A elena bernardi


V.G. e M. Carissima Figlia



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V.G. e M. Carissima Figlia


Bergamo li 7 aprile 1830
Spero che Michele sarà arrivato felicemente, che dal medesimo avrai avuto le mie nuove. Oggi di nuovo ti scrivo mia Cara Figlia per tua quiete. Sappi che con sincerità mi sento meglio. La tosse l'ho meno, ed alla notte mi lascia stare e non arrivò questa volta ad essere forte come quella, ch'ebbi costì. Non ti prendere dunque pena perche spero proprio che tra pochi giorni non sarà altro. Capisco bensì ch'era necessario, ch'io mi fermassi questi pochi giorni a Bergamo per ischivare una malattia, che poteva andare ad incontrare se non mi aveva un poco di cura.

Siccome per altro non posso con precisione sin quì conoscere quando mi lascierano partire non avendo ancora il polzo netto dalla febbre del tutto, così intanto ti scrivo quello, che mi pare potressimo fare per ajutare la povera Casa di Trento, che al sommo mi sta a cuore di non poterla andare ad ajutare. Già ti assicuro, che se vado i giorni di questa settimana migliorando, e che senza patire possa fare il viaggio, io cerco per mercoledì della ventura settimana di venire a Verona, ma meglio è intanto, che facciamo le disposizioni com'io non potessi venire.

Andai dunque pensando quali compagne di, costì potressimo mandare. Le più opportune mi sembrerebbero la Rosa sotto superiora 1 la Giuseppina Gagliardi 2 per la cucina, quando alla Rosasotto superiora non sembrasse più addattata per la cucina la Marietta 3 se stà bene, o la Mincolota 4. Vorrei dare una terza, ma non so a chi appigliarmi. A un caso disperato anche queste due po­tranno supplire.

Se stasse bene la Teodora 5, ha pratica perche fù meco in simi­le incontro a Venezia, ed a quelle dame piacque assai, ma non sò se alla sotto superiora anche che stasse bene accomoderebbe, e non stando bene no certo.

Vi sarebbe l'Adelaide 6, la Marianna Ravelli 7, se stasse bene la Felicita 8.

Io non sò cosa risolvere così sul punto. Facciamo orazione poi risolverai, supplendo per quella che manderai, affinche quell'im­piego non resti abbandonato, parlo ove si tratti di peccati.

Parlando con te colla solita mia sincerità sono persuasa dal mi­glioramento di ieri a oggi, che lunedì potrò essere in caso di partire, non sò se mi torni più il conto di tornare a Milano, e terminare quanto mi resta colà. Poi venir quì, e ritornando a Verona non più venire da queste parti nell'anno corrente.

In somma facciamo orazione, ed il Signore disporra Lui. Fa che preparino la vita della Beata

Maria dell'Incarnazione9 e quella di Santa Catterina da Genova10; l'orazione funebre della piissima
Principessa Doria11. Dei libri di Esercizi di Sant'Ignazio per i se­colari che ne dobbiamo avere del Cattaneo12, del Pinamonti13. I due libri del Scaramelli14 ambedue i tomi. I due tomi di Boriglio­ni15 da portare a Trento e riportarli nel ritorno.

Per lo Scaramelli domandate al Signor Don Battistino16, al quale vi prego dè miei rispetti. Io l'ho sempre conosciuto per un li­bro ottimo, ma qualcheduno mi fece qualche obbietto sul libro,per ciò domanda a lui.

Già spero che Don Leonardo17 mi avrà risposto, e tu avrai la lettera. Nel caso mai che martedì tu non mi vedessi fà partire la mattina del mercoledì per tempo le compagne con Michele, e fa ch'egli le accompagni a tenore della risposta. Tu regolati a mandare o non mandare la Beppa Gilardi perche essendo vistosa quando dobbiamo essere un po incerte manda la Mincolotta ch'è brutta, ed ha una certa età. Anzi pensandovi bene, in ogni modo manda o la Mincolotta, o la Marietta, come meglio accomoda alla sotto supe­riora.

Restai d'accordo con Michele di fare il favore d'accompagnar­le. Lo pregai anche di comperare abbrustolire, e macinare una scat­tola di caffe, e sabato, o meglio lunedì fà comperare 6 polastre vive alle quali potete tirare il collo la sera del martedì, pellandole, e net­tandole perche durino fresche e poi cercate d'accomodarle alla me­glio perche durino, e chi andrà a Trento le porterà seco. Preparate pure un po di spizierie18 broche di garofolo19 uva passa pignoli mandole20 perche quello è il paese dell'impossibile21. E convie­ne ajutare le povere compagne portando pero loro anche il conto perche le Dame vorranno pagare. Mi dimenticava che converrà an­che portar loro un po di riso, e se vi viene in mente a voi altre qual­che altra cosetta che quì non mi ricordi. Già se capisco di non veni­re coll'ordinario di sabato o a voi altre o alla Giuseppina 22 darò un'idea più minuta. Fa che la Rosa prenda del danaro anche per pagare i vetturali. Questa volta prendi Cattinari, e contratta se fosse solo fino Bor­ghetto.

Vi abbraccio tutte di vero cuore e vi lascio nel Cuor Santissimo di Maria. Non vedo l'ora di avere le nuove delle nostre ammalate della cara ragazzina Rossetta
Bergamo li 7 aprile 1830

Affezionatissima Madre


Maddalena Figlia della Carità23

BERGAMO

VERONA


9 APR(ile)

Alla Signora


La Signora Angela Bragato

Figlia della Carità

Ricapito dal Signor Verdari

Alla Porta dei Borsari

VERONA

AD ANGELA BRAGATO

2116(Bergamo#1830.04.09)

[ Bergamo, 9 aprile 1830]
La Canossa continua a migliorare, ma poiché senz'altro a Trento non potrà andare, fa seguito alla lettera del 7 aprile, aggiungendo qualche sua incertezza sul numero delle aiutanti da mandare. Espone poi tutto un piano per il ritorno, lasciando tuttavia alla Dabalà di stabilire per il meglio.

Carissima Figlia

Mi lusingava jeri di ricevere tue lettere mia Cara Figlia, giacchè pensava che Michele 1 arrivando mercoledì avresti avuto tempo per giovedì di buon'ora di mettere due righe in posta, ma nulla ri­cevetti. Vuol dire che non sarà giunto in tempo. Già avrai ricevuto un'altra mia che ti scrissi subito il mercoledì, e continuerò per un poco a scrivervi due volte alla settimana, tanto che stiate quiete. Oggi ti diro che sono senza febbre, che la tosse è diminuita, ma di questa non ne sono ancor libera,onde vedo, che quantunque since­ramente ti assicuro, che potrei per la mia salute mettermi da un giorno all'altro in viaggio, per Verona, non mi sento però in istato di poter partire lunedì, viaggiare martedì, e mercoledì continuare per Trento, per ivi intraprendere una nuova fatica.

Singolarmente perche con questo tempo così incerto, osservo, che la mia tosse se prende un freddo improvviso cresce di nuovo, onde a me pare più opportuno quì fermarmi tranquillamente, sino che propriamente sono rimessa, cosa a me pare non andrà tanto lunga avendo molta quiete e giovandomi anche l'aria. In seguito ve­dremo cosa sarà da farsi. Ti scrissi nella lettera di mercoledì un processo relativamente a Trento, e ti aveva anche scritto da manda­re oltre la sotto superiora 2, ed una per la cucina, una terza. Ma mi è venuto il dubbio, che non sò se abbiano letti. Per ciò se sei in tem­po manda le sole due. Se poi qualche giovane fosse in isperanza di andare, allora la­scia correre, che s'ingegneranno.

Già mi lusingo che Don Leonardo 3 avrà risposto alla mia lettera, e la risposta tu l'avrai, onde per mandare le compagne regolati in conformità della risposta.

Pel ritorno di queste dirai alla cara Rosa, che ti scriva il giorno, che col Signor Don Leonardo ritornerà sino al Vò 4 ed in quel gior­no manda Michele a prenderle, prendendo Cattinari anche quella volta, di modo che possano ritornare a Verona lo stesso giorno.

Se poi, dirai alla Rosa, non potessero partire col Signor Don Leonardo quello stesso giorno, allora converrà io penso, che le mandi a prendere quantunque vi sarebbe anche la compagnia del Si­gnor Don Venturi 5, ma non so come si regolino, per ciò la Rosa faccia lei, come giudica meglio colla sua solita prudenza.

Dirai alla stessa secretamente da mia parte che la Rosmini6 tende assai all'economia. Io non dico di buttar via la robba. ma que­sti non sono incontri da guardar tanto per la sottile, e per ciò piut­tosto che vi metta del nostro, ma non rovinino il Ramo7.

Oggi cioè mezz'ora fà, ricevetti la cara tua, cioè il sabbato santo dopo le 3 ore. Mi consolai tanto sentendovi tranquille, e ti assicuro sinceramente che stò benino, e se avessi a star male io stessa cercherei di venire a piccole giornate, ma a Verona per tutti i rapporti.

Non puoi credere quanto mi sia consolata per la grazia che Ma­ria Santissima fece alla Cara Isabella 8, vedrai, che la compirà to­talmente. Mi pare ch'essa avrebbe coraggio di andare anche a Tren­to. Umanamente il viaggio, è scabrosetto, ma lascio che facciate voi altre.

Se Maria Santissima ha fatto il miracolo compito, e che stia be­ne come prima d'ammalarsi, in tutto vedete voi altre cosa possa es­ser meglio. Se poi fosse grazia come dalla tua lettera mi pare, allora mi sembrerebbe fuori d'un lume straordinario, di fare una cosa ri­schiosa, e dovendo colà subito lavorare non mi pare che sia il caso. Ti ringrazio delle notizie, che mi dai di tutte, e della Cara Mariettina 9.

Non è già ch'io dubiti, che questa ragazzina non abbia il suo go­verno, ma già tu sai come sono io colle ammalate gravi, e ti raccomando sino, che non è affatto fuori di pericolo farla confessare spesso, perche sappi che adesso quand'io era a Milano la piccola Damina Paduli nipote del Conte Mellerio 10 stava male, e le fecero due salassi. Finalmente il primo medico di Milano andò a visitarla, e disse che si poteva contare fuori di pericolo, e mezz'ora dopo nep­pure, spirò. Sorte ch'era da stolla bianca.

Vi sono poi obbligatissima a tutte della vostra disposizione d'assistermi. Vi abbraccio tutte, e tutte vi lascio nel Cuor Santissimo dell'amorosissima nostra Madre.

Scrissi alla Rosmini tutti que lumi che mai mi vennero in men­te. Fà che la Rosa, oltre i libri che ti scrissi l'altro giorno, porti seco anche la vita della Marchesa Serponti 11.Dimmi come se la passa a Cara Cecilia12 in particolare, e già continuami le notizie di tutte.

Sta certa che ti scriverò le mie nuove sincere, e limpide anche mercoledì. Dirai alla Cara Rosa che la prego appena arrivata a Trento scrivermi subito lo stato di salute della Gioppi 13, e della Cattina ma della prima singolarmente.
Tua Aff.ma Madre

Maddalena Figlia della Carità14


Se mai ti si presenta un qualche sicuro incontro per Bergamo ti prego di mandarmi il libro delle lettere che deve avere la Prudenza per far fare gli esami a queste maestre. Se non lo ha la Prudenza15 domanda alla Bernardina 16 o alla Teodora 17.
PS. Se mai tu non avessi risposta da Don Leonardo manda da Carlino 18 a vedere cosa ne sà, e partendo le compagne quando sa­ranno al Vò dopo avere rinfrescato al Borghetto 19, Michele sa la casa di Don Leonardo. Si fermino, e lo prendino seco sempre che da Trento non vi avessero scritto che non sanno altro.
BERGAMO

11 APR(ile)


Alla Signora

la signora Angela Bragato

Figlia della Carità Ricapito

dal Signor Verdari alla Porta

dei Borsari


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