Sociolinguistica sociolinguistics l-20



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4.2ATTEGGIAMENTO


Berruto 109; Mioni 80, Gumperz in Giglioli 276; Dittmar 264;

Nell'interazione sociale i membri della comunità esibiscono atteggiamenti, assumendo o ostentando determinate posizioni che presuppongono valutazioni e scale di valori.

L'uso dei gerghi mantiene la delimitazione del gruppo, presuppone un consenso informale
- La standardizzazione: l'"uso corretto".

- lealtà linguistica (language loyalty, Sprachloyalität)

Un tipo di atteggiamenti sono i pregiudizi, basati su stereotipi (convinzioni prestabilite).

4.3COMPORTAMENTO


Il comportamento effettivo del parlante non sempre corrisponde all'atteggiamento ostentato o dichiarato. Le divergenze sono di grande ineteresse.

4.4PRESTIGIO


Atteggiamenti e comportamenti sono condizionati dal prestigio. Il prestigio di una varietà produce adeguamento imitativo al modello ritenuto superiore, ed è pertanto causa del mutamento linguistico. Idea che la sociolinguistica ha tratto da Bartoli.
Ferguson in Giglioli 286: prestigio nella diglossia.

4.5RIFERIMENTO


Ogni parlante mira al raggiungimento di uno status sociale, che non sempre è il proprio; in genere è quello più alto al quale pensa di poter aspirare. Questa tensione provoca mutamenti nel modo di esprimersi.
Gruppi di riferimento



4.6COMUNITÀ LINGUISTICA


La comunità linguistica è costituita da un insieme di persone, di estensione indeterminata, che condividano l'accesso a un insieme di varietà di lingua e che siano unite da una qualche forma di aggregazione socio-politica. L'insieme di varietà di lingua e l'estensione dell'aggregazione possono essere stabiliti di volta in volta (Berruto 1995, 72). I parlanti di una data comunità linguistica condividono non solo la conoscenza di diverse varietà del repertorio linguistico, ma anche la competenza delle regole di tipo sociale che governano l'uso e la scelta dell'una o dell'altra varietà del repertorio. La comunità linguistica, dunque, condivide una competenza linguistica, ma anche una competenza comunicativa, che porta a riconoscere l'appropriatezza situazionale e funzionale, che regola l'utilizzazione di ciascuna varietà di ciascun codice del repertorio linguistico di una data comunità.

Varvaro, 34, Berruto, Fond. 67. E' formata da tutti i parlanti che si considerano utenti della stessa lingua: hanno in comune un repertorio di segni.



Comunità linguistica e comunità sociale possono non coincidere; gli stessi parlanti possono possedere più codici. Allora si avrà una situazione di lingue in contatto.

La realizzazione storica di un sistema in una comunità genera la norma linguistica.

Comunanza di lingua e di stanziamento (criterio geografico-politico)
Il parlante può sentirsi contemporaneamente partecipe a più comunità, in base ai diversi ruoli sociali.
•la LG assume come rilevante il punto di vista dell’osservatore esterno, linguista o dialettologo [approccio esterno];

•la SL assume invece come rilevante il punto di vista del parlante stesso [approccio interno].

Come esemplificazione di questi due diversi punti di vista si passerà in rassegna le definizioni di “comunità linguistica” o “comunità di parlanti” date da diversi studiosi.

• Secondo J. Lyons una comunità linguistica è rappresentata da “tutte le persone che usano una certa lingua (o dialetto)”. (J. Lyons, New Horizons in Linguistics, Harmonsdsworth, 1970, p. 441);

• Una dimensione specificamente comunicativa è quella proposta da Leonard Bloomfield: “una comunità linguistica è un insieme di persone che interagiscono per mezzo del linguaggio”. (L. Bloomfield, Language, New York, 1933, p. 49).

Per J. Gumperz (1973) “comunità linguistica è ogni aggregato umano caratterizzato da un’interazione regolare e frequente per mezzo di un insieme condiviso di segni verbali, distinto da altri aggregati simili a causa di differenze significative nell'uso del linguaggio” (J. Gumperz, The Speech Community, in International Encyclopedia of the Social Sciences, London, 1968, p. 269). Tale comunità si definisce in base a 3 criteri: 1. un aggregato umano in cui avvengono interazioni effettive; 2. condivisione di varietà di lingua (un insieme condiviso di segni verbali); 3. distinzione da altri aggregati simili a causa di differenze significative nell'uso del linguaggio.

Per W. Labov una comunità linguistica è un gruppo di parlanti che condivide un insieme di atteggiamenti sociali nei confronti della lingua: “La comunità linguistica è definita non tanto da un accordo ben definito nell'uso degli elementi della lingua, quanto piuttosto dal coinvolgimento in un insieme di norme comuni. Si possono cogliere tali norme in tipi evidenti di comportamenti valutativi e nell'uniformità degli schemi astratti di variazione, invarianti rispetto a livelli particolari di uso”. (Sociolinguistic Patterns, Philadelphia, 1972, p.120).

R. Le Page: “Ogni individuo crea i sistemi del suo comportamento verbale in modo tale che essi somiglino a quelli del gruppo o dei gruppi con i quali di volta in volta potrà voler essere identificato, nella misura in cui, a) riesce a identificare i gruppi, b) ha la possibilità e la capacità di osservare e di analizzare i loro sistemi di comportamento, c) ha motivazioni abbastanza forti da spingerlo a scegliere e ad adattare opportunamente il suo comportamento, d) è ancora in grado di adattare il suo comportamento” (Problems of Description in Multilingual Communities, TPhS 1968, pp. 189-212)

J. Fishman: Comunità linguistica: lingua + norme d'uso.

4.7ATTO LINGUISTICO (Speech Act)


Cardona, Etnolinguistica 214 sgg.; Berruto 83.
Occorre definire le unità in cui può essere scomposto il flusso continuo del discorso.

L'unità minima dell'analisi sociolinguistica è l'atto linguistico (SPEECH ACT), componente dell'evento; il concetto non è basato su criteri grammaticali, ma sulla comunicazione. In linguistica teorica si chiama sema.
Berruto: L'atto linguistico è «La più piccola unità suscettibile di essere un costituente di una interazione comunicativa»

/r/ oppure /zitto/ non sono atti linguistici

/oh!/ oppure /zitto!/ sono atti linguistici
Roman Jakobson enumera sei fattori dell'atto linguistico:

Emittente, Ricevente, Codice, Messaggio, Canale (o Contatto), Referenza (o Contesto)

Ad essi corrispondono le 6 funzioni linguistiche
Delocutivi

Dalla lessicalizzazione di atti linguistici di saluto, augurio, maledizione nascono i verbi delocutivi: remercier ‘dire merci’, ringraziare, gr. khaírein, to welcome, ecc.




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