Nell’Oratorio di Avolasio. - Vennero rimontati i telai a vetri, fatte le riparazioni al tetto, dato il bianco all’Oratorio stesso, riargentati i candellieri e fatte rimontare le reliquie, i paramenti, e la biancheria, furono dilucidati i candellieri di ottone, e le lampade, il tutto rimesso in ordine, e colorate ambedue le porte maggiore e laterale. Nell’Oratorio del Regetto. - Fatte le opportune riparazioni al tetto, e dato l’imbianco internamente, riargentati i candellieri, rimontate le reliquie, e rimesso il tutto in buon ordine. Nella Chiesa di S. Bartolomeo. - Data la tinta [118] alle porte tanto della Chiesa come anche dell’ospizio e preparato il tutto in buon assetto. Nell’Oratorio della Lavina. - Venne rifatto di nuovo il tetto, e messe le nuove canali, con tubi di latta e ghisa per condurre l’acqua a basso, dato il bianco internamente, colorato il vestiere126 della sagristia, e provvisto un nuovo lavatoio, come anche colorato il confessionale, fatta di nuovo la porta con disegno, a spese di un frazionista della contrada, e messo un nuovo gradino alla medesima, dilucidati i candellieri e il crocefisso di ottone, i candellieri colla croce di rame argentato, e la lampada di rame cesellato furono riargentati credesi nell’anno1882 o 83 che sia, come pure le reliquie furono rimontate e messe in ordine a spese del Rev. D. Carlo Locatelli allora Parroco di Peghera suaccennato, il quale fece eseguire ciò a Bergamo, di più fu riargentato il calice a spese del nipote del sullodato.
Preparativi fatti per la circostanza in Parrocchia. - Furono innalzati ben sette archi trionfali rivestiti di verzura con relative apposite iscrizioni analoghe all’occasione, e differenti l’una dall’altra, e premesso un triduo di esercizi spirituali predicati dai RR. PP. Anghinelli e Rè Oblati Missionari di Rho in preparazione alla sacra visita dell’Eminentissimo Arcivescovo, il quale come era preannunziato aveva stabilito di venire in Parrocchia [119] la sera del giorno 21 di giugno, che in quell’anno cadeva appunto nella terza domenica di esso mese. Venne preparato per tale circostanza da un coro di giovani diretti dal locale maestro ed organista defunto Braga Battista un inno popolare d’occasione, da cantare al momento del ricevimento dell’illustre presule sul confine della Parrocchia, nonché l’antifona: “Tu es sacerdos magnus” ecc. musicato dallo stesso, ed altre orazioni, invitati previamente buon numero di sacerdoti, sia della Valle come anche dei vicini paesi, fu stabilito di trovarsi sulla sera di quel giorno, sul ponte della Valle di Bordesiglio, il clero, il popolo e la confraternita del SS.mo Sacramento d’ambo i sessi, col corpo musicale di Zogno, e le fanciulle bianco-vestite, v’intervennero pure la Fabbriceria, e l’egregio sig.r Sindaco, (allora nella persona del sig.r Locatelli Pietro d.o Rosa) colla Giunta municipale. Come era bello vedere ambedue le autorità sì ecclesiastica che civile, di Comune accordo in aspettazione del supremo pastore della Diocesi, a cui siamo figli ossequienti. Era preceduto dal convisitatore Monsig.r D. Carlo Brera canonico ordinario della Metropolitana, finalmente sulle otto ore di sera vedesi comparire su di un poggio la croce vescovile astata, il clero col popolo cominciarono a batter le mani ed esclamare a viva [120] voce: “Viva il nostro pastore, viva l’Eminentissimo Arcivescovo”, indi principiò la banda col suo concerto musicale.
Ricevimento di Sua Eminenza. - Portatosi sul ponte il clero, la Fabbriceria, e l’autorità comunale ad aspettarlo lo ricevettero col massimo ossequio sullo stesso limitare, e tosto i due cori intuonarono l’inno che fu continuato nel ritorno, accompagnato l’Eminentissimo dal Prevosto di Primaluna e da altri sacerdoti, fu immediatamente mossa la processione, in Avolasio prese S. Em. un rinfresco gentilmente offerto dal sullodato sig.r Sindaco, salì a visitare l’Oratorio, dipoi in processione scese alla Parrocchia, giunta la processione alla cappelletta di Salguggia127 situata sulla strada fu ricevuto sotto il baldacchino portato da sei membri del Consiglio comunale, indi cominciò egli stesso il rosario, rispondendo il popolo, arrivata in paese la processione alle 9.30 pomeridiane, fece il giro consueto delle ordinarie processioni, il paese era tutto splendidamente illuminato, entrato in Chiesa la quale era parimenti ben illuminata, fu tosto cantata sull’organo l’antifona: “Tu es sacerdos” ecc., dopo la quale incominciarono le preci d’incominciamento della sacra visita; indi salito l’Eminentissimo il pulpito diresse al popolo un breve ma eloquente discorso, impartendo in ultimo la benedizione papale, poi si mosse di nuovo la processione andando al cimitero che era tutto illuminato, ivi [121] cantate le esequie e l’assoluzione con due analoghe parole d’occasione, si fece ritorno alla Chiesa chiudendo la funzione colla benedizione del SS.mo Sacramento.
Consacrazione 22 giugno 96
Consacrazione della Chiesa parrocchiale. - Tale funzione fu stabilita per le ore 5 antimeridiane del mattino seguente giorno 22 stesso mese, avendosi fatto dipingere prima le prescritte croci in rosso per opera degli operai del prelodato sig.r Bettinelli e quanto era necessario all’uopo, all’ora prefissa Sua Eminenza diede principio alla solenne funzione, facendo i tre giri esternamente alla Chiesa, poi entrato di dentro fece le prescritte lettere latine e greche nella croce di cenere detta di S. Andrea, come è prescritto nel pontificale romano, indi andate a prendere le reliquie nel vicino Oratorio, e rientrato in Chiesa, diede principio alla consacrazione dell’altare maggiore deponendovi le reliquie dei Santi Martiri Gervaso e Protaso, nel mezzo della mensa dell’altare stesso, suggellandovele colla calce e con quanto era duopo, indi fece le prescritte unzioni col sacro crisma sulle croci fatte alle lesene della Chiesa.
Vedi a pag. 368. Lapide iscrizione
Tale funzione assai bella, e commovente, ed affatto straordinaria in queste alpestri Parrocchie nella essenza ebbe termine sulle ore 9 ant.e e tosto celebrò la santa messa nella quale fece la comunione generale, a cui parteciparono oltre a quattrocento persone, dopo un’ora circa amministrò la S. Cresima ai fanciulli d’ambo i sessi che erano un centinaio circa, essendo stato tre anni prima Monsig.r Tavani Vesco[122]vo titolare di Mindo, il quale l’amministrò a buon numero di questi, essendo gran tempo come si è detto a suo luogo, che non veniva più un Vescovo in Parrocchia, mentre prima si approfittava della venuta di Monsig.r Vescovo di Bergamo nelle vicine Parrocchie di Taleggio, in ogni volta che accadeva.
Dietro a questa istituì e benedisse uno stuolo di giovani che formarono la Compagnia di S. Luigi, rivolgendo loro un appropriato discorso spiegando loro l’importanza e il significato di tale istituzione, alla quale avevano il bene di partecipare, facendo loro conoscere la condotta che dovevano tenere, e i doveri da adempire, rivolgendo poi appropriate parole a tutti gli ascoltanti, chiuse la funzione con la recita dell’Angelus Domini, in questo frattempo mandò Monsig.r Brera a visitare l’Oratorio del Regetto e la Chiesa di S. Bartolomeo, fu omessa quella all’Oratorio della Lavina, che si desiderava fosse compita dall’Eminenza stessa dell’Arcivescovo, ma fu poi supplita nel successivo mese di ottobre dal Rev.mo sig.r Prevosto plebano di Primaluna, sebbene per tale circostanza era parato solennemente.128 Dopo pranzo lo stesso Eminentissimo Arcivescovo compiè la visita alla Chiesa Parrocchiale ed a quanto era di pertinenza della medesima, verso le tre fece la dottrina ai fanciulli d’ambo i sessi, interrogandoli sulle cose essenziali del catechismo, poi impartì al popolo un ultimo sermone nel quale espose le principali prescrizioni che intendeva fare, esponendo varie altre esortazioni, espres[123]se il desiderio di venire un’altra volta quando occorresse una circostanza di portarsi in questa Parrocchia, poi chiuse la funzione colla benedizione del Venerabile,129 e partì alla volta di Fuipiano in Vall’Imagna, scendendo verso la contrada della Lavina per giungere sullo stradale, quivi era atteso per la visita all’Oratorio, ma attesa l’ora alquanto inoltrata disse di non poter accedervi dovendo salire il colle per andare a Fuipiano, gli si fu offerto il prelodato sig.r Sindaco di accompagnarlo prestandogli il cavallo, per cavalcare salendo il colle ossia monte, ciò che l’Em.mo Arcivescovo gradì volentieri la compagnia e l’offerta fattagli dallo stesso, rimunerandolo poi. Sul monte Piazzoli gli furono offerti dei rinfreschi dai mandriani che gradì assai, indi salito il resto del monte diede un’ultima occhiata al paese, venne poscia ricevuto dal popolo di Fuipiano, e dal clero di Vall’Imagna ivi convenuto per la festa titolare di S. Giovanni Battista la quale venne anticipata di due giorni per la circostanza del passaggio dell’Em.mo Arcivescovo, a cui fu stabilito di far benedire la nuova statua del Santo sullodato appena provvista. Sul passo denominato “Il Grassello”, venne offerto a S. Eminenza dal Rev. sig.r Parroco di Gerosa un copioso rinfresco di latte, colla patriarcale scodella di legno,130 ed altro ivi preparato su di un tavolo di pietra appositamente impiantato, tale ricevimento fu decorato dal corpo musicale [124] di S. Giovanni sopra Lecco, ed accompagnato solennemente a Fuipiano, ove benedisse la sullodata statua di S. Giovanni Battista, indi mosse alla volta di Brumano, per la visita, e nel giorno successivo si recò a Morterone chiudendola per questa regione montuosa nel giorno 24 di giugno dello stesso anno.
Iniziate nel 1897 le SS.e 40 ore
Prescrizioni principali fatte da S. Eminenza l’Arcivescovo - Le prescrizioni che trovò necessario di ordinare in questa Parrocchia sono: 1°. L’istituzione delle SS. 40’ore per il bene delle anime come oggidì si pratica dappertutto in generale, nella Diocesi di Milano e in quasi tutte le altre.
Fatto nel 1899
2°. La rinnovazione del pavimento della Chiesa parrocchiale che verrà eseguita nel prossimo anno; e l’erezione Scuola della dottrina cristiana: questa fu istituita anche altre volte, ma non fu possibile continuarla, essendo una Parrocchia dispersa, e non trovansi soggetti adatti che volontieri si assumano l’incarico di insegnare il catechismo in Chiesa, e nella propria rispettiva classe, venne tosto tralasciata tale prescrizione.
Istituzione
Per l’istituzione delle SS 40’ore sentendo Sua Emin.za Rev.ma l’Arcivescovo che non vi era fondo di cassa per tale scopo, si degnò nella sua squisita generosità di disporre del proprio peculio la somma di ital.e £ 600 di capitale, la depose presso la Veneranda Curia Arciv.e, questa lo im[125]piegò in titoli di rendita al portatore, il cui interesse dovesse servire a fare il primo passo per questa funzione, pel rimanente ci dovesse contribuire la popolazione col suo obolo, affine di rendere una tale funzione assai bella e decorosa. Infatti per la prima volta a ciò fare vi occorreva anzitutto l’analogo paramento rosso solenne, completo che venne provvisto
Il Parroco Carlo Artusi131
dalla Ditta Giacomo Morera di Novara in Piemonte, che fu pagato con la raccolta delle uova della domenica132 che diede in tutto £ 388,00 con questa somma venne pagato tutto il paramento solenne il resto si contribuì colle offerte in generi diversi che furono messi all’asta e il ricavo venne destinato per quest’opera oltre altre private offerte.
3.a dom.a di settembre
Interpellati in proposito parecchi capi-famiglia del paese intorno all’epoca da tenersi per tale funzione, se in agosto, o in settembre, venne risposto unanimemente che il tempo più propizio sarebbe stato il mese di settembre, essendoché in tal tempo scendono dai monti i mandriani coi loro armenti e bestiami, fu stabilito di aprirle nel terzo sabbato di detto mese, per continuarle nella domenica, e chiuderle poi sul pomeriggio del lunedì, ma circostanza volle che per l’inaugurazione di tale funzione, richiedeva di dare maggiore solennità, sia per la predicazione come anche per lo scambio nella popolazione a venire alla Chie[126]sa a sentire la parola di Dio, e ad accostarsi ai SS. Sacramenti.
Infatti la bella funzione delle SS. 40’ore ebbe principio nel pomeriggio del giorno 18 di settembre, e furono protratte fino al giorno 21, in cui furono chiuse colla solenne processione come appresso sarà accennato.
La predicazione venne fatta dal M. R. sig.r D. Pietro Locatelli Parroco di Gerosa, che col suo coadiutore sig.r D. Leopoldo Gentili, contribuì degnamente colla fervida e eloquente parola a preparare paesani e forestieri ad accostarsi ai santi sacramenti come avvenne, a rendere maggiore splendore a tale solennità, venne differito per questa circostanza la prima comunione ai ragazzi d’ambo i sessi, la bella e commovente cerimonia fu compiuta dal sullodato sig.r Parroco di Gerosa assistito dal R. sig.r Parroco locale, in questa fausta ricorrenza parteciparono per la prima volta al banchetto eucaristico n. 20 tra giovinetti e giovinette, più altre persone che accostaronsi tosto alla stessa mensa. In questa occasione fu istituita anche la Confraternita di S. Luigi detta dei Luigini alla quale furono inscritti e parteciparono n. 36 ragazzi, come è già costituito nelle altre Parrocchie della Valsassina e altrove, tale cerimonia fu compiuta nel secondo giorno delle S.te 40’ore. Nel terzo giorno la comunione generale fu molto bella, numerosa, e commovente, e attesa la diversa posizione degli abitanti della Parrocchia fu replicata due volte, e fatta qualche eccezione accostaronsi [127] tutti ai Santi sacramenti. Il M. R. sig.r Prevosto plebano di Primaluna assistito da buon numero di sacerdoti, dopo compiuta la visita prescritta dalle recenti leggi canoniche, che in detta circostanza cominciò ad eseguire, per poi seguire in ogni anno, intervenendo in tale epoca delle suddescritte sante 40’ore, cantò la messa solenne indossando il nuovo paramento solenne da lui stesso benedetto il giorno antecedente, dopo i vespri vi fu la solenne e splendida processione, in cui presero parte i luigini colla loro divisa consistente nel camice bianco, e cordoncino e mantellina color celeste, bello era vederli nel mirabile contrasto della mantellina celeste con quella rossa dei Confratelli del SS.mo Sacramento, la processione andò fino alla Cappella fuori del paese, retrocedendo nel suo splendore alla Chiesa riuscì di grande soddisfazione dei terrieri e dei forestieri quivi convenuti. Il tempo per le SS. 40’ore resta fissato per l’avvenire, cioè d’or innanzi per la terza domenica del mese di settembre d’ogni anno, cominciando dal pomeriggio del sabbato antecedente alla detta domenica e chiudendosi a mezzogiorno del martedì seguente.
Nota. - Dall’anno 1900 in poi invece di cominciare le SS. 40’ore nel pomeriggio del sabbato antecedente alla III domenica, come sopra è descritto, si principiarono la stessa domenica di mattina, facendo l’esposizione del SS.mo Sacramento alle 4 ore antimeridiane, così di seguito.
[128] [bianca]
[129]
Parte Terza
Capitolo I
Elenco dei RR. Parrochi risieduti nella Parrocchia
di Vedeseta dall’anno 1560 all’anno 1700 -
Istituzioni ed opere compiute sotto la loro reggenza
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Dei Parrochi che risedettero dall’epoca dell’erezione della Parrocchia fino al 1566, non si ha nessun cenno del loro nome essendo stati solo mercenarii ed amovibili a volontà del popolo, la loro serie comincia solo dal sullodato anno fino a quest’epoca.
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Anno 1566. - R. D. Pietro Terzi: ex monaco resse la Parrocchia un solo anno.
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