Die Spielezu Olympia, in der peloponnesischen Landschaft Ehe am Ufer des Alpheios, wo der Tempel des olympischen Zeus stand, waren umfänglich nur ein Vereinigungsfest der Nachbarvölker; in späterer Zeit, als sie immer mehr ausgestaltet warden, strömte ganz Hellas der geweihtem State zu. Ein Wettlauf eröffnete die Spiele, daran schlössen sich Faust- und Ringkämpfe, Speerwurf, Wagenrennen und Springen. Sehr beliebt war das Werfen mit einer flachen kreisrunden Scheibe aus Erz, dem Diskos, der nach vorgestecktem Ziele geschleudert werden musste. Dieser Wurf erforderte nicht nur Kraft, sondern auch ein sicheres Bewusstsein der körperlichen Schwer- und Schwungkraft, um das weiteste Ziel zu erreichen. Ein schöner Lohn winkte dem Sieger, der von Jungfrauen mit dem Lorbeerkranze geschmückt ward, dem höchsten Ehrenzeichen, das ein Hellene erringen konnte.
b) Altchinesisches Frühlingsfest (2000 v. Chr.).
Die Geschichte Chinas reicht ungefähr 5000 Jahre zurück. Aufzeichnungen, die sich bis beute in den Klöstern des Landes erhalten haben ber den früheren Kultus der Bewohner. Eine uralte Handlung, die den Kaiser noch jetzt jeden Frühling auszuüben hat, besteh tdarin, dass er unter Gebet zu Ehren der Gottheit mit den helligen Stieren eine Furche pflügt, über die die Priester dann ihren Segen sprechen. Dieser Brauch zeigt, wie hoch der Ackerbau von jeher in China geschätzt worden ist. Die Handlung findet in Gegenwart hoher Würdenträger in den kaiserlichen Gärten statt.
c) Das Laubhuttenfest der Hebräer. Dieses Fest ist von Moses gesetzlich eingeführt worden, und stellt ein Erntedankfest dar. Als solches war es das höchste Freudenfest des Jahres, das mit Spiel und Tanz gefeiert wurde. Seinen Namen hat es dann, dass die Israeliten alldann sieben Tage lang in Laubhütten wohnen mussten, zur Erinnerife daran, dass ihre Väter vierzig Jahre lang in der Wüste unter Zelten gewohnt hatten. In späterer Zeit, als das jüdische Staatswesen volkreiche Städte besass, errichteten die Bewohner ihre Laubhütten auf den flachen Dachern ihrer Häuser.
d) Jahreswendfeier der Perser vor den heiligen Feuertempeln.
Die Perser des Altertums waren Anhänger der Lehre Zoroasters, die bis 836 ihre Staatsreligion war und auch heutzutage noch nicht ganz vergessen ist. Das in den Tempeln unterhaltene heilige Feuer, Sinnbild alles Lichtes und Lebens, Vereinte zur Jahreswende die Gläubigen. Man betete mit erhobenen Händen zu Ormuzd, dem Gotte des Lichtes, und sprengte Wein als Dankopfer auf den Boden; ein Umgang aller um das Feuer beschloss die heilige Handlung. Dieses Fest vereinte alle Stände, die sonst streng geschieden waren; die Frauen aber mussten verschleiert gehen und während des Gebetes das Gesicht der Erde zukehren.
e) Schwertweihe bei den Kelten.
Die Kelten waren ein kriegerisches Nomadenvolk, desin ältester geschichtlchir Zeit In Gallien und Britannien wohnte. Sie waren stets auf Ausdehnung ihrer Macht bedacht und so finden wir sie im vierten Jabrhundert vor Christ in Iberien, Oberitalien, Krain, Kroatien, Bosnien und Illyrien. Durch das Schwert machten sie sich zu Herren der Nachbarländer; die Schwertweihe vor einem Kriegszuge war daher eines der bedeutendsten Volksfeste. Die keltischen Priester, Druiden genannt, sprachen dann Zauberformeln über die zu ihren Füssen aufgeschichteten Schwerter aus.
f) Das Erntedankfest des Ceres in Rom. Ceres war die römische Göttin der Fruchtbarkeit und des Ackerbaues. Im fünftel Jahrhundert vor Christi Geburt wurde sie ihr entsprechend Demeter der Griechen zu einer Person verschmolzen. Ihr zu Ehren feierte man alljährlich die Eleusinien, ein mit Tänzen und Fackelzügen verbundete Fest, das sich bis zum Jahre 355 n. Chr. erhielt. Dieses Fest währte neun Tage und endete mit einer im Tempel aufgeführten dramatischen Darstellung aus dem Mythos der Göttin. Die Bildsäule der Ceres wurde mit Weizenähren und Mohnblumen geschmückt und Garbenund Feldfrüchte als Opfergaben zu ihren Füssen niedergelegt.
a) FESTE NELL'ANTICHITÀ.
I giuochi olimpici. I giuochi a Olimpia nella pianura sulla riva dell'Alfeo ove sorgeva il tempio a Giove, non furono al loro esordio che una festa locale, ma quando, in progresso di tempo, tali adunanze si fecero più importanti, tutta la Grecia vi affluiva: i giuochi incominciavano con delle corse seguite da gare di pugilato, di lotta, di salto e di giavellotto, indi da corse di bighe. Un giuoco molto in voga consisteva nel lanciare un pesante disco di bronzo contro un prefisso bersaglio; per riuscirvi non bastava avere la forza necessaria, ma occorreva inoltre la sicurezza dell’occhio, nonché la voluta snellezza per governare lo sforzo da farsi per colpire il bersaglio. Un bel premio era serbato al vincitore, che veniva incoronato d’alloro da giovinette, maggior onore questo a cui un elleno potesse aspirare.
b) FESTE NELL'ANTICHITÀ.
Antica festa della primavera. In China (2000 anni av. G. C.) La storia della China annovera 5000 anni. Degli scritti di un'epoca remotissima, custoditi fino ai dì nostri nei conventi del paese, danno ragguagli sulla civiltà secolare degli abitanti. Un atto, che fino dai tempi più antichi l'imperatore della China è tenuto a compiere ogni primavera, consiste nello scavare, pregando, un solco in omaggio alla divinità, col concorso di tori consacrati, il quale viene allora benedetto dai preti. Questa vecchia usanza dimostra in quanta stima era tenuta in ogni tempo l'agricoltura in China. La cerimonia ha luogo nel giardini imperiali ed alla presenza di alti dignitari.
c) FESTE NELL'ANTICHITÀ.
La festa dei Tabernacoli presso gli Ebrei. La festa dei Tabernacoli presso gli Ebrei venne legalmente istituita da Mosé; essa costituiva in origine una festa di rendimento di grazie per le messi. Per tale motivo era la festa più importante di tutto l'anno e veniva celebrata nella generale allegrezza con danze a suon di musica. Il suo nome deriva da ciò che gli Israeliti erano tenuti ad abitare delle capanne durante questa festa, per rammentare che essi avevano vissuto quarant’anni sotto le tende nel deserto. Di mano in mano che le città si fecero più popolose, gli abitanti eressero delle capanne sui tetti piatti delle loro abitazioni.
d) FESTE NELL'ANTICHITÀ.
Feste del nuovo anno in Persia davanti al tempio del fuoco sacro. Gli antichi persiani erano partigiani della dottrina di Zoroastre, la quale fino nel 636 dell'era volgare fu la loro religione di stato e che ancora ai dì nostri non è totalmente dimenticata. Il fuoco sacro, simbolo di luce e di vita, era alimentato giorno e notte nei templi e adunava i fedeli nella ricorrenza delle feste, specialmente a capo d'anno. Colle mani levate adoravasi Ormuzd, dio della luce, e versavasi del vino sul suolo in segno di sacrificio. Una processione generale intorno al fuoco sacro chiudeva la cerimonia. Questa festa riuniva tutte le classi che di solito stavano rigorosamente separate; tuttavia le donne dovevano procedere velate e col viso chinato a terra durante la recitazione della preghiera.
e) Benedizione delle spade presso i Celti. I Celti erano un popolo guerriero che ai primordi dei tempi storici abitavano la Gallia e la Bretagna. Erano sempre pronti ad estendere il loro dominio, eppertanto noi li vediamo in Iberia durante l'ultimo secolo prima di G. C., nell'alta Italia, nella Carniola e nell'Illiria. Fu colla spada che essi si impadronirono dei paesi limitrofi e conseguentemente la benedizione delle spade, che aveva luogo nella ricorrenza di una spedizione militare, era una delle più importanti feste popolari. I sacerdoti celti, chiamati druidi, pronunciavano allora delle formule magiche sulle spade deposte al loro piedi.
f) FESTE NELL'ANTICHITÀ.
La festa delle Messi in onore di Cerere a Roma. Cerere era la dea della fecondità e dell'agricoltura presso i romani. Verso il V° secolo av. G. C., essa fu identificata alla Demeter greca, deità corrispondente colla quale finì col confondersi in una sola individualità. In onor suo si celebravano le eleusine, feste che consistevano specialmente in cortei con lampioni e che si prolungarono fino all'anno 355dell'era volgare. Queste feste duravano nove giorni e terminavano con delle rappresentazioni drammatiche date nei templi ed aventi per argomento degli episodi del mito di Cerere. La statua della dea andava adorna di spighe di frumento e di fiori di papavero e delle offerte consistenti in covoni di grano ed in fritta campestri, venivano deposte ai suoi piedi.
a) Fêtes dans l’antiquité. Les jeux olympiques. Les jeux olympiques dans la plaine au bord de l’Alphée où se trouvait le temple deJupiter, ne furent à leur début qu'une fête locale, mais lorsque plus tard ces réunions devinrent plus importantes, la Grèce entière y affluait. Les jeux s'ouvraient par des courses, suivies de concours de pugilat, de lutte, de saut et de javelot et ensuite de courses de chars. Un jeu aussi consistait a lancer un lourd disque de bronze vers un but déterminé; pour réussir à ce jeu, il ne suffisait pas de posséder la force nécessaire, mais il fallait aussi avoir un œil sûr et de la souplesse pour régler l'effort à déployer pour atteindre le but. Une belle récompense attendait le vainqueur qui était couronné de lauriers par de jeunes filles, la plus haute marque d'honneur pouvant échoir à un hellène.
b) Fêtes dans l’antiquité. Ancienne fête du printemps en Chine 2000 ans avant J. C.). L'histoire de la Chine est vieille de 5000 ans. Des écrits de cette époque reculée, conservés jusqu'à nos jours dans les couvents du pays, jettent la lumière sur la civilisation séculaire des habitants. L'acte que depuis l'antiquité l'empereur de Chine est tenu d’acccomplir chaque printemps consiste à creuser en l'honneur de la divinité, à l'aide des taureaux sacrés et en priant, un sillon, sur lequel la bénédiction est alors donnée par les prêtres. Cette vieille coutume montre en quelle haute estime l'agriculture a été de tout temps tenue en Chine. La cérémonie a lieu, en présence des hauts dignitaires, dans les jardins impériaux.
c) Fêtes dans l’antiquité. La fête des Tabernacles des Hébreux. La fêtedes Tabernacles des hébreuux a été instituée légalemeent par Moïse; elle constituait primitivement une grâces pour la moisson. Comme telle, c'était lafête la plus importante de l’année; elle était célébrée dans l'allégresse générale par des danses accompagnées de musique. Son nom lui vient de ce que les Israélites étaient tenues durant cette cette fête, d'habiter des cabanes, en commémoration de ce que pendant quarante ans ils avaient vécu sous des tentes dans le désert. Lorsque les villes devinrent de plus en plus populeuses, les habitants érigèrent des cabanes sur les toits plats de leurs demeures.
d) Fêtes dans l’antiquité.
Fête du nouvel an des Perses devant le temple du feu sacré. Les Perses de I’antiquité étaient partisans de la doctrine de Zoroastre, qui, jusqu'en 631 de notre ère fut leur réligion d'État et qui même de nos jours n'est pas encore entièrement oubliée. Le feu sacré, emblème de lumière et de était entretenu jour et nuit dans les temples et réunissait les fidèles à l'occasion de fêtes, notamment au nouvel an. Les mains élevées, on adorait Ormuzd, la divinité de la lumière et on répandait du vin sur le sol en signe de sacrifice. Une procession général autour du feu sacré terminait la cérémonie. Cette fête réunissait toutes les classes qui d'ordinaire étaient strictement séparées; toutefois les femmes devaient marcher voilées, le visage incliné vers la terre, pendant la récitation de la prière.
e) Fêtes dans l’antiquité.
Bénédiction des épées chez les Celtes. Les Celtes étaient un peuple guerrier qui à l'origine des temps historiques habitaient la Gaule et la Bretagne, étaient toujours prêts à étendre leur puissance et c'est ainsi que nous les trouvons pendant le dernier siècle avant J. C. en Ibérie, dans la Haute Italie, en Carniole t en Illyrie. C'est par l'épée qu'ils se rendirent maîtres des pays avoisinants et par conséquent la bénédiction des épées qui avait lieu à l'occasion d'une expédition militaire était une des plus importantes fêtes populaires. Les prêtres celtes, appelés druides, prononçaient alors des formules magiques sur les épées déposées à leurs pieds.
f) Fêtes dans l’antiquité.
Les fêtes de la moisson en honneur de Cérès à Rome. Cérès était la déesse de la fécondité et de l’agriculture chez les Romains. Vers le Ve siècle elle fut identifiée à la Déméter grecque, divinité correspondante avec laquelle elle finit par se fondre en une seule individualité. En son honneur les éleusinies, fête qui consistait surtout en cortèges aux flambeaux et que se maintint jusqu'à l'année 355 de notre ère. Cette fête durait neuf jours et finissait par des représentations dramatiques exécutées dans les temples et ayant pour sujet des épisodes du mythe de Cérès. La statue de la déesse était ornée d'épis de froment et de fleurs de pavot et des offrandes consistant en gerbes de blé et en fruits des champs étaient déposées à ses pieds.