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VISITA DEI LUOGHI 3.1. ISTITUTO SALESIANO SAN LUIGI E CHIESA DI SANTA MARCHERITA



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3. VISITA DEI LUOGHI




3.1. ISTITUTO SALESIANO SAN LUIGI E CHIESA DI SANTA MARCHERITA


(via Vittorio Emanuele, n. 80)

3.1.1. Scuola


L'opera salesiana è iniziata nel 1891, quando don Michele Rua, primo successore di Don Bosco, volle aprire un oratorio per i giovani di Chieri, dedicandolo a san Luigi Gonzaga. Chiesa, e­difici, rustico e terreno agricolo facevano parte di un ex con­vento di suore Domenicane, soppresso dal governo napoleonico nel 1802, poi proprietà del conte Balbiano. Don Rua, nel 1891, avendo ricevuto in eredità dal canonico Angelo Giuseppe Caselle (compa­gno di don Bosco nelle scuole pubbliche di Chieri) la cascina Gamennone, sul confine tra Chieri e Andezeno, la permutò con questi possedimenti del conte Balbiano. Qui istituì un convitto liceale e un oratorio festivo. Si venne così a compiere un desi­derio che don Bosco non aveva potuto realizzare precedentemente per l'opposizione del parroco del duomo canonico Andrea Oddenino (1829-1890).

Successivamente, all'oratorio si affiancò lo studentato teologico salesiano (1926-1938) e, quando questo fu trasferito, un aspirantato che oggi si è trasformato in Scuola Media per ra­gazzi esterni.



3.1.2. La chiesa di santa Margherita


È una bella costruzione barocca, ultimata nel 1671 su di­segni di Pellegrino Tibaldi (1527-1596), poi restaurata nel 1851, unica parte superstite dell'antico convento delle Domeni­cane.

L'interno, a croce greca, è decorato con pregevoli stucchi di Giovanni Battista Barberini (1666), autore anche delle quat­tro statue angolari rappresentanti Davide, Salomone, Ester e Giuditta. Gli affreschi della cupola sono dovuti a Gianpaolo Recchi (1670), mentre la pala d'altare, rappresentante l'incoro­nazione di Maria tra i santi, è di Guglielmo Caccia detto il Moncalvo (1568-1625).

Sugli altari laterali due dipinti di Mario Càffaro Rore raffigurano il Sacro Cuore con san Francesco di Sales e san Lui­gi Gonzaga il primo; Maria Ausiliatrice, don Bosco, Domenico Sa­vio e don Rua il secondo.

In una cappelletta posta sul fondo della chiesa, a sinistra di chi entra dalla porta principale, è collocata la statua lignea dell’Immacolata, opera di Ignazio Perrucca (1750), che un tempo si trovava nella cappella interna del seminario. Di fronte a questa statua, ogni giorno, il chierico Bosco per sei anni ha nutrito la sua devozione mariana.

Sopra il portale, una lapide ricorda mamma Margherita, che portava il nome della santa titolare della chiesa.

3.1.3. Oratorio Salesiano


Il recente edificio dell'oratorio è collocato tra la chiesa di santa Margherita e alcune costruzioni risalenti al sec. XIII. Queste comprendono i resti della cappella di san Leonardo e la cappellina dell'Ospedale di santa Croce annesso alla Precettoria dei Templari, con affreschi del primo Quattrocento in cattivo stato.


3.2. CASA NATIVA DI MADRE MADDALENA MORANO


(Via Vittorio Emanuele, n. 101)
Sulla strada principale, proprio di fronte all'oratorio, c'era la casa in cui il 15 novembre 1847 nacque la beata suor Maddalena Mo­rano, una delle prime Figlie di Maria Ausiliatrice, che fondò molte opere salesiane in Sicilia. Il padre era commerciante in telerie e, nel 1849, si trasferì con la famiglia a Buttigliera d’Asti. Maddalena studiò da maestra ed ottenne l'insegnamento a Montal­do. Desiderosa di consacrarsi a Dio nella vita religiosa non trovò congregazioni disposte ad accoglierla, perchè non più gio­vane. Su consiglio di padre Francesco Pellico S.J., fratello di Silvio, si affidò a don Bosco che l'accolse nel principiante I­stituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice (1879). Nel 1886 venne nomi­nata ispettrice della Sicilia. Si spense a Catania il 26 marzo 1908. A motivo delle sue virtù, del suo zelo pastorale e carita­tivo e della forte tempra spirituale è stata proclamata beata nel 1994 dal papa Giovanni Paolo II.

3.3. CHIESA E CONVENTO DI SAN DOMENICO


(ad angolo tra via Vittorio Emanuele e via san Domenico)
Questa chiesa, ultimata forse intorno al 1317 e consacrata nel 1388, subì vari rimaneggiamenti. Il campanile cuspidato, con monofore e bifore, è stato terminato nel 1381, mentre la faccia­ta attuale fu costruita nel sec. XV, come pure le imposte lignee del grande portale gotico. L'interno è diviso in tre ampie nava­te con pilastri cruciformi i cui capitelli in pietra portano la data 1317.

Il presbiterio e il coro furono ristrutturati all'inizio del '600 dall'arcivescovo Carlo Broglia (+ 1617), della potente famiglia chierese che, trasferitasi in Francia nella seconda me­tà del secolo, assumerà il cognome de Broglie. I dipinti latera­li e gli affreschi della volta, rappresentanti scene del Vangelo e della vita di san Domenico, sono opera del Moncalvo (1606). Gli stalli del coro, elegantemente intagliati, sono del 1613.

Sulla sinistra di chi guarda il presbiterio si trova la cappellina di san Tommaso d'Aquino dove, in un reliquiario in stile goti­co (1892), è conservato il cingolo che, secondo la tradizione, gli an­geli avrebbero consegnato al Santo dopo una dura tentazione vit­toriosamente superata.

Sulla destra, verso il centro della costruzione, c'è la cappella della Madonna del Rosario, dove attualmente è conserva­to il SS. Sacramento. Lo splendido altare barocco in legno pro­viene da una confraternita di Riva di Chieri. Il quadro centrale è opera del Moncalvo (1606-1608).

A questo altare don Bosco, l'8 giugno 1841, celebrò la sua terza Messa dopo l'ordinazione, invitato dal padre Giacinto Giu­siana O.P., che era stato suo professore nel corso di Grammatica (1832-1833). Durante quella messa - scrisse don Bosco - egli pianse sempre per commozione. Ho passato con lui tutto quel giorno, che posso chiamare giornata di paradiso” (MO 111).

3.4. VIA DELLA PACE

Usciti da san Domenico si svolta a sinistra su via Vittorio Emanule. Dopo pochi passi, sulla destra si incontra via della Pa­ce. Gli edifici che si affacciano su di essa costituivano il ghetto degli Ebrei.





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