A elena bernardi


In fretta vi lascio tutte nel Cuor Santissimo di Maria



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In fretta vi lascio tutte nel Cuor Santissimo di Maria

Di Te Carissima Figlia


Bergamo li 22 aprile 1829
Tua Madre Maddalena1

Figlia della Carità


BERGAMO
Alla Signora

La Signora Angela Bragato

Figlia della Carità

Ricapito dal Signor Verdari

alla Porta dei Borsari

VERONA


A DOMENICA FACCIOLI

2009(Verona#1829.05.02)


La Canossa, che ha da pagare certi debiti a Bergamo, le manda il danaro perché soddisfi a tutti.
V.G. e M. Carissima Figlia
Già dal Valsecchi2 sentirete in voce il nostro felice viaggio mia Cara Figlia nondimeno anch'io ve lo confermo. Riceverete le 24 false righe.

Vi mando pure lire 22 e 14 che mi farete il piacere di far avere alla signora Cattina Carminati3 che mi dimenticai lasciarvi e sono pei giornali. Troverete pure un'altra cartina contenente quattro lire e dodici soldi che manderete va primo incontro all'Elena4 di Mila­no nostra cara compagna. Questa è la volta che vi mando tante car­tine.

In un’altra dunque troverete uno zecchino5 che se potrò anzi l'unirò a due righe vuol dire allora che troverete una lettera direta al Vice Paroco di San Polo6 quello della buona Catterina.7

Il Valsecchi si è preso l'impegno di sapervi dire quando vi sa­ranno di nuovo gli Esercizj da Don Carlo Botta8, e subito che lo sa­pete scrivete una righa a questo stesso sacerdote dicendogli il gior­no in cui gli Esercizj cominciano e nello stesso tempo che quell'uo­mo è ricevuto. Questo tale è un uomo che preme al Vice Parocco moltissimo.

Niente so ancora della compagna di Milano. Vi abbraccio tutte di vero cuore ed in somma fretta vi lascio nel Cuor Santissimo di Maria.

Vi assicuro mia Cara Figlia che mi soffocano qui talmente gli af­fari e gli imbrogli che non ho altro tempo che quello che dormo.


Di Voi Carissima Figlia

Verona li primi di maggio 1829


PS. Riceverete di ritorno il bauletto con entro i fiori che a poco, a poco manderete tutti a quel santo di Trescore9.

Aff.ma Madre


Maddalena Figlia della Carità10


A DOMENICA FACCIOLI

2010(Verona#1829.05.10)


La Canossa la prega di avvertire il predicatore, che era stato incaricato degli Esercizi delle Dame, che, per quell'anno, non si potranno tenere. E' contenta delle notizie della salute fisica, ma vorrebbe sapere anche quelle dello spirito, perché la vuole santa, così che, quando tornerà, le possa fare «quattro miracoli».
V.G. e M. Mia Carissima Figlia
Ho ricevuto con piacere mia Cara Figlia la vostra carissima lettera vi ringrazio delle notizie, che in essa mi date di tutte le Carissi­me Figlie quali molto mi sono compiaciuta in sentire che sieno ab­bastanza buone. Io pure, come ancora tutte le figlie di questa Casa ce la passiamo sufficientemente.

Quando verrà da voi la buona Catterina di San Polo11 vi prego consegnarle la lettera per quel Vice Parroco12, e farle dire dalla medesima che per quest'anno gli Esercizj non vi saranno più.

Nel caso poi che la Catterina tardasse a venire allora vi prego mandargliela per sicura occasione essendovi dentro un zecchino13, e fargli voi una sopra coperta scrivendogli che avete avuto commis­sione da me di fargli sapere, che gli Esercizj in quest'anno non si fa­ranno più. Alla buona Catterina quando verrà raccomanderete e consegnerete le palme di fiori per quel Servo di Dio di Cenate14.

Avrei gradito, che oltre alle notizie della vostra salute corpora­le mi aveste date ancor quelle delle salute spirituale premendomi assai, e vorrei che anzi mi poteste dire che vi andate di giorno in giorno avvanzando nella perfezione, e santità, e così alla mia venuta farmi quattro miracoli.

Credeva di andare in Tirolo ma alcuni miei affari mi hanno fat­to trattenere a Verona fino a tanto che dovrò poi andare a Venezia. In somma fretta vi abbraccio e vi lascio nel Cuor Santissimo di Ma­ria.
Di Voi Carissima Figlia
Verona li 10 maggio 1829

Aff.ma Madre

Maddalena Figlia della Carità15

A MARGHERITA ROSMINI

2011(Verona#1829.05.13)


La Canossa non le ha mandato la lettera della Sacra Penitenzieria per il timore che andasse perduta. Chieda lei all'Arciprete se può farla aprire e mandarne la copia. Le è pervenuta una notizia ufficiosa: la nomina di Mons. Sardagna a vescovo di Bergamo. Poiché misura il vuoto che lascerebbe in Trento, e specialmente nel suo animo, si au­gura che non lo sia anche se, per Bergamo, sarebbe un dono assai prezioso.
V.G. e M. Carissima Figlia

Verona li 13 maggio 1829

Presentandomisi l'occasione del Signor Francesco Bernardi16 ne approfitto mia Cara Figlia per iscriverle con un poco di libertà. Sappia anzi, che sono in qualche pensiero di occludere in questa lettera quella della Sacra Penitenzieria per Lei ma tale è il timore che vada perduta ch'io non so se mi determinerò. Sapendo io la propo­sta almeno in sostanza, e sapendo pure in voce dall’allora Cardina­le, ed ora Pontefice17, in sostanza io credo la risposta direi che s'El­la crede può domandare al Signor Arciprete Ibel18 se può darmi la facoltà di farla aprire dal Signor Don Battistino19, e poi di farne tra Cristina20, ed io la copia, ed intanto mandarle quella, ed alla mia venuta portarle l'autentica.

Sappia, che io aveva destinato di venir­la ad abbracciare, e passare con loro adesso una qualche settimana ma per cagione dell'affare Buella21 che finalmente pare sia per ter­minarsi dovetti fermarmi, e sino al mio ritorno da Venezia non potremo vederci. La prego sapermi dire se sia poi vero che il nostro ot­timo Monsignor Sardagna22 sia stato dal Sovrano nominato Vesco­vo di Bergamo. Se ciò, e non può credere quanto grande sia il mio dolore per Lei, quantunque già mia Cara Figlia io abbia veduto per esperienza che il Signore ci ha levato sempre gli appoggi più forti, e migliori, ma non ci ha mai abbandonato, e con un pò di patire di più ha sempre tutto condotto a termine felicemente.

Per L'Istituto in totale se lo perdessimo a Trento lo guadagneressimo a Bergamo ma ti assicuro sinceramente che quasi mi contenterei di aver da com­batter io a Bergamo, che vederti priva di questo ajuto. Concludiamo però che l'una, e l'altra desideriamo solo la volontà di Dio, e la di Lui Gloria.

Ho parlato l'altro jeri col Signor Don Bresciani23 al quale ricor­dai il di lei affare. Egli mi disse, che ha parlato in varj luoghi per le sue raccomandate, ma tutti le ricusarono. Don Pietro Leonardi24 le prenderebbe se avessero 6 o 8 mille svanziche.

Mi dica come va la Cara Cattina25. Non può credere quanto mi dispiaccia non poter venire prima di andare a Venezia per vedere lo stato delle cose e se avessi potuto con qualche cambiamento acco­modare cotesta Casa. In somma va tutto bene quello che fa il Signo­re. Mi scriva però presto, essendo priva da alcuni giorni delle loro notizie.

Mi pare che la Gioppi26 stia meglio non parlandomene Ella più particolarmente. Le abbraccio tutte di vero cuore, e tutte le lascio nel Cuor Santissimo di Maria
Di Lei Carissima Figlia

Sua Aff.ma Madre



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