LIBRO IV CAPITOLO DODICESIMO
Libro V:491 - 12, 1. Tito convocò a consiglio i suoi generali, e i più focosi espressero l'avviso che si dovessero mettere in campo tutte le forze per tentare di prendere d'assalto le mura:
Libro V:492 fino a quel momento, infatti, con i giudei si erano misurati soltanto dei reparti isolati, mentre, se fossero mossi all'attacco tutti insieme, i giudei non ne avrebbero potuto sostenere nemmeno l'urto perché sarebbero stati sepolti sotto i proiettili.
Libro V:493 Invece i più prudenti consigliarono chi di tornare a erigere i terrapieni, chi di non pensar più nemmeno a questi e di limitarsi a stringere il blocco per impedire le sortite e l'introduzione di viveri, abbandonando così la città in preda alla fame ed evitando di scontrarsi col nemico;
Libro V:494 infatti non era il caso di battersi con dei disperati che agognavano solo a finire sotto una spada, perché altrimenti li attendeva una sorte ancora più miserabile.
Libro V:495 Tito dichiarò che a lui pareva poco decoroso restare del tutto inattivo con un esercito così imponente e che, insieme, giudicava superfluo attaccare degli uomini che stavano per dilaniarsi fra loro;
Libro V:496 d'altro canto egli mise in evidenza la difficoltà d'innalzare terrapieni, data la mancanza del legname necessario, e la difficoltà ancora maggiore di impedire le sortite; infatti non era facile disporre l'esercito come un cordone attorno alla città per la grande estensione di questa e per le difficoltà del terreno, senza dire dei pericoli di un tale schieramento in caso di un attacco nemico.
Libro V:497 E mentre essi avrebbero tenuto sotto controllo i passi conosciuti, i giudei, spinti dalla necessità e guidati dalla conoscenza dei luoghi, ne avrebbero scoperti di nuovi; se poi quelli fossero riusciti a introdurre furtivamente dei viveri nella città, l'assedio si sarebbe trascinato ancora più in lungo.
Libro V:498 Tito espresse infine il timore che la gloria del successo gli venisse diminuita dalla lentezza nel conseguirlo, perché col tempo tutto si può fare mentre l'abilità sta nel farlo presto.
Libro V:499 E allora, se volevano conciliare insieme la rapidità e la sicurezza, bisognava circondare con un vallo l'intera città: soltanto così avrebbero bloccato tutte le vie d'uscita e allora o i giudei, perduta ogni speranza, avrebbero consegnato la città o, stremati dalla fame, sarebbero stati facilmente annientati.
Libro V:500 Inoltre egli contava di non restare inattivo sino alla fine, ma di riprendere il lavoro dei terrapieni quando i difensori avrebbero opposto più debole resistenza.
Libro V:501 Se qualcuno giudicava troppo impegnativo ed arduo il suo piano, considerasse che ai romani non si addicevano imprese da poco e che senza fatica nessuno può compiere facilmente qualche cosa di grande.
Libro V:502 - 12, 2. Avendo con tali argomenti persuaso i generali, Tito comandò loro di ripartire il lavoro fra i diversi corpi. I soldati furono presi da un ardore sovrumano e, quando vennero assegnati i vari settori della circonvallazione, non soltanto gareggiarono fra loro le legioni, ma anche i reparti di cui ciascuna era composta,
Libro V:503 e il soldato si sforzò di guadagnarsi l'elogio del decurione, il decurione del centurione, il centurione del tribuno, mentre i tribuni cercavano di competere con i generali e della emulazione fra i generali era giudice Cesare; questi infatti ogni giorno compiva numerosi giri d'ispezione per controllare il lavoro.
Libro V:504 Cominciando dal Campo degli assiri, ov'era il suo accampamento, egli fece drizzare il vallo verso la parte più bassa della Città Nuova, e di lì attraverso il Cedron fino al monte degli Olivi;
Libro V:505 poi, facendolo piegare verso sud, racchiuse il monte fino alla rupe chiamata Colombaia e l'adiacente collina che domina i pendii della fonte Siloa, e di lì lo fece volgere a occidente e scendere nella valle della fonte.
Libro V:506 Il trinceramento risaliva poi lungo il monumento del sommo sacerdote Anano e, tagliando il colle su cui s'era accampato Pompeo, volgeva verso nord e,
Libro V:507 raggiunta una frazione che si chiamava Casa dei Ceci, recingeva poi il monumento di Erode e, volgendo a oriente, arrivava all'accampamento donde aveva preso inizio.
Libro V:508 Questo vallo aveva la lunghezza di trentanove stadio, e comprendeva verso l'esterno tredici fortilizi i cui perimetri assommavano complessivamente a dieci stadi.
Libro V:509 L'intero lavoro fu condotto a termine in tre giorni, con una rapidità incredibile per un'opera che avrebbe richiesto dei mesi.
Libro V:510 Rinchiusa la città entro questa linea e collocate le guarnigioni nei fortilizi, Tito riservò a sé l'ispezione del primo turno di guardia durante la notte, e affidò quella del secondo turno ad Alessandro, mentre quella del terzo turno veniva assegnata per sorteggio ai diversi generali.
Libro V:511 Anche gli uomini di guardia avevano le ore di riposo stabilite dal sorteggio, e durante l'intera notte pattugliavano il terreno tra un fortilizio e l'altro.
Libro V:512 - 12, 3. Ai giudei insieme con le vie d'uscita dalla città fu preclusa ogni speranza di salvezza, e la fame, fattasi più micidiale, sterminava il popolo a intere casate e famiglie.
Libro V:513 Le case erano pieni di donne e di bambini consunti, i vicoli di vecchi stecchiti, mentre i ragazzi e i giovani col corpo tumefatto si aggiravano come fantasmi nelle piazze e stramazzavano dovunque il male li finiva.
Libro V:514 Erano tanto deboli da non aver la forza di seppellire i loro parenti, e chi stava un po' meglio esitava a farlo sia per il gran numero dei cadaveri, sia per l'incertezza della propria sorte; infatti parecchi cadevano morti sopra a quelli che stavano seppellendo, e molti arrivarono alla loro tomba prima di essere raggiunti dal fato di morte.
Libro V:515 Fra tanti lutti non si levava un lamento o un gemito: la fame cancellava i sentimenti, e quelli che stentavano a morire guardavano con gli occhi asciutti e le bocche contorte chi li aveva preceduti nell'ultimo riposo. La città era in preda a un profondo silenzio e a una notte piena di morte, ma anche a qualche cosa di peggio, i banditi.
Libro V:516 Scassinando le case, diventate ora dei sepolcri, essi spogliavano i morti e, strappate le vesti dai corpi, se ne uscivano sghignazzando; provavano la punta delle spade sui cadaveri, e talvolta trafissero anche dei disgraziati che erano caduti stremati ma non erano ancora morti;
Libro V:517 non si curavano invece di quelli che li supplicavano di dar loro il colpo di grazia, e li lasciavano morire di fame. Chiunque spirava teneva gli occhi fissi verso il tempio distogliendoli dai banditi che si lasciava dietro di sé.
Libro V:518 Costoro dapprima disposero che i cadaveri venissero sepolti a spese pubbliche, non sopportandone il fetore; poi, quando quelli diventarono troppo numerosi, li fecero scaraventare dall'alto delle mura nei burroni.
Libro V:519 - 12, 4. Quando nei suoi giri d'ispezione Tito vide i burroni ricolmi di cadaveri, e un denso liquame fluire sotto i corpi putrefatti, ebbe parole di commiserazione, e levando le mani al cielo chiamò Dio a testimone che tutto quello non era opera sua.
Libro V:520 Tale era la situazione della città. I romani invece, poiché nessuno dei ribelli faceva più sortite, essendo ormai anch'essi in preda allo scoramento e alla fame, avevano il morale altissimo, riforniti abbondantemente di grano e di tutto ciò di cui abbisognavano dalla Siria e dalle province vicine.
Libro V:521 Molti si appressavano alle mura e, mettendo in mostra una gran quantità di viveri, stimolavano la fame dei nemici con lo spettacolo della loro sazietà.
Libro V:522 Ma poiché i ribelli non cedevano dinanzi a tante sofferenze, Tito, preso da compassione per quanti restavano del popolo e volendo strappare a quella sorte almeno i superstiti, cominciò di nuovo a innalzare i terrapieni anche se procurarsi il legname era diventato ora più difficoltoso.
Libro V:523 Tutti gli alberi intorno alla città erano stati abbattuti per i lavori precedenti, e i soldati dovettero trasportare il nuovo materiale da novanta stadi di distanza. Ed essi innalzarono i terrapieni soltanto di fronte all'Antonia, ma erano divisi in quattro sezioni ed erano molto più grandi dei precedenti.
Libro V:524 Andando in giro a ispezionare le legioni e a spronarle al lavoro, Cesare mostrava ai ribelli che ormai erano nelle sue mani.
Libro V:525 Ma costoro erano gli unici in cui fosse svanito ogni rimorso per il mal fatto: avevano come separato l'anima dal corpo trattandole come due cose estranee;
Libro V:526 infatti né la sofferenza placava la loro ferocia, né il dolore agiva sul corpo. Come cani dilaniavano i resti del popolo, e riempivano le prigioni di disgraziati senza più forza.
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