Università degli studi di napoli federico II



Yüklə 0,97 Mb.
səhifə17/17
tarix03.11.2017
ölçüsü0,97 Mb.
#29762
1   ...   9   10   11   12   13   14   15   16   17
Tecnica, medicina ed etica, cit., p 230.

346 Secondo la Società Italiana della Riproduzione (SIdR) la percentuale di successo della fecondazione assistita tramite FIVET, dopo l’entrata in vigore della legge 40/2004, è del 27,2%; nel Regno Unito, secondo la HFEA guide to infertility invece, secondo i dati forniti da The HFEA guide to infertility è del 26,5 %, ma si sale fino al 50% se si considerano gli interventi operati tramite la ICSI, non consentita in Italia.

347 ibid., p 161.

348 ibid., p 232.

349 ibid., p 233.

350 Nel tempo della globalizzazione, i cervelli più di ogni altra cosa fanno la differenza. Essi sono diventati una merce preziosa. Se ne sono resi conto alcuni piccoli stati, come Singapore, che oggi costruiscono il proprio futuro valorizzando al massimo il contenuto dei cervelli dei ricercatori occidentali. La loro strategia non è solo quella di offrire remunerazioni in dollari a 6, 7, 8 zeri – cosa che in qualsiasi altro paese ricco sarebbe sempre possibile –, ma offrendo maggiori libertà – ovvero meno vincoli statali –, alla ricerca, agli esperimenti, alle applicazioni. E questo maggiormente nell’ambito delle biotecnologie e della farmacologia. Si tratta di luoghi cioè sottratti alla maggior parte delle protezioni morali e/o burocratiche, vigenti in altri paesi occidentali. Come si vede quindi, la protezione che uno Stato, foss’anche fra i più potenti al mondo, può disporre su questa o quella tecnologia, non riesce nel suo intento, perché anche il più piccolo Stato asiatico, concede, sostanzialmente al resto del mondo, il permesso di usufrutto di quello da altri negato. Mettiamo allora il caso che quel piccolo Stato metta in commercio un farmaco per le lesioni alla spina dorsale, prodotto a seguito di una ricerca vietata dal grande Stato: cosa farà questi? Vieterà anche l’importazione di quel farmaco? E con quale risultato? Quali argomenti verrebbero usati per convincere, dell’illegittimità dell’acquisto, coloro che con quel farmaco metterebbero fine alle loro sofferenze? Come non prevedere un’eventuale contrabbando di medicine? Come non prevedere un ulteriore turismo sanitario? Come non prevedere ancora una discriminazione tra chi quel turismo se lo può permettere e chi no? Può, dunque, una democrazia matura immaginare di risolvere con il protezionismo le sfide che lanciano la tecnica e l’epoca della globalizzazione?

351 Nelle pagine precedenti abbiamo visto come una metafisica del corporeo prende forma al cospetto del bisogno di rassicurazione dell’uomo contemporaneo di fronte alla morte. Nell’utilitarismo, una tale metafisica, prende forma per altri versi come epopea della libertà, che vede nella morte il limite possibile di un’impresa che non è ancora conseguita con successo. Sono due atteggiamenti diversi dell’uomo borghese contemporaneo, ancorché ascrivibili ad un medesimo orizzonte di riferimento: l’uno, quello bisognoso di rassicurazione è il tipo ‘moderato’, l’altro, quello che fa della libertà un’impresa, è il tipo ‘raider’. Il primo corrisponde all’individuo medio di una società come quella italiana, il secondo a quello di una società come quella americana. In entrambi i casi, tuttavia, l’imperativo è il raggiungimento di una felicità che è determinata massimamente dal crescente controllo della materia. Ho tenuto a sottolineare questa differenza per rafforzare la tesi secondo cui la metafisica del corporeo è significativa dell’epoca della tecnica in generale, e non solo come effetto del trionfo di un pensiero utilitaristico. Anche in paesi dove l’utilitarismo non ha costituito storicamente il pensiero dominante, è possibile infatti riscontrare atteggiamenti tipici dell’esaltazione del materiale, anche se magari in un modo diverso, rispetto a quanto accade in quei luoghi dove invece a dominare è stato quell’altro pensiero.

352 Una critica alla teoria del pendio scivoloso ci viene offerta da Eugenio Lecaldano, in Bioetica. Le scelte morali, Bari, 20012, pp 74-75; in particolare si vedano le pp 258-266, che vengono dedicate proprio alle argomentazioni jonasiane.

353 La volontà di potenza, che il nazismo assume come essenza della propria filosofia, dà forma ad un terzo tipo di individuo, secondo la metafisica del corporeo. Quest’individuo, che potremo definire “assoluto pagano”, è quello che interpreta la metafisica del corporeo nella forma più violenta, quella votata ad una guerra assoluta fino all’annientamento non soltanto del nemico, ma fino al consumo totale della potenza stessa, quindi fino addirittura all’annientamento di sé, al grido di “Viva la morte!”.

354 Questa immagine sacerdotale del medico, mi pare faccia capolino anche ai giorni nostri, quando, anche nel corso pubblici dibattiti di bioetica, viene spesso evocata, la ormai quasi scomparsa, figura del medico di base. Essendosi straordinariamente specializzata, la medicina ha di molto circoscritto il campo di intervento del medico di famiglia, che in quanto tale oltre a conoscere lo stato di salute dei familiari, ne conosceva, in qualche modo, anche le vicende personali. Col medico specialistico, evidentemente, non si instaura una tale familiarità, e il rapporto col paziente è di sicuro più spersonalizzato (anche se, credo che gli effetti prodotti sulla salute del paziente possano essere assai più fruttuosi). Alla lunga, però, pare che questo rapporto impersonale, che avviene sempre più attraverso la mediazione della tecnologia, anziché attraverso il contatto umano, non riscontri tutti i favori del comune sentire. Viene così invocato il buon vecchio medico di famiglia, che curava gli avi anche in assenza di tutti questi marchingegni, e che – attenzione – con la sola indagine tattile riusciva a dire con esattezza di cosa un paziente soffrisse. È il vecchio copione tradizionalista, della malinconia per un passato, che si pretende più puro e più umano, del presente. Ciò che però è interessante notare, è questa sottolineatura della gestualità del vecchio medico di famiglia, che con “il solo uso delle mani”, riusciva ad elaborare una diagnosi impeccabile. È chiaro che questa evocazione ha poco a che fare con il medico in quanto professionista, ma piuttosto con la sua gestualità – recepita come rituale –, concentrata in quelle mani che da sole, senza ecografi o radiografie, sarebbero in grado di riconoscere il male. Sicché la gestualità medica assurge a liturgia della vita, in cui l’officiante, proprio come ad una messa, riattualizza il prodigioso duello in cui bene e male – in questo caso, salute e malattia – si affrontano.

355 Hans Jonas, Tecnica, medicina ed etica, cit., p 238.

 Le opere elencate in questa sezione si riferiscono ai testi di Jonas pubblicati monograficamente. Nella sezione successiva si farà riferimento anche ai saggi e agli articoli comparsi su periodici e non raccolti in volumi monografici. Si noti, inoltre, che la traduzione in italiano di alcuni dei titoli menzionati, fa riferimento solo a quelle opere che hanno avuto un’edizione italiana, il cui elenco completo verrà esposto nelle pagine successive.


Yüklə 0,97 Mb.

Dostları ilə paylaş:
1   ...   9   10   11   12   13   14   15   16   17




Verilənlər bazası müəlliflik hüququ ilə müdafiə olunur ©muhaz.org 2024
rəhbərliyinə müraciət

gir | qeydiyyatdan keç
    Ana səhifə


yükləyin