Ancora la città-dormitorio


Perché si viene e si resta a Cologno



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Perché si viene e si resta a Cologno


Come è noto, in questi anni diverse città italiane, tra cui Milano, hanno perso una parte consistente della loro popolazione a vantaggio dei rispettivi hinterland. In questo stesso periodo, pur essendosi ridotto sensibilmente il divario dei prezzi immobiliari tra il centro urbano e la fascia immediatamente circostante (come sostiene un operatore che opera in entrambe le realtà, “da Milano a Cologno i prezzi ormai quasi non cambiano”14), resta comunque un differenziale di costo, come confermano tra l'altro diversi degli agenti immobiliari che abbiamo intervistato.

Mentre dunque gli italiani hanno avuto la tendenza a spostarsi nell'area suburbana, finora la componente straniera si è concentrata a Milano, il cui territorio comunale infatti presenta una percentuale di residenti stranieri molto più alta di quella di tutti gli altri comuni della provincia. Ma anche tra gli immigrati si inizia a vedere quello che viene a volte definito effetto-rimbalzo: in mancanza di altre opportunità nel centro cittadino, le persone si spostano nell’hinterland.


Ma c’è ancora una differenza significativa con Milano? Il mercato non si è molto livellato?

Rispetto a particolari zone [di Milano] le differenze sono ancora alte. Se tu vendi un monolocale a piazzale Loreto ti compri un bi o trilocale al quartiere Stella.

(Ai 2)
La differenza di prezzi rispetto al capoluogo – e nello specifico alle sue fasce semiperiferiche, in cui per lo più si insediano i nuovi arrivati – resta dunque anche per Cologno il motivo di attrazione primaria nei riguardi degli stranieri.

Analizzando le inserzioni dei giornali e dei siti web specializzati abbiamo verificato direttamente che – anche se la differenza sta forse riducendosi – le case a Cologno restano mediamente un po’ meno care che a Milano, sia per l'acquisto, sia per l'affitto di un appartamento o soltanto di un posto-letto. Anche se ci sono le eccezioni:


Io credevo che Cologno fosse meno costoso, ma io sto pagando di più.

(Cs 2)
Ma il vantaggio economico non spiega tutto, né spiegano tutto i meccanismi tipici delle catene migratorie, che ad esempio fanno sì che verso Cologno puntino molti dei non numerosi siriani che si stabiliscono nel nostro paese.


Se gli proponi di andare fuori, dicono no, se vengono qui è perché stanno cercando a Cologno. C’è sempre un collegamento con parenti o amici che abitano già qui, sono molto spaesati e hanno bisogno di una mano.

(Ai 1)
Ci sono infatti diverse persone che, a prescindere dalle ragioni più o meno casuali per cui sono arrivate in questa città, vi trovano un ambiente più accogliente, o comunque meno ostile, di quanto sarebbero i vicini quartieri di Milano. In altri termini, se verosimilmente gli stranieri arrivano a Cologno soprattutto per ragioni che esulano dalle caratteristiche specifiche del luogo, non è raro che trovino in seguito dei motivi per rimanervi in maniera molto più consapevole.


Sono in Italia dal ‘97, sono passato per vari quartieri di Milano, ho cercato sempre un ambiente di cultura, vivace, che accetta gli immigrati. A Milano era un po’ difficile integrarsi; un ambiente così non l’ho mai trovato.

E come mai sei arrivato a Cologno?

Perché la casa costava meno ed era più vicino al lavoro, ma Cologno mi è subito piaciuto, ho trovato gente per fare amicizia, italiani soprattutto, ma anche extracomunitari.



Cologno è l’unico posto dove mi sono trovato.

(Cs 3)
In altri casi viene messo in evidenza il fatto che, molto più di quanto avvenga nella maggior parte dei quartieri milanesi, qui è rimasta forte una dimensione di socialità; così come più che altrove, qui si possono ancora trovare modi di usare lo spazio – dalla strada al ballatoio – che sono meno lontani da quelli tipici di alcuni dei paesi da cui vengono i nuovi colognesi. Anche se va evitato il rischio di considerare la cultura e i modi di vivere di tali paesi come un tutt’uno, immobile nel tempo:


E nella vita del condominio in Egitto e a Cologno ci sono differenze?

Più o meno è lo stesso, perché adesso in Egitto la vita è cambiata. Ci sono tantissimi che lavorano, tornano dal lavoro e hanno le cose da fare. Ma la generazione di mia madre era un po’ diversa, perché [le donne] non lavoravano, tutto il tempo a casa.

(Cs 4)
C'è però anche chi nota, con nostalgia, differenze ancora forti tra Cologno e il proprio paese:
In Tunisia abitavo prima in una casa di mio nonno, con tutta la famiglia. Poi abbiamo cambiato, mio padre ha preso un pezzo di terra e ha costruito una casa grande. Mio fratello ha fatto sopra un’altra casa per noi.

Non era uguale a qua, sempre la porta è aperta, mia madre va dai vicini, prima delle feste si fanno sempre i dolci e le donne li fanno tutte insieme.

Invece qui è come un appartamento, non vedi mai la porta aperta. Hanno ragione qua, a chiudere sempre; ma nella mia zona [in Tunisia] non ci sono ladri, perché le case sono attaccate, è una vita così, sempre con la porta aperta.

(Cs 1).
È molto significativo che la presunta diversità di Cologno, per esempio rispetto a Milano, venga spesso collegata dagli stranieri alle moltissime persone provenienti dall'Italia meridionale che si sono stabilite qui nei decenni scorsi.


Poi c’è un’altra cosa, che qua le persone che abitano più o meno non sono milanesi, perché i milanesi sono un po’ ognuno a casa sua, ma questi sono siciliani o napoletani, hanno un carattere un po’ vicino agli arabi: si incontrano, se hanno bisogno di qualcosa, “mi dai un bicchiere di detersivo”, la signora mi chiede “se vai al supermercato mi compri questo”. E invece se vedi una persona milanese è un po’… con se stessa, sì: saluta, parla, ma non è proprio così.

(Cs 4)
Anche in questo caso naturalmente c’è chi ha un'opinione diversa:


Nel tuo palazzo di italiani non ce ne sono proprio più?

Sì, ci sono ancora, per la maggior parte sono napoletani, si comportano malissimo al sesto piano, altro che extracomunitari!

(Cs 3)
Una ragazza boliviana dice che vivere a Cologno le piace molto.
E perché? Quali sono le cose che ti piacciono di più?

Perché è verde.



[con tono incredulo] Verde???

Beh, più di qui. [questa intervista è stata condotta vicino alla stazione di Lambrate]



Questo è vero.

Lì è tranquillo, mi trovo proprio bene. C’è quella via dei pedoni che mi piace molto, mi piace molto la chiesa.

[...] dove abito c’è molta pace. Cologno è tranquillo.

E per convincerti a cambiare? Cosa dovrebbero offrirti?

Forse un appartamento per me, ma anche quello cercherei di vedere se c’è a Cologno. Dove sono, finché posso mi va bene rimanere.

(Cs 2)
D'altra parte non va esagerato il valore di questi tratti distintivi. Non sempre viene colta l'autonomia amministrativa di Cologno e il suo essere altro rispetto alla periferia milanese: alla domanda “dove abiti?” alcuni degli allievi della scuola di italiano – che almeno in parte sono a Cologno solo da pochi mesi, ma che comunque sono quasi sempre collegati, per via delle reti migratorie, a persone già residenti da tempo – danno risposte tipo “a Milano-Cologno”; altri invece attribuiscono un significato molto forte alla suddivisione della città in tre fasce sulla base della vicinanza alle stazioni della metropolitana, come se Cologno-Sud, Centro e Nord costituissero altrettante realtà separate.

Ma soprattutto, di fronte alla forza con cui alcuni sottolineano il loro radicamento sul territorio e la scarsa disponibilità a traslocare altrove, va ricordato che per gli immigrati stranieri l'insediamento in un ambito locale nuovo comporta una fatica notevole: per questo è molto comprensibile che, se e quando si riescono a conquistare il rispetto e la fiducia dei vicini, ci sia ancora più reticenza a cambiare nuovamente casa e quartiere di quanto sarebbe per una famiglia italiana, almeno in parte a prescindere dalle qualità specifiche dei due luoghi.


Se trovo un’altra casa che costa poco, e se trovo la compagnia per pagare io vado, l’importante è la tranquillità.

Però i vicini mi mancherebbero, una volta ho detto a quella che dice che è come mia sorella [una vicina] che sarei andato, lei ha detto “ti uccido, dove vai?”. Ma non solo lei, anche con gli altri, parliamo, ci mettiamo in cerchio e parliamo. L’altra volta mi hanno spiegato come si fa il nodo per la cravatta.

(Cs 1)
Qui è la prima zona che ho conosciuto, anche più o meno le persone le conosco, anche c’è il metro, c’è il pullman, c’è il supermercato, c’è la scuola dei miei figli. Anche – dico la verità – anche per i vicini, perché ormai i vicini mi conoscono come se fossi una della loro famiglia. [...]

Tu queste persone hai iniziato a conoscerle 10 anni fa. Secondo me per le persone che adesso arrivano nelle case è molto più difficile fare amicizia, perché loro sono stranieri.

È certo, ma anche io non vorrei trasferirmi per questa cosa, dovrei ricominciare, comincio come una straniera, e in questo periodo che viviamo, hanno anche da una parte ragione, non è tutto torto, perché succedono tantissime cose... E così per conoscermi ci vuole ancora… passa forse più di un anno, fino a che ci diamo un po’ la fiducia.

(Cs 4)


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