LETTERE DI
MADDALENA DI CANOSSA
EPISTOLARIO III/3
A GIUSEPPA TERRAGNOLI
1769(Verona#1827.01.07)
Il freddo invernale causa tanti malanni alle varie consorelle, sia a Verona sia a Venezia, ma niente di preoccupante, perché anche le conseguenze della caduta della Giarola pare si debbano risolvere presto. Si pensi invece al padre della Pilotti, perchè, in qualche momento di lucidità, possa sistemare spiritualmente la propria anima.
V .G. e M. Carissima figlia
Sento dalla Carissima vostra, mia Cara Figlia, come siate costì tutte ingarellate, o per dir meglio mezze. Già queste sono conseguenze della presente stagione fredda ed incostante. Quì pure ne ho un buon numero, ma grazie a Dio tutte cose passaggiere. Fra le altre ho di camera affatto la buona nostra portinara1. Le successe l'accidente l'ultimo giorno dell'anno, che cadette miseramente trovandosi ritta in piedi in cucina. Credevamo da principio che si avesse rotto il femore, ma poi non si verificò che la slogatura de' nervi posti però in cattivissima situazione. Adesso la stessa si alza da letto, e va camminando col suo bastoncello. Io sono quasi la più forte. Voi poi mia Cara Figlia vedete di governarvi, e di rimettervi presto.
Ho voglia di farvi cambiar paese, per vedere se cambiando medico, cessano di farvi tanti salassi, di cui io non ne sono propriamente persuasa.
Spero anch'io che la Floriana2 rimettendosi non andrà più soggetta a' suoi accidenti, e che l'aria in questi niente vi contribuisca. Alla cara Anzoletta3 poi, che cordialmente abbraccio, ditele che le risponderò con più Comodo, e che intanto voglio che stia quieta, e che non si metta in malinconia, perchè già non si muore pel male del montone4.
Rapporto alla nota persona5 mia Cara Figlia pel temporale mi consolo assai, che il Signore da quello mi dite le provveda il sufficiente, ma per lo spirituale, vedete voi per mezzo della Cara Betta6, se all'Ospitale potesse trovare qualche ottimo Religioso, che frequentando colà le sue visite, potesse cogliere il momento lucido della persona inferma, in cui la potesse assistere per l'anima.
Quest'è una cosa che mi stà sommamente a cuore e che perciò assai vi raccomando, molto più sentendo che vadi deteriorando.
Se vedete il Signor Alessandri7, rinnovategli la mia preghiera perchè vada per mia parte da Mons. Patriarca8. Anzi a questo proposito bramerei sapere se fu confirmata la nuova nomina per cotesta città di Mons. Monico9.
Domani so che la vostra mamma vuol venire da me. Quest'è segno che stà bene. Ve la saluterò cordialmente, e le dirò quanto mi commettete.
Di somma fretta per non perdere la posta vi abbraccio tutte, lasciandovi nel Cuor Santissimo di Maria.
Di Voi mia Carissima Figlia
Verona San Giuseppe 7 gennaio 1827
La vostra mamma fu quì adesso, vi saluta e stà tanto bene che pare più giovane di voi, e ho domandato se questa sera va a teatro, ma invece và a vedere il presipio.
Vostra Aff.ma Madre
Maddalena Figlia della Carità 10
Alla Signora
Figlia della Carità
Santa Lucia
V E N E Z I A
A ELENA BERNARDI
1770(Verona#1827.01.11)
Il corso di educazione per le maestre di campagna si terrà, per il 1827, solo a Verona, perché la penuria di soggetti competenti impedirà di farlo anche a Bergamo. Dal Vescovo di Massa sono state inviate a Verona tre candidate maestre una delle quali, per l'età fin troppo matura, assomiglia ai «pomi ruzzeni».
V.G. e M. Carissima Figlia
L'ultim'ordinario per le varie lettere non potei scriverle mia Cara Figlia, e commisi alla buona Superiora1 di farle avere le mie notizie.
Questa volta prego Lei di far sapere colla possibile sollecitudine alla stessa, che ho ricevuto col mezzo della diligenza, i fazzoletti, che mi spedì. Che li trovammo bellissimi, e che meritano veramente il prezzo, che vollero di fattura, per non dire di più. Le continuo buone nuove della mia salute, solo che il gran freddo fa che conviene abbia riguardo pel mio petto.
Mi pareva di averle scritto, e mi pare anche adesso di averlo fatto, l'arrivo delle tre di Massa2. Quel santo Vescovo3 mi scrisse che mi mandava tre figliuole mature, ed infatti tanto sono mature, che una avendo anni 48 assomiglia per maturità ai pomi ruzzeni4, le altre due poi una ha 32 anni, e l'altra 28. Le raccomandi la prego al Signore, acciò riescono secondo i comuni desiderj però imparano.
Quì a rigore della stagione non c'è male per essere la comunità numerosa parlando di salute. Garelle ve ne sono una buona sguadra, ma almeno tutte in piedi adesso.
Ho poi la buona mia Metilde5 portinara obbligata alla camera, per una caduta che fece l'ultimo giorno dell'anno. Trovandosi questa in cucina cadde miseramente senza inzopparsi, e senza quasi sapere come. Si credeva su principio che si avesse rotto il femore, ma poi si trovò solo slogato un nervo, bensì de' maggiori. Il fatto si è che non può camminare per camera speditamente. Faccia la carità di raccomandare al Signore questa buonissima compagna.
Sappia poi mia Cara Figlia, che a Bergamo non trovo più fattibile per quest'anno d'introdurre in quella Casa il corso delle figliuole di campagna, a motivo della mancanza di soggetti. Alla buona Chechina6 di colà tornarono i suoi incomodi, e quantunque non siano questa volta gravi, in ogni modo non sono in grado senza l'ajuto di due soggetti d'intraprendere il Ramo suddetto7. Io pure mi trovo nell'impossibilità di poter da quì levare compagne, eccettuato che una, e questa pure d'altra fondazione, onde per quest'anno ci contenteremo di formare delle maestre in questa Casa.
Ho poi le migliori nuove da Bergamo della Cara Catterina della Visconti8, questa stà bene e si porta benissimo, dando ormai a quella Casa dell'ajuto. Si degni il Signore continuare e benedirla. Raccomando pure quanto posso alla carità delle sue orazioni molti affari che mi circondano.
Le abbraccio tutte di vero cuore lasciandole nel Cuor Santissimo di Maria
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