Von einer Idee des Ideato da



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Bilder aus Mexiko

Al Messico

Au Méxique

Mexiko

Al Mexico

Vorderseite - Fronte - Côté antérieur - Front side - Lado anterior

a) Vaquero und Ranchero

b) Ein Schöpfrad

c) Zum Markte

d) Reise eines Hacendado

e) Gewinnung der Pulque

f) Vanillesammler

a) vaquero e ranchero

b) una noria per l'irrigazione

c) in viaggio per il mercato

d) viaggi d'un hacendado

e) l'estrazione del pulque

f) raccolta della vaniglia

a) Vaquero et ranchero

b) Une roue d’irrigation.

c) En route pour le marché.

d) Voyage d’un hacendado.

e) Extraction du pulque.

f) Récolte de la vanille.

a) vaquero and ranchero
b) a noria for irrigation
c) in the travel market
d) trips a hacendado
e) extraction of pulque
f) collection of vanilla


a) vaquero ranchero y
b) una noria para el riego
c) en el mercado de los viajes
d) Los viajes de un hacendado
e) la extracción del pulque
f) la recolección de vainilla


Rückseite - Retro - Verso - Back side - Lado posterior

a) Vaquero und Ranchero. Vaqueros sind Viehhirten. Die Rancheros treiben auf kleinen Besitzungen Ackerbau. Unser Bild zeigt, wie ein solcher Hilt - sie üben ausnahnahmslos ihre Beschäftigung zu Pferde aus - einen ihm wohl befreundeten Landmann besucht; gastfreier Aufnahme ist er sicher. Die Frauen bereiten schon den Mais zum Mahl und der junge Mann hat ein Büschel Bananen geholt. Ueber drei Jahrhunderte lang standen die Eingeborenen unter der Herrschaft der Spanier und ihrerNachkommen, die man, wenn sie von reiner europäischer Abstammung sind, als Kreolen bezeichnet. Die Mischlinge europäischen und indianischen Blutes heissen Mestizen . Kreolen und Europäer bilden nur 1/5 der Bevölkerung, aus Indianern besteht die Hälfte, der Rest aus Mestizen.

b) Ein Schöpfrad. Die Frage der Feldbewässerung ist namentlich in dem gebirgigen Teil von Mexiko sehr wichtig. Grosse Wasserleitungen führen das Wasser der Flüsse oder der Seeen meilenweit; mit Schöpfrädern wird es dann auf die einzelnen Felder gepumpt. Im allgemeinen ist Mexiko wasserarm, denn die Flüsse haben im Sommer gar kein oder doch nur sehr wenig Wasser; sie eignen sich daher auch nicht zur Schifffahrt. Einige unbedeutende Gewässer ergiessen sich in Landseeen; solche umgeben z. B. die Hauptstadt Mexiko. Nur im äussersten Nordosten säumt ein mächtiger Strom, der Rio Grande del Norte, das Land.

c) Zum Markte. Unser Bild zeigt eingeborene vom Lande, die sich nach der Stadt begeben um die Erzeugnisse des Bodens zu verkaufen. Eigentümlich ist es, das die Eingeborene solche Wege meist in kurzem Trabe zurücklegen. An kleineren Platzen spielt nicht selten die älteste Form des Handels, der Austausch ohne Vermittlung des Geldes noch eine Rolle. Geflügel ist in Mexiko billiger als in Deutschland, wie überhaupt alles, was dem Eingeborenen „von selbst zuwächst“, wie man zu sagen pflegt, ihnen also keine Mühe kostet, wohlfeil zu haben ist. So bietet z. B. die Banane, diese herrliche, nahrhafte Frucht, ohne eigentliche Arbeit reiche Ernten, Gemüse dagegen und dergleichen Sachen, die Anstrengung erfordern, müssen von den Städtern teuer bezahlt werden.

d) Reise eines Hacendado.

Die Republik Mexiko in Mittelamerika ist etwa viermal so gross wie das Deutsche Reich; die Bewolkerung mag etwa 12 Millionen Köpfe zählen. Der Handel ruht vast völlig in den Händen von Ausländern, meist deutschen Kaufleuten. Die Grossgrundbesitzer (Hacendados) dagegen sind meistens eingeborene Weisse, durchweg Herren über ausgedehnte, oft unermessliche Ländereien. Einen Teil desJahres bringen sie auf ihren Gütern, den andern in den Städte zu. Eisenbahnen gibt es wenig, die Reisen werden daher meist zu Pferde, mittelst Caleza (zweirädriger Karren) oder mit der Postkutsche gemacht. Der Hacendado auf unserem Bilde hat eigene Equipage für die Damen; er selbst begleitet sie zu Ross. Der zurückbleibenden Dienerschaft werden noch Weisungen erteilt. Ein zahlreiches Gefolge auf Pferden Mauleseln begleitet die Herrschaft, sowohl zur Bedienung als auch zum Schutz gegen Strassenräuber, weshalb es wohl bewaffnet ist.

e) Gevinnung der Pulke. Der Pulke, das Nationalgetränk des Mexikaners, wird aus der Maguey, einerAgawenart gewonnen. Die Pflanze wtfa in der Mitte angebohrt, so dass sich innerhalb der Höhlung, die die grossen Blätter bilden, der Saft sammeln kann. Dieser wird, wenn eine genügende Menge vorhanden ist, mit einem Heber geschöpft und dann in Schläuche von Ziegenfell gefüllt. Der süssschmeckende Saft gewinnt schon am zweiten Tage durch Gährung einen Alkoholgehalt, der etwa dem des Bieres gleich ist; vom dritten Tage an wirkt er leicht berauschend wie Branntwein. Leider hat dann das Getränk oft die gleichen Wirkungen wie der Schnaps, die vom Pulque trunkenen Eingeborenen geraten in Streit; die Messer werden gezogen und es fliesst häufig Blut.

f) Vanillesammler. Die Vanille, eine Orchideenart, wird in Mexiko auf Plantagen gezüchtet. Da sie aber auch wild in den Urwäldern wächst, so wird sie da von den Eingeborenen i in mühevoller Arbeit gesammelt. Unser Bild versucht dem Beschauer einien Blick in die tropische Pflanzenwelt Mexikos zu verschaffen. Zwar sind die Kustenebenen des Landes meist mit Flugsand oder mit Sümpfen bedeckt und fast kahl, im Innern jedoch erfreut üppiges Grün das Auge, und in den Waldungen stehen Mimosen, Cassien, Drakänen und sonstige Palmen, Storaxbäume, Liriodendren, Carolineen und Riesenfarne mit ihrem gewaltigen Wuchse, von herrlich blütenden Lianen durchflochten, nebeneinander.

a) Vaquero e ranchero. I vaqueros sono guardiani di mandrie. I rancheros coltivano delle terre poco estese. La nostra vignetta rappresenta uno di questi il quale accudisce al suo ufficio sempre a cavallo e sta per fare una visita ad un contadino suo amico. Può aspettarsi una generosa ospitalità. Già le donne allestiscono il granoturco pel pasto ed il giovane ha procurato un supplemento di banane. Per oltre tre secoli gli indigeni furono soggetti agli spagnuoli o ai loro discendenti chiamati creoli allorquando la loro discendenza europea è pura d'incrociamenti. Quelli di sangue misto, metà europeo, metà indiano, si chiamano meticci. I creoli, uniti agli europei non costituiscono che un quinto della popolazione.

b) Una noria per l'irrigazione. L'irrigazione dei campi è molto importante specialmente nella parte montuosa del Messico. Dei grandi acquedotti recano da molto lontano l'acqua dei fiumi o dei laghi: si distribuisce quindi pei campi mediante delle norie. Il Messico in generale é molto povero d'acqua, giacché in estate i fiumi non ne hanno affatto o ne hanno pochissima; non sono quindi navigabili. Taluni corsi d'acqua insignificanti sboccano nei laghi interni, quali si trovano, per esempio, nelle vicinanze della capitale, Messico. Nondimeno un ragguardevole fiume, il Rio grande del Norte, segna al nord-est il confine fra il Messico e gli Stati Uniti.

c) In viaggio per il mercato. La nostra vignetta rappresenta degli indigeni campagnoli, diretti alla città per ismerciarvi i prodotti del suolo. Un particolare curioso a notarsi consiste in ciò che gli indigeni compiono generalmente il tragitto a mezzo trotto. Nelle piccole località, la più antica forma di commercio, ossia lo scambio, è tuttavia in vigore. La polleria costa meno al Messico che in Europa. Del resto, tutto quanto cresce, come si suol dire, fra le mani dell'indigeno, vi è a buonissimo prezzo. La banana, per esempio, questo bel frutto nutriente, dà abbondante raccolto sonza richiedere nessun lavoro speciale. Il cittadino invece è costretto a pagar caro i legumi ed altre derrate consimili, la coltivazione delle quali costa una certa fatica.

d) Viaggio d'un hacendado. La repubblica messicana, nell'America centrale, è, a un di presso, sette volte più grande dell'Italia; la popolazione annovera 12 milioni d'anime all’incirca. Il commercio è totalmente, o quasi, fra le mani dei forestieri, specialmente dei negozianti europei. I grandi proprietari fondiari (hacendados) invece sono, per lo più, dei bianchi indigeni, tutti possessori di immensi domini, di un valore che spesso non si può accertare. Passano una parte dell'anno nelle loro terre, l'altra in città. Vi sono poche ferrovie: i viaggi si compiono generalmente a cavallo, in caleza (carrettella a duo ruote) o in diligenza. L'hacendado della nostra vignetta mantiene una pariglia per le signore, che egli stesso accompagna a cavallo. I servi ricevono le ultime istruzioni prima della partenza. Un seguito numeroso montato su cavalli o muli, viaggia coi padroni, sia per servirli, come per difenderli contro i briganti. A tale scopo sono convenientemente armati.

e) Estrazione del pulque. Il pulque, bevanda nazionale messicana, è estratto dal maquey, varietà dell'agave. La pianta viene intaccata alla metà in modo che il succo possa colare nella cavità formata dalle grandi foglie. Quando se n'è raccolta una sufficiente quantità, si estrae con un sifone e si travasa in otri di pelle caprina. Il succo, dapprima dolciastro, acquista già il secondo giorno, mercè la fermentazione, un grado alcoolico equivalente, ad un di presso, a quello della birra. Dal terzo giorno comincia ad avere un'azione leggermente inebbriante come l'acquavite. Disgraziatamente, giunta a tal punto, questa bevanda produce gli stessi effetti dell'acquavite: gli indigeni, briachi di pulque, si azzuffano facilmente; si estraggono allora i coltelli e spesso scorre il sangue.

f) Raccolta della vaniglia. La vaniglia, della famiglia delle orchidee, è coltivata al Messico nelle piantagioni, ma cresce anche allo stato selvatico nelle foreste vergini, dove gli indigeni la raccolgono non senza fatica. La nostra vignetta tenta di dare una idea approssimativa del regno vegetale dei tropici messicani. Mentre ordinariamente le coste del paese sono quasi nude e coperte di dune e di paludi, una verzura lussureggiante rallegra l'occhio all'interno. Nelle foreste s'innalzano l’uno presso l’altro le mimose, le cassie, le dracene ed altre palme, gli storaci i liriodendri, le carolinee e le felci gigantesche dalla esuberante vegetazione, il tutto allacciato da liane incantevolmente fiorite.

a) Vaquero et ranchero. Les vaqueros sont des guardiens de troupeaux. Les rancheros cultivent des terres de peu d’étendue. Notre gravure montre un de ces gardiens de troupeaux - ils vaquent à leur besogne exclusivement à cheval - en train de faire visite à un compatriote de ses amis. Il peut compter sur une hospitalité généreuuse. Déjà les femmes préparent le maïs pour le repas et le jeune homm a cherché un régime de bananes. Pendant plus de trois siècles les indigènes étaient sous la domination des Espagnols ou de leurs descendants que l'on désigne sous le nom de créoles, quand leur descendance européenne est pure de tout mélange. Ceux qui ont du sang mêlé: moitié européen, moitié indien, s'appellent métis. Les créoles et les européens réunis ne forment qu'un cinquième de la population, la moitié se compose d'indiens, le reste de métis.

b) Une roue d’irrigation.

La question de l'irrigation des champs est très importante, notamment dans la partie montagneuse du Mexique. De grandes conduites amènent de très-loin l'eau des fleuves ou des lacs. On la répand ensuite sur les champs au moyen de moulins élévatoires. En général, le Mexique est très pauvre en eau, car en été les fleuves n'en ont pas du tout ou presque pas; par conséquent pas propres à la navigation. Quelques cours d'eau insignifiants se déversent dans les lacs intérieurs, comme on en trouve, par ex. autour de Mexico, la capitale. Toutefois un fleuve puissant, le Rio grande del Norte, forme au nord-est la limite entre le Mexique et les Etats-Unis.

c) En route pour le marché. Notre gravure montre des indigènes de la campagne, se rendant à la ville, pour y écouler les produits du sol. Une chose curieuse à noter, c'est que les indigènes parcourent ces trajets généralement au petit trot. Dans les petites localités, la plus ancienne forme du commerce, l'échange sans l’intervention de l'argent, joue encore son rôle. La volaille est meilleur marché àMexico qu'en Europe. Du reste, tout ce qui pousse, comme on dit, dans les mains de l'indigène, est très-bon marché. La banane, par ex., ce beau fruit nourissant, donne des récoltes abondantes sans causer aucun travail particulier. Par contre, le citadin est obligé de payer cher les légumes et autres denrées de ce genre, dont la culture exige une certaine fatigue.

d) Voyage d’un hacendado. La République du Mexique dans l'Amérique centrale est à peu près quatre fois plus grande quela France; la population compte environ 12 millions d'âmes. Le commerce est totalemeut, ou peu s’en faut, entre les mains d’étrangers, spécialement de négociants européens. Les grands propriétaires fonciers (haciendados)par contre, sont pour la plupart des blancs indigènes, tous possessurs de domaines immenses, souvent impossibles à évaluer. Ils passent une partie de l’année sur leurs terres, l'autre dans les villes. Il n'y a que peu de chemins de fer. Les voyages se font généralement à cheval, en caleza (charrette à deux roues) ou en diligence. L'hacendado sur notre gravure tient un équipage pour les dames; lui-même les accompagne à cheval. Les domestiques reçoivent les dernières instructions avant le départ. Une suite nombreuse, montée sur des chevaux ou des mulets, fait route avec les maîtres, tant pour les servir que pour les protéger contre les brigands. A cet effet, ils sont armés soigneusement.

e) Extraction du pulque. Le puique, la boisson nationale du méxicain, est tiré du maguey, une variètè d'agave. La plante est entamée au milieu, de façon que le suc puisse couler dans la cavité formée par les grandes feuilles. Quand il y en a une quantité suffisante, on le puise avec un siphon et on le travase dans dans des outres faites avec des peaux de chèvres. Le suc, d’abord de saveur douce, acquiert déjà le second jour, par suite de la fermentation, une teneur d’alcool à peu près équivalente à celle de la bière. Dès le troisième jour, il agit d’une manière légèrement enivrante comme l'eau-de-vie. Malheureusement, arrivée à ce point, cette boisson produit les mêmes effets que l'eau-de-vie: les indigènes, ivres de pulque, se prennent facilement de querelle; les couteaux sont tirés et le sang coule bien souvent.

f) Récolte de la vanille.

Le vanillier, de la famille des orchidées, est cultivé au Méxique dans des plantations. Mais la vanille pousse aussi à l'état sauvage dans les forêts vierges, où les indigènes la récoltent non sans peine. Notre gravure tente de donner un léger aperçu du monde végétal des tropiques mexicains, [jufcn Pendant qu’en général les côtes du pays sont couvertes de dunes et de marais et presque nues, une verdure luxuriante réjouit l'œil dans l'intérieur. Dans les forêt se dressent les uns à côté des autres, des mimosas, des cassias, des dracénas et d’autres palmes, des storax, des liriodendrées, des carolinées et des fougères gigantesques à végétation puissante, le tout entrelacé de lianes à fleurs ravissantes.

a) Vaquero and ranchero. The vaqueros are guardians of herds. The rancheros cultivated not extensive land pieces. Our cartoon is one of those vaqueros, who takes care of his office always on horseback and is going to pay a visit to a farmer friend of his. He can expect a generous hospitality. Even women have prepared corn for the meal and the young man has brought an extra quantity of bananas. For over three centuries the natives were subject to the Spaniards and to their descendants, whom are called Creoles where their European ancestry is pure of crosses. Those of mixed blood, half European, half Indian, are called mestizos. The Creoles, together with the Europeans, are only one fifth of the population.
b) A noria for irrigation. The irrigation is very important especially n the mountainous part of Mexico. Large aqueducts carry water from far away from wide rivers or lakes: it is distributed through the fields then using the norias. Mexico in general is very poor of water, because in summer the rivers do not receive any or a very little quantity and are not therefore waterways. Some rivers flow into meaningless inland lakes, which are, for example, near the capital, Mexico. Nevertheless, a considerable river, the Rio Grande del Norte, marks at the north-east the border between Mexico and the United States.
c) On the way to the market. Our cartoon represents the indigenous peasants, headed to the city for selling the products of their land. A curiousparticular consists of the fact the natives generally make the trip running with a very quick step. In small towns, the oldest form of trade, namely the exchange, is still in force. The poultry costs less to Mexico than in Europe. Moreover, everything that grows, as they say, in the hands of the indigenous, is at a very good price. The banana, for example, this beautiful nutritious fruit, gives abundant harvest and doesn’t require any special work. The city is instead forced to pay much more for the legumes and other similar food, the cultivation of which costs some effort.
d) Travel of a hacendado. The Mexican Republic, in Central America, has a surface seven times the size of Italy and the population includes 12 million souls roughly. The commerce is totally or almost totally in the hands of foreigners, especially of European merchants. The landowners (Hacendados) instead are, for the most part, native whites, all owners of vast domains, the value of which often can not be ascertained. They spend part of the year on their land, and the other in the town. There are few railways: journeys are performed generally on horseback, with the caleza (little cart on two wheels) or with a diligence. The hacendado of our cartoon keeps a pair of horses for the ladies, who accompanies himself on horseback. The servants receive their final instructions before departure. A certain number is mounted on horses or mules, travel with their bosses, and serve them, defending them also against brigands. For this purpose, they are suitably armed.
e) Extraction of pulque. The pulque, the Mexican national drink, is extracted from maquey, a varietyof agave. The plant receives af) Collection of vanilla. The vanilla, of the orchids family, is grown in plantations in Mexico, but also grows wild in forests, where the natives collect it with some difficulty. Our cartoon try to give a rough idea of the vegetable kingdom of the Mexican tropics. While ordinarily the country's coasts are nearly naked and covered with dunes and marshes, beautiful green forests welcome the eye in the inside. In the forests rise one near to the other the mimosas, the cassias, the dragon trees and other palms, the storaces, the liriodendres, the Carolineans and the gigantic ferns of the exuberant vegetation, all connected by vines which are delightfully flowered.


a) Vaquero y ranchero. Los vaqueros son los guardianes de rebaños. Los rancheros cultivan la tierra, normalmente no muy abundante. En nuestra historieta hay un vaquero siempre sobre su caballo y va a visitar a un amigo campesino. El puede siempre esperar en una generosa hospitalidad. Las mujeres han preparado harina de maíz y un jóven ha traído un suplemento de plátanos. Durante más de tres siglos, los nativos estaban sujetos a los españoles o a sus descendientes creolos y son llamados asì los que su ascendencia europea pura sin ser mezclados. Los de sangre mezclada, son una mitad europeos, y la mitad indios, y son llamados mestizos. Los criollos, unidos a los europeos son sólo una quinta parte de la población.
b) Una noria para el riego. El riego es muy importantes en la parte montañosa de México. Unos grandes acueductos llevan el agua de los ríos o de los lagos y la distribuyen a través de los campos a continuación, utilizando las norias. México en general es muy pobre de agua, y en el verano los ríos no tienen o tienen muy poca agua y no son por lo tanto considerados vías fluviales. Algunos ríos entran en los lagos interiores, que son, por ejemplo, cerca de la capital, México. Sin embargo, un río considerable, el Río Grande del Norte, marca el nord-este la frontera entre México y los Estados Unidos.
c) En el camino hacia el mercado. Nuestra historieta representa unos campesinos indígenos, que se dirigían a la ciudad para vender los productos de su tierra. Una nota curiosa consiste en lo que los nativos suelen hacer el viaje practicamente marchando muy de prisa. En los pueblos pequeños, la forma más antigua de comercio, es decir, el intercambio es , sin embargo, todavia en vigor. Los pollos cuestan menos en México que en Europa. Por otra parte, todo lo que crece, como se suele decir, en manos de los indígenas, hay un precio muy bueno. El plátano, por ejemplo, este hermoso fruto nutritivo, da abundantes cosechas y no requiere ningún trabajo especial. En la ciudad la gente es obligada a pagar un precio mas alto para las leguminosas y alimentos similares, cuyo cultivo cuesta un poco de esfuerzo.
d) Viajes de un hacendado. La República Mexicana, en América Central, tiene siete veces el tamaño de Italia y la población incluye cerca de 12 millones de almas. El negocio es totalmente o casi en manos de los extranjeros, especialmente de los comerciantes europeos. Los grandes proprietarios (hacendados) en cambio son, en su mayor parte, blancos indigenos, todos propietarios de vastos dominios, cuio valor a menudo no puede ser comprobado. Ellos pasan parte del año en sus tierras, y la otra en la ciudad. Hay pocos ferrocarriles: los viajes se realizan generalmente a caballo, con la caleza (pequeño carro con dos ruedas) o con la diligencia. El hacendado de nuestra historieta mantiene un par de caballos para las señoras, y se acompaña también ellas con su caballo. Los sirvientes reciben las instrucciones finales antes de la salida. Un numeroso nombre de servidores montados en caballos o mulas, viaja con los jefes, sea para servirles, como para defenderlos de los bandidos. Para este propósito, son convenientemente armados.
e) La extracción del pulque. El pulque, la bebida nacional de México, se extrae de maquey, variedad de agave. En la planta se hace en el medio un corte para que el jugo se vierte en la cavidad formada por las hojas grandes. Cuando se ha recogido una cantidad suficiente, se extrae con un sifón y se transfiere en recipientes de piel de oveja. El jugo, dulce al principio, empieza el segundo día la fermentación, con un a un contenido de alcohol equivalente a la cerveza. A partir del tercer día comienza la acción que lleva a un espíritu embriagador. Por desgracia, a este punto, la bebida tiene el mismo efecto de los espíritus: los indígenas, emborrachados de pulque, empiezan una pelea a puñetazos con facilidad, luego extraen los cuchillos y, a menudo fluye la sangre.
f) Coleccción de la vainilla. La vainilla es de la familia de las orquídeas, se cultiva en plantaciones en México, pero también crece en forma silvestre en los bosques, donde los indígenos la recoge con cierta dificultad. Nuestra historieta trata de dar una idea aproximada del reino vegetal del trópico mexicano. Aunque normalmente las costas del país están casi desnudas y cubiertas de dunas y marismas, un verde exuberante acoge con satisfacción el ojo al interior. En los bosques crecen una cerca de la otro, las mimosas, las cassias, los dragos y otras palmeras como los estoraces, los liriodendros, los helechos gigantes y la exuberante vegetación de las Carolineas, todos conectados por lianas deliciosamente florecidas.





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Nala und Damayanti, indisches Märchen

Nala e Damayanti, racconto indiano

Nala et Damayanti, conte hindou

Nala and Damayanti, indian tale

Nala y Damayanti, cuento indiano,

Rückseite - Retro - Verso - Back side - Lado posterior

1) Eine der schönst Episoden aus dem Mahabhârata, dem uralten umfangreichen Nationalepos der Indier, ist die Erzählung von dem König Nala. Nala, der Sohn Virasênas, herrschte in Nishadha und war weit berühmt wegen seiner mannigfachen Tugenden, seiner edlen Gestalt und seiner Tapferkeit, auch wegen der Weisheit, womit er sein Volk regierte. Nun lebte im Lande Vidharba ein König, namens Bhima, dessen Tochter Damayanti durch ihre Schönheit und ihr hoheitsvolles huldreiches Wesen grossen Ruf erlangt hatte. Nala vernahm von ihr und auch sein Lob gelangte zu der Königstochter; beide entbrannten in Liebe zueinander, ohne einander von Angesicht zu kennen. Hin- und wiederfliegende Goldgänse entfachten durch ihre Botschaften diese Liebe immer mehr.

2) König Bhîma wünschte seine Tochter zu vermählen. Da er ihr aber freie Wahl lassen wollte, berief er alle Könige Indiens an seinen Hof, wo er sie aufs glänzendste bewirtete und ihnen rauschende Feste gab. König Nala war auch erschienen; die Liebenden fanden nun Gelegenheit, einander auch persönlich kennen zu lernen. Die Wahl der Prinzessin war bald entschieden,und da ihrem königlichen Vater der Freier genehm war, wurde die Hochzeit bald mit grosser Pracht gefeiert. Nala nahm seine junge Frau mit sich ins Nishadhaland, wo sie einige Zeit in glücklicher Ehe verlebten.

3) Bald jedoch erregte das Glück des Königspaares den Neid zweier Dämonen, Kali und Dwâpara die es zu zerstören beschlossen. Der eine fuhr in den Körper Nalas und entfachte in ihm die Spieler leidenschaft, während der andere sich in einen Würfel verwandelte. Sie veranlassten nun Pushkara, den Bruder des Königs, diesen zum Würfelspiele herauszufordern. Der König spielte, bis er alle seine Reichtümer und selbst die Krone an den Bruder verloren hatte. Nun müsste er alles verlassen und in dörftigster Gewandung mit seiner Gemahlin in die Wildnis ziehen.

4) Schon in der ersten Nacht verlässt Nala, noch immer unter der Einwirkung des bösen Geistes, seine Gattin und dringt tiefer in den Urwald ein. Er findet den durch eine Bezauberung in ein grosses Feuer gebannten Schlangenkönig. Es gelingt ihm, die Verzauberung zu lösen und der dankbare Schlangenfürst erteilt ihm guten Rat, wie er sein Königreich zurückerlangen und seine Gemahlin wiederfinden könne. Nala zieht nach der Hauptstadt des Königs Ritupurna, dem er sich als Rosselenker verdingt

5) Inzwischen ist Damayanti allein und schutzlos wochenlang im Urwalde umhergeirrt. Endlich erreicht sie an einem Abend die Stadt des Cêdi-Königs Sukâhu und gelangt zum Palaste der Mutter des Königs, die sie um ihrer hohen Schönheit willen aufnimmt. Der König Bhîma, Damayantis Vater, ist sehr besorgt um das Schicksal seiner verschwundenen Tochter; er sendet viele Brahmanen aus, nach ihr zu forschen. Schliesslich wird sie von einem der Boten entdeckt und zu ihrem Vater zurückgebracht.

6) Damayanti sendet nun ihrerseits Brahmanen aus, Nala zu suchen. Einer dieser Boten erkennt ihn an einem Spruche. Durch eine List lockt Damayanti den König Ritupurna samt seinem Wagenlenker an ihres Vaters Hof, wo die Gatten einander erkennen und sich wieder vereinigen. Nala zieht mit einer Heeresmacht in sein Land zurück, fordert seinen Bruder Pushkara seinerseits zum Würfelspiele auf, besiegt ihn und erlangt alles Verlorene wieder. Darauf lässt er Damayanti und seine Kinder nachkommen und lebt in ihrem Kreise lange Jahre glücklich, indem er mit Gerechtigkeit über seine Untertanen herrscht.

1) Uno degli episodi più belli del Mahbarata, la voluminosa epopea nazionale indiana, è il racconto del Re Nala. Nala, il figlio di Virasenas, regnava su Nashadha ed era molto conosciuto a causa delle sue molteplici virtù, della sua nobile figura e del suo valore, nonchè per la saggezza con cui regnava sul suo popolo. Nel territorio di Vidharba viveva un Re, di nome Bhima, la cui figliaDamayanti era molto conosciuta a causa della sua bellezza e del suo essere pieno di graziosa nobiltà. Nala sentì parlare di lei ed anche l'elogio di lui arrivò alle orecchie della figlia del Re; entrambi bruciarono subito d'amore uno per l'altra, senza neanche conoscersi di vista. Le oche d'oro, che volavano avanti e indietro da un luogo all'altro, attizzavano sempre più il fuoco di quell'amore.

2) Il Re Bhima desiderava che sua figlia si sposasse. Poichè tuttavia le voleva lasciar fare una scelta libera, fece venire tutti i Re dell'India presso la sua corte, dove egli li ricevette con un'ospitalità eccezionale e diede per loro delle feste superbe in loro onore. Il Re Nala comparve pure lui; gli innamorati trovarono così l'occasione per conoscersi l'un l'altro personalmente. La scelta della principessina fu presto fatta e poichè al suo reale padre la scelta del pretendente andava bene, si festeggiarono presto le nozze con grande splendore. Nala portò la sua sposa con sè nel Nishadhaland, ove vissero felici il loro matrimonio per qualche tempo.

3) Ben presto tuttavia la felicità della coppia reale suscitò l'invidia di due demoni, Kalì e Dwapara, che decisero di distruggerli. Uno di loro si introdusse nel corpo di Nala, mentre l'altro si trasformò in un dado. Essi spinsero allora Pushkara, il fratello delRe, a sfidarlial giuoco dei dadi. Il Re giocò fino a che ebbe perso tutte le sue ricchezze e persino il regno a favore del fratello. Adesso egli dovette abbandonare tutto e vestito miseramente dovette ritirarsi nella boscaglia assieme alla sua sposa

4) Già durante la prima notte Nala, ancora sotto l'effetto dello spirito cattivo, abbandona la sua sposa e si spinge all'interno della foresta. Egli trova il Re dei serpenti, costretto da una magia ad essere prigioniero di un grande fuoco. Gli riesce di annullare la magia ed il principe dei serpenti gliene è grato e gli dà un buon consiglio su come egli avrebbe potuto tornare in possesso del suo regno e trovare di nuovo la sua sposa. Nala si reca nella capitale del Re Ritupurna, presso il quale trova impiego come scudiero.

5) Nel frattempo Damayanti è rimasta per delle settimane intiere sola e senza protezione a vagare per la foresta. Finalmente una sera essa raggiunge la città del Re dei Cedi, Sukahu, ed arriva al palazzo della madre del Re, che l'accoglie colpita dalla sua bellezza. Il Re Bhima, padre di Damayanti, è molto preoccupato per la sorte della figlia scomparsa; egli invia molti bramini a cercarla. Improvvisamente essa viene trovata da uno degli inviati e riportata a suo padre.

6) Allora Damayanti manda a sua volta dei bramini a cercare Nala. Uno di questi inviati lo riconosce da un suo modo di dire. Con un'astuzia Damayanti attira il Re Ritupurna insieme con lo scudiero alla corte di suo padre, dove i due sposi si riconoscono e si riuniscono. Nala ritorna con un esercito nel suo paese, sfida suo fratello al gioco dei dadi, lo vince ed ottiene la restituzione di tutto quello che aveva perso. Quindi fà ritornare anche Damayanti con i bambini e vive nell'intimità felicemente e per lunghi anni, mentre regna con rettitudine sui suoi sudditi.

1) Nala et Damayanti, conte hindou

L'un des plus beaux épisodes du Mahâbhârata, la fameuse épopée sanscrite, est le conte du roi Nala. Nala, l'illustre roi de Nishadha, fils de Virasêna, était célèbre par ses virtus. sa noble figure et sa bravoure, comme aussi par la sagesse avec laquelle il gouvernait son peuple. Dans le pays de Vidharba régnait un roi, du nom de Bhima, dont la fille Damayanti avait acquis un grand renom de beauté, de dignité et d'amabilité. Son éloge ayant été fait devant Nala dont la renommée arriva également jusqu'à la princesse, ils s'éprirent l'un de l'autre sans s’ ê tre jamais vus. Les oies dorées, en portant les messages des deux jeunes gens, contribuèrent à augmenter leur amour.

2) Nala et Damayanti, conte hindou

Lo roi Bhima désirait marier sa fille. Comme il voulait toutefois lui laisser l’entière liberté de son choix, il invita tous les rois de l’Inde à sa cour, les reçut somptuesement et donna des fêtes superbes en leur honneur. Le roi Nala était arrivé également; les amoureux trouvèrent alors l'occasion de faire personnellement connaissance. Le choix de la princesse fut bientôt fait et comme le prétendent convenait à son royal père, la noce fut célébrée avec une grande magnificence. Nala emmena sa jeune épouse dans le pays de Nishadha où, pendant un certain temps, ils vécurent heureux.

3) Nala et Damayanti, conte hindou

Bientôt cependant le bonheur du couple royal excita l’énvie de deux démons, Kali et Dvipara, qui résolurent de le détruire. L'un s'introduisit dans le corps de Nala y alluma la passion du jeu, tandis que l'autre se changea en un dé. Ils poussèrent Pushkara, frère du roi, a provoquer celui-ci au jeu. Le roi joua jusqu’à ce que toutes ses richesses et même sa couronne eurent passé à son frère. II dut alors abandonner tout et, dans l'état le plus indigent, se retirer dans la forêt, accompagné seulement de son épouse.

4) Nala et Damayanti, conte hindou

Dès la première nuit, Nala, encore sous l'influence de l'esprit méchant quitta son épouse et s’enfonce dans la forêt vierge. Il arrive près du roi des serpents, retenu par un enchantement dans un grand brasier et réussit à rompre las charme. Le prince des serpents, reconnaissant, lui indique la voie pour recouvrer son royaume. Nala se rend dans la capitale du Roi Ritupurna, chez lequel il s'engage comme écuyer.

5) Nala et Damayanti, conte hindou,

Pendant ce temps Damayanti, seule et sans protection a erré pendant des semaines dans la forêt vierge. Enfin elle atteint la ville du roi des Cêdis, (appelé Sukâhu, et arrive au palais de la mère du roi qui l'accueille à cause de sa beauté. Le Roi Bhima, père de Damayanti, très inquiet du sort de sa fille Bparue, envoit en grand nombre de brahmines à sa recherche. Finalement elle est découverte par l'un des messagers et ramenée auprès de son père.

6) Nala et Damayanti, conte hindou

Damayanti envoye alors de son côté des brahmines à la recherche de Nala. L’un de ces messagers le reconnaît à une sentence. Damayanti attire par un stratagème le Roi Ritupurna et son écuyer à la cour de son père où les époux se reonnissent et tombent dans les bras l'un de l'autre. Nala retourne dans son pays à la tête d’une armée. Il exige de son frère Pushkara une revenche aux dés, le bat et obtient la restitution de tout ce qu'il avait perdu. Il fait revenir ensuite Damayanti et ses enfants et vit heureux au milieu d'eux pendant des longues années, en régnant avec sagesse et justice sur ses nombreux sujets.

1) One of the most beautiful episodes in the Mahbarata, the voluminous Indian national epic, is the story of King Nala. Nala, the son of Virasenas, ruled over Nashadha and was well known because of his many virtues, his noble figure and his value, and for the wisdom with which he reigned over his people. In the area of Vidharba lived a king named Bhima, whose daughter Damayanti was well known because of her beauty, prettiness and nobility. Nala had heard of her and also his fame had reached the ears of the king's daughter; both immediately burned with love for each other without even having known each other by sight. The golden geese, flying back and forth from one place to another bringing their messages, were increasing their love.
2) The King Bhima wanted his daughter to marry. However, because he wanted to leave her to make a free choice, he brought all the kings of India at his court, where he received them with great hospitality and gave for them superb feasts in their honor. The King Nala appeared too; the two lovers have found the chance to get to know each other personally. The choice of the princess was soon made, and as to choice of the suitor met also the favours of her father, soon the wedding was solemnized with a great splendor. Nala took his wife with him in Nishadhaland, where their married and lived happily for some time.
3) Soon, however, the happiness of the couple aroused the envy of two demons, Dwapara and Kali, who decided to destroy it. One of them introduced himself into the body of Nala, while the other transformed himself in dice. They then pushed Pushkara, brother of the king to defy him to the game of dices. The King played until he had lost all his wealth and even the kingdom in favor of his brother. Now he had to leave everything and dressed miserably, had to retreat into the bush with his bride.
4) Already during the first night Nala, still under the influence of the evil spirit, leaves his wife and goes into the forest. He is the king of snakes, forced by an enchantment to remain caught in a big brazier. He is able to cancel the magic enchantement and the prince of snakes is grateful to him and gives him a good advice on how he could regain possession of his kingdom and have his bride back. Nala goes to the capital of the King Ritupurna, and takes service there as a squire.
5) Meanwhile Damayanti, remained for entire weeks alone and unprotected, wanders the forest. Finally she reaches the city of the King of Cedi, Sukahu, and arrives at the palace of the King's mother, who welcomes her, struck by her beauty. The King Bhima, the father of Damayanti, is very concerned about the fate of her missing daughter, he sends many Brahmins to seek her. Suddenly she is found by one of the messengers and brought back to her father.
6) Then Damayanti sends in turn the Brahmins to seek for Nala. One of them recognizes him by his manner of speaking. With a cunning idea, Damayanti attracts the King Ritupurna together with his squire at the court of her father, where each one of the couple recognizes the other and so they return together. Nala returns with an army in his country, he challenges his brother's to the game of dices, he wins and gets the return of what he had lost. Then gets back Damayanti also with her children and lives happily and in intimacy with her for many years, and reigns with righteousness over his subjects.


1) Uno de los cuentos más bellos del Mahbarata, el voluminoso épico nacional de los indianos, es la historia del rey Nala. Nala, hijo de Virasenas, gobernaba Nashadha y era bien conocido por sus muchas virtudes, su figura noble y su valor, y por la sabiduría con la que reinaba sobre su pueblo. En el área de Vidharba vivía un rey llamado Bhima, cuya hija Damayanti era bien conocida por su belleza, nobleza y amabilidad. Nala habia oído hablar de ella y también el elogio de él llegó a los oídos de la hija del rey, inmediatamente han sido quemados de amor uno para la otra, sin siquiera haberse encontrado ni menos de vista. Los gansos dorados, yendo y viniendo de un lugar a otro, remdeban cada vez más grande el fuego de este amor.
2) El rey Bhima quería que su hija se casara. Sin embargo, debido a que el quería dejarla libre de hacer su elección, ha llamado a todos los reyes de la India en su corte, donde fueron recibidos con grande hospitalidad y pudieron hacer unas magníficas vacaciones en su honor. El rey Nala apareció también y los dos amantes han encontrado cada uno la oportunidad de conocer el otro personalmente. La elección de la princesa se hizo pronto, y en cuanto el pretendiente era bien acceptado segun la elección del padre, luego la boda fue solemnizada con gran esplendor. Nala llevó a su esposa con él en el Nishadhaland, donde despuès de su matrimonio vivieron felices durante algún tiempo.
3) Pronto, sin embargo, la felicidad de la pareja despertó la envidia de los dos demonios, Dwapara y Kali, que decidieron de destruirlos. Uno de ellos se ha introducido en el cuerpo de Nala, mientras que el otro se ha transformado en un dado. A continuación, ha sugerido a Pushkara, hermano del rey, de desafiarlo al juego de los dados. El Rey ha jugado hasta que había perdido toda su fortuna y también el reino en favor de su hermano. Ahora tenía que dejar todo y vestido miserablemente tuvo que refugiarse en la foresta, acompañado solo por su mujer.
4) Ya durante la primera noche, Nala, todavía bajo la influencia del espíritu maligno, sale y deja sola su esposa y va al bosque. Él llega cerca del rey de las serpientes, forzado por un hechizo y atrapado en un grande brasero, . Él es capaz de anular la magia y el príncipe de las serpientes es agradecido con él y le da un buen consejo sobre cómo podría recuperar la posesión de su reino y encontrar de nuevo a su mujer. Nala llega a la capital del Rey Ritupurna, donde empeza a trabajar como escudero.
5Durente este tiempo Damayanti durante semanas interas sola y sin protección continua a vagar por el bosque. Finalmente llega a la ciudad del rey de Cedi, Sukahu, al palacio de la madre del rey, que le da la bienvenida gracias a su belleza. El rey Bhima, el padre de Damayanti, está muy preocupado por la suerte de su hija desaparecida, y envía muchos brahmanes a buscarla. De repente es descubierta por uno de los mensajeros, y trajda de vuelta a su padre.
6) Entonces Damayanti envía a su vez a los brahmanes a buscar Nala. Uno de ellos lo reconoce por su forma de hablar. Con astucia Damayanti atrae el Rey Ritupurna junto con el escudero en la corte de su padre, donde la pareja se reconoce y quedan juntos de nuevo. Nala regresa con un ejército en su país, desafia su hermano al juego de los dados, gana y obtiene la devolución de lo que había perdido. Luego también Damayanti vuelve con los niños y el vive feliz y en la intimidad durante muchos años, y reina con justicia sobre sus súbditos.





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Mignon, Oper von A. Thomas

Mignon, opera di A. Thomas

Mignon, opéra de A. Thomas

Mignon, opera of A. Thomas

Mignon, opera de A. Thomas

Vorderseite - Fronte - Côté antérieur - Front side - Lado anterior

1) Akt 12, Scene 3

Wilhelm: “Wagst du noch eine Schritt, bist du todt!”

2) Akt 1, Scene 6

Mignon: “Kennst du das Land, wo die Citronen bluh’n?”

3) Akt 2, Scene 3

Mignon: “Wie grausam ist der Hohn!”

4) Akt 2, Scene 8

Wilhelm: “Leb wohl! Gieb Kraft dem Herzen, o weine nicht!”

5) Akt 2, letzte Scene

Wilhelm: “Dank, o Gott, sie lebt!”

6) Akt 3, letzte Scene

Wilhelm: “Mein teures Kind, weich’ Wonnetag für mich!”

1) Atto I, Scena 3a

Guglielmo: “Ola, fellon, sospendi, o ti fiacco il cervello.”

2) Atto II, Scena 6a

Mignon: “Non conosci il bel suol che di porpora ha il ciel?”

3) Atto II, Scena 3a

Mignon: “Ohimè! Quell’acre riso tormento al cor mi dà!”

4) Atto II, Scena 8a: “

Guglielmo: “Addio, Mignon!

Fa core! Non lagrimar!”

5) Atto II, Scena ultima

Guglielmo: “Dalla morte Iddio

l’ha scampata.”

6) Atto III, Scena 9a:

Guglielmo: “Ella ritrova alfin

la patria, il genitor.”

1) Acte Ier, scène 3e, Wilhelm: Holà, coquin! Arrête, ou ton heure est venue!

2) Acte Ier, scène 6e, Mignon, connais-tu le pays où fleurit l’oranger?

3) Acte II, scène 3e, Mignon: Hélas! Qu’a-t-elle à rire? Cruel amusement!

4) Acte II, scène 8e, Wilhelm: Adieu, Mignon, courage! Ne pleure pas!

5) Acte II, scène finale, Wilhelm, de la mort Dieu l’a préservée!

6) Acte III, scène 9e, Wilhelm: Mignon retrouve enfin son père et son pays!

1) Act I, scene 3rd, Wilhelm: Hey, you rascal! Stop, or your time has come!
2) Act I, scene 6th, Mignon, do you know the land where the oranges are making flowers?
3) Act II, scene 3rd,, Mignon. Alas! What did she laugh? Cruel fun!
4) Act II, scene 8th, Wilhelm: Adieu, Mignon, courage! Do not cry!
5) Act II, final scene, Wilhelm, God has preserved her from death!
6) Act III, scene 9th, Wilhelm: Mignon finally found her father and her country!


1) Acto I, escena tercera, Wilhelm: Hey, traidor! Para, o tu tiempo ha llegado!
2) Acto I, escena sexta, Mignon, conoces la tierra donde hay las azajares?
3) Acto II, escena tercera, Ay, linda! ¿Qué la hizo reír? Cruel diversión!
4) Acto II, escena octava, Wilhelm: Adieu, Mignon, coraje! ¡No llores!
5) Acto II, escena final, Wilhelm, , Dios ha preservado ella de la muerte!
6) Acto III, escena novena, Wilhelm: Mignon finalmente encontró a su padre y a su país!


Rückseite - Retro - Verso - Back side - Lado posterior

1) Mignon. Der Text zur Oper „Mignon“ des französischen Komponisten Ambroise Thomas ist von Michel Carré und Jules Barbier mit sehr freier Benutzung des Goetheschen Werkes „Wilhelm Meisters Lehrjahre" verfasst worden. Namentlich bringt der Schluss eine Lösung, die von der Goethes sehr verschieden ist. Im ersten Akt lernt Wilhelm, Sohn eines reichen Kaufmanns, Mignon als Angehöriger einer Zigeunerbande kennen. Der Häuptling Jarno behandelt das Mädchen schlecht. Wilhelm befreit es.

2) Mignon. Die Perle Goethescher Dichtkunst, das wundervolle Lied „Kennst du das Land, wo die Zitronen blühn", ist auch in den deutschen Text der Oper übergegangen. Ein umherziehender Harfner, der geistesgestörte Lothario, hatte sich erboten, Mignon zu beschützen. Sie will aber in Männertracht Wilhelm als Diener folgen.

3) Mignon. Philine, Mitglied einer in dem Schlosse eines vornehmen Herrn spielenden Smauspielergesellschaft, sucht ein Liebesverhältnis mit Wilhelm anzuknüpfen. Mignon ist unglücklich hierüber, denn sie liebt Wilhelm ernst und wahr. Der leichtfertigen Philine dagegen ist der junge Mann ziemlich gleichgültig; sie hofft, reiche Geschenke von ihm zu erhalten.

4) Mignon. Wilhelm, in die Netze der Philine gefallen, beschliesst, sich von Mignon zu trennen. Er gibt ihr den Rat, ihre Eltern, denen sie geraubt worden, wieder anzusuchen; später würde er sie wiedersehen. Mignon, ausser sich vor Schmerz. Ist ddem Selbstmord nahe. Sie will mit Lothario, dem Harfner, in die weite Welt gehen.

5) Mignon. Der irre Harfner hat Verzweiflungsworte, die Mignon geäussert, missverstanden und Feuer an das Schloss gelegt. Die Schauspieler, zum Teil noch im Kostüm des eben aufgeführten Stückes, befinden sich im Garten, des gleichen das Publikum, hochadelige Herrschaften. Mignon gerät in Gefahr zu verbrennen. Wilhelm rettet sie.

6) Mignon. Der dritte Akt spielt in Italien. Der Harfner Lothario, in Wirklichkeit Marquis von Cypriani, gerät durch Zufall in das Schloss, das er einst als Eigner bewohnt hat. Sein Verstand kehrt wieder. Der Marquis erkennt in Mignon die seiner Meinung nach ertrunkene, einst von den Zigeunern entführte Tochter. Um diese wibt Wilhelm, freudig gewährt sie ihm ihre Hand.

1) Mignon. “Mignon," l'opera di Ambrogio Thomas, è stata scritta su libretto di Michele Carré e di Giulio Barbier, i quali ne trassero l'argomento dal romanzo di Goethe "Anni di tirocinio di Guglielmo Meister" assegnandogli però un diverso scioglimento. Nel primo atto Guglielmo, figlio di un ricco negoziante, incontra Mignon che fa parte di una banda di zingari. Il capo Jarno maltratta la giovane e Guglielmo la salva.

2) Mignon.

La canzone di Mignon "Non conosci il bel suol che di porpora ha il Ciel?”, che si rese tanto popolare, è stata tolta da una delle più belle poesie di Goethe. Lotario, arpista girovago e demente, offre a Mignon la sua protezione, ma essa preferisce rimanere presso Guglielmo, che vuole servire come domestico sotto travestimento mascolino.

3) Mignon.

Filina, che fa parte di una compagnia di commedianti la quale si produce nel castello di un gran signore, tenta di farsi amare da Guglielmo. Mignon è infelicissima, dacché essa prova un profondo affetto per Guglielmo. L'amore di Filina invece è piuttosto frivolo; il giovane le riesce abbastanza indifferente e non se ne cura che nella speranza di riceverne dei doni.

4) Mignon.

Guglelmo, vinto dalle arti di Filina, si propone di abbandonare Mignon. La consiglia di andare in cerca dei suoi genitori ai quali è stata rapita quand'era bambina e le promette di rivederla in seguito. Mignon, pazza di dolore, pensa dapprima al suicidio, indi progetta di andarsene lontano coll'arpista Lotario.

5) Mignon.

L’arpista, nella turbata sua mente, ha interpretato falsamente delle parole che Mignon ha pronunciato nella sua disperazione ed appicca il fuoco al castello mentre vi si sta rappresentando una commedia. Il pubblico si salva in giardino, e gli attori indossano tuttavia il costume della loro parte. Mignon sul punto di perire fra le fiamme, è salvata da Guglielmo.

6) Mignon.

Il terzo atto si svolge in Italia. L'arpista Lotario, altrimenti marchese di Cipriani, giunge casualmente nel castello che aveva abitato un tempo. Ricupera la ragione. Egli riconosce in Mignon sua figlia che credeva annegata e che invece eragli stata rapita dagli zingari. Guglielmo chiede la mano di Mignon che gliela concede di buon grado.

1) Mignon. "Mignon", l'opéra d'Ambroise Thomas, a été composé sur les paroles de Michel Carré & Jules Barbier qui ont tiré leur sujet du roman de Goethe "Années d'apprentissage de Wilhelm Meister", en lui donnant toutefois un autre dénouement. - Au premier acte, Wilhelm, fils d'un riche négociant, rencontre Mignon qui fait partie d'une troupe de bohémiens. Le chef Jarno maltraite la jeune fille, Wilhelm la délivre.

2) Mignon. La chanson de Mignon "Connais-tu le pays où fleurit l'oranger ?", qui est devenue si populaire, a été tirée d'une des plus belles poésies de Goethe. Lothario, harpiste errant, atteint de démence, offre de prendre Mignon sous sa protection, mais elle préfère rester auprès de Wilhelm, qu'elle veut servir comme domestique, sous un déguisement masculin.

3) Mignon. Philine qui fait partie d'une troupe de comédiens jouant dans le château d’un grand seigneur, cherche à se faire aimer de Wilhelm. Mignon en est très malheureuse car elle éprouve une affection profonde pour Wilhelm. Les sentiments de Philine, par contre, sont plutôt frivoles; le jeune homme lui est assez indifférent et ne l'intéresse que parce qu'elle espère en recevoir des présents.

4) Mignon. Wilhelm, vaincu par les artifices de Philine, prend la résolution de se sén/rel de Mignon. D lui conseille d'aller à la recherche de ses parents, auxquels elle a été enlevée étant enfant et lui promet de la revoir plus tard. Mignon, folIe de douleur, pense d'abord au suicide, puis elle forme le plan de s'en aller au loin avec Lothario, le harpiste.

5) Mignon. Le harpiste, dans son esprit troublé, a mal interprêté des paroles que Mignon a proférées dans son désespoir et s'en va mettre le feu au château alors qu'on y joue une pièce de théâtre. Tout le monde se sauve dans le jardin, les acteurs portant encore le costume de leur rôle. Mignon sur le point de périr dans les flammes est sauvée par Wilhelm.

6) Le troisième acte se passe en Italie. Le harpiste Lothario, en réalité marquis de Cypriani, arrive par hasard dans le château qu'il avait habité autrefois. Sa raison lui revient. Il reconnaît en Mignon sa fille qu'il croyait noyée, mais qui avait été enlevée par des bohémiens. Wilhelm demande la main de Mignon qui la lui accorde de bon cœur.

1) "Mignon," the work of Ambrose Thomas, was written on a libretto by Michael Carré and Giulio Barbier, of which they drew the subject from Goethe's novel "Years of apprenticeship of William Meister", but assigning a different final solution . In the first act William, the son of a rich merchant, meets Mignon who makes part of a band of gypsies. Chief Jarno mistreats the young girl, William saves her.
2) Mignon.
Mignon's song:"Do you know the good soil that has a purple sky?", which has become so popular, was taken from one of the most beautiful poems of Goethe. Lothario, a wandering harpist and lunatic, offers his protection to Mignon, but she prefers to stay together with William, whom she wants to serve as a servant in a masculine disguise.
3) Mignon.
Filina, who is making part of a company of actors, which is working in the castle of a great lord, tries to be loved by William. Mignon is very sad for that, since she feels a deep affection for William. The love of Filina instead is rather frivolous, the young man is quite indifferent to her and she does care of that in the hope of receiving gifts.
4) Mignon.
William, won by the arts of Filina, is thinking of abandoning Mignon. He counsels her to go in search of her parents, from she has been kidnapped as a child and promises to see her again later. Mignon, crazy with grief, thinks first about suicide, then she plans to go away with the harpist Lothair.
5) Mignon.
The harpist in his troubled mind, he falsely interpreted the words that Mignon has said in her despair and sets fire to the castle, while they are representing a comedy. The public is saving in the garden, and the actors wear the costume of their personage. Mignon, about to perish in the flames, is rescued by William.
6) Mignon.
The third act takes place in Italy. The harpist Lothario, otherwise Marquis of Cipriani, arrives randomly in the castle in which he had lived for a long time. He retrieves the reason. He recognized his daughter Mignon, whom he believed drowned and had instead been kidnapped by the gypsies. William asks the hand of Mignon, who accepts him willingly.


1) "Mignon", la obra de Ambrosio Thomas, fue escrita sobre un libreto de Michael Carré y Giulio Barbier, que sacaron el tema de la novela de Goethe "Los años de aprendizaje de Guillermo Meister", pero hallan un final diferente . En el primer acto William, hijo de un rico comerciante, encuentra Mignon que hace parte de una banda de gitanos. El jefe Jarno maltrata la joven, pero William la salva.
2) Mignon.
La canción de Mignon "Conoce Usted la buena tierra que tiene el cielo color púrpura?", que se hizo tan popular, fue tomada de uno de los más bellos poemas de Goethe. Lotario, un arpista vagabundo y lunático, ofrece su protección a Mignon, pero ella prefiere quedarse con William, que quiere servir como criada con un disfraz masculino.
3) Mignon.
Filina, que forma parte de una compañía de actores que se produce en el castillo de un gran señor, trata de ser amada por William. Mignon es desafortunada, ya que siente un profundo afecto por William. El amor de Filina en cambio, es más frívolo, el joven para ella es indiferente y no le importa que en la esperanza de recibir regalos.
4) Mignon.
Gullermo, ganado por las artes de Filina, se propone de abandonar Mignon. El la aconseja de ir en busca de sus padres, a los cuales ha sido secuestrada cuando era una niña y promete volver a verla más tarde. Mignon, loca de dolor, piensa primeramente en el suicidio, entonces planea de irse con el arpista Lotario.
5) Mignon.
El arpista en su mente volvido loca, ha falsamente interpretado las palabras que Mignon ha dicho en su desesperación y pone fuego al castillo, mientras que estan representando una comedia. El público se guarda en el jardín, y los actores llevan los trajes que corresponden a su parte. Mignon a punto de perecer en las llamas, es salvada por Gullermo.
6) Mignon.
El tercer acto tiene lugar en Italia. El arpista Lotario, en realidad Marqués de Cipriani, llega al azar en el castillo donde había vivido mucho tiempo. Recupera la razón. Reconoce su hija Mignon que creía ahogada, mientras que habia sido sido secuestrada por los gitanos. Gullermo pide la mano de Mignon que accepta de buena gana.


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