino a che c' è speranza di felicità negli oggetti, con il sentimento 'questo è mio', sino ad allora ci sarà l'illusione concernente la mente, ecc."

Vasistha continuò: "Sino a che l'esperienza di questo mondo come realtà non è stata scossa dall’ energia ricavata dalla chiara percezione della Verità, sino allora resistenza della mente e del resto, sembra essere autoevidente.Tale nozione continua sino a che c’è cieca dipendenza a causa della brama per l’esperienza oggettiva e sino a che ci sono malvagità e illusione come conseguenza.

Ma nel caso di colui che non è attratto dal piacere, il cui cuore è fresco a causa della sua purezza e che ha fatto a pezzi la gabbia dei desideri, delle brame e delle speranze, l'illusa nozione dell'esistenza della mente cessa di essere.

Non è vista più, proprio come foglie secche bruciate. Lo stato della mente dei liberati che ancora vivono qui e che vedono sia la Suprema Verità che l'apparizione relativa, è conosciuta come sattva (purezza). È inadeguato chiamarla mente: è realmente sattva. Questi conoscitori della verità sono privi di mente e sono in uno stato di perfetto equilibrio: vivono la loro vita giocosamente. Scorgono la luce interiore tutto il tempo, anche se sembrano essere impegnati in diverse azioni.

O Rama, hai raggiunto quello stato di sattva e la tua mente è stata bruciata nel fuoco della saggezza. Che cos'è quella saggezza? È che l'infinito Brahman è invero l'infinito Brahman, l'apparizione del mondo è soltanto un'apparenza la cui realtà è Brahman.

Ricorda la tua essenziale natura come Infinita Coscienza. Abbandona le nozioni della diversità."

Vasistha continuò: "Tu sei quell'Oceano di Coscienza in cui appaiono innumerevoli onde e increspature conosciute come universi. Tu sei invero al di là degli stati di essere e non essere, entrambi i quali sono semplici concetti della mente.

Elevati al di là di tale condizionamento e perciò al di là di tutta la dualità. Come possono le tendenze e le limitazioni esistere in te'? Tutti tali concetti sorgono nella Coscienza: come possono allora essere diversi dalla Coscienza e se non sono, come possiamo dire che essi sorgono nella Coscienza? Quello che è conosciuto come Rama è in verità il magnifico Infinito Oceano di Coscienza in cui numerosi universi appaiono e scompaiono come increspature ed onde. Rimani in uno stato di totale equanimità. Tu sei come lo spazio infinito. Il fuoco è inseparabile dal calore, la fragranza dai loti, il nero dal collirio, il bianco dalla neve, la dolcezza dalla canna da zucchero e la luce da una fonte luminosa.

Allo stesso modo lo sperimentare è inseparabile dalla Coscienza.

Lo sperimentare non è diverso dalla Coscienza, il senso dell' ego non è diverso dallo sperimentare, il jiva non è diverso dal senso dell'ego e la mente non è diversa dal jiva. I sensi non sono differenti dalla mente, il corpo non è differente dai sensi, il mondo non è differente dal corpo e non c'è null'altro che questo mondo. Questo catalogo di dipendenti categorie è esistito per lunghissimo tempo; tuttavia non è stato messo in moto da nessuno, né possiamo dire che esso sia esistito per lunghissimo o brevissimo tempo. La verità è, o Rama, che tutto questo non è null 'altro che l'esperienza di Sé dell'Infinito.

C'è il vuoto nel vuoto, Brahman pervade Brahman, la Verità risplende nella Verità e la Pienezza riempie la Pienezza. Il saggio, pur funzionando in questo mondo, non compie nulla, poiché non cerca nulla. Allo stesso modo, o Rama, rimani puro nel cuore come lo spazio, ma esternamente impegnati nell' adeguata azione. In situazioni che possono provocare l'esultazione o la depressione, rimani non influenzato da esse come un pezzo di legno. Colui che è amichevole persino nei confronti di chi lo sta per uccidere, è un veggente della verità.

Vasistha continuò: O Rama, la mente, l'intelletto e il senso dell'ego, così pure come i sensi, sono tutti privi di intelligenza indipendente: dove risiede allora i1jiva e tutto il resto?

Proprio come la luna è una e tuttavia sembra essere due o più a seconda della visione difettosa o dell'agitazione nello strumento riflettente, il Sé è Uno, ma sembra essere molti a causa dell'agitazio­ne causata dai pensieri.

Proprio come la notte giunge a termine quando l'oscurità recede, l'ignoranza trova fine quando il veleno della brama per i piaceri cessa. Questo mortale virus della brama per i piaceri è istantanea­mente curato dalla magica formula delle dichiarazioni scritturai i (Tu sei Quello, ecc.).

Perciò, o Rama, coloro che abbandonano le scritture hanno scelto di vivere come vermi per la loro propria distruzione.

Quando il vento cessa, la superficie del lago diventa ancora una volta calma: quando l'agitazione causata dall' ignoranza cessa, l'instabilità degli occhi causata dall’ infatuazione per la moglie ed altri oggetti di piaceri cessa. Ovviamente, o Rama, hai raggiunto quella stabilità. Hai ascoltato attenta­mente le mie parole ed a causa di questo il velo dell'ignoranza in te è stato sollevato. Persino gli ordinari esseri umani sono profondamente influenzati dalle parole del loro precettore famigliare: come può essere allora differentemente per colui che possiede un' espansa visione come te?"

Rama disse: "Signore, ascoltando le tue parole di saggezza, il mondo che appare essere all’ esterno ha perso la sua sostanzialità e la mia mente ha cessato di esistere. Riposo nella pace suprema. Percepi­sco il mondo così com'è, come l'infinita Coscienza Infinitamente di spiegata di fronte a me.

Tutti i miei dubbi sono stati dispersi. Sono libero dall'attrazione e dalla repulsione. Vedo il Sé come il Tutto in Tutto. Quando penso al passato sorrido alle sciocche idee di dualità che ero solito intratte­nere. Tutto questo grazie all'effetto delle tue parole di nettare, grazie al tuo consiglio spirituale. Mentre ancora vivi in questo mondo sono anche nel mondo della luce. Grazie ai raggi di luce che emanano dal tuo cuore illuminato nella forma di parole di suprema saggezza, sono immerso in supre­ma beatitudine qui ed ora."



Vasistha continuò: "O Rama mi sei caro: perciò ti dichiarerò ancora una volta la verità. Ascolta attentamen­te. Ascolta, sebbene per poteri o fare. devi assumere l'esistenza della diversità. La tua coscienza si espanderà e, la verità che esporrò salverà dal dolore persino coloro che non sono pienamente risvegliati. Quando uno è ignorante, intrattiene l'erronea nozione che il corpo è il Sé; i suoi propri sensi si dimostrano essere i suoi peggiori nemici. D'altra parte, colui che è dotato di conoscenza del Sé e conosce la verità gioisce l'amicizia dei suoi sensi, che compiaciuti ed appagati non lo distruggono. Colui che non ha null'altro che disgusto per il corpo fisico e le sue funzioni sicuramente non indulge in e-sso invitando così la sofferenza.

Il Sé non è influenzato dal corpo, né il corpo è in alcun modo relazionato al Sé. Sono come la luce e r oscurità. Il Sé che trascende tutte le modificazioni e le perversioni, non giunge in esistenza né svanisce. Qualunque cosa accada, accade a questo corpo che è inerte, ignorante, insenziente, finito, perituro e ingrato: che accada. Ma, come può questo corpo mai comprendere (attraverso i sensi o la mente) l'Eterna Coscienza)

Poiché. quando uno è visto come la realtà, r altro cessa di essere. Brahman. che è la Realtà, non può mai diventare irreale anche quando è consapevole della diversità,né il corpo può mai acquisire la natura della Coscienza Infinita. Sebbene il Sé sia onnipresente, non è influenzato dal corpo, proprio come il loto non è toccato dall'acqua. Perciò, proprio come lo spazio non è influenzato dal movimento dell'aria all'interno di esso, questo Sé infinito non è influenzato dalle condizioni conosciute come vecchiaia, morte, piacere e dolore, esistenza e non esistenza che appartengono al corpo.

Anche se tutti questi corpi vengono visti dalla comprensione illusa, sono tutti nella Coscienza Infinita soltanto, proprio come le onde appaiono sull'oceano.

La diversità e la perversità delle apparenze appartengono allo strumento che le riflette: la Verità o il Sé infinito non è influenzato da tutto questo, proprio come il sole non è influenzato dalla diversità e dall'agitazione che il suo riflesso attraversa in vari specchi o altri mezzi riflettenti.


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