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Entwicklung des Geldwesens

Il denaro in diverse epoche

L’argent à différentes époques

Vorderseite - Fronte - Côté antérieur

a) Phänicien, 1000 v. C..

b) Griechische Münzen

c) Römische Münzen

d) Merowingische und Karolingische Münzen

e) Mittelalterliche Münzen

f) Papiergeld

a) fenici, 1000 anni avanti Cristo

b) monete greche, 700 - 429 a.C.

c) monete romane, 37 - 117 d.C

d) monete merovingie e carolingie, 500 - 814

e) monete del medioevo, 15° sec

f) carta moneta e biglietti, 18° sec

a) phéniciens, 1000 ans avant J, C.

b) monnaies grèques, 700 - 429 avant J. C.

c) monnaies romaines, 37 - 117 après J. C.

d) monnaies mérogingiennes et caroligiennes, 500 - 814

e) monnaies du moyen age, 15e siècle

f) papier monnaie et billets de banque, 18e siècle

Rückseite - Retro - Verso

a) Entwicklung des Geldwesens.

Ehe es Münzen zum Wertausgleich gab, bediente man sich hierzu bestimmter Gegenstände, die an Zahlungsstatt angenommen wurden, wie gewisse Mengen Korn, Wein, Vieh, Felle, Metalle, Perlen, Edelsteine usw. Später jedoch beschränkte man sich auf die Edelmetalle. Die handeltreibenden Phönizier führten ihre Waren, wie Waffen, Glaszierate, Schmuckgegenstände aus Bernstein, Purparstoffe usw. nach den verschiedenen Mittelmeerhäfen, ja sogar bis nach dem Norden Europas aus und tauschten dafür Gold in Barren und Ringen ein.

b) Entwicklung des Geldwesens.

Die ersten geprägten Münzen etwa 700 Jahre vor Christ Geburt angefertigt worden sein und zwar in griechischen Städten Kleinasiens. Es wurden zuerst Geld, dann auch Silberstücke zur Gewährleistung ihres Gewichtes und ihrer FeiiAeit mit einem staatlichen Stempel versehen und dadurch besonders für den Wertaustausch bestimmt. Später gelangte diese Sitte, Edelmetalle mit einem Gepräge zu versehen, auch nach dem griechischen Mutterlande und verschiedene Städte gaben Münzen aus mit dem Bildnisse ihrer Schutzgottheit. So führten die Athener auf ihren Münzen das Bild der Pallas Athene oder der ihr geweihten Eule, des Sinnbildes der Wissenschaft und der Weisheit.

c) Entwicklung des Geldwesens.

Neben manchen anderen Kulturerrungenschaften übernahmen die Römer die Münzprägung. So entstand z. B. das römische As, eine sehr grosseMünze mit dem zwei Gesichter zeigenden Januskopf. Zu Zeiten des ersten Republik hatten die vornehmsten Familien das Recht, eigenes Geld mit ihren Abzeichen zu prägen. Später, unter den Kaisern, wurde das Prägen des Geldes ein Vorrecht der Krone; die Herrscher folgten jedoch zuweilen so rasch auf einander, dass mancher es nicht erlebte, die Münzen mit seinem Bildnis selbst zu sehen. Unser Bildchen zeigt eine Kupfermünze aus der Zeit Caligulas, geprägt 37 n. Chr., sowie auch einige Goldmünzen Trajans (98 - 117 n. Chr.), wovon eine mit seinem Bildnis.

d) Entwicklung des Geldwesens.

Als die Germanen die Römer besiegt und das römische Reipff zu Falle gebracht hatten, nahmen sie von den Unterlegenen ausser manchem andern auch die Sitte des Geldprägens an. Bald gab es zahllose Münzsorten, wodurch vielerlei Missbräuche erwuchsen. Karl der Grosse schaffte auch hier Ordnung und führte in seinen Staaten ein geordnetes Münzwesen ein. Infolgedessen blühten Handel und Gewerbe, die durch die unruhigen Zeitläufte sehr gelitten hatten, wieder auf und die Beziehungen dehnten sich auf alle Länder, ja sogar bis weit in den Orient aus.

e) Entwicklung des Geldwesens.

Im Mittelalter begann das Geld allmälich die bisher herrschende Naturalwirtschaft zu verdrängen, wenn diese sich auch teilweise, namentlich auf dem Lande, bis in die neueste Zeit zu behaupten vermochte. Ein grosses Hindernis für die gedeutliche Entwicklung des mittelalterlichen Münzwesens war der Umstand, das grosse und kleine Reichsstände, Städte und Klöster, Fürsten, Grafen tund Herren sich Münzrechte anmassten, wodurch eine Viel­fältigkeit undeine Münzverschlechterung entstand, die sich bis tief ins 18. Jahrhundert hineinzog. Die ersten Goldgulden wurden unter Kaiser Sigismund geprägt, der auch die Scheidemünzen einführte. Erzherzog Sigismund von Oesterreich liess in seiner Münzstätte zu Joachimstal in Böhmen Silbergulden prägen, die im Verkehr Joachimstaler genannt wurden, woraus dann später das noch heute gebräuchliche Wort Taler entstanden ist.

f) Entwicklung des Geldwesens.

Zur Erleichterung des Verkehrs, besonders beim Zahlen grösserer Summen, bietet das Papiergeld grosse Bequemlichkeit, da es das Bargeld vollständig zu ersetzen vermag, vorausgesetzt natürlich, dass der ausgebende Staat für jedes Blatt mit der darauf angegebenen Summe haftet. Nicht immer war es einzelnen Staaten möglich die von ihnen in Umlauf gesetzten Scheine auch wieder gegen bar einzulösen. So waren in Frankreich zur Zeit der grossen Revolution infolge finanziekller Bedrängnis Assignate, d. h. Anweisungen auf das Nationaleigentum, in Betrage von 46 Millionen Livres ausgegeben worden. Da die Regierung jedoch bald in Zahlungsschwierigkeiten geriet, sanken diese Papiere so stark im Werte, dass man z. B. 1795 für 20,000 Livres in Assignaten kaum ein Paar Stiefel erstehen konnte.

a) Il danaro in diverse cpoche.

Prima che fossero conosciute le monete, si usavano, per rappresentare il valore delle merci, certi determinati oggetti, come delle quantità prestabilite di grano, di vino, di bestiame, di polli, di metallo, di perle, di pietre preziose, ecc. In seguito però l'uso si limitò ai metalli. I fenici, commercianti per eccellenza, esportavano le loro merci, armi, vetrerie, oggetti d’ornamento di ambra, stoffe di porpora, ecc. nei diversi porti del Mediterraneo e perfino nelle regioni settentrionali d'Europa, ove le scambiavano con barre ed anelli d'oro.

b) Il danaro in diverse epoche.

Le prime monete furono coniate probabilmente nell'anno 700 av. G. C. nelle città greche dell'Asia Minore. Dapprima si fecero in oro, indi anche in argento e si munirono di un contrassegno ufficiale per garantirne il peso e la lega. L'uso di valersi di metalli monetati nelle transazioni commerciali passò presto nella Grecia propriamente detta e parecchie città coniarono delle monete recanti l'effigie delle loro divinità tutelari. Fu così che gli ateniesi raffigurarono sulle loro monete l’effigie di Minerva o del gufo, suo uccello sacro, simbolo della scienza e della saggezza.

c) Il danaro in diverse epoche.

Fra i molti usi che i romani pigliarono dalla civiltà greca, si può anche annoverare quello del conio. Una delle più antiche monete di Roma era l'asso, recante la testa di Giano bifronte. Ai tempi della repubblica le famiglie dei notabili avevano il diritto di coniare monete per proprio conto. In seguito, sotto gli Imperatori, il conio delle monete diventò un privilegio della corona, ma i sovrani si succedevano qualche volta tanto rapidamente, che a taluno di essi non fu dato di veder comparire la propria effigie. La nostra vignetta rappresenta una moneta di rame del tempo di Caligola, coniata l'anno 37 di G. C., come pure alcuni pezzi d'oro di Traiano (98 - 117 di G. C.) uno dei quali porta la sua effigie.

d) Il danaro in diverse epoche.

Quando i germanici ebbero soggiogato i romani e rovesciato il loro impero, adottarono, in gran parte i loro costumi. Ne derivò che coniarono anche delle monete e presto una gran quantità di pezzi di ogni genere prese a circolare, la qual cosa diede cagione a molti abusi. Però Carlomagno vi rincodusse l’ordine e organizzò nei suoi stati un sistema monetario ben ordinato. Questo ordinamento fece prosperare il commercio e l'industria, i quali, dopo aver gravemente sofferto pei torbidi precedenti, rifiorirono nuovamente. I rapporti coi paesi esteri e perfino con l'Oriente, presero in breve un grande sviluppo.

e) Il danaro in diverse epoche.

Nel Medio Evo l’uso delle monete cominciò a sostituire gradatamente gli scambi in natura, che fino allora avevano predominio, sebbene nelle campagne un tale sistema di transazioni sia durato ancora lungo tempo. Un grave ostacolo allo sviluppo regolare delle monete si dovette al fatto che i vassalli grandi e piccoli, i nobili, il clero, le città ed i conventi si arrogavano diritti di conio, dalla qual cosa derivarono la molteplicità ed il deprezzamento. In Italia, come nel resto dell'Europa, ogni più piccolo stato coniava moneta propria, così per non citarne che alcune delle più importanti, Roma ebbe lo scudo d'argento (del valore di circa 5 lire), il quale si divideva in paoli ed in baiocchi; Firenze coniò il fiorino gigliato d'oro (circa 12 lire); Genova parimenti il fiorino d'oro (circa 24 lire) e la famosa doppia di Genova (del valore di 4 fiorini), mentre Venezia coniò oltre lo scudo d'argento (circa 7 lire) e quello d'oro (circa 140 lire), lo zecchino (del valore di circa 22 lire), una delle più belle monete del medio-evo e fatta con oro al più alto titolo.

f) Il danaro in diverse epoche.

La carta monetata offre grandi facilità negli scambi, specialmente quando occorra trasportare forti somme. Nondimeno, affinché questo genere di monete conservi il suo valore, interamente fiduciario, occorre ehe lo stato, il quale ne fece l'emissione abbia modo di rimborsarne l'ammontare in numerario ad ogni richiesta. Diversamente i biglietti sono in breve screditati, come accadde cogli assegni creati ai tempi della prima repubblica. Sebbene quella emissione, ammontante a 46 milioni di lire, fosse garantita dal patrimonio nazionale, il suo corso cadde quando si seppe che lo stato non era in grado di adempiere ai propri impegni; così nel 1795, 20.000 lire in assegni bastarono appena a comperare un paio di stivali.

a) L’argent à différentes époques.
Avant que la Monnaie ne fût connue, on se servait, pour représenter la valeur des marchandises, de certains objets déterminés tels que des quantités convenues
de blé, de vin, de bétail, de peaux, de métal, de perles, de pierres précieuses, etc,: Plus tard cependant, on se borna aux métaux précieux. Les Phéniciens, (peuple de commerçants par excellence, exportaient leurs marchandises, armes; verroteries, objets de parure en ambre, étoffes de pourpre, etc. vers les différents ports de la Méditerranée et même jusque dans les contrées
septentrionales de l'Europe, où ils les échangeaient contre des barres et des anneaux d'or.


b) L’argent à différentes époques.

Les premières pièces de monnaie furent frappées probablement vers l'an 700 av. J. C. dans les villes grecques de l'Asie mineure. On les fit d'abord en or, ensuite aussi en argent, et on les munit d'une marque officielle pour garantir leur poids et leur aloi. L'usage de se servir de métaux monnayés dans les transactions commerciales passa bientôt à la Grèce proprement dite et plusieurs villes frappèrent des monnaies portant l'image de leur divinité tutélaire. C'est ainsi que les Athéniens firent figurer sur leurs monnaies l'effigie
de Minerve ou de son oiseau sacré, le hibou, symbole de la science et de la sagesse.


c) L’argent à différentes époques.

Parmi tant d’usages que les Romains ernpruntèrent à la civilisation grécque, on peut aussi compter celui du monnayage. Une des plus anciennes monnaies de Rome était l'as, pièce très grande montrant la tête de Janus, à deux visages. Du temps de la république, les familles notables avaient le droit de frapper leur propre monnaie. Plus tard, sous les empereurs, la frappe devint un privilège de la couronne, mais les souverains se succédaient parfois si rapidement qu'il ne fut pas donné à plusieurs d'entr'eux de voir paraître leur effigie. Notre vignette représente une pièce de monnaie en cuivre du temps de Caligula, frappée l'an 37 après J. C. ainsi que quelques pièces en or de Trajan (98 - 117 après J. C.) dont une à son effigie.

d) L’argent à différentes époques. Lorsque les Germains eurent subjogués les romains et renversé leur empire, ils adoptères une grande èartie de leur cutunes. C00est ainsi qu’ils se mirent aussi à frapper de la monnaie et biebtot une grande quantité de pièces de toute sorte entra en circution, ce qui donna lieu à bien des abus. Charlemagne y mit mit toutefois de l’ordre et organisa dans ses étata une monétisation bien ordonnée. Cette réglementation fit prospérer le commerce et l’industrie les, après avoir souffert considérablement pendant les troubles antPrieurs, se relevèrent de nouveau. Les rélations avec les pays étrangers,même avec l’Orient, prirent bientôt une grande extension.

e) L’argent à différentes époques. Au moyen age l'usage de la monnaie commença à supplanter peu à peu les échanges en nature qui avaient dominé jusqu'alors, bien qu’à lacampagne ce mode de transaction se soit maintenu encore fort longtemps. Un grand obstacle au dévéloppement régulier de la monnaie fut la circonstance que les grands et les petits vassaux, les nobles, le clergé, les villes et les couvents s’arrogéaient de droit de monnayage, ce qui en amena la multiplicité et la dégradation. Les rois réussirent cependant à se réserver peu à peu la frappe de la monnaie. La livre valait 1,80 fr. au XVIIème siècle et 1,44 fr. sous Louis XVI. Il y avait 20 sous dans une livre et 12 deniers dans un sou. Le sou se partageait en 4 liards. Les principales pièces étaient: en or, le louis de 24 livres, le double louis de 48; en argent, la livre, les écus de 3 et de 6 livres, les pièces de 15 et 30 sous; en cuivre, le sou, le liard et le denier.

f) L’argent à différentes époques.

Le papier monnaie offre de grandes facilités dans les échanges, surtout quand il s’agit du déplacement de fortes sommes. Toutefois, pour que cette espèce de monnaie conserve sa valeur, entièrement fiduciaire, il faut que l’état qui l’émet soit capable d'en rembourser la valeur en numéraire à tout instant, Au cas contraire les billets sont vite dépréciés, ainsi que cela arriva avec les assignats du temps de la première république. Quoique cette émission, s’élévant à 16 millions de livres, eût été garantie par la propriété nationale, son cours ne tarda pas à tomber, dès qu'on vit que l'Etat était incapable de faire face à ses engagements; aussi en 1795 20,000 livres en assignats suffirent à peine à l'achat aune paire de bottes.

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